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Archivio per la categoria 'StillLife'


sabato 16 Gennaio 2010, 10:07

Oggi si manifesta

Oggi si manifesta abbondantemente: ecco l’elenco degli eventi a cui in un modo o nell’altro cercherò di essere presente.

Ore 11-12: Sit-in del Popolo Viola davanti alla Rai, in via Verdi, per la libertà di informazione.

Ore 14-17:30: Manifestazione di protesta del popolo granata contro la gestione Cairo. Prima della partita, i tifosi di entrambe le curve manifesteranno davanti agli ingressi spiegando le ragioni di dissenso con il presidente, come la sua disinvolta gestione del bilancio, la distanza tra promesse e fatti e la continua manipolazione dei media tramite cortine di fumo per sviare l’attenzione. I tifosi delle curve poi non entreranno e andranno a seguire la partita allo Stadio Filadelfia. Gli altri entreranno a sostenere la squadra aziendale delle Edizioni Cairo.

Ore 14:30-16:30: Marcia No Tav sui luoghi dei carotaggi in corso Marche. Il raduno è in piazza Massaua, e si prevede la partecipazione sia dei centri sociali che dei No Tav della valle, e ovviamente di una delegazione di grillini.

Ore 16-18: Prima assemblea regionale del Popolo Viola, in corso Siracusa 213. Si discuterà su chi siamo, dove andiamo, cosa vogliamo fare e come ci organizziamo. Tanto per cambiare, prevista ampia discussione sulla Tav.

Nel frattempo vi lascio con un bel video del presidio No Tav di Rivoli. Ieri la trivella che lavorava alla stazione di Collegno ha terminato il suo lavoro ed è stata portata via; nel frattempo ne è apparsa una parcheggiata a Susa, in attesa di provare un blitz per piazzarla da qualche parte in valle. Dovunque ci proveranno, apparirà un presidio.

[tags]manifestazioni, torino, no tav, toro, cairo, popolo viola, no berlusconi day[/tags]

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giovedì 14 Gennaio 2010, 11:49

Oggi video, domani chissà

Fin che si può, vi metto un po’ di video; dico “fin che si può” perché come avrete letto il governo sta pianificando di equiparare alle televisioni i siti anche amatoriali che usano molti video o che fanno streaming di immagini, in modo da poterli poi strozzare in ogni modo possibile. Infatti, secondo la bozza di decreto, saranno equiparati alle televisioni i siti in cui il contenuto audiovisivo “non abbia carattere meramente incidentale”: se insomma pubblicate con regolarità dei video sul vostro blog, anche gratuitamente e senza scopo di lucro, siete una televisione e dovete farvi carico di tutti gli oneri relativi. A questo si aggiunge la promessa di un controllo strettissimo sul rispetto dei diritti d’autore.

Naturalmente il governo ha tutto l’interesse a fare questa mossa: è una mossa che rischia di eliminare il giornalismo di strada fatto coi video, tipo quello che ho fatto io l’altra notte a Susa, e i contenuti scomodi e non controllati che esso veicola; è una mossa che mette in difficoltà Youtube, con cui lo Stato italiano Mediaset è in causa; è una mossa che allarga a dismisura la definizione di “mercato televisivo”, consentendo a Berlusconi di affermare, come già fece col digitale terrestre, che la sua non è poi una posizione così dominante.

Fin che ce lo lasciano fare, dunque, vi mostro innanzi tutto questa chicca: il sindaco di Asti Giorgio Galvagno, in causa con Grillo da anni, sta usando tutta la sua discrezionalità per rendere praticamente impossibile la raccolta delle firme del Movimento 5 Stelle Piemonte nella sua città. Già raccogliere mille firme in una provincia relativamente piccola come Asti è una grossa impresa; figuriamoci se il Comune non ti agevola. Ecco come, passando sotto i portici, il sindaco ha definito la raccolta firme dei grillini:

Ovviamente chiunque di voi sia residente in provincia di Asti, grillino o no (tanto gli altri partiti non devono raccogliere le firme), è caldamente invitato a recarsi a firmare presso l’URP del Comune di Asti, o a contattarmi per altre informazioni su come firmare.

