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Archivio per la categoria 'VitaDaToro'


venerdì 23 Febbraio 2007, 10:51

Il problema del calcio

Basta aprire un giornale nelle pagine sportive per trovare, negli ultimi due giorni, queste notiziole dal mondo del calcio:

De Rossi, centrocampista della Roma e della Nazionale, campione del mondo, durante la partita con il Lione – seguendo l’insegnamento di Materazzi – ha insultato pesantemente (pare anche con epiteti razzisti) il centrocampista avversario Abidal per tutta la partita. Ma alla fine, naturalmente, è andato a scusarsi e, ai presenti, ha qualificato la cosa come “una normale tattica di gioco, di quelle cose che succedono in ogni partita”.

Il neo giocatore juventino Salihamidzic, attualmente al Bayern Monaco in attesa di spostarsi a Torino l’anno prossimo, ha trascorso l’intera partita contro il Real Madrid a sputare contro il pubblico e i presenti a bordo campo. E’ la stessa partita in cui il centrocampista dei tedeschi Van Bommel, dopo aver segnato, ha fatto il gesto dell’ombrello agli avversari. Il presidente dei tedeschi Rummenigge, mito del calcio germanico, ha commentato “Avrei preferito un arbitro più intelligente; ha chiaramente sbagliato contro di noi, quindi non ci si deve scandalizzare di queste reazioni.”

C’è poi il caso dell’ “irrequieto” (come lo definisce La Stampa) Francesco Flachi, punta di talento della Sampdoria, che questa settimana è risultato positivo alle indagini antidoping, per uso di cocaina. Già dieci anni fa successe la stessa cosa, ma fu poi assolto. In compenso, quest’anno è già stato squalificato per due mesi dopo che si scoprì una sua telefonata all’allora laziale Bazzani per sapere il risultato del derby romano prima che fosse giocato, partita su cui poi scommesse una bella cifra, ovviamente vincendo; fu il famoso derby del 2005, finito 0-0, in cui dall’inizio del secondo tempo le squadre si disposero attorno al cerchio di centrocampo e cominciarono a passarsi la palla amichevolmente come ai giardinetti, in mezzo ai fischi del pubblico, in un aperto biscotto.

E non riapro nemmeno la questione stadi torinesi; tra le novità recenti vi è quella seduta del Consiglio Comunale in cui il sindaco Chiamparino, indicando i gruppi di tifosi presenti in tribuna, con spirito di pacificazione e interesse per i propri elettori avrebbe detto “Non abbiamo più bisogno di loro”.

Al massimo, possiamo aggiungere che Bobo Vieri è stato rapinato di un orologio da 16.000 euro, per strada a Milano, e avrebbe reagito dicendo “Tanto ne ho un altro”.

Ah, però, non dimenticate; il problema del calcio sono gli ultras, specie quei criminali che vanno allo stadio con le pericolosissime bandiere e i vergognosi striscioni con scritto “Forza Toro” (che il nostro Questore, unico in Italia, in un rigurgito di celodurismo chiamparinista ha vietato all’interno dello Stadio Olimpico). Nel frattempo, se non ve ne foste accorti, da questa domenica praticamente tutti gli stadi di A e B riaprono a pieno ritmo o perlomeno per gli abbonati. Eh, ma adesso che abbiamo i tornelli e una legge che permette di andare a casa di qualcuno martedì mattina e arrestarlo in flagranza mentre lancia una bomba carta la domenica pomeriggio allo stadio (non scherzo: la legge dice proprio “in flagranza”, ergo senza necessità di particolari prove), non ci saranno più problemi.

[tags]calcio, ultras, flachi, vieri, de rossi, roma, toro, chiamparino[/tags]

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venerdì 16 Febbraio 2007, 19:08

Sotto controllo

È difficile da credere, ma questa sera, il forum di Toronews chiuderà. A dire il vero, aveva già chiuso ieri; dopodichè, stanotte il team di moderatori (una decina) l’ha riaperto di propria iniziativa, in disaccordo con l’editore, che ha fatto sapere che da stasera la chiusura sarà permanente, almeno in attesa di ulteriori sviluppi.

