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venerdì 6 Luglio 2007, 14:22

Strategie commerciali

Oggi nella pausa pranzo, tornato dalla montagna, sono andato a fare un po’ di spesa al solito Lidl. Non ero l’unico, perché dietro a me, nella coda alla cassa – e le code alla cassa del Lidl sono per definizione eterne, si fa in tempo a baccagliarsi, mettersi insieme, fare dei figli, litigare e mollarsi – c’era anche la panettiera dell’angolo, con tanto di completino da panettiera giallo e cuffietta bianca in testa. Era lì, e stava regolarmente acquistando un pallet di farina… beh, forse l’intero pallet no, ma almeno due piani dell’espositore, insomma direi un cinquanta chili di farina.

E io ho pensato a quanto sia affascinante il fenomeno: il Lidl, essendo stato il primo supermercato in Italia a vendere regolarmente i preparati per il pane e a mettere in promozione le macchine per pane ogni pochi mesi, ha contribuito significativamente al crollo delle vendite delle panetterie (avevo letto qualcosa come il trenta per cento in meno in cinque anni). Di conseguenza, le panetterie, per tagliare i costi… hanno cominciato a comprare la farina al Lidl, che ha preso due mercati in un colpo solo.

Certo, la cosa è anche indicativa di quanto sia strozzino il sistema della distribuzione alimentare italiana, quello che fa morire di fame i contadini nelle campagne di Pachino – avevo visto tempo fa un servizio su una famiglia che viveva in una baracca in mezzo al campo, e non mandava i bambini a scuola perché non poteva permettersi la benzina per portarli tutti i giorni fino in paese – ma poi ti fa trovare i pomodorini al mercato a quattro o cinque euro al chilo. Se un supermercato al dettaglio, per quanto discount, costa meno che il grossista, c’è qualcosa che non va.

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giovedì 5 Luglio 2007, 08:41

Bit rubati all’agricoltura

L’altro giorno stavo andando al lavoro, quando mi sono imbattuto in un gigantesco cartello tutto rosso. Sul cartello c’era scritto, in bianco, “Sinistra [SX]”, e poi il link, www.sxnet.it.

Sono andato a vedere: si tratta di un sito/community che, per ora, offre essenzialmente la possibilità di postare a chiunque si senta di sinistra. Il progetto è professionalissimo, tanto è vero che una veloce ricerca rivela la mano di una agenzia di comunicazione, Xister srl, che lavora anche per Mercedes e altri clienti non esattamente proletari; ma i tempi sono questi. Comunque, si scopre facilmente che il progetto è della Sinistra Europea, ossia, in sostanza, Rifondazione Comunista.

E così, adesso abbiamo un portalone in più, per goderci le perle comunicative inviate dal pubblico del sito, come questa:

Mi domando spesso come mai nessuno abbia il coraggio di chiedere ad Almunia perché era così “accomodante” con Berlusconi ed è così “pressante” con Prodi. Ho provato a mandare una mail alla UE ma ho avuto una risposta “pilatesca”…

(dritta nel “mai più senza”) o questa:

Vorrei aprire una discussione sul ruolo internazionalista che dovrebbe avere un vero partito di sinistra e invio i primi spunti partendo dalla considerazione che i partiti di sinistra del cosidetto “primo mondo” hanno potenzialità economiche e organizzative per solidarizzare politicamente e materialmente con le organizzazione di sinistra “terzomondiste”.

Insomma, un brillante esempio di come sprecare le possibilità offerte dalla nuova tecnologia per riprodurre vecchiume! Così, ho deciso di lasciare il mio contributo: mi sono registrato e, rispolverando le mie antiche abilità di troll, ho mandato il seguente post:

Io sono di sinistra, voi siete vecchi. Come aborigeni davanti a un computer, tutto quel che sapete fare con la società globale è prenderla a pugni.
Brindo alla prossima estinzione dei sindacati e degli elettori della “sinistra” neoconservatrice.
Auguri!

