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martedì 21 Dicembre 2010, 15:46

L’economia possibile

Gli amici del Movimento 5 Stelle Campania hanno montato questo piccolo video con spezzoni di Report, per mostrare come un’altra economia sia possibile, qui e adesso; una economia non monetaria, non basata sul PIL, non devastante per l’ambiente, non schiava delle banche e delle multinazionali. Forse non potrà essere subito tutto così, ma non c’è dubbio che questa sia la strada giusta da percorrere.

[tags]economia, pil, decrescita, movimento 5 stelle, report[/tags]

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lunedì 20 Dicembre 2010, 18:19

Un centro per le persone

Stamattina ero in giro in bici per il centro e ho fatto più fatica del solito a districarmi nel traffico. Le piste ciclabili erano continuamente interrotte da furgoni in sosta “solo un attimino”; soprattutto, ho trovato un vero delirio di automobili ferme in coda in ogni strada, persino in ore non particolarmente di punta (tra le 10 e le 12).

Il che suggerisce varie cose; per esempio, non è vero (a parte la situazione poco sensata di soffocamento del traffico in attraversamento attorno a piazza Vittorio) che gli ingorghi sono creati dalla ZTL, visto che è stata sospesa da due settimane per volere dei commercianti. E non è nemmeno vero che l’accessibilità del centro alle auto renda il centro un luogo piacevole dove andare: io volevo scappare dopo cinque minuti.

Al contrario, più si illudono le persone che si possa andare in centro città con l’auto e peggio la situazione diventa, perché il centro non è fisicamente in grado di contenere il numero di auto derivante da mezza città che vi si dirige con un veicolo a testa, né potrà mai esserlo.

La politica viabile del centro è, da sempre, figlia dell’assessorato al Commercio; allo stato attuale, retto da quello stesso Altamura che qualche giorno fa ha dichiarato che bisogna essere comprensivi con gli ambulanti che per vent’anni hanno evaso tasse e contributi (poverini, mica vorremo farglieli pagare adesso con tanto di more, no? in fondo a tutti succede di avere un momento di difficoltà e dunque di non poter pagare le tasse per una ventina d’anni, o in alternativa di dimenticarsene, che distratti!). Questo vi fa capire l’approccio del Comune di Torino con i commercianti: a novanta gradi.

Il problema è che le associazioni di categoria dei commercianti torinesi non sono nemmeno troppo sveglie, se è vero che si opposero all’epoca alla pedonalizzazione di via Garibaldi e si sono opposte per decenni a quella di via Lagrange, salvo poi scoprire che, caso strano, dopo averle pedonalizzate queste vie sono rifiorite.

A me piacerebbe allora sperimentare una soluzione di questo genere: intanto, pedonalizzare definitivamente via Roma, e poi chiudere decisamente il centro al traffico nei fine settimana prenatalizi, per trasformarlo in un centro commerciale naturale a dimensione umana, a cui accedere con i mezzi pubblici o al massimo lasciando l’auto nei parcheggi sotterranei. Tra Porta Palazzo, Porta Nuova, piazza Carlina e piazza Solferino tutti a piedi, magari aiutati da qualche navetta elettrica allestita per l’occasione. Una soluzione simile sarebbe sperimentabile anche per alcune vie di periferia a forte vocazione commerciale.

Che ne dite? Capisco lo shock iniziale, ma credo che sarebbe comunque meglio dell’ingorgo perenne che attornia il centro in questi giorni, e che alla fine anche gli incassi del commercio avrebbero delle liete sorprese…

[tags]torino, isola pedonale, centro, traffico, commercio[/tags]

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sabato 18 Dicembre 2010, 14:13

La rete che disturba

Che la rete non piaccia ai potenti perché combina casino è evidente: basta leggere la storia dei venti utenti querelati per diffamazione per aver criticato i vigili di Rivoli nei commenti al nostro video di due anni fa su Youtube, o la vicenda dei maxischermi di Bruxelles su cui qualsiasi utente poteva twittare un commento ai lavori del Consiglio Europeo, salvo sbaraccare tutto in tutta fretta quando hanno cominciato a comparire delle semplici citazioni dal repertorio di gaffe del nostro Presidente del Consiglio (epic fail).