Non è una notizia minore, perchè non si tratta di una comunità trascurabile: il forum ha undicimila iscritti e cinque milioni di messaggi, consuma in permanenza parecchi megabit di banda, e passa per il maggior forum sportivo d’Italia, contribuendo in modo determinante a rendere Toronews il terzo sito sportivo nazionale; in più, da anni ormai aveva sezioni di politica, di costume e cultura, di gioco online, dava origine a raduni di ogni genere in Piemonte e altrove, era insomma davvero una grande comunità, in cui il calcio era solo un pretesto per conoscersi. Adesso, sul forum c’è un clima da fine del mondo: i moderatori si sono auto-rimossi, ma prima hanno riabilitato tutti gli utenti bannati o sospesi. C’è chi sta riempiendo il forum principale di conti alla rovescia o messaggi goliardici.

La ragione vera e propria della chiusura non è dato sapere, anche se esistono due prese di posizioni ufficiali dell’editore e della redazione. Pare che la goccia che ha fatto traboccare il vaso siano stati alcuni insulti (peraltro non peggiori da ciò che si legge su qualsiasi forum d’Italia su qualsiasi argomento) al sindaco Chiamparino per la questione dello stadio regalato alla Juventus, che avrebbero provocato una denuncia alla polizia postale con richiesta di identificare gli utenti e minacce all’editore. Il quale, alla fine, si è stufato – già avevamo parlato delle analoghe iniziative di Tuttosport – e ha deciso che non valeva la pena continuare a rischiare denunce e visite della Digos, rendendosi nel contempo impopolare nei salotti buoni della città, solo per permettere ad altri di chiacchierare e talvolta di insultare; pensa forse di riaprire con modalità draconiane, ad esempio chiedendo i documenti a chiunque voglia iscriversi.

Naturalmente, la reazione dei forumisti è stata calda e pesante. Chi più, chi meno, tutti sono concordi nel vedere in tutto questo il tentativo di mettere a tacere uno dei pochi luoghi di formazione del consenso dal basso a Torino, che ha dimostrato proprio negli ultimi giorni – seppellendo giornali e politici sotto migliaia di mail, organizzando volantinaggi e manifestazioni – di poter dare fastidio all’ordinata gestione del potere.

Perlomeno, questo è un indice di come in Italia fare informazione libera su Internet, quando si comincia a parlare di politica e società, sia ancora molto difficile, proprio per via delle possibili ritorsioni verso chi gestisce gli spazi di discussione. Di sicuro manca qualsiasi difesa legale per gli amministratori di forum, che rischiano denunce e guai giudiziari per qualsiasi insulto o calunnia postati dall’ultimo degli iscritti. E’ un problema che prima o poi andrà affrontato.

Per ora, resta solo l’amarezza, quella di vedere una delle maggiori comunità virtuali d’Italia dispersa in un attimo. Certo, esistono un newsgroup e almeno tre forum – questo, questo e questo – che si candidano a raccogliere l’eredità, naturalmente verificando se saranno in grado di tener dietro alla crescita di traffico. Ma non può essere che in questo paese, tra problemi legali e pressioni mafiose, non si possa più nemmeno discutere liberamente di calcio, società e affari, anche con opinioni estreme, su un forum via Internet.

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giovedì 8 Febbraio 2007, 13:58

Parlando di stadi

Visto che in questo momento tutti parlano di stadi, mi sembra sensato riportare alcuni “dettagli” su quel che succede a Torino, dove è stato appena presentato il nuovo progetto di ristrutturazione del Delle Alpi, lo stadio che la città ha regalato alla Juventus, che come risposta ha detto che lo ristrutturerà solo se la collettività pagherà anche i relativi costi come parte della candidatura ad ospitare gli Europei del 2012.

L’articolo qui sotto non è mio, nè di un tifoso granata, nè di un giornale scandalistico o di opposizione: è uscito su Repubblica un paio di giorni fa. Divertitevi.

“IL REGALO DEL DELLE ALPI

Il 15 luglio scorso, il Comune di Torino ha concesso alla Juventus il diritto di superficie della durata di 99 anni sull’area dello stadio e zone adiacenti. In cambio di 25 milioni di euro, i bianconeri hanno ricevuto la possibilità di costruire un centro commerciale, una multisala cinematografica e la propria nuova sede con annesso museo. Si tratta di 54mila metri quadrati di superficie utile esistente all’interno di un’area complessiva di circa 350mila metri quadrati. Calcolando solo la superficie utile, il costo per la Juventus è stato pari a 4,68 euro annui al metro quadro: una minusvalenza in piena regola per i cittadini. Per installare un banco per il commercio di libri usati oppure di fiori, a Torino si pagano mediamente 76,65 euro annui al metro quadro.