Sarei stato curioso di vedere come avrebbero preso il messaggio gli altri partecipanti alla community, se non fosse che mi ero scordato che questi sono comunisti: pertanto, dopo aver premuto “Invia” ho ricevuto il messaggio “Ti ringraziamo per aver partecipato. Il contributo prima di essere pubblicato deve essere approvato dalla redazione.” Vediamo se lo approvano, o se mi mandano a casa il KGB.

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mercoledì 4 Luglio 2007, 00:09

500 giorni

Ebbene sì, oggi è il giorno della nuova 500! Ed è anche l’occasione per festeggiare un po’ la nostra cara vecchia azienda cittadina, che pare avere nove vite come i gatti: è da vent’anni che, da bravi torinesi pessimisti, la diamo per spacciata, e invece è di nuovo sulla cresta dell’onda. Noi siamo pisciatori corti, e siamo abituati a parlarne male; invece dovremmo essere orgogliosi della Fiat, e promuoverne l’immagine nel mondo, come ho fatto io tempo fa a Ginevra infilando quattro americani nella mia Panda (non credevano che fosse davvero un’auto). Insomma, qui lo dico: in quanto gobbi arcirivali senza i quali le nostre storie di lotta granata non esisterebbero, Torino senza Fiat non sarebbe concepibile; per cui, auguro di cuore alla Fiat altri cinquecento giorni come questo.

Ciò detto, per scherzarci un po’ su, sono riuscito ad avere il programma della giornata adeguatamente commentato, in modo che possiate pianificare la vostra serata. Divertitevi.

Ore 9:30: Piazza Castello: Grande festa per i bambini. Distribuzione dei regali avanzati dal Natale Fiat.

Ore 11: Piazza Vittorio Veneto: Sistemazione di 800 vetture 500 storiche. Arrivo dei vigili e conseguente multa per divieto di sosta a 798 vetture (le altre due erano dei vigili). Le vetture verranno spostate nel parcheggio sotterraneo, per far finta che qualcuno lo usi.

Ore 18: Piazza Vittorio Veneto: Annullo filatelico del francobollo celebrativo con il Min. Gentiloni. Il Min. Gentiloni è quello con la scorta. Arrivo del Min. Padoa Schioppa con conseguente aumento immediato del prezzo del francobollo. Successivo arrivo del sindaco Chiamparino, che, lamentandosi dei tagli del governo, raddoppierà il costo delle strisce blu. Seguirà multa al Min. Gentiloni, a cura del corpo dei vigili urbani.

Ore 18: Borgo Dora: Mercatino dell’antiquariato. Pezzo più pregiato, la nuova Fiat Croma.

Ore 19: Piazza San Carlo: Aperitivo “Cin Cin Cinquecento”. A sapiente dimostrazione della cost-effectiveness del nuovo corso Fiat, apprezzerete l’idea di brindare utilizzando al posto dello champagne l’olio del motore. Sponsor: Selenia.

Ore 19: Borgo Dora: Ballo al palchetto, attori e attrici che faranno rivivere scene dell’epoca. Tra le scene previste, l’“Acquisto in 128 comode rate”, il “Furto della Cinquecento”, e il “Sesso contorsionistico in camporella” (sconsigliato ai non professionisti).

Ore 19: Quadrilatero Romano. Aperitivi e cene tematiche: ogni tavolata dovrà accogliere un cassintegrato o prepensionato Fiat.

Ore 19: Borgo Dora: “Il Teatro del Gusto”, le cinque Osterie di Slow Food interpretano la 500. Il cibo sarà servito in porzioni minuscole e senza riscaldamento, e quattro camerieri attornieranno i tavoli soffiando, per riprodurre i tipici spifferi. A metà cena, a un tavolo su due si romperà una gamba.

Ore 21: Piazza Castello. Concerto dell’Orchestra di Ritmi Moderni Arturo Piazza. Durante il concerto, rivolta dei vecchietti che credevano si ballasse il liscio. Dopo mezz’ora, impiccagione di Federico Bianco a cura dei vecchietti, al grido di “Mi i l’hai da andé a deurme, che doman as travaja!”.