Il secondo video è quello del mio intervento un mese fa alla presentazione della lista regionale:

Il significato storico di questo video è che ho imparato a fare campo e controcampo con iMovie, ossia ad alternare le riprese di due sorgenti video in sincrono mantenendo fisso l’audio di una delle due. Così, nel successivo video di Susa, ho potuto sbizzarrirmi col montaggio analogico dell’occhio della madre immagine del fuoco e di altre sequenze di condimento che mi ero premurato di girare.

Infine, l’ultimo video è del mio intervento alla presentazione di The Innovation Group, un mese fa a Milano. Credo che pochi di voi abbiano idea di cosa faccio io di lavoro; magari questo video vi darà qualche idea in più. Questo però non l’ho girato io: non mi assumo responsabilità artistiche.

[tags]video, internet, governance, censura, berlusconi, youtube, asti, galvagno, politica, 5 stelle, beppe grillo, vittorio bertola, the innovation group[/tags]

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mercoledì 13 Gennaio 2010, 15:23

Sono stato espulso da Wikipedia

So che è difficile da credere, eppure è così: stamattina sono stato bandito a tempo indeterminato dalla Wikipedia italiana.

L’ultima parte dell’annosa vicenda comincia lunedì, quando trovo sul mio profilo utente una ammonizione, comminatami dall’amministratore Ignlig per aver detto la seguente frase: “non mi intimidisce la ndrangheta del cemento, figurati se mi faccio intimidire dai wikipediani”. La frase era in risposta a un invito a “non trasformare questa voce in un campo di battaglia”, a cui ho risposto che stavo cercando di rispettare le regole e motivare le mie posizioni ma che, appunto, non avrei smesso semplicemente perché ricevevo pressioni per farlo.

A questo punto sono rimasto perplesso: ma non era proprio l’admin Vituzzu che aveva detto che io, Stefano Quintarelli e gli altri blogger che avevano linkato il mio post originale (tra cui Luca De Biase) siamo “la mafia del tam-tam blogghistico”? Io, tra l’altro, non ho nemmeno dato dello ndranghetoso ai miei interlocutori: loro sì.

Riporto il dialogo che ̬ seguito perch̩ lo trovo fantastico (le risposte di Ignlig sono visibili solo nelle vecchie versioni della mia pagina di discussione utente, che ̬ stata prontamente rasata in seguito al blocco Рnon sia mai che qualcuno possa leggere quali ne sono state le cause senza dover ravanare nella cronologia).

wikipedia-giallo.png

VB: “Posso chiederti di ammonire anche l’admin Vituzzu che qui (seconda schermata) ha parlato di mafia a proposito di me e di Stefano Quintarelli?”

Ignlig: “Non ti ho ammonito per minacce, come puoi leggere sopra ti ho ammonito perchè attribuisci agli altri intenti intimidatori e di vendetta violando così le policy sopra le linkate. Vituzzu nell’intervento da me letto fa riferimento alla “mafia del tam-tam blogghistico”, non ci vedo un attacco ai wikipediani ma semmai ai blog e per inciso esprimeva quello che è il disappunto dei wikipediani per vedersi additati come censori dai blog senza che nessun si premurasse di capire i perchè e per come”

VB: “Scusa, dare della “mafia blogghistica” agli altri come ha fatto Vituzzu non è “attribuire agli altri intenti intimidatori e di vendetta”?!?”

Ignlig: “scusami ma non ritengo che sia la stessa cosa, una cosa è attaccare i wikipediani in wikipedia violando le policy di wikipedia. Altra cosa è additare un “tam-tam” (non i blog) come “mafioso”.”

Una logica inattaccabile! E’ evidente che attaccare (attaccare? io ho solo detto che non avrei smesso per quieto vivere) i wikipediani in wikipedia è una cosa gravissima, mentre nel dare pubblicamente dei mafiosi ad alcuni dei principali blogger italiani non c’è niente di problematico. A questo punto io, non sapendo come scalfire una logica del genere, ho risposto con sarcasmo:

VB: “Senti, ma se andassimo a chiederlo a un giudice che cosa è o non è una diffamazione o minaccia? Tu vai pure a denunciarmi per diffamazione nei tuoi confronti per il messaggio di prima, io mi informo con il mio avvocato per denunciare Vituzzu per diffamazione, e già che ci sono magari anche Wikimedia Italia e Wikimedia Foundation. Chiedo i miei 20 milioni di euro di danni… Che ne dici, facciamo così?”

