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sabato 20 Febbraio 2010, 10:40

Voto Pupo

Non capisco, davvero non capisco, questa cattiveria fedifraga che attraversa il Paese, che freme dalle Alpi alla Sicilia e si coagula in un solo punto, Sanremo, dove l’indegna gazzarra di un pubblico prezzolato e comunista si scatena regolarmente ogni volta contro l’Italia e i suoi simboli.

E’ proprio in un momento di crisi di valori (morali e borsistici) come questo, in balìa dei complotti plutocratici e massonico-giudaici dei banchieri internazionali, che l’Italia deve stringere a sé, al cuore, la propria bandiera; e riscoprire il coraggio, l’umiltà, la tenacia dei suoi avi che la fecero grande.

Italia amore mio è dunque patrimonio di tutti, e non di una parte sola; un patrimonio di tutti su cui nessun traditore della Patria può permettersi di gettar fango. E’ la storia di un umile ragazzo di Ginevra che, come tutti noi, sognava di poter ritornare in Italia durante i cinquant’anni di feroce occupazione sovietica che ne hanno segnato la storia; un ragazzo che sognava di stringere tra le braccia l’intero Paese, ed è vero, lo sognava in francese – “oui, ce soir je suis ici” – perché l’italiano non lo sapeva, ma era solo per colpa degli agenti del KGB che si infilavano di notte nella sua cameretta per distruggergli il dizionario. Eppure, la persecuzione di questo ragazzo continua, e non solo con i sondaggi pilotati dal regime. Pensateci: è da quando gli è stato concesso di entrare in Italia che i media parlano dell’immigrazione come di un grande problema!

Questa canzone è un grande atto d’amore, il termine e il culmine di una serie di capolavori come L’italiano di Toto Cutugno e Italia di Mino Reitano. E non si dica che non c’è valore artistico, dato che è eseguita anche da un grandissimo della musica come Pupo, un cantante che ha trionfato sui palcoscenici dei casinò di tutto il mondo; e dal tenore Canonici, l’ultimo di una serie di artisti classici di altissimo livello – Andrea Bocelli, Giovanni Allevi – che tengono alta la bandiera della musica italiana.

Ieri sera poi, per rinforzare il messaggio, al trio si è unito addirittura il commissario tecnico della nazionale di calcio, la quarta carica dello Stato dietro (nell’ordine) Berlusconi, Dio e il Papa; una persona innatamente simpatica, sempre al di sopra di ogni sospetto, grande difensore della giustizia e del lavoro, che ha violentato il suo religioso rispetto per le regole per denunciare coraggiosamente il complotto contro la Patria e per gridare in faccia alle sinistre il proprio amore per tutti noi. E come ha reagito il pubblico? Altri fischi, vergognosi, scandalosi, anche se sicuramente erano soltanto quattro gatti che una regia prezzolata ha voluto amplificare a dismisura.

Io, stasera, voto l’Italia; io, stasera, voto Pupo. Vedrete che vincerà; e se non vincerà ufficialmente, dato che la televisione in Italia è in mano ai comunisti, avrà vinto nei nostri cuori e nel nome di Dio.

P.S. Ho finito presto e ho tre quarti d’ora liberi, Ema per favore chiamami il papi che mi prenoti le puttane. Oh, non ci avrà mica dietro il fucile vero?

[tags]sanremo, musica, politica, festival, emanuele filiberto, savoia, pupo, lippi, dio, patria, famiglia[/tags]

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venerdì 19 Febbraio 2010, 18:57

Sembra facile

Scusate se oggi sono stato silente: sono impegnato ad inviare ad alcune centinaia di comuni del Piemonte, per e-mail o per fax, la richiesta per l’assegnazione di spazi sui tabelloni di propaganda elettorale, per conto di alcune associazioni che ci “fiancheggiano” (il termine tecnico-burocratico è questo).

Voi pensereste infatti che, automaticamente, ogni lista disponga del proprio spazio sui tabelloni, e invece no: sarebbe troppo semplice e impreciso, pertanto il legislatore italiano ha machiavellicamente previsto ogni caso possibile. Non è difatti ragionevole che oltre alle liste in lizza vi siano altri movimenti politici che non partecipano alle elezioni, ma che fremono dalla voglia di buttare dei soldi per propagandare questa o quell’altra lista? Certo che sì: dunque metà dei tabelloni sono riservati ai cosiddetti “fiancheggiatori”.

Ogni partito, dunque, si fa fiancheggiare da un certo numero di associazioni, e alcuni abbondano, perché la legge dice che in teoria ogni associazione dovrebbe avere un suo spazio: dunque la Lega esibisce il supporto di gruppi come l’Automobile Club Padano, l’Associazione Alpini Padani, l’Associazione Padaniambiente, l’Associazione Arte Nord, l’Associazione Federale Donne Padane e tanti altri, gruppi che naturalmente hanno tutti grandi scopi e grandi obiettivi nella vita, oltre a quello di incrementare lo spazio sui tabelloni. Ma anche gli altri partiti non demordono: c’è chi è fiancheggiato dall’Associazione Cattolici Motivati, chi dal giornale Notizie (chi di voi non legge Notizie?), chi dal Movimento Politico Azzurro Donna, e così via.