La partita degli stadi, si è sempre chiamata. Chi l´ha giocata si sa, chi l´ha sempre persa pure: la città di Torino. Il paradosso è che stanno per piovere, sempre se l´Italia otterrà dalla Uefa gli Europei del 2012, milioni di euro sulle nostre terre, ma non sarà soprattutto la collettività a goderne bensì un soggetto privato, ovvero la Juventus.

È l´ultimo atto di una storia ormai lunga più di un decennio (fu Gianmarco Calleri ad aprire le danze, scatenando quella sarebbe poi diventata una valanga) e quasi sempre sbagliata: l´ultima notizia è che uno stadio costruito appena 17 anni fa verrà demolito e ricostruito, mentre l´impianto di proprietà del Comune, pomposamente e inutilmente olimpico, rischia seriamente di diventare un ingombro insensato, oltre che continuare a essere quello che già è, una macchina senza soldi. La Juve ha deciso: rifarà il Delle Alpi, ipotizzando un investimento di 120 milioni, soltanto se potrà scucire al governo un finanziamento agevolato a tasso zero.

Altrimenti rinuncerà alla spesa e si limiterà ad adeguare l´impianto ai parametri della legge Pisanu, sborsando una quindicina di milioni. In pratica, se il Comune non approverà il progetto firmando il protocollo d´intesa con la società bianconera, e se lo stato non finanzierà i lavori, Torino non avrà gli Europei, perché lo stadio Olimpico non è adeguato alle norme Uefa, che prevedono una capienza di almeno quarantamila spettatori.

Esattamente quella prevista dal nuovo Delle Alpi, che (sempre se i soldi e i permessi arriveranno) verrà raso al suolo e ricostruito, prendendo a modello stadi come la Philips Arena di Eindhoven, l´Aol di Amburgo o lo Stade de Suisse di Berna. Tutti impianti nuovi, moderni. La struttura non sarà quella del classico ovale degli stadi italiani, ma dall´esterno assomiglierà a un gigantesco parallelepipedo arrotondato sugli spigoli. Del vecchio Delle Alpi rimarranno soltanto quei pali a forma di V che sovrastano le curve e reggono la vela di copertura. Sparirà anche la famosa tensostruttura e, naturalmente, compariranno ristoranti ed esercizi commerciali, sempre sul modello tedesco. Al progetto ha lavorato l´architetto Renzo Zavanella, che già aveva firmato il plastico che gli era stato commissionato dalla Juve di Giraudo e Moggi. Lo studio Rolla si sta invece occupando delle strutture esterne.

E il Comunale? Resterà lì, monumento a mille errori. È un impianto inutile, troppo piccolo per il calcio e figurarsi per un Europeo. È anche considerato scomodo, bruttino e insicuro, visto che i tifosi granata della curva Primavera si lamentano per la facilità con la quale i tifosi ospiti li bersagliano di oggetti e petardi. È uno stadio senza futuro, pensato male e realizzato peggio: tutte le risorse cittadine si sono sempre concentrate sul Delle Alpi, che venne offerto alla Juventus per un cifra poco più che simbolica e sul quale, adesso, verranno dirottati anche gli eventuali finanziamenti pubblici, mentre il Comunale rischia di svuotarsi per sempre, visto che Cairo, paradossalmente, preferirebbe pagare l´affitto alla Juve pur di disporre di un impianto più adatto alle esigenze del Torino e dei suoi tifosi, che in corso Sebastopoli stanno oggettivamente stretti. Ma ormai non c´è più molto da fare, perché anche le promesse di un ingrandimento dell´Olimpico sono vane: si può recuperare qualche posto (poche migliaia, in ogni caso), ma non procedere a un intervento strutturale.

L´errore fu a monte, quando il Delle Alpi venne svenduto e l´altro stadio concesso al Torino di Cimminelli, nel quali tutti, in città, conoscevano le intenzioni e la disponibilità economica: non si può dire che il fallimento della società granata colse i torinesi di sorpresa, così come non si è mai diradato il sospetto che l´ex patron venne convocato alla guida del Toro proprio perché non si opponesse alla risoluzione della partita stadi.”