E allora oggi vi lascio con una petizione da firmare: perché qualche giorno fa, in una riunione alle Nazioni Unite, un certo numero di governi con un colpo di mano hanno istituito un gruppo di lavoro per ridiscutere l’IGF e la governance di Internet e lo hanno ristretto ai governi stessi, escludendo tutti gli altri – utenti, società civile, aziende, tecnici e così via. E’ la prima volta da otto anni che succede una cosa del genere; è successa per l’assenza dall’aula dei governi occidentali, e anche qui ci sarebbe da capire se è stata solo una svista o se è stata una assenza tipo quella del PD quando si è approvato lo scudo fiscale – un modo per far passare, sotto sotto, una posizione che piace ma che non si può sostenere in pubblico senza perdere la faccia.

Comunque, la petizione è organizzata dalla Internet Society ed è qui: se volete, basta un clic.

[tags]internet governance, isoc, igf, nazioni unite, internet, rivoli, youtube, bruxelles, twitter[/tags]

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venerdì 17 Dicembre 2010, 13:12

Santorizzati

Stamattina, tra le altre cose, sono andato all’ufficio postale di via Marsigli a pagare i miei 216 euro di TARSU (tre mesi in ritardo sulla prima rata e tutti insieme per via di un lungo incontro con la burocrazia comunale di cui vi racconterò un’altra volta). L’ufficio postale ha un parcheggio che è sempre piuttosto pieno, e soprattutto che pare progettato da Escher: ha una forma piena di curve e slarghi vari.

Mentre uscivo e riprendevo la macchina, due persone nel parcheggio hanno cominciato a urlarsi contro: erano un tamarro con un’Audi nera e un nerd con una Bravo. Discutevano appunto per questioni di parcheggio, non perché mancasse il posto ma perchè uno aveva insistito a fare subito manovra senza far passare l’altro che doveva uscire, o qualcosa del genere.

La rivalità tra nerd e tamarri è storica, e di scazzi per strada ormai ce ne sono tanti, in una società sempre più frustrata; ma c’era qualcosa di questo scazzo che mi colpiva. I due non stavano venendo alle mani, e non si stavano nemmeno parlando direttamente: urlavano insulti rivolti all’altro, ma con una voce innaturalmente alta, e senza guardarsi. All’inizio esponevano ragioni, ma subito dopo passavano all’ingiuria; un po’ argomentavano, e un po’ cercavano di parlarsi sopra l’uno con l’altro. La scena mi sembrava familiare, ma perché?

Alla fine ci sono arrivato: era sostanzialmente la stessa scena che ho visto a forza ieri sera perché mezzo mondo la linkava su Facebook, quella di La Russa che da Santoro interrompe lo studente che parla; così come, praticamente, qualsiasi altra “discussione” politica che Santoro o i suoi simili abbiano mandato in onda negli ultimi dieci anni.

Le due persone in mezzo alla strada, insomma, non stavano discutendo per chiarire la situazione e nemmeno per sfogare la rabbia verso l’altro; si stavano semplicemente esibendo davanti al pubblico che popolava il parcheggio, con lo scopo di “vincere” il confronto e risultare più simpatici all’audience del momento, riducendo l’altro allo status di perdente.

Temo che questo modo di “discutere”, ripetuto all’infinito dalla televisione, sia penetrato in profondità; e che siano molto poche le persone che ormai affrontano un dibattito con lo scopo di comprendere le ragioni dell’altro e se possibile trovare una mediazione, avendo allo stesso tempo la sicurezza di credere nelle proprie idee anche quando il pubblico non le applaude. E in una situazione dove i conflitti sono destinati ad aumentare e dove sarà necessario far digerire varie verità impopolari, questo sarà un grosso problema.

[tags]discussione, televisione, santoro, società, conflitto[/tags]

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mercoledì 15 Dicembre 2010, 16:25

Che cosa facciamo stasera

Dopo l’abbuffata politicamente deludente di ieri, che cosa facciamo stasera? Quello che facciamo tutte le sere: non tentare di conquistare il mondo ma, più modestamente, tentare di migliorarlo un po’.

E’ con piacere dunque che posso annunciare la nascita del sito di In Movimento per Torino a Cinque Stelle, che poi è il nome che abbiamo dovuto dare al gruppo movimentista torinese in attesa che si concluda il periodo di certificazione delle liste. La situazione torinese, infatti, si è evoluta così: Beppe Grillo è venuto in città e ha parlato un po’ con tutti. Mentre ce lo scarrozzavamo alla manifestazione per l’acqua pubblica e a far legna a Chiomonte, abbiamo deciso insieme che il modo migliore di gestire la situazione era quello di seguire le normali regole del Movimento 5 Stelle per la certificazione delle liste.