Ore 21: Via Garibaldi: bancarelle dei sigari Toscani, del Barolo Chinato e del cioccolato di Gobino. Dopo fumo, alcool e cioccolato volevano esporre anche sesso e droga, ma le nigeriane sono in ferie e gli spacciatori dei Murazzi sono sotto contratto con lo show.

Ore 21:30: Piazza Castello: “500 colpi di spazzola sotto le stelle”, i giovani stilisti dell’acconciatura interpretano la 500. Prevista rissa tra “Alfio Heir Staylist” e “Toni Sciaffeur” per una tipa di via Artom. La rissa sarà sedata da Platinette.

Ore 21: Sistemazione ai Murazzi [INGRESSO SOLO CON PASS da P.za Vittorio Veneto ang. Lungo Po Diaz, discesa Murazzi]. Si consiglia di raggiungere i Murazzi a piedi. Chiunque non si presenti su una Fiat sarà licenziato. Le due direttive aziendali sono contrastanti? Cazzi vostri.

22.45 – 23.45 Show Welcome Bambina ai Murazzi [SOLO CON PASS]
22.45 – 23.45 Show Welcome Bambina in diretta su Canale 5
22.45 – 23.45 Show Welcome Bambina in diretta su maxi schermi (P.za Vittorio Veneto, P.za Castello, P.za San Carlo, P.za Emanuele Filiberto)
22.45 – 23.45 Pornazzo con Edwige Fenech su Telecupole. Io vi ho avvertito, poi decidete voi.

Ore 23: Piazza Castello: Ugo Alciati interpreta il “gusto” della 500. Dopo aver ripetutamente leccato la lamiera, il famoso chef ne vanterà le proprietà organolettiche, aspirando poi dal tubo di scappamento.

Ore 24: Notte Bianca 500: negozi e gallerie d’arte aperti. Bar, ristoranti e gelaterie rigorosamente chiusi. Mezzi pubblici, non pervenuti.

Ore 24: Murazzi: dj set. Alle 0:01 interverrà la polizia per far staccare tutto su richiesta dei residenti. Alle 0:02 scatterà una rissa tra la polizia e il pubblico. Alle 0:03 interverranno gli spacciatori dei Murazzi a sedare la rissa.

Ore 24: Piazza San Carlo: “Brindisi di Mezzanotte” con Asti Spumante. Arrivo della Band 500 a bordo di 500 storiche. Lieve ritardo nell’inizio del concerto, dovuto alla necessità di ricomporre gli strumenti (vorrete mica far entrare una intera tromba in una 500?). Inoltre, un terzo della flotta sarà rimasta bloccata nel parcheggio sotterraneo di piazza Vittorio, per non aver trovato abbastanza moneta per pagare le modiche tariffe.

Ore 24: Piazza Castello: spaghettata di mezzanotte di Guido di Pollenzo offerta da Eataly: dieci euro per un normalissimo spaghetto Barilla, però presentato come “la nobile pasta di grano duro del Ducato di Parma”. In alternativa, potrete sentirvi sfigati mangiando la stessa pasta comprata al Pam.

Ore 24: Borgo Dora: “Il risotto del Pinocchio”, riso di saia agricola Cascina Veneria. Non sono sicuro di sapere cosa voglia dire, ma al Pam non c’è.

Ore 24: Quadrilatero Romano: dj set, jazz dai balconi. Attenzione all’atterraggio dei musicisti jazz mentre vengono buttati di sotto dai proprietari dei balconi.

Dopo più di un anno di aspettative, desideri e sogni, l’attesa sta per concludersi: il 4 luglio 2007 nascerà 500. E per la prima volta nella storia potrai partecipare in diretta mondiale al lancio di un’auto. Fai solo attenzione a non rimanerci sotto quando atterra!