Il senso era insomma di far notare che esistono comunque delle leggi (ad esempio sulla diffamazione) che tutti dobbiamo rispettare, e che se l’apertura dei wikipediani è questa non sorprende che uno possa pensare di farle valere nella sede appropriata.

Sono poi trascorsi due giorni in cui sono stato un po’ impegnato, tipo a passare la notte all’addiaccio con quattro gradi sotto zero per poi montare un video che è finito dritto sul blog di Beppe Grillo: sapete com’è. Stamattina apro e trovo la risposta di Ignlig:

Ignlig: “dove ho scritto che mi hai diffamato? Chiudiamola qui o mi tocca linkarti altre policy”

Ho così scoperto che in Wikipedia esiste una policy per cui se uno vandalizza l’enciclopedia viene sospeso per ben due ore, ma se uno si permette di ricordare, anche in via puramente ipotetica, che esistono altre e più importanti leggi oltre che quelle stabilite dagli admin della stessa, viene bannato al primo colpo. A vita. Per sempre.

Naturalmente, al messaggio di Ignlig – assolutamente non intimidatorio, perché naturalmente sono io che attribuisco agli altri intenti intimidatori che non ci sono mai stati – potevo chinare la testa, cedere alla minaccia, negare di avere mai considerato di denunciare Wikipedia. Ma io il pensiero l’ho fatto davvero, prima di partire per Susa ho chiesto alla giurista di casa se effettivamente dare a qualcuno del mafioso in pubblico sia diffamazione (e lo è). Non chino la testa, non dico una bugia. Così ho confermato di aver effettivamente indagato sulla possibilità teorica di denunciare Vituzzu, concludendo “Non so se questo mi qualifichi per ottenere il lasciapassare A38 e venir buttato fuori dall’edificio.”.

Effettivamente sì: lasciapassare A38 in mano, mi hanno prontamente buttato fuori.

wikipedia-rosso.png

E visto che parliamo di mafia confermo anche la mia ultima considerazione. Pensavo che ci fossero solo tre ambienti in cui il solo accenno alla possibilità di contattare i tutori dell’ordine provoca la tua immediata e definitiva eliminazione, e invece sono quattro: la mafia, la camorra, la ndrangheta e la wikipedia italiana. Notare che (a differenza di Vituzzu) non sto dicendo che il mio interlocutore è mafioso, sto dicendo che applica le stesse policy della mafia. Forse che non è vero?

P.S. Naturalmente la voce sul Movimento 5 Stelle non è mai stata creata; naturalmente, da quando è iniziata la vicenda, molti dei miei contributi sono stati prontamente annullati, spesso dallo stesso Ignlig; tipo che del Movimento 5 Stelle si può parlare nella pagina del movimento grillino, ma non si può mettere la box che ne mostri il simbolo (sia mai!). Per esempio, Ignlig mi ha detto che la lista avrebbe forse potuto essere inclusa nell’elenco dei partiti italiani solo dopo il deposito del simbolo al Ministero degli Interni, peccato che tale deposito per le elezioni regionali non sia previsto: giusto per dimostrare per l’ennesima volta che gli admin di Wikipedia raramente sanno di ciò su cui pontificano.

Ma evidentemente a Wikipedia non servono collaboratori che sappiano scrivere, in buon italiano e verificando le fonti, una pagina come quella su Mario Carrara o sulla stazione di Porta Susa (per citarne un paio che ho creato o riscritto in modo significativo). L’importante è avere collaboratori che, a testa china, non pensino mai di mettere in dubbio le azioni di Vituzzu o di Frieda, o, non sia mai, chiedere l’applicazione della legge.

Evidentemente, Wikipedia ritiene di essere extraterritoriale e al di sopra della legge.

A me, sembra un grosso problema.

[tags]wikipedia, mafia, movimento 5 stelle, legge, internet governance, vituzzu, ignlig, frieda[/tags]

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martedì 29 Dicembre 2009, 14:24

Wikipedia censura il Movimento 5 Stelle e non sa nemmeno il perché

Questa è l’unica conclusione che riesco a trarre dalla mia allucinante vicenda wikipediana del giorno di Santo Stefano; è un po’ lunga ma molto istruttiva e pure tristemente divertente, dunque vi prego di leggervela con calma.