In altre parole, noi – oltre a portare avanti tutte le attività in questione – abbiamo messo su il sito, definito i trenta candidati necessari, e cominciato a lavorare al programma: il sito infatti contiene un blog nel quale pubblicheremo un po’ di spunti di riflessione sui quali ascolteremo i vostri commenti. Se qualcun altro vuol fare lo stesso, ha tempo fino al 31 dicembre; dopodiché si valuterà ed eventualmente si chiameranno ad esprimersi gli iscritti torinesi alla piattaforma nazionale del Movimento.

(Se ancora non l’avete fatto vi consiglio di iscrivervi, non soltanto per votare ma perché da lì si ottiene la possibilità di discutere le proposte a livello nazionale e di rimanere informati su tutto quello che fa il Movimento; abbiamo anche preparato una bella pagina di istruzioni dettagliate.)

Nel frattempo, nessuno è autorizzato a presentarsi come “Movimento 5 Stelle Torino” o a usare il simbolo del movimento in congiunzione con la preparazione delle elezioni comunali; da qui il fatto di cambiare il nome fino a fine anno. Ci aspettiamo dunque che provvedano a farlo anche gli altri, se non sono troppo impegnati a mettere annunci sui siti di offerte di lavoro proponendo un posto di lavoro in politica pur di trovare qualcuno per raffazzonare una lista (sì, lo stanno facendo veramente…).

A me, personalmente, girano un po’ le scatole per una sola cosa: per via di poche persone stiamo sprecando un sacco di tempo e di energie. Il mio avversario non è il mio vicino di riunione, ma è chi gestisce questo Paese, che è anche troppo contento di vedere piccole invidie e ripicche infantili ostacolare il lavoro di tutti. Dopodiché, è naturale che in un gruppo ci sia anche qualcuno scontento; l’importante è che non si fermi tutto all’infinito. E infatti, noi nelle ultime settimane abbiamo potuto ricominciare a lavorare alacremente.

E se poi pensate che sono un cretino, mi manderete a stendere e finito lì…

[tags]movimento 5 stelle, torino, beppe grillo, elezioni comunali[/tags]

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martedì 14 Dicembre 2010, 15:52

La dimostrazione

Le vicende parlamentari di oggi sono solo normale anormalità; sono il segno di uno Stato che si sta sciogliendo come neve al sole. Non vale nemmeno la pena di entrare nelle vite di questi carneadi nominati da qualcun altro, scelti perché mediocri e vassallabili, che cambiano padrone in cambio del mutuo della casa; non mi interessa se la finiana Polidori, proprietaria del CEPU, è stata costretta a votare la fiducia per evitare che le segassero l’azienda, come dice Barbareschi; o se è vero quel che dice Calearo, che sotto sotto nel PD c’era gente che lo incitava a salvare il governo. Non mi sorprende la rissa nella coda per votare, come tra tamarri davanti alla discoteca, né mi scandalizza Scilipoti che dall’IDV va a votare la fiducia; al massimo mi scandalizza Di Pietro, che nel teatrino fa la parte dell’oppositore incorruttibile ma poi porta in Parlamento, da sempre, gente così in quantità industriale.

Quella di oggi è solo una mossa in una partita a scacchi; Berlusconi ha segato Fini e la possibilità di un ribaltone, ma non ha certo la forza per governare a lungo; o riesce a imbarcare Casini, o si andrà a votare a marzo, nel mezzo della crisi e col debito pubblico a rischio di collasso. Questo perché quando è toccato a lui muovere Berlusconi ha detto: meglio che muoia l’Italia piuttosto che sopravviva senza di me.

E allora non è questione di fiducia o no, è questione di cosa viene dopo, che altro Stato può esserci in questo sfascio. Il Movimento 5 Stelle è un tentativo di costruire una nuova classe dirigente, ma ci vuole molto, troppo tempo. Se ci saranno le elezioni saremo pronti, ma il problema del Movimento non sarà presentarsi e nemmeno prendere i voti necessari per entrare in Parlamento, il problema sarà come evitare di mandare in Parlamento uno Scilipoti, un Calearo.

Perché, se c’è una cosa che è dimostrata da quel che è successo oggi, è che tutta la retorica sul fatto che in politica conta il gruppo e le persone sono intercambiabili e irrilevanti è appunto retorica, perché, quando arriva uno con mezzo milione di euro in mano a offrirsi di pagarti una villa in cambio di un voto, non ci sono né accordi né programmi né gruppi che tengano: o hai un’etica e una forza personale che ti permettono di rifiutarli con un sorriso, o non ce le hai.