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martedì 3 Luglio 2007, 16:48

Il fu servizio civile

Sono tornato da un paio di giorni, e ho scoperto che non si può accendere Radio Flash senza venire bombardati da una serie di pubblicità che hanno tutte lo stesso oggetto. No, non si tratta del TFR, che ormai è scaduto: si tratta invece del servizio civile volontario, per cui bisogna presentare domanda entro il 12 luglio.

Questi spot sono curatissimi e ben fatti; alcuni esibiscono tanto di attori professionisti che recitano le parti della vecchietta in lacrime e del giovane virgulto che le corre in soccorso. Essi magnificano le grandi opportunità di crescita offerte ai giovani dai 18 ai 27 anni, che possono lavorare non soltanto più nell’assistenza sanitaria o nel volontariato di base, ma addirittura in centri culturali, associazioni di ogni genere, burocrazie e amministrazioni pubbliche, cooperative rosse e bianche, persino circoli e locali. Il tutto per 433 euro al mese pagati dallo Stato (cioè da me).

Eppure, io avrei sperato che almeno una radio giovanile e progressista mandasse in onda la verità. Uno spot onesto dovrebbe dire qualcosa come: “Sei un giovane tra i 18 e i 27 anni, parcheggiato all’università o disoccupato senza speranza? Vieni da noi! Potrai finalmente ottenere un contratto di un anno come sguattero precario, sottoinquadrato e sottopagato, e noi non tireremo fuori nemmeno quelle due noccioline che ti arriveranno come stipendio! E poi, tra un anno, ti daremo un calcio nel sedere e troveremo nuovi sguatteri precari a spese dello Stato!”

Forse sarebbe un po’ troppo onesto? Eppure, una volta il servizio militare, e di riflesso il servizio civile, avevano una loro dignità. Avevano delle regole chiare e una motivazione morale, a vantaggio della collettività. Poi, col tempo, tutto diventò una farsa, fino all’abolizione dell’obbligo per sopraggiunta e contemporanea cessazione delle idee che la società avesse il diritto di richiedere un anno della vita dei propri cittadini, e che essa potesse sapere come farne buon uso. Adesso, il servizio civile è solo un parcheggio per sovvenzionare attività no profit (buona parte delle quali sono attività commerciali travestite da no profit solo per eludere le tasse) a spese di tutti. Che tristezza.

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lunedì 2 Luglio 2007, 19:54

Sicurezze, part 2

Ok, posso finalmente raccontarvi cosa è successo alla mia collega moldava dopo che è stata portata via al controllo passaporti (per fortuna, non l’hanno veramente cremata).

A differenza degli austriaci, che l’avevano lasciata entrare senza problemi nell’area Schengen durante il viaggio di andata, secondo gli spagnoli lei necessitava di un visto anche solo per transitare. Credo che questo sia dovuto anche al fatto che Barajas, come dicevo prima, non ha un’area airside unica fuori dal controllo passaporti: in altre parole, è necessario entrare fisicamente in Spagna per poter cambiare terminale, da quello internazionale (4S) a quello europeo (4).

Dopo essere stata portata via, nell’ufficio della polizia di frontiera, le hanno dato due scelte: o risalire sul prossimo volo per gli Stati Uniti, o essere deportata in Moldova tra due giorni, trascorrendoli in attesa fuori dal controllo passaporti. L’ufficiale di frontiera si è comportato in modo autoritario, ha ritirato il passaporto, e si è rifiutato di fornire qualsiasi documento o spiegazione scritta sul come mai ci fosse bisogno del visto anche solo per transitare e quali fossero le opzioni legali a sua disposizione.

Quando lei si è accorta di aver perso il suo volo per Vienna, ha cambiato approccio, e si è messa a protestare (e garantisco, per averla vista alle prese con le guardie americane, che protesta in modo piuttosto efficace): ha cominciato a chiedere i nomi di tutti i poliziotti e a scriverseli, segnando tutto quel che facevano con tanto di data, ora e numero della stanza. Poi ha minacciato di fare ricorso alla Corte Europea per i Diritti Umani (di cui, incidentalmente, io conosco un giudice di cui le avrei volentieri dato il contatto) se non avesse avuto spiegazioni scritte e adeguata assistenza legale.

