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Archivio per la categoria 'StillLife'


domenica 30 Luglio 2006, 01:28

Notti d’estate

Anche quest’estate, come nelle due precedenti, si è svolta la grigliata estiva del gruppo di capoeira: e potevo io mancare? No, naturalmente; anche se non faccio più capoeira da due anni, è sempre un buon motivo per rivedere un po’ di gente.

La grigliata si svolge da sempre a Villafranca Piemonte, un posto che si raggiunge facilmente imboccando l’autostrada per Pinerolo, chiedendosi in quale direzione uscire, e poi scegliendo l’uscita che porta in nessuna direzione; ed è pertanto seguendo la freccia None che si arriva al Semaforo di Airasca, il punto da cui inizia il Piemonte meridionale, e la cintura industriale di Torino lascia il posto a quei paesoni popolati di sane vacche, campi di granturco, guidatori col cappello, e celebrazioni paesane rigorosamente in dialetto e rigorosamente tappezzate di bandiere granata.

Lì c’è il villone di uno dei nostri compagni di gruppo, i cui genitori, con ospitalità impareggiabile, accolgono ogni estate (spesso più di una volta) una cinquantina di scalmanati, riempiendoli di costine ottenute dalla cottura di intere bestie su reti di materasso con fondale di laméra, e sopportando persino l’invasione di una tendopoli notturna sotto gli albicocchi, per chi si vuole fermare.

L’esperienza vale, e anche stavolta è stata all’altezza; e se la parte culinaria è come sempre eccellente, vien ancora meglio di raccontare la parte mistica-capoeiristica, in cui un pezzetto di prato viene strappato con le fiaccole al buio della notte e utilizzato come base per un doppio dimenarsi di corpi, nella millenaria “danza assassina” dei guappi brasiliani. Già, perchè alla danza dei giocatori seminudi, ora allegra e ora aggressiva, si somma quella delle loro allungatissime ombre, colorate dalla musica e dal canto in portoghese, un po’ misterioso per noi ma ormai familiare.

Il potere della capoeira è quello di creare un cerchio mistico, astrarlo dal luogo come in un rituale stregonesco, e farvi circolare intensa e percepibile energia astrale. Esso raddoppia in situazioni come queste; e se per me è anche interessante notare come di anno in anno la mia percezione del cerchio si calmi, e il mio tasso alcolemico a fine serata decresca, è l’intero ambiente a valer la pena della prova, come introduzione al dato indubbio che esistono miracoli fatti di persone che la scienza non può spiegare.

Un discorso a parte merita poi il viaggio di ritorno. Faccio per uscire dal cancello e immettermi sulla provinciale, quando devo dare la precedenza a una specie di missile che arriva sul rettilineo ad almeno centoventi orari. E’ il segnale: tutto il gin e lemon e gin e lemon e gin di Andrea ribolle nel mio sangue. Lo stereo butta fuori un epico disco di Brian May che casca a fagiolo. Si va.

Al ponte del Pellice, insomma, il tizio è già ampiamente preso e superato. Proseguo per la provinciale a una velocità da strage del sabato sera, tra due ali di pannocchie e qualche occasionale sorpasso di auto che non vedo nemmeno. Nonostante la strada sia stretta e infestata da rotonde ad ogni passo, chiudo al semaforo d’Airasca in dieci minuti scarsi, con una media sopra ai cento all’ora; non male.

Ma è sulla successiva discostrada che noi giovani d’oggi diamo collettivamente il meglio; lì i centocinquanta sono appena sufficienti per non intralciare sulla corsia di destra. Potevo forse cedere? No, irretito da una Punto rossa che prima mi passa a 180 e poi rallenta di botto costringendomi al sorpasso a destra (grazie a .mau. che mi ha spiegato che si può) ed incitato dall’apparire sullo stereo della leggendaria Resurrection, i venti chilometri dall’uscita per nessuna direzione fino al casello di Beinasco diventano una esperienza metafisica. La chitarra di Brian sfonda la galassia, la batteria di Cozy moltiplica il battito, del cuore e del motore; il Valhalla del metal si materializza; “Ride the night until the morning sun”, mentre le curve strette e i cavalcavia della Torino-Pinerolo si susseguono secchi e sembrano non finire più, in una euforia emotiva finalmente felice.