Era un pomeriggio post-natalizio con poco o nulla da fare, dunque ho pensato di fare la mia buona azione quotidiana e di contribuire a Wikipedia. L’altra settimana avevo sistemato le pagine di Porta Susa e del passante ferroviario; questa settimana mi son detto, “perché non fare la pagina del movimento”?

Wikipedia ha infatti una pagina per ciascuno di decine e decine di partiti politici italiani, ma non per il Movimento 5 Stelle; ci sono solo la pagina di Beppe Grillo e quella del generico “movimento grillino”, cioè dell’insieme di meetup e di progetti culturali da cui il movimento politico è originato, ma che è cosa ben diversa da esso.

E così, ho dedicato tre ore abbondanti del mio pomeriggio a scrivere una pagina “Movimento 5 Stelle” in buon italiano, approfondita (cinque sezioni e almeno un paio di schermate), argomentata, con le fonti, le note, il simbolo (ridimensionato e caricato apposta con tanto di paturnie sulle licenze) e tutti i dettagli, e poi ad andare a sistemare i link rotti o mancanti in varie altre pagine dell’enciclopedia.

Ero tutto contento per il bel lavoro, quando è arrivato un tizio sconosciuto, tal Guidomac (nomi, cognomi e orientamenti politici non è dato saperli), e senza consultarsi con nessuno ha fatto clic e ha cancellato tutto il mio lavoro, d’autorità e senza possibilità di appello. Pare infatti che una pagina simile (sotto un titolo diverso e sbagliato: infatti quando ho cominciato a scrivere la mia non ho visto alcun avviso in merito) fosse stata realizzata mesi fa e poi cancellata, e allora puff! anche la mia pagina sparisce nel nulla senza lasciare traccia, senza discussioni, senza votazioni, senza valutare se magari questa fosse fatta un po’ meglio della precedente e senza nemmeno darmi la possibilità di spiegare perchè avessi creato la pagina e perché la sua esistenza fosse giustificata.

Già questo sarà per molti una sorpresa: vi dicono che chiunque può contribuire liberamente a Wikipedia, ma non è proprio così; gli amministratori di Wikipedia hanno un potere di censura sui contenuti, e lo usano tranquillamente come gli pare. E anche quando vi dicono che Wikipedia è libera da censure perché uno può sempre consultare la cronologia per recuperare i contenuti eliminati, mentono sapendo di mentire: a parte che nessun utente che non sia un tecnico saprebbe mai capire come si usa la cronologia, in caso di cancellazione la pagina sparisce completamente.

Comunque, passata l’ovvia incazzatura per tre ore di lavoro buttate nel cestino, ho cercato di capire: non è la prima volta che mi succede di contribuire qualcosa e di vederlo cancellato senza un plausibile motivo. Per esempio, tempo fa ho aggiunto alla pagina di Sergio Chiamparino due note ben documentate sulle sue passate vicende giudiziarie, e puff! anche quelle vennero rimosse poco dopo (non da un admin ma da un utente, non so se di parte; ora le ho rimesse, vediamo). In questo caso, mi son chiesto quale sia secondo Wikipedia il criterio per cui un movimento politico sia o meno meritevole di essere menzionato sull’enciclopedia.

Che sia l’aver partecipato alle elezioni? Ma il movimento di Grillo ha partecipato alle amministrative sia nel 2008 che nel 2009, e nel 2009 già col proprio simbolo. Avere un parlamentare? C’è Sonia Alfano, eletta come indipendente al Parlamento Europeo. Avere un rilievo politico? I sondaggi ci danno tra l’1,5 e il 3 per cento un po’ ovunque, abbiamo 34 consiglieri comunali sparsi in mezza Italia, quasi tutti in grandi città… Dunque non sono riuscito a immaginare un solo criterio oggettivo per cui il Movimento 5 Stelle non sia meritevole di menzione; anche la discussione che portò alla precedente cancellazione (non linkata e non visibile da nessuna parte se non dietro invio del link da parte dell’admin) mostra soltanto ignoranza dell’argomento (“non ha mai partecipato alle elezioni”, “non ha parlamentari”) oppure palese pregiudizio (“Ma se Grillo lancia una marca di dentifricio è enciclopedica?”).