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lunedì 5 Febbraio 2007, 16:39

Isteria d’Italia

Sono tornato a casa da mezz’ora, prendo per caso il giornale mentre arrivo, lo apro e che scopro? Che nei tre giorni che sono stato via l’Italia è entrata in crisi isterica per la violenza nel calcio.

Come al solito, in Italia non si riesce a trattare nessun argomento con un po’ di equilibrio e raziocinio; e quindi, in un quarto d’ora ho già letto assurdità e ipocrisie di ogni genere, come la proposta di giocare il campionato a porte chiuse o di vietare le trasferte. Di punto in bianco, sembra che chiunque vada allo stadio sia diventato un criminale assetato di sangue, alla faccia del fatto che la responsabilità penale è personale.

Un problema è proprio la mancanza del coraggio di capire e di cercare le responsabilità individuali dei singoli, preferendo parlare di “ultras” e “sbirri” e riducendo tutto a un conflitto di parti. E allora, non si fa niente per anni e poi d’improvviso si colpisce nel mucchio, magari diffidando tutti i millecento tifosi che sono andati in una trasferta, comprese donne e vecchietti (successe a Samp-Toro anni fa), per non andare a colpire quei dieci di cui tutti, Digos compresa, sanno perfettamente nome cognome e indirizzo; quei dieci che non vanno allo stadio per tifare, ma solo perchè è una zona franca di canne e di violenza dove fare i bulli… e stanno sulle scatole innanzi tutto alle migliaia di tifosi veri, quelli che fanno le notti a montar bandierine e preparare i cori e magari devono pure subirne i soprusi in curva.

E però, se è ora di reprimere i violenti – ma quelli veri, non colpendo a caso -, non si può pensare di uccidere il calcio eliminando i colori, gli sfottò, le rivalità di campanile, le coreografie, gli striscioni (quelli ironici, non quelli beceri). Su questo, io concordo persino con il doroteo Matarrese: il calcio è un patrimonio culturale, prima ancora che industriale, dell’Italia, e solo l’altra estate abbiamo ricevuto gli omaggi di tutto il mondo. Un calcio senza colori e senza calori morirebbe presto; per cui basta ai violenti, basta ai maltrattamenti – vale anche per i carri bestiame in cui i tifosi in viaggio vengono stipati e le manganellate gratuite che gli arrivano, però, visto che è noto che trattando un uomo da bestia lo si riduce a bestia -, ma basta anche alle generalizzazioni.

Nello specifico, come frequentatore dell’unico stadio italiano a norma con il decreto Pisanu, mi limito ad aggiungere che da quando c’è tale decreto lo stadio è enormemente più insicuro proprio per i tifosi normali, visto che i poliziotti se ne fregano e non perquisiscono in alcun modo la tifoseria ospite, che entra nello stadio con pietre, razzi e bombe carta che poi riversa contro i tifosi di casa, perdipiù nella curva “tranquilla” e non in quella degli ultras. Quest’anno c’è stato già un tifoso morto di infarto in curva Primavera allo scoppio di una bomba carta (peccato che sia passato sotto silenzio), mentre i famosi steward sono dei ragazzotti in pettorina gialla che non hanno nè la voglia nè i mezzi di fare alcunchè se non starsene a guardare gratis la partita. Non oso pensare cosa può succedere se d’improvviso davvero applicassero il decreto Pisanu dappertutto, perdipiù in modo raccogliticcio, all’italiana.

Questo detto, non è che i giornali potrebbero ricominciare a occuparsi del fatto che abbiamo un governo che non ha una maggioranza e si rende ridicolo ogni due giorni, invece di ammannirci il solito diversivo?

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sabato 27 Gennaio 2007, 15:54

Libertà per gli ultrà

Probabilmente avete sentito parlare – ne avevo accennato anch’io – della storia di Sergio e Iacopo, due giovinotti degli Ultras Granata che, poco prima di Natale, si sono presentati nel negozio sociale in piazza Castello, pieno di clienti, per portarsi via un po’ di felpe e materiale vario, dopo (si dice) qualche ceffone e spintone alle commesse e a Carlo Testa, il gestore del negozio nonchè socio GG e noto conduttore di trasmissioni granata sulle reti locali. I due, ventenni o poco più, erano stati prontamente pescati dalla polizia a casa loro, si dice mentre, indossate le felpe rubate per calarsi nel ruolo, si stavano scatenando a battere i gobbi alla Playstation.