La città è un’appendice tranquilla, piena dei soliti addormentati sulla corsia di sinistra (uno ci viaggia a sessanta all’ora per un po’ coi fari spenti, per poi girare contromano in via Asiago: e poi sarei io quello pericoloso), con tanto di conclusione strappalacrime a base di Too Much Love Will Kill You. E buona notte a tutti.

P.S. Ok, Cozy Powell è morto prematuramente schiantandosi in autostrada: questo ve lo concedo. Brian May però è ancora vivo!

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venerdì 28 Luglio 2006, 17:03

Ce n’è una sola

Dialogo avvenuto oggi a pranzo.

Io (ricevuto e letto un SMS con evidente scazzo): “Che palle, ma non si può mettere un filtro sugli SMS in arrivo, in modo da ignorare tutti quelli che arrivano da una determinata donna?”

Collega: “No, ma c’è una cosa molto semplice da fare: basta scrivere il suo numero di cellulare nei cessi di tutti gli autogrill, con scritto ‘Chiama qui se vuoi una pompa gratis’!”

Io: “Ma è mia mamma!!”

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domenica 23 Luglio 2006, 10:46

Montagne

Sono a casa per un attimo tra una montagna e l’altra: scendo da casa mia in val d’Aosta, e vado su a Prali per uno spettacolo teatrale in cima ai Tredici Laghi, di cui spero vi saprò dir bene.

Effettivamente la città è intollerabile in questo weekend: quaranta gradi, e quaranta chilometri di auto ferme nell’altra direzione sulla Torino-Aosta. In compenso, è come sempre meraviglioso fare all’ingiù gli incredibili tornanti che scendono dal colle di Joux verso Saint Vincent, di mattina presto, con niente e nessuno in vista se non lo spettacolo mozzafiato di cinquanta chilometri di valle, un buco in mezzo alle montagne coperte di boschi; qualche mucca e qualche vecchia casa di pietra, l’aria fresca nel sole indisturbato, la macchina che corre e tira le curve come un’emozione, e la radio che spara a commento un pezzo da uno dei migliori dischi dell’ultimo paio d’anni (promesso, questa settimana lo metto sul blog): “Got to ask yourself the question, where are you now?”.

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mercoledì 19 Luglio 2006, 20:58

[[The Strokes – Vision Of Division]]

Concludo la parentesi sugli Strokes con una canzone del loro ultimo disco First Impressions Of Earth, che mi è rimasta in testa nel concerto e cade a fagiolo in questi giorni. Ha una strofa fatta di due frasi separate che si intersecano, seguiti da un ritornello che è una marcia nuziale al contrario in versione elettrica: ha una cadenza solenne da cerimonia, ma parla, come dice il titolo, della divisione; è dolce e straziante allo stesso tempo. E poi, una chiosa furiosa per distruggere il tutto.

Intimamente dedicato, ovviamente, a una persona specifica, e al modo in cui i suoi problemi si sono rivelati insormontabili per mancata voglia di affrontarli. It’s about time that you came through.

Sing me a song (You could be)
Tell me a tale (Just like me)
Don’t turn it my way (Happy and free)
I’ll turn it to shit (Happy and free)

All that I do, is wait for you
All that I do, is wait for you

I can’t get along with all your friends
I don’t know how to act, that’s all there is
Why do I accept the things you say?
You know what to change but not in what way

How long must I wait?
How long must I wait?
How long must I wait?
How long must I wait?
How long must I wait?

I am not you (We could have)
I’m almost through (Great success)
It’s about time (Such a success)
That you came through (At no expense)

All that I do, is wait for you
All that I do, is wait for you

I can’t get away from all your friends
I’m not coming back, that’s all there is
Why do I accept the things you say?
You know what to change but not in what way

How long must I wait?
How long must I wait?
How long must I wait?
How long must I wait?
How long must I wait?