Tutto questo diventa ridicolo se si esaminano i partiti che invece Wikipedia riporta tranquillamente: c’è Alleanza per l’Italia, nata da un mesetto o poco più (alla faccia del “recentismo”); ci sono formazioni come Unire la Sinistra, Movimento Idea Sociale e Consumatori Uniti… alzi la mano chi li aveva mai sentiti nominare, questi sì che sono partiti di rilievo enciclopedico!

Va bene, penso, non saltiamo alle conclusioni, è stato un errore: solleviamo il problema e qualcuno rimedierà. E invece no: di lì in poi, è l’inferno. Cerchi di capire come si fa a chiedere di rivedere la decisione, ma sul sito trovi solo decine di paginette wiki senza alcun filo logico, con istruzioni incomprensibili e talvolta contraddittorie; qualsiasi cosa tu voglia fare, perderai venti minuti cercando di capire qual è il modo giusto di porre la questione; non si trova nulla, nemmeno una mail di contatto. L’unica cosa che si trova facilmente è un continuo invito a donare dei soldi: quello è sempre bene in evidenza, c’è un grosso banner in cima che chiede soldi per Jimmy Wales – quello che li spende per fare sesso acrobatico in alberghi a cinque stelle – e l’intera home page di Wikimedia Italia è dedicata a “vogliamo la lira”.

Alla fine leggi che per aprire una discussione devi “lasciare un messaggio al Bar, passi mezz’ora a scrivere il messaggio – tramite una interfaccia wiki che definire cervellotica è poco: ma installare un forum? – e tempo 30 secondi arriva un altro admin, Vituzzu (anche qui, nome e cognome non pervenuto), che, invece di rispondere, lo cancella (altro puff!) perché “il bar non è un ufficio reclami”. E dove reclamo allora, porc**?#!?%&!! In effetti così però Wikipedia può sostenere di funzionare magnificamente: i reclami vengono cancellati entro pochi secondi…

Segue una discussione con i due admin che vi risparmio, perché io pongo domande come “secondo quale criterio l’argomento della voce non è enciclopedico” e “come si fa a fare appello contro la decisione”, che resteranno sempre senza risposta, e loro rispondono con spocchia e con sgarbo, del tipo “se è stata cancellata ci sarà stato un motivo” (quale però non è scritto da nessuna parte, così è impossibile confutarlo) e “è così e non rompere le scatole, la comunità ha deciso”.

Anche questo concetto di “comunità” è fantastico: in pratica quando c’è da prendersi delle responsabilità (anche legali, non sia mai) parte sempre uno scaricabarile per cui qualsiasi decisione assurda o contenuto offensivo è sempre colpa di una “comunità” non meglio precisata, una specie di Spirito Santo wikipediano, che essendo immateriale non può risponderne né motivare le proprie azioni. Prima o poi arriverà un giudice che per non sbagliare farà pagare i danni a tutti gli utenti registrati…

Alla fine salta fuori che l’utente Formica Rufa (evitate le facili ironie) forse ha raccolto una serie di criteri. Perché i criteri per l’approvazione di voci sui partiti stiano nell’area personale di Formica Rufa, chi li abbia decisi, e come possa un utente normale trovarli, sono altri misteri; comunque, metà delle voci esistenti secondo questi criteri sarebbero da cancellare, ma il Movimento 5 Stelle li soddisfa. Di fronte a questa semplice osservazione, naturalmente, d’improvviso i criteri diventano irrilevanti e quel che conta è che c’è stata la votazione (qualsiasi studioso di democrazia vi dirà che un voto è significativo solo se è informato e su una base elettorale ampia e bilanciata, anziché tra venti amici che passano di là e la pensano già tutti alla stessa maniera, ma questi piccoli dettagli sembrano trascurabili).

Alla fine tra Guidomac e Vituzzu le soluzioni proposte sono: 1) “è così, vattene”; 2) “proponi la cancellazione delle altre decine di voci di partiti più piccoli e meno rilevanti di questo” (devo commentarla?). Ammettere un errore è fuori discussione, lo Spirito Santo non può sbagliare. Tantomeno è accettabile ammettere che le pratiche di Wikipedia portano a risultati sostanzialmente casuali, legati alle antipatie e simpatie del branco dei wikipediani o anche solo all’umore del momento.