Come risultato, nel giro di un quarto d’ora le hanno dato una lista di voli diretti fuori dall’Unione Europea su cui avrebbe potuto essere imbarcata, e che le avrebbero permesso di arrivare a casa in giornata. Alla fine, l’opzione migliore è stata un volo Iberia per Istanbul, da cui un altro volo l’ha portata a Chisinau, dove è arrivata a mezzanotte. Non le hanno nemmeno fatto pagare i voli, visto che il biglietto che aveva, pur essendo di economy, era costato uno sproposito…

Insomma, è sempre sorprendente vedere come possiamo complicare la vita a persone che abitano al di là di una riga immaginaria, quella che separa gli inclusi dagli esclusi. Certo il controllo dell’immigrazione è un problema, ma questo genere di episodi fanno capire come, alle volte, possiamo essere noi stessi a creare nel resto del mondo la diffidenza o la rabbia nei nostri confronti.

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domenica 1 Luglio 2007, 09:13

Sicurezze

Dev’esserci qualcosa che non va, visto che il blog sembra morto da un po’. In compenso, Iberia offre parecchi terminali Internet gratuiti nelle lussuose lounge del nuovo terminale 4 di Barajas, per cui posso postare da qui, in attesa di riprendere un aereo per Torino. Il nuovo terminale di Barajas è molto spagnolo: nuovissimo, bellissimo, sinuoso, e progettato dagli imitatori di Picasso e Dalì, nel senso che i percorsi interni sono quanto di meno razionale e più labirintico si potesse pensare, metafisicamente imperscrutabili. Non a caso ci vanno venticinque minuti (compreso un treno sotterraneo e parecchie scale mobili sia in su che in giù) per arrivare da un gate a un’altro…

Il volo è stato tranquillo, anche se, tornando dai Caraibi, ci sono a malapena tre ore per dormire. Ho scoperto di essere sullo stesso volo della mia nuova collega di ALAC, moldava; così abbiamo condiviso l’attesa e l’uscita (il volo no, visto che io ero in business, e mi sono ritrovato accanto al rappresentante in ICANN del governo olandese, la cui sorella lavora… a Torino in Fiat Veicoli Commerciali). Ecco, non ho mai apprezzato tanto il fatto di essere maschio, e dell’Unione Europea. Maschio, perchè posso attraversare un aeroporto senza dovermi fermare per almeno dieci minuti a ciascuno dei negozi sul percorso; dell’Unione Europea, perchè non mi trattano come hanno trattato lei.

Alla partenza da San Juan, infatti, hanno subito notato il colore strano del suo passaporto; al controllo di sicurezza – che ora prevede, oltre al metal detector senza scarpe, una macchina che spara soffietti d’aria su tutto il corpo, e non chiedetemi a cosa serva – le hanno fatto posare i “liquidi”, tra cui un profumo e un rossetto. Lei non ha gradito, anche perchè il profumo costava un mese di stipendio medio moldavo (circa 70 euro). Le hanno detto, nel modo più sgarbato possibile, che avrebbe potuto tenerlo se fosse uscita dalla zona airside e se avesse trovato un negozio che potesse venderle una busta trasparente, rifacendo poi tutti i controlli di sicurezza. Perdipiù, c’era un bel cartello evidente che mostrava “Security level Orange – High risk of terrorist attacks”, così erano tutti preoccupati… Alla fine, dopo un mezzo litigio, lei ha ceduto; per tirarla su, io, latinamente, sono riuscito a farla entrare con me nella business lounge anche se lei era in economy.