Subito dopo l’accaduto, nonostante l’abbondanza di testimoni oculari, tutti hanno cercato di minimizzare ed abbassare i toni; Carlo è sparito dal forum e si è prodotto in una petizione di clemenza, per quanto un po’ imbarazzata, nella sua trasmissione; gli ultras hanno fatto muro, fornendo una spiegazione secondo cui la consegna di materiale, destinato a regali natalizi, era stata concordata in precedenza con pagamento dilazionato, ma al negozio non lo sapevano per cui hanno fatto resistenza, al che i due giovinotti dalle maniere un po’ spicce hanno semplicemente perso la pazienza: insomma, un “malinteso”.

I due ragazzi sono stati arrestati e portati dritti in galera; nel frattempo, ad ogni partita del Toro la protesta è montata. Ad Ascoli c’era un grande striscione che ribadiva la tesi del malinteso; con l’Inter si è chiesto di entrare in ritardo in curva; a Parma gli striscioni dei gruppi erano montati a rovescio. Per la partita di oggi pomeriggio con l’Udinese, gli ultras hanno diramato un comunicato in cui annunciano lo svuotamento del secondo anello della curva Maratona e chiedono a tutti dieci minuti di sciopero del tifo.

All’epoca dei fatti, io ero stato piuttosto duro sulla cosa, nonostante le velate minacce che ogni tanto saltano fuori sul forum verso chi dissente dall’ala dura del tifo. Resto della stessa idea (e ci mancherebbe), cioè che andare a tirare due ceffoni a un signore di cinquant’anni per portargli via tre magliette è una azione indegna non solo tra persone normali ma anche nelle logiche ultrà, e che se quanto sopra è la verità, questi due ragazzi devono essere puniti come meritano.

Il problema, però, è proprio il merito: perchè non si capisce come mai questi due poveracci, oltre un mese dopo, siano ancora in galera. In Italia, la carcerazione preventiva è prevista dalla legge solo in una serie di situazioni specifiche: quando esista il pericolo di fuga, di ripetizione del reato, o di inquinamento delle prove. Mi pare onestamente molto difficile che si possa ravvisare una di queste tre situazioni nei confronti di questi due ragazzi. Mi pare invece più credibile che qualcuno, in Questura, si stia divertendo a fare il bullo con due giovanotti che a stare settimane in galera con dei criminali veri non hanno nulla da guadagnare.

Finchè stiamo a scherzare tra noi, possiamo anche tirar fuori il qualunquismo del “tutti dentro”. Quando però si passa all’amministrazione della giustizia, si ha il dovere di riconoscere a ogni cittadino i propri diritti, indipendentemente dal gruppo di appartenenza. Qui, invece, si scivola verso uno scenario in cui se sei terrorista, e poi se sei extracomunitario, e poi se sei ultras o sei notav o sei hacker o comunque fai parte di un gruppo non perfettamente allineato alle logiche della massa, lo Stato se la prende con te – mentre un Previti ci guarda sorridente dal suo superattico, e una Franzoni fa i soldi con le apparizioni in TV.

Credo insomma che, lasciando tutto il resto al futuro processo per il reato di cui sono accusati, adesso sia ora che questi due ragazzi tornino a casa. Almeno se vogliamo continuare a pretendere che siano loro gli incivili, e noi i civili.

[tags]toro, torino, ultras, carcere, diritti civili[/tags]

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mercoledì 24 Gennaio 2007, 18:45

La mostra del Centenario

Oggi pomeriggio alle 17, dopo il convegno, mi sono ritrovato in centro senza nulla di particolare da fare; la giornata però era splendida, con poche nuvole striate a velare appena la luce azzurra fosforescente del cielo al tramonto, e così ho deciso di fare una passeggiata, e poi di andare a vedere finalmente la Mostra del Centenario del Toro.

La mostra si trova al piano terreno del Palazzo della Regione, in piazza Castello, proprio di fronte all’ingresso di Palazzo Madama, all’angolo con via Palazzo di Città. E’ un po’ stipata, e hanno dovuto fare una grande selezione; eppure, merita la visita, anche da parte di chi non è particolarmente tifoso di calcio. Probabilmente in tal caso la sfilza di foto di grandi giocatori o le loro maglie esposte a mo’ di reliquia non vi colpiranno più di tanto; ma la sequenza di giornali d’epoca, di biglietti, di materiale vario, le foto della tragedia di Superga o dei tifosi in trasferta negli anni Dieci, la scarpiera del Filadelfia o la valigia del massaggiatore del Grande Torino sono comunque emozionanti.