[tags]politica, fiducia, berlusconi, casini, fini, governo, crisi, corruzione, etica, movimento 5 stelle, elezioni[/tags]

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lunedì 13 Dicembre 2010, 11:50

La manata

Se una immagine vale più di mille parole, poche immagini secondo me sono più efficaci per esemplificare lo stato attuale dell’Italia di quelle del gol di Biancolino grazie a cui il Cosenza ieri pomeriggio ha espugnato il campo del Foggia. Il portiere rossonero para facilmente un cross innocuo e si appresta a rinviare, quando l’attaccante del Cosenza, notando che l’arbitro si è girato ed è di schiena mentre riprende a correre verso il centro del campo, tira una manata al pallone che sta tra le braccia del portiere; il pallone finisce per terra e l’attaccante può così tranquillamente infilarlo in porta. L’arbitro era girato e non ha visto niente, vede solo la palla che entra in rete e convalida il gol.

In campo è scattata la rissa (si vede anche nel servizio del TGR); tutti hanno chiesto a Biancolino di ammettere il fallo, ma lui ha risposto “chi, io? no no, tutto regolare”… salvo poi confessare a partita finita davanti ai giornalisti.

Molti commentatori sportivi hanno scritto che Biancolino “ha mestiere”, che è un “attaccante esperto”. Ma no: è semplicemente un ladro. Eppure anche i commenti della gente fanno cascare le braccia. Dal lato foggiano è un coro di “arbitraggio scandaloso”; eppure, è vero che ha sbagliato l’arbitro a fidarsi nel convalidare un gol che non aveva visto segnare, ma la colpa primaria non è dell’arbitro che deve far rispettare le regole, ma di chi le ha violate. Dal lato cosentino la partita viene riassunta così:

“Il Cosenza espugna lo Zaccheria e batte il Foggia per 1 a 2. con una doppietta di Biancolino, una delle quali contestate. Grande partita con tre occasioni da rete nitide per il Lupi mangiate al 15′ con Roselli, al 43′ Con Mazzeo, al 76′ con Mazzeo e al 93 con A. Fiore. contro l’unica del Foggia.”

A parte l’italiano un po’ così, una rete evidentemente irregolare diventa “contestata” (mai ammettere la colpa, in nessun caso) e comunque c’erano “tre occasioni da rete nitide”, come a dire che rubare un cellulare va bene se è un po’ che si provava a comprarlo senza riuscirci.

Non ci vuole una analisi di Rodotà (che pure, essendo la sua città, per il Cosenza tifa) per capire che il problema dell’Italia non è Berlusconi, ma il berlusconismo che ci è entrato nella testa, sdoganando quel carattere furbetto e arrogante che è sempre stato italico ma che una volta veniva controllato dalle convenzioni borghesi. Stiamo attenti, perché è dentro di noi, inculcato da un ventennio di disastro culturale, e cerca sempre disperatamente di uscire.

[tags]calcio, arbitro, foggia, cosenza, biancolino, furto, regole, berlusconi, rodotà[/tags]

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sabato 11 Dicembre 2010, 12:10

Rotolando per la via

Mentre noi arriviamo al massimo a scagliare souvenir, altri popoli più seri del nostro non si fanno problemi a tagliare la testa ai regnanti di turno. Non è dunque particolarmente strano che l’incauto avventurarsi del futuro re d’Inghilterra per la centralissima Regent Street sia stato salutato al grido di “tory scum” e “off with their heads” (che vuol dire proprio “tagliamogli la testa”).

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A ben sentire le grida si capisce che il tasso alcoolico dei partecipanti alla protesta era piuttosto elevato, cosa peraltro più che normale per la gioventù britannica. Eppure basta leggere le cronache della storia di Londra per sapere che le folle urlanti e incontrollate ne hanno caratterizzato la vita in ogni epoca; è un suo carattere precipuo.

Insomma, la famosa citazione di Thomas Jefferson “Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli” (sì è di Thomas Jefferson, non di V per Vendetta) non è mai stata così di attualità.

Certo, bisogna che il popolo in questione sappia farsi valere; speriamo tutti che l’attuale crisi della nostra società globale si possa risolvere senza drammi e senza decapitazioni, ma allo stesso tempo non c’è mai stato bisogno di protesta, piazza e indignazione come in questo periodo.