Il fatto che un tempo le enciclopedie fossero scritte da Voltaire e Rousseau e adesso le scrivano Guidomac e Vituzzu è proprio un segno dei tempi; tempi in cui la competenza è considerata irrilevante e la verità non esiste più, sostituita dal voto a maggioranza. Se una mandria di ignoranti telespettatori del Grande Fratello vota che 2+2=5 o, non avendo niente di meglio da fare nella vita, passa il tempo a cancellare i contributi di quelli che dicono il contrario, su Wikipedia si scrive che 2+2=5 e guai se uno prova a contestarlo; dopodiché un’altra serie di persone – parte ignoranti, parte in perfetta buona fede – scopiazza dall’enciclopedia che 2+2=5, fino a riempire la rete di pagine che lo affermano, pagine che a loro volta verranno inserite come fonti nelle pagine di Wikipedia per “provare” il fatto che davvero 2+2=5. Si andrà avanti così fino a che un ponte progettato sulla base di 2+2=5 non crollerà in testa a qualche malcapitato, al che qualcuno proverà a correggere l’errore su Wikipedia, ma tempo trenta secondi un admin esperto di baseball e coltivazione delle prugne, pur non avendo mai studiato la matematica né capito bene il significato del simbolo “+”, annullerà la modifica come vandalismo.

Ironicamente, io da dieci anni faccio attivismo e politica per propugnare la democrazia digitale; proprio Wikipedia, da tempo, mi sta facendo venire dei dubbi. Forse quando i governi vogliono regolamentare per legge le piattaforme di user-generated content non hanno poi tutti i torti, almeno a fronte dell’evidente incapacità della “comunità” di gestirsi in un modo almeno vagamente equo e credibile; particolarmente se non si parla delle voci sui gormiti, ma di quelle su un argomento delicato come la politica (ma potrebbe essere la salute, la storia, la scienza…).

Alla fine, ma solo grazie alla pagina dei contatti di Wikimedia Italia (che la mette in negativo: “leggete qui invece di scriverci rompendoci le palle”), ho trovato questa pagina, che spiega come chiedere la revoca del bando perpetuo di una voce che segue a una cancellazione. In pratica, si dice di usare la pagina di discussione dell’argomento cancellato per riaprire il dibattito. Così ho fatto; come risposta si è ripalesato Vituzzu e mi ha detto che la pagina di discussione di una pagina cancellata non si può riaprire e va anzi cancellata immediatamente, e che se insistevo a parlare mi avrebbe bloccato l’account. Allora mettetevi d’accordo! Non sapete nemmeno voi come deve funzionare Wikipedia, siete solo impegnati a fare i prepotenti o, in puro stile Le dodici fatiche di Asterix, a girarvi l’un l’altro i problemi sostenendo che “chi di dovere”, come lo definisce Wikimedia Italia, è sempre qualcun altro.

E siccome le prepotenze mi fanno incazzare, io non ho nessuna intenzione di demordere… Già, perché il problema non è che ci sia o non ci sia una voce sul Movimento 5 Stelle. E’ chiaro che (a parte forse un po’ di pregiudizio di alcuni) nessuno su Wikipedia vuole censurare questo movimento politico in particolare; se mai, il problema è che Wikipedia è chiaramente fuori controllo. Inseguendo il mito di una impossibile definizione collettiva della verità e l’altro mito del fatto che le persone non abbiano bisogno di una fonte autorevole e competente per garantire la veridicità di una informazione, Wikipedia sparge a piene mani falsità, ma soprattutto – e contrariamente a quanto sbandierato dai suoi sostenitori – rende impossibile discuterle e smentirle.

Per confermarvelo, vi lascio con questa chicca. Beppe Grillo è nato a Genova; eppure, Wikipedia insiste a dire che Beppe Grillo è nato a Savignone. Ieri sera, un membro del suo staff mi ha confermato con disperazione mista a incredulità che in passato hanno anche provato a correggere l’errore, ma che la modifica è sempre stata prontamente annullata, presumibilmente come “vandalismo”. Avessero saputo che il contributore lavorava per Grillo, avrebbero aggiunto “e poi il tuo non è un punto di vista neutrale!”. Nessuno sa più come convincere Wikipedia che Beppe Grillo non è nato a Savignone: bisogna mandare una fotocopia della sua carta d’identità a casa di tutti i wikipediani? Probabilmente risponderebbero che ci vuole una votazione, per decidere a maggioranza dove sia veramente nato Beppe Grillo…