E’ vero, io continuo a pensare che il modo migliore di capire il Toro sia andare una volta all’inizio di via Filadelfia, entrare nel buco della recinzione di fronte al Bar Sweet e fare un giro nel silenzio del vecchio stadio che non c’è più. Ma anche questa mostra, per cominciare, può andar bene.

Però fate in fretta, perchè chiude lunedì 28; l’ingresso è gratuito e la mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20, ma in occasione della notte bianca di sabato prossimo resterà aperta fino alle 2 del mattino. Se siete in giro, fateci un salto.

[tags]torino, toro, centenario, calcio, mostra[/tags]

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sabato 13 Gennaio 2007, 08:04

Pallone, Italia

Ieri sera ho visto su La 7 un classico, Il Presidente del Borgorosso Football Club, con Alberto Sordi, del 1970.

Bene, è inquietante dirlo, ma se al posto di Sordi ci avessero messo Urbano Cairo, e al posto delle maglie bianconere le avessero fatte granata, quella del film sarebbe quasi spiccicata la storia di questi ultimi 18 mesi del Toro… con la rivolta di piazza, l’allenatore-guru assoldato dopo una promozione conquistata all’ultimo secondo, e il presidente che man mano si fa prendere e comincia a passare tutto il tempo con la squadra, a vestirsi da calciatore, a discutere di schemi con l’allenatore anche a colazione, e a trascurare la propria azienda, per poi prendere le redini in prima persona quando le cose vanno male e venire portato in trionfo dalla folla.

Chapeau (postumo) a Sordi, che era uno che aveva veramente capito la testa e più ancora la pancia degli italiani. Ma speriamo che Cairo si riprenda e non finisca come nel film, pieno di debiti e con la folla che minaccia di bruciarlo vivo – anche se poi basta l’acquisto di Sivori, naturalmente a forza di cambiali, per riportarlo in trionfo…

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sabato 23 Dicembre 2006, 16:12

Calcio verace

Sono in casa in attesa di uscire, mentre smazzo un po’ di mail e di arretrati (comunque troppi, non ce la farò mai). Ho scoperto solo all’ultimo che oggi c’è la partita, e così non ho fatto in tempo a invitare nessuno; allora, visto anche che ho da fare, ho deciso di non comprare la partita su Mediaset Premium e di seguirla all’antica, con la radio e con le trasmissioni delle TV private.

In particolare, su Retesette Piemonte è in onda la tradizionale pseudo-diretta, con il noto conduttore teleradiofonico Dario “Dante” Castelletti – che shock vederlo in faccia dopo sette anni di radio -, i vej signor che fanno il commento tecnico – ossia si lamentano di qualsiasi cosa – e le signorine che prendono le telefonate.

Il tutto scorrerebbe pacificamente in sottofondo, se non fosse proprio per le telefonate: ovviamente, chiamano solo vecchietti dai settant’anni in su, che di solito – e specie sotto Natale – prorompono in un interminabile racconto della propria vita, mischiato a qualche ricordo di giocatori del Toro che erano già morti quando metà dello studio non era ancora nato. In alternativa, può chiamare una signora dallo spiccato accento siciliano che chiede ai conduttori come fare a spedire il pallone del Centenario a suo nipote a Catania, perchè con le Poste non si sa mai… Si susseguono così scene di imbarazzo, in cui i conduttori cercano di arginare il flusso di coscienza e di riportare l’interlocutore sul tema.

Il massimo poi si raggiunge con gli habitué: alla telefonata di un tal signore, Castelletti è sbottato in un “noo…” e poi “l’ho già riconosciuto”. Il signore suddetto ha cominciato un volo pindarico che convergeva verso una benedizione urbi et orbi per il santo Natale. Per fortuna, in breve è casualmente caduta la linea.