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lunedì 17 Luglio 2006, 21:11

Cose buffe in TV

…come accendere il televisore, mettere sul vecchio sintonizzatore analogico per vedere Orgoglio Granata, e durante lo zapping incrociare su Retesette Piemonte (ripreso da Telelombardia) Fiorello Cortiana che litiga con Marco Taradash sull’Iran. Fa sempre uno stranissimo effetto vedere in TV, in primo piano su uno schermo a 42 pollici, una persona che conosci direttamente! Quasi quasi gli mando un SMS per salutare…

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giovedì 13 Luglio 2006, 08:52

Si chiama mercato (ancora su Lidl)

E’ da un po’ che volevo dare un seguito all’originale post su Lidl, che è tuttora uno dei più commentati di questo blog. Ma stamattina ne parla anche Grillo (ricordo, per chi se lo fosse perso, cosa penso di lui) e quindi non me ne posso più esimere.

Grillo riporta la lettera di un dipendente Lidl, direttore di supermercato, che si lamenta, a fronte di 29.000 euro lordi l’anno, di condizioni di lavoro disumane, fino a 16 ore al giorno, mobbing vario eccetera (per i dettagli vedete il sito di Grillo). Naturalmente, Grillo la riporta senza nessuna forma di contraddittorio, senza nemmeno aver chiesto all’azienda una spiegazione; ma ammettiamo pure che tutto quel che c’è scritto sia vero.

Bene, io mi limito a notare che si chiama “mercato del lavoro” perchè ci sono una domanda e un’offerta. Lidl offre uno stipendio piuttosto elevato per quel genere di lavoro e di qualificazione professionale, e in cambio pretende una quantità di lavoro superiore alla media. Non ti piace? Nessuno ti obbliga a stare lì: puoi cercare un altro lavoro dove ci sia meno da fare, anche se ovviamente ti pagheranno di meno (e ci mancherebbe).

Tra l’altro, ho un amico che fa il direttore di supermercato, in una catena concorrente, francese. Non so cosa guadagni adesso, ma fa la stessa identica vita descritta nel post di Grillo; addirittura si è dovuto trasferire da Torino a Roma su richiesta dell’azienda. E i prezzi delle altre catene sono più alti; allora preferisco ancora Lidl, che spreme le persone al massimo esattamente come tutti gli altri, ma almeno non si intasca il risparmio conseguito, e lo gira almeno in parte ai clienti.

In un certo senso, io vado da Lidl anche perchè è capace a far lavorare di più i propri dipendenti, e quindi di offrirmi prezzi migliori; siccome ho sentito parlare di turni massacranti e tagli sui permessi, ma non certo di bambini che inscatolano biscotti o di gente picchiata sul posto di lavoro, non mi sembra che vada oltre al lecito. Se davvero lo fa su cose che non possiamo vedere, su ferie, malattia e così via, basta rivolgersi alla legge o ai sindacati. Lamentarsi e basta mi sembra scorretto; se ci sono dei fatti specifici, che li si sollevi nelle sedi opportune. Ma le cassiere che incrocio regolarmente tutte le settimane non mi sembrano nè deperite, nè depresse, nè incazzate, nè diverse dalle cassiere di qualsiasi altro supermercato.

Chiudo con un pensiero per Beppe: sei divertente, hai talento, hai il merito di tirare fuori faccende di cui gli altri spesso non parlano, ma… sai com’è, nel giornalismo ci sarebbe anche un’etica professionale. Trovo molto scorretto sparare a zero (su chiunque, azienda o persona che sia) senza prima averle dato l’opportunità di fornire una replica e di pubblicarla fianco a fianco alle accuse. Ma poi, si sa, c’è il rischio che, esaminato in modo imparziale, il caso si sgonfi… e se Grillo non trova una persona al giorno da bruciare, come fa a mantenere il traffico elevato?

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lunedì 10 Luglio 2006, 00:43

Traffico mondiale

Certo, avevo messo in conto che per tornare a casa dalla Val d’Aosta, oggi pomeriggio, avrei trovato un po’ più di traffico per via della gente che tornava a casa in tempo per vedere la partita. Ma non avrei mai pensato di impiegarci tre ore e un quarto invece dei canonici 70 minuti…

Per cominciare, la coda per prendere il biglietto ed entrare in autostrada al casello di Verrès iniziava nel centro del paese… di Challand-St-Victor, cinque chilometri più su. Nonostante Isoradio menzionasse (ma con gran dovizia di particolari) soltanto ingorghi che ricadessero entro la provincia di Roma, sulla A5 c’erano quaranta chilometri di macchine praticamente ferme, fino a Ivrea.