All’arrivo a Madrid, invece, io sono passato dalla coda veloce (esseri umani con passaporto rosso) e lei è finita nella massa aggrovigliata di americani in punizione (facciamo a loro quel che loro fanno a noi) ed esseri umani che ricadono nella nazionalità “altro”. La coda lunga era comunque piuttosto veloce, e io mi sono messo ad aspettare dietro i botteghini del controllo, cercando persino di occhieggiare il software sui PC. Nel giro di trenta secondi, è arrivato un ragazzo in borghese, mi ha mostrato il distintivo e mi ha pregato (in spagnolo, ma molto gentilmente) di andare ad aspettare più avanti. Ormai smascherato, cinque metri più avanti l’ufficiale in divisa mi ha fermato e mi ha chiesto da dove venivo; naturalmente l’indicazione “Puerto Rico” non ha risollevato gli animi. Così mi ha fatto una serie di domande, poi mi ha lasciato andare, poi mi ha inseguito perché gli sembrava di vedere qualcosa nei miei pantaloni; mi ha non-perquisito (cioè, mi ha comunicato con lo sguardo di sapere di non potermi perquisire ma di avere gran desiderio che io volontariamente mettessi le sue mani sui miei pantaloni, cosa che ho fatto nel modo meno equivoco possibile) e poi mi ha lasciato andare.

Nel frattempo, la mia collega era già quasi al controllo; peccato che quando è arrivata lei il sistema è andato in tilt. Difatti, dalla Moldova c’è bisogno del visto per qualsiasi destinazione, e lei, che da Madrid transitava soltanto, non aveva quello per la Spagna; e il razionale aeroporto di Barajas pare non avere un percorso separato per il puro transito. L’ho vista discutere per una decina di minuti, con una massa urlante dietro, poi mi sono girato e sono spariti sia lei che il poliziotto; dopo cinque minuti è tornato solo il poliziotto. Per scrupolo ho aspettato ancora un quarto d’ora, poi mi sono rassegnato e sono andato verso la mia sala VIP; purtroppo, mi sono ricordato troppo tardi di avvertirla che in Spagna i moldavi senza visto vengono cremati all’ingresso. Peccato, era simpatica.

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sabato 30 Giugno 2007, 05:21

ICANN, day 6

Se leggete queste righe è soltanto perchè sono fortunato: difatti l’ultimo meeting della settimana è terminato di corsa oggi alle 13:00, dopo che ci avevano già tolto da sotto il sedere le prese di corrente e parte dei tavoli. Per questo motivo mi ero attaccato al muro con il caricatore del portatile, poi ho preso per un attimo il solo portatile, e poi… sono andato via lasciando lì il caricatore. Non ho più toccato il computer fino a stasera dopo cena, quando ho aperto la borsa, ho notato la mancanza, e sono tornato alle sale riunioni: c’erano ancora operai al lavoro e avevano smontato praticamente tutto, ma per fortuna il mio caricatore era lì in un angolo, per terra dietro una pila di sedie.

Il meeting del Board è stato un successone, nel senso che ho violato uno dei tabù di ICANN – non si discutono i termini delle risoluzioni il venerdì mattina, quando sono già sullo schermone solo lì da approvare – e persino una delle regole – i membri non votanti non hanno diritto di proporre emendamenti. Ok, l’emendamento era minimo ma comunque significativo, e così ora i registrar saranno obbligati a considerare integralmente i punti sollevati dalla comunità Internet “to the extent feasible” e non, invece, a considerarne solo “many of”, grazie ad un membro del Board che, previa opportuno coordinamento via chatroom privata, ha proposto l’emendamento che ho scritto io; approvato all’unanimità.

A fine riunione, il carismatico signor Tucows, uno dei leader dei registrar, era apparentemente piuttosto alterato ed è andato a sbracciarsi col mio predecessore, ora passato nel Board a pieno titolo; quando sono arrivato io, mi ha detto che con me non voleva parlare. In compenso, ho raccolto un po’ di complimenti dai miei costituenti; eppure, dopo una serie di incontri e discorsi elettorali che neanche la Segolene Royal e Sarkozy, ancora non so se mi rieleggeranno anche per l’anno prossimo. Pare che il piano sia di fare un altro po’ di incontri e discorsi elettorali per telefono.