P.S. Comunque finisca la partita col Livorno, va festeggiato il primo gol in A di Gabriele Cioffi, l’altissimo difensore che è approdato in serie A adesso, a trentadue anni, dopo tanti anni di serie C e uno in B col Mantova l’anno scorso. Anche quest’anno è partito dalla panchina, e a forza di arrivare all’allenamento un’ora prima degli altri e di lavorare in silenzio è diventato presto titolare e ora anche goleador, con tanto di inchino alla curva per festeggiare (altro che il saluto romano ai comunisti livornesi del laziale Pandev, nello stesso luogo domenica scorsa, con successivo rissone). A me piacciono sempre queste storie, di calciatori mai baciati dalla dea Eupalla, che però non mollano mai, e alla fine, a forza di fatica, arrivano là dove tanti campioni dalla discoteca e dalla velina facili falliscono. Non è un caso che Cioffi sia già un idolo dei tifosi, perchè queste sono storie da Toro.

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giovedì 7 Dicembre 2006, 12:36

Dal Brasile

No, non sono sparito, e in effetti ho varie cose da raccontare, ma i meeting di ICANN hanno un andamento divergente: a un certo punto la quantità in arrivo di questioni, mail, eventi vari, documenti e discussioni da corridoio supera il tempo disponibile, e tutto ciò che non è essenziale viene tagliato dal sistema, incluso il blog. Oggi pomeriggio abbiamo la nostra riunione più importante, e dopo di essa, domani mattina, spero di avere tempo per portare un resoconto più dettagliato – ma potrebbe succedere anche solo tra qualche ora, se il Public Forum che è ora in corso (e in cui prenderò la parola alla prima pausa microfono…) si dovesse rivelare più noioso del solito.

Devo però dire che ogni tanto, in quei dieci minuti tra la fine di una riunione e l’inizio dell’evento sociale, si ha anche bisogno di staccare completamente… e così, ieri sera, sono finito per qualche minuto a chattare con Alessandro Rosina sul suo forum. Ammiro il fatto che, pur avendo vent’anni, sia già perfettamente in grado di gestire un dialogo del genere, con risposte diplomatiche quando devono esserlo, scherzose altrimenti, sempre simpatiche nonostante l’afflusso di tifosi. Questo ragazzo ha tutti i numeri per fare molta strada, se la sorte lo assisterà.

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domenica 3 Dicembre 2006, 20:56

CenToro

Non temete, non me ne sono dimenticato: oggi il Toro compie cento anni.

Per me è una ricorrenza strana, visto che non posso esserci: sono dall’altra parte del mondo. Mi sono però portato fin qui la mia sciarpa granata, per poter festeggiare almeno un po’. La esibirò tra poco nella riunione, e poi in questi giorni, nel torneo di calcio organizzato come attività sociale per i partecipanti al meeting.

Credo di aver scritto varie volte che cos’ha di speciale il Toro. Non è soltanto il simbolo dell’attaccamento a una città e a una tradizione gloriosa, la fiera parte di una identità che, lungi dall’essere aggressiva verso le altre, permette a chi ne è parte di non perdersi, di non dimenticare mai che cosa è e da dove viene. E’ il simbolo di un valore, della lotta contro le difficoltà e le avversità della vita, dei successi (pochi e sudati) e delle sconfitte (tante e talvolta immeritate) che ognuno di noi incontra nella propria esistenza, senza per questo mai arrendersi. E’ un invito alla grinta e alla pazienza, alla forza d’animo e alla dedizione, di chi non si vergogna di non aver mai avuto le cose facili, nè se ne lamenta, ma piuttosto si rimbocca le maniche e continua a provare, migliorandosi centimetro dopo centimetro.

E’ anche un insieme di emozioni forti e di coincidenze incredibili come solo quelle reali sanno essere, come a provare che c’è certamente qualcosa di intrigante nel modo in cui le infinite possibilità dell’esistente si realizzano. Del resto, il granata come colore guerriero di Torino e la basilica di Superga nacquero insieme dal sangue prezioso del 1706; di lì in poi, la magia bianca e quella nera – che, in lotta perpetua, pervadono il sottosuolo della nostra città – hanno fatto il resto.

Insomma, se volete capire esattamente cosa sono cent’anni di Toro, nella storia collettiva di un popolo e di una città, vi consiglio di scorrere con calma questo thread di Toronews: cent’anni di tifosi, di giocatori, di storie, di vita, raccontati per immagini. Buon compleanno, Toro.

La maglia dello scudetto
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