Tanto per cominciare, oggi pomeriggio saremo in giro per la piana di Susa per la parte italiana della giornata europea contro le grandi opere inutili (raduno dalle 14 all’autoporto, all’uscita dell’autostrada). Se questo non vi piace, comunque, ci sono tanti altri motivi per manifestare: dall’acqua pubblica alla corruzione in Parlamento. L’importante è non stare seduti lì a lamentarsi e basta…

[tags]londra, proteste, inghilterra, manifestazioni, jefferson, no tav[/tags]

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venerdì 10 Dicembre 2010, 19:43

Tony Troja in Magic Italy Tour

Sì, ieri sera è iniziato a Torino il tour di Tony Troja, nel senso che lo scarrozziamo in giro noi perché lui non guida. A dire il vero si narra che l’altro ieri sera vi sia stata una specie di prova generale in un circolo privato, con tanta gente semiubriaca che ballava e cantava, ma queste non sono cose che vi riguardino; del resto io ero in montagna e il mio cellulare non prendeva, con grande scorno di tutti quelli che mi volevano chiamare.

Ma ieri sera invece ero al Teatro Espace, dove Tony ha presentato il suo spettacolo: lui davanti ai suoi video pieni di facce di Berlusconi proiettate a dimensioni gigantesche e spesso anche un po’ inquietanti. Si ripete a Cuneo stasera e a Bussoleno domenica. Intanto, ecco qui una piccola selezione di ciò che vi siete persi.

[tags]tony troja, magic italy tour, berlusconi, pd, satira, musica[/tags]

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mercoledì 8 Dicembre 2010, 16:41

Il nuovo sicuro

Mi ha fatto molto ridere sentire ieri al telegiornale le dichiarazioni di Massimo Calearo, industriale veneto nominato in Parlamento da Veltroni in una delle sue peggiori crisi di invidia del pene capitalista e poi ovviamente scappato subito fuori dal PD e attualmente finito nel gruppo misto, quando gli hanno chiesto se avrebbe completato il salto del fosso votando tra una settimana la fiducia al governo Berlusconi, conscio del fatto che il nostro signore e padrone offre a questo giro una cifra tra i 300.000 e i 500.000 euro a chi, dopo tormentate riflessioni politiche, si schiererà dalla sua parte: ha risposto “non so, sto valutando, sono un imprenditore”. Da vero imprenditore, si è messo nella posizione migliore per approfittare della situazione di mercato; e da vero imprenditore italiano, non dubitiamo che le sue valutazioni porteranno alla ricerca del massimo profitto immediato.

Ma è un po’ tutta la sfilata della campagna acquisti di quest’anno ad aver assunto dimensioni leggendarie. Sembra quasi una campagna acquisti del Toro, con la differenza però che il Toro, dopo che per settimane i giornali danno per certi gli arrivi di Ronaldinho e Messi, si ritrova all’ultimo giorno a prendere un Di Cesare in prestito con diritto di riscatto. Finirà così anche la campagna di Berlusconi?

Per ora è tutto uno sfilare. Ci sono parlamentari mai visti né sentiti prima, che assurgono a dignità (?) di cronaca solo in queste occasioni, lasciando il destino del Paese nelle mani di un repubblicano o di un postdemocristiano di qualche genere. Si rivedono gruppi politici la cui memoria si era persa nel tempo: qualcuno si ricordava che esistessero ancora i radicali? Anche loro, da veri liberisti, son lì che trattano – pardon, “dialogano” – con Bersani e con Berlusconi per capire chi offre di più.

Ma il massimo di questi giorni – anzi il Massimo, con una mossa degna di un novello D’Alema – è stato il presunto “rottamatore” Renzi, sindaco di Firenze. Lui che vorrebbe tanto rappresentare il nuovo che avanza non ha trovato di meglio che andare a visitare Berlusconi ad Arcore proprio adesso. Si sa che – sempre, ma in particolare in questi giorni – Berlusconi non pensa ad altro che al bene del Paese e specialmente a quello delle regioni più rosse, per cui cosa c’è di strano se il sindaco di Firenze lo va a trovare? In fondo è un segnale chiaro: caro Silvio, non preoccuparti se i D’Alema e i Veltroni che ti hanno tenuto su per vent’anni ora sembrano un po’ in difficoltà, col loro partito che perde pezzi da tutte le parti; rottama con gioia l’usato sicuro, perché ci siamo qui noi nuovi leader, pronti a garantirti altri vent’anni di potere in cambio delle briciole della torta.

[tags]italia, berlusconi, crisi, democristiani, radicali, pd, calearo, renzi[/tags]

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