[tags]wikipedia, beppe grillo, movimento 5 stelle, censura, internet, enciclopedia, verità, ignoranza[/tags]

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lunedì 28 Dicembre 2009, 11:38

A tutto c’è un limite

Ieri sono andato da ateo al battesimo di mio nipote, in parrocchia insieme ad altri bimbi, ed ero preparato a tutto. Ero preparato al pubblico in tiro, alla cerimonia prolungata, all’abbondanza di flash e telecamere che neanche alla notte degli Oscar, al presepe con le statue a grandezza naturale, alle ripetute aspersioni e unzioni dei poveri bambini, alla processione esultante per i quattro angoli della chiesa.

Ma quando il padre dell’altro battezzando, avendo anticipatamente prenotato lo spazio per una preghiera specifica, è stato invitato sullo scranno di fianco al presepe, vi è salito, ha assunto una espressione compunta e, circondato dalla raffigurazione del cielo stellato di Galilea, ha esordito con la frase “Signore, il nostro piccolo Brian da oggi è cristiano…”, ecco lì non ce l’ho fatta più. Però sono riuscito a non ridere!

[tags]battesimo, chiesa, religione, monty python, sfortunate coincidenze di nomi[/tags]

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sabato 26 Dicembre 2009, 19:36

Natale a Loano

Non sempre il freddo è necessario.

DSC07063s.JPG

[tags]natale, loano, limoni, luna[/tags]

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lunedì 21 Dicembre 2009, 19:41

Una visita a Radio Flash

Questa non ve l’ho ancora raccontata, ma, in mezzo al caos professional-politic-personal-natalizio della scorsa settimana, ho trovato pure il tempo per una chicca: la prima visita della mia vita negli studi di Radio Flash.

Chi segue questo blog sa che io sono un fedelissimo ascoltatore di Flash, anche se il mio ascolto della radio è limitato ai trasferimenti in auto; cominciai ad ascoltarla con l’inizio delle mie pendolate autolavorative, nel 1999, e da allora non ho più smesso. Il motivo è che, nel panorama torinese e almeno per quanto io ho potuto ascoltare zappando ogni tanto, Flash è sia quella con i programmi più interessanti che quella con la musica migliore (da dove credete che vengano molti degli artisti poco conosciuti di cui parlo ogni tanto sul blog? anche se ultimamente mettono un po’ troppo spesso musica elettronica pesante…)

Ho interagito varie volte, anche se poi non così spesso, con i programmi di Flash via SMS e mail; il punto più alto fu forse raggiunto con la lettura in diretta della mia fenomenologia di Monia Lacisaglia. Tuttavia, non mi era mai successo di andare nei loro studi, anzi i loro studi avevano un che di misterioso, perché ogni volta che capitavo a Hiroshima Mon Amour mi chiedevo sempre dove diavolo fossero, visto che nei dintorni del locale non si vedeva alcun ingresso della radio.

La risposta è facile: si entra sul retro, da via Pio VII – e sottolineo che via Pio VII non va confusa con via San Pio V, cari confusori di papi! Comunque, l’ingresso in codesta antica scuola media che il Comune generosamente concesse alla Hiroshima holding non è niente di impressionante, se non per un oggetto a noi tutti caro, ovvero la Vespa nera di Dario Castelletti parcheggiata fuori. Entrando con una lacrimuccia di commozione ecco la seconda sorpresa: pensavo di essere lì per una riunione e vengo invece (peraltro con grande piacere) proiettato direttamente nello studio, dove Fabio Malagnino con Gianluca Gobbi, tutti i giovedì dalle 13,30 alle 14, si occupano di Internet: e così una coppia di blogger torinesi, VB e VP, si sono messi a commentare in diretta e senza preavviso le nefandezze maroniane contro la rete… e di questo storico evento non è rimasta traccia!

La radio è una grande famiglia orale, tanto che l’associazione di facce alle voci radiofoniche sa un po’ di peccato grave. In questo caso, oltre ai due succitati, l’effetto più particolare è stato vedere un tizio semisconosciuto (semi perché il nostro comunque è apparso in varie trasmissioni locali, insomma la faccia non era del tutto ignota) farsi i fatti suoi avanti e indietro tra lo studio e l’ufficio e ogni tanto dire qualcosa con la voce di Castelletti. E’ andato anche a mangiare, dunque posso senz’altro pubblicare uno scoop esclusivo per voi: anche Castelletti mangia!