A Ivrea, come al solito, tutti i SUV e le Audi dei milanesi rientrano a destra, tagliandosi la strada a vicenda, per prendere il raccordo per Santhià; e così, la strada si libera un po’ per le 147 e le Punto che proseguono per Torino. Certo, il traffico era intenso, e sulla corsia di sinistra si faceva continuamente l’elastico tra i 130 e i 170; la strada si è liberata solo quando una macchina una decina di posizioni davanti a me è finita nel fosso (senza gravi danni per forutna) e tutti gli altri si sono fermati a guardare. Peccato per i tre chilometri di coda al casello, che si potrebbero evitare se ci fosse una corsia separata per Viacard e Telepass (visto che tutti alla fine vanno nelle due porte non meccanizzate), ma è chiedere troppo.

In compenso, nell’intervallo della partita ho cambiato sede, con ovvia fretta, e ho impiegato nove minuti e trenta secondi da casa mia (piazza Massaua) a casa di amici (oltre via Artom), un percorso che normalmente, fuori ora di punta, richiede almeno il doppio. Ho preso solo tre o quattro rossi minori, e a bassa velocità; ma non è stato un problema, visto che ero assolutamente l’unica auto in giro o quasi, e ho avvistato un paio di altri frettolosi e raminghi solo in qualche incrocio principale. Insomma, non so quand’è che potrò rifare i 130 all’ora in via Guido Reni

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giovedì 6 Luglio 2006, 14:32

Capo, ti voglio parlare

E’ bello rientrare in ufficio dopo la pausa pranzo (oggi eccezionalmente al lavoro su un PC con Windows, invece del solito Ubuntu, per via di tool Nokia altrimenti non disponibili) e, pensando al lavoro da fare, venire accolti da questa schermata:

schermo_pc_vb_small.png

Quanto ci metterò a trattare i 54513 messaggi non letti che stanno nella mia inbox?

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mercoledì 5 Luglio 2006, 23:29

Successi II

Stasera stavo tornando a casa in bicicletta; imboccato il ponte ciclopedonale sulla Dora di via Borsi, al fondo del lungo e stretto rettilineo ho visto arrivare in direzione opposta una mamma con passeggino, sul quale si trovava un bambinetto di un paio d’anni scarsi.

Bene, stavolta il bambino ha cominciato ad agitarsi quando ero ancora a decine di metri, e mentre mi avvicinavo ha tirato fuori il braccio, l’ha allungato in alto, ha aperto la mano, e ha cominciato ad agitarla per salutarmi sorridendomi. Io gli ho sorriso di rimando arrivandogli vicino, e lui si è girato a guardarmi mentre passavo.

Vista la distanza, dev’essere qualcosa nell’odore. Forse devo mangiare meno fagioli?

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lunedì 3 Luglio 2006, 23:53

Successi

Vi sembrerà forse strano sentire una cosa del genere, ripensando a come stavo (e raccontavo) non più di un mese e mezzo fa; eppure, in questi ultimi giorni sono stato veramente bene. Non solo, ma penso che la cosa sia stata anche percepita, visto che mi sono scoperto insolitamente interessante per uomini, donne e bambini di vario genere e provenienza.

Non si tratta solo di un improvviso rinfoltimento del numero di esponenti del gentil sesso che, in un modo o nell’altro, intrattengono scambi di opinioni con me dimostrando buon interesse; o della sensazione di poter essere utile e vicino a una persona che, sotto sotto, ne ha un dannato bisogno. Forse l’episodio più bello è stato trovarmi per la prima volta vicino a un bambinetto di un anno appena conosciuto, e trovarmelo immediatamente attaccato addosso: mi si è lanciato contro e ha cercato di toccarmi e succhiarmi in tutti i modi, aggrappandosi a me e non lasciandomi più andare.

Mi è stato spiegato a posteriori che esiste una teoria secondo cui i bambini, tanto più se molto piccoli, legano istintivamente con gli adulti maturi ed equilibrati, cioè ne percepiscono la sicurezza e la tranquillità e quindi non hanno paura di affidarsi a loro. Non so se sia vero; però è bello, almeno per un po’, vivere sereni e contenti.

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