Si è comunque parlato anche di tante altre cose, da IPv6 ai nomi in caratteri non latini. Mi riprometto di scrivere qualcosa, ma prima vorrei anche raccontare qualcosa di questo posto…

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venerdì 29 Giugno 2007, 04:37

ICANN, day 5

Sono stanco oltre ogni possibile livello, anche se le cose stanno andando piuttosto bene. Però domani mattina ho ancora un meeting cruciale alle 7:30 ora locale, e poi la riunione del Board, da cui potrò farvi ciao con la manina nel webcast. Oggi abbiamo deciso che cosa approveremo domani, e anche se non c’è nulla di veramente clamoroso, le questioni che ci interessano si stanno risolvendo abbastanza bene, compresa la mia battaglia personale per far notare che ha poco senso che le condizioni contrattuali dei registrar vengano decise dai registrar stessi, in collaborazione con lo staff, senza alcuna discussione con i rappresentanti dei consumatori: ma qui pare che la “autoregolamentazione del settore privato” alle volte significhi che le aziende si fanno i cavolacci propri in piena libertà.

Del resto stasera ho avuto una interessante discussione con un membro del Board, che sosteneva che ICANN è estremamente internazionale e multiculturale, perchè nelle posizioni importanti non ci sono solo americani, ma anche qualche australiano… “Eh ma l’Australia e l’America sono diversissime!” Immagino che boliviani, burundiani, pachistani e cambogiani vivano su un altro pianeta.

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mercoledì 27 Giugno 2007, 04:13

ICANN, day 3

Vi giuro, volevo raccontare nel dettaglio la storia dei nuovi lcTLD (domini linguistico-culturali), e dei cTLD (domini cittadini), ma invece di andare all’evento sociale con tanto di cena ed esibizione nel castello della città vecchia mi son dovuto subire il meeting dei chapter di ISOC con oggetto “accordiamoci per consolidare il nostro ruolo dentro ICANN”; dalle 19:00 alle 21:30. Alla fine molti degli intervenuti si stavano addormentando sul tavolo. E poi, mi son pure dovuto gestire l’incidente diplomatico del gruppo di rappresentanti di alcune organizzazioni At Large latinoamericane, che per guadagnare sulla diaria andava regolarmente da qualche giorno a mangiare a sbafo dal buffet dello staff…

Nel frattempo, sto cercando di valutare se il fatto che mi venga continuamente da fare pipì possa essere collegato all’umidità incredibile che c’è nell’aria. Qualcuno capisce di fisiologia?

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martedì 26 Giugno 2007, 04:45

ICANN, day 2

Oggi giornata devastante. Anche fisicamente, perchè dopo il meeting mattutino delle 7:30 (con colazione annessa) sono stato tutto il giorno impegnato in forum aperti nella sala grande, buona parte dei quali sul palco: nell’ultimo mi stavo quasi addormentando e Milton Mueller (velenosetto) mi ha pure fatto fare una figura di merda davanti a tutti, come alle elementari, quando i compagni invidiosi ti puntano appena ti distrai.

Sono quasi stato tentato di andare a dormire alle sette e mezza, e invece sono ancora andato al ricevimento, in pratica il pianterreno del parcheggio multipiano trasformato in sala da cena – ottima carne arrosto e riso in vari modi – e da ballo, teoricamente salsa, in pratica disco ’70 sparata a palla, con un sacco di signorine americane, caraibiche, latinoamericane, e persino cinesi e giapponesi, che si dimenavano seminude nel calor.

Nel frattempo, mi tocca pure fare lobbying per tentare la (non facile) rielezione per un altro anno di rappresentante del comitato At Large nel Board. Il tutto con abbondante rum nei cocktail.

In compenso, le questioni sono interessanti: in particolare, stiamo cercando di convincere i registrar che c’è bisogno di un po’ più di protezione per i consumatori finali; e si sta arrivando a definire il processo per un prossimo giro di nuovi TLD, probabilmente a inizio 2008. Ma vi interesserebbe un racconto più dettagliato di queste cose?

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