Se siete italiani, ci sono ottime probabilità che siate o siate stati nella vita dei clienti Vodafone. Io ci ho persino lavorato, nel 1999, quando si chiamava ancora Omnitel; ci sono dunque affezionato. Nonostante questo, ultimamente stanno riuscendo a comportarsi veramente male.
Già l’anno scorso ero rimasto vittima di Vodafone Exclusive, il servizio aggiuntivo da 1,90 Euro al mese che veniva attivato mediante silenzio assenso, generalmente a persone come me che mai l’avrebbero voluto. Adesso la storia si ripete, grazie alla vicenda del roaming europeo.
Ricorderete infatti che in primavera ci eravamo beccati i comunicati trionfalistici dell’Unione Europea sui grandi vantaggi per i cittadini che essa sempre ci dona: in questo caso, l’abolizione dei costi di roaming spropositati che si pagavano per usare il telefono all’estero. In effetti, il Parlamento Europeo ha approvato un Regolamento che prevede un tetto massimo piuttosto ridotto ai costi di roaming, e la loro completa abolizione a partire dal giugno 2017.
Il 29 aprile, infatti, Vodafone mi ha mandato il seguente messaggio:
Il messaggio è ambiguo, e fa sembrare che il regolamento europeo imponga a tutti i clienti di adottare “dal 12/6” l’offerta Smart Passport, ovvero un acquisto in blocco di 60 minuti, 60 SMS e 200 MB al giorno per tre euro “solo in caso di utilizzo”. Solo leggendo fino in fondo si scopre che “se disattivi Smart Passport, dal 30/4 paghi secondo le nuove tariffe europee”, e infine che puoi recedere dal contratto senza penali, il che deve sempre trarvi in allarme perché i fornitori di servizi, e solo perché obbligati, vi concedono di recedere dal contratto senza penali solo quando modificano unilateralmente le condizioni di contratto in maniera sfavorevole per voi: quindi “puoi recedere dal contratto” = “fregatura in arrivo”.
In questo caso, se ci pensate un attimo, il danno per l’utente medio è evidente: se veramente fate in un giorno 60 minuti di telefonate dall’estero va bene, ma se, come l’utente medio, all’estero disabilitate i dati, usate il telefono pochissimo e magari rispondete velocemente e dopo venti secondi mettete giù, non spenderete mai 3 euro. E infatti, la settimana prima ero stato in Francia e queste erano le mie tariffe: per ricevere telefonate pagavo 6 cent al minuto, per mandare un SMS 7 cent (notate che in Italia, trattandosi di una SIM secondaria su cui non ho alcun piano attivo, pago un SMS 20 centesimi: questo per dirvi quanto ci marciano gli operatori). Io non ho minuti inclusi, ma se li avete potete semplicemente usarli e pagare ancora meno, solo 1,4 cent al minuto in ricezione o 2,4 cent per SMS (qui trovate le tariffe sul sito Vodafone).
Quindi, per rispondere velocemente e poi metter giù avrei pagato qualche centesimo in tutto; ma con Smart Passport attiva, al primo secondo ricevuto o al primo SMS mandato scatta l’offerta e pago 3 euro. E questo ogni giorno, per cui se sto via una settimana e ogni giorno ricevo una chiamata per trenta secondi, alla fine avrò speso 21 euro invece che 40 centesimi. Lo scrivono anche loro, in un angolino del loro sito (oltretutto, altra chicca, il “giorno” è calcolato sempre sull’ora italiana, per cui se sei in California tu credi di avere l’offerta attiva per tutto il giorno là , ma in realtà a metà giornata scatta la mezzanotte italiana e la paghi due volte).
Il danno per le mie tasche e il vantaggio per quelle di Vodafone – casualmente, proprio all’inizio della stagione estiva, quella in cui si viaggia di più all’estero – sono evidenti, per cui mi son detto: guarda sti maledetti, devo disattivare subito l’offerta. Ma subito (il 29 aprile) non si poteva, perché non era ancora attiva; e li ringrazio per il preavviso, ma un preavviso di un mese e mezzo onestamente sembra fatto apposta perché il cliente si dimentichi della cosa e non disattivi l’offerta quando viene il momento. Per cui, mi sono segnato sul calendario di Google “12 giugno: disattivare Smart Passport”.
Il 12 giugno controllo: l’offerta non è attiva. Ricontrollo nei giorni seguenti: niente. Vuoi vedere che sono rinsaviti, e/o che finalmente qualcuno gli ha fatto il mazzo, e sono ritornati sui loro passi?
E invece no: la settimana scorsa riparto per Slovenia e Austria. In Slovenia non guardo nemmeno gli SMS di avviso – chi viaggia spesso non li guarda più da anni – ma entrando in Austria per caso li apro e leggo: “Benvenuto in Austria, la tua offerta è Smart Passport”. Maledizione!
Così, giunto in albergo, mi attacco al wi-fi e apro l’app My Vodafone; controllo le mie offerte ed eccola lì:
Attivata (da loro) il 28 giugno! Cioè, oltre ad attivarmi unilateralmente un “servizio†a pagamento che non voglio e che non ho mai richiesto, mi hanno mentito sulla data di attivazione, rimandandola di un paio di settimane, facendomi credere che non sarebbe stata più attivata e impedendomi così di disattivarla a priori…
Per fortuna nei giorni precedenti non avevo utilizzato quel numero, altrimenti avrei già avuto addebiti non voluti per parecchi euro. Comunque, perlomeno disattiviamola, no? Premo su “gestisci” e mi dice che si può disattivare solo dal sito. Apro il browser, vado sul sito Vodafone per smartphone, e… posso comprare tutto quel che voglio, ma non c’è alcuna voce di menu per gestire le offerte attive e disattivarle. Mi tocca aprire il PC, loggarmi sul sito da lì, andare sulla gestione offerte e… il servizio non è attualmente disponibile! Però, come dicono nello screenshot più sopra, potrei disattivarla chiamando dall’estero il +393482002070… e se lo chiamo che succede? Ovviamente scatta l’offerta: l’unica offerta attivata senza il tuo consenso che devi comprare almeno una volta per poterla disattivare.
Morale? Alla fine il sito si è riavuto e l’ho disattivata da lì, ma è evidente che questo comportamento – è il secondo per Vodafone, dopo la vicenda analoga di Vodafone Exclusive – meriterebbe di cambiare operatore, se non fosse che tanto, più o meno, tutti si comportano così; tra l’altro, non ho idea di quante siano le utenze su cui negli scorsi giorni è stata attivata Smart Passport “a tradimento”.
Alla fine, in un oligopolio come quello delle telecomunicazioni, il mercato da solo non è assolutamente in grado di tutelare i consumatori: dovrebbero farlo i nostri ministri nazionali e commissari europei che insistono continuamente con i benefici del mercato globale e dell’Europa. Ma in Italia questi comportamenti vanno avanti da anni, da parte di qualsiasi grande operatore di qualsiasi servizio, senza che nessuno intervenga. E allora perché stupirsi se poi la gente al mercato e all’Europa non crede più?