Non so se mi capiterà ancora di visitarli; trovo la radio locale un mezzo affascinante, libero e interattivo, in un certo senso l’unico antesignano dei blog e della loro capacità di informare e insieme promuovere una discussione e una comunità. Dunque, lunga vita alla radio; tutto il resto è ombra e polvere.

[tags]radio, radio flash, torino, castelletti, malagnino, gobbi, blogger torinesi, hiroshima mon amour[/tags]

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domenica 20 Dicembre 2009, 22:49

Esplosioni nel gelo

In questi giorni fa talmente freddo che la scorsa notte è gelato il pezzettino di tubo che, pur attaccato al muro e protetto da una canalina, scorre per mezzo metro sul mio balcone (peraltro pure rientrante all’interno dell’edificio e non direttamente esposto alle intemperie) e che collega la caldaia e il bagno. Di conseguenza non avrò più acqua calda fino al disgelo, sperando inoltre che non si sia spaccato il tubo.

Credevo di essere stato l’unico, ma stasera, all’aperitivo natalizio granata, sono saltate fuori altre tre persone con lo stesso problema o peggio: a chi è saltata la caldaia, a chi è esploso il tubo nel muro portandosi via un pezzo di mattone… Pensavamo che fosse una manovra dei gobbi ma no, anzi ai gobbi oggi è saltata direttamente l’annata!

[tags]gelo, caldaia, idraulici, toro, juve, il toro fa schifo ma ferrara ci fa sognare, cairo & ciro il duo tapiro[/tags]

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sabato 19 Dicembre 2009, 23:57

Natale de panza

Oggi, dopo un paio d’ore di raccolta firme all’aperto in mattinata giusto per congelarsi un po’, mi sono cimentato in: ore 13, pranzo prenatalizio; ore 15,30, festa prenatalizia; ore 19, apericena prenatalizio; ore 21, cena prenatalizia. Il tutto condito da continui spostamenti nel traffico cittadino impazzito per la neve e per il corteo dei centri sociali (che li possino… a noi sotto Natale fanno storie anche solo per mettere un banchetto in via Garibaldi, ma evidentemente a Torino se sei di un centro sociale ti lasciano fare quello che vuoi).

Stavo per dire “ma si può vivere così?”, però è stata l’occasione per rivedere varia gente con cui non ci si incrocia spesso, per cui è stato bello così… tranne che per il mio stomaco!

[tags]natale, cene, feste, traffico, torino, cortei, stomaco[/tags]

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giovedì 17 Dicembre 2009, 20:40

Beppe Grillo a Torino

La grande notizia numero uno è che ho imparato a usare iMovie… almeno le funzionalità elementari!

La numero due è che ho messo insieme quel po’ di immagini che sono riuscito a filmare ieri mattina, in occasione dell’apparizione torinese di Beppe Grillo per la presentazione di Piemonte a 5 Stelle, la lista per le elezioni regionali. La Stampa pubblica oggi una galleria fotografica da cui è tratta questa foto, che va decisamente a finire nell’album delle mie preferite (per chi non mi conosce, io sono quello sulla sinistra dell’immagine, accanto a Beppe):

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E’ stato un bell’evento, pieno d’amore – come ha detto per tutta la giornata lo stesso Grillo, raccogliendo l’invito del presidente Berlusconi :-D – e di tanta energia: io non so quanto tempo ci vorrà a cacciare dall’Italia la gentaglia che ci ritroviamo al potere, ma tutte le volte che organizziamo un evento così mi sento meglio.

Domani, forse, riusciremo a recuperare la registrazione dell’intera presentazione e potrò farvi sentire i miei trenta secondi di discorso e quelli degli altri candidati. Nel frattempo, godetevi le immagini che ho girato, quelle di Beppe assediato dai giornalisti prima ancora che riesca a mettere piede dentro la sala. E i fantastici titolini gialli, e il logo in sovraimpressione! Ah, i programmi di videomontaggio…

[tags]grillo, beppe, movimento, piemonte, 5 stelle, video, imovie[/tags]

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