Alcuni comuni, preferendo il buon senso alla legge, decidono di dare comunque un solo spazio per lista; altri si piegano, e danno uno spazio per associazione, permettendo alla Lega di usufruire di metà del totale; nella media, ti dicono “ma sì, trovi due o tre associazioni che la sostengano e ci mandi la richiesta”.

E così, ho passato gli ultimi giorni a mettere in piedi un sistemino informatico per generare in automatico i moduli precompilati per ogni comune, associarli al giusto indirizzo di e-mail o di fax, inviarli… e naturalmente poi c’è il comune che si lamenta che vorrebbe un’altra formulazione, quello che non riesce ad aprire la mail (lì però è anche colpa di un magico bug di incompatibilità tra PHP e Postfix che ovviamente mi sono beccato sui denti), quello che ricevuta la mail vuole per forza un fax, quello che vuole assolutamente chiamarti sul cellulare per avere conferma che tu esista davvero, e così via. Considerate che i comuni piemontesi sono oltre milleduecento…

Speriamo che tutto questo sforzo venga premiato: presentare una lista su scala regionale, nonostante siamo in tanti a dedicarci ormai a tempo quasi pieno all’impresa, è una faccenda davvero complicata.

[tags]elezioni, propaganda, politica, manifesti, affissioni, comuni, burocrazia, php, postfix, bug, lega nord, movimento 5 stelle, beppe grillo[/tags]

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giovedì 18 Febbraio 2010, 10:21

Una notte di ordinaria follia

Pubblico abbastanza spesso qualche riassunto di ciò che accade in Valsusa, dato che ciò che scrivono i giornali è parziale e spesso edulcorato. Chi non è addentro alla vicenda della TAV, chi si limita a leggiucchiare i giornali, probabilmente penserà che sono impazzito anch’io e che sto diventando un estremista; la verità è che più si va avanti a rimuovere gli strati di menzogne e di coperture che pesano su tutta questa vicenda e più si sente l’esigenza impellente di far sapere agli altri ciò che accade davvero, mettendo insieme i tanti racconti individuali che trovate su Facebook, ormai l’unico media non censurato che abbiamo.

notav-17012010.jpg

Questa signora è uno dei pericolosi black bloc anarco-insurrezionalisti che ieri hanno provocato violenze e sono stati giustamente puniti a manganellate (così dicono La Stampa e la polizia). E’ di Villarfocchiardo, nota base del terrorismo internazionale. Ieri, insieme ad alcune centinaia di persone, era scesa in corteo dall’autoporto di Susa fino al luogo del sondaggio di Coldimosso, avviato ieri nel modo che già abbiamo raccontato (ora c’è anche un video); prima per la strada, poi per i boschi, per aggirare il blocco della statale già effettuato dalla polizia (e non dai manifestanti).

Il corteo era stato deciso in assemblea, con lo scopo di bloccare i lavori pacificamente, mettendosi tutti attorno alla trivella. Verso le 19 però la manifestazione viene accolta da un cordone di polizia, che presto comincia a caricare. In Italia le “cariche di alleggerimento”, in genere, funzionano così: i poliziotti corrono tutti in avanti e aspettano che qualcuno cada o inciampi, poi lo isolano, lo tengono a terra e lo picchiano in cinque o in dieci. Ieri, oltre alla signora, è capitato a un ragazzo di Torino, Simone, che ora è in prognosi riservata; inizialmente temevano che rimanesse paralizzato alle gambe, ma pare che abbia avuto una emorragia cerebrale e sia per questo in pericolo di vita. Naturalmente i giornali parlano anche di “due poliziotti feriti” che però nessuno ha visto.

Dopo la carica c’è sempre un momento in cui torna la calma; in questo momento qualcuno racconta di essersi sfogato con i poliziotti chiedendo il perché di un simile trattamento, e che qualcuno dall’altra parte della barricata abbia gridato “lo conosciamo”. Simone è un anarchico torinese e si sa che gli anarchici a Torino sono in lotta da anni, con tanto di sfogo del prefetto sul fatto di non riuscire a trovare abbastanza prove per farli finire in galera. E’ possibile che qualcuno dei poliziotti o dei loro capi, nella confusione di ieri, si sia voluto prendere qualche rivincita su Simone e sulla magistratura “buonista”; e l’hanno quasi ammazzato.

Tornata la calma, i poliziotti hanno cercato di portarsi via questo ragazzo verso chissà quale caserma o scuola Diaz del momento (ricordando che il capo delle operazioni di polizia in Valsusa è il vicequestore Spartaco Mortola, lo stesso del G8 di Genova), caricandolo su una normale barella, come se non fosse a rischio di paralisi; per fortuna sono stati fermati ed è arrivata una vera ambulanza, che lo ha portato all’ospedale di Susa. Mentre lo curavano, i poliziotti sono arrivati anche lì, per cercare di arrestarlo; sono stati mandati via dagli stessi medici.

Nel frattempo la valle è bloccata, questa volta dai manifestanti, concentrati presso lo svincolo dell’autostrada di Chianocco.

chianocco-17012010.jpg

Il blocco si apre solo per far passare l’ambulanza che porta il ferito alle Molinette. Anche lì, mentre è in terapia al pronto soccorso, arriva la Digos, entra dentro senza riguardo per i medici e per tutti gli altri malati, ma viene di nuovo cacciata. Arriva l’avvocato e il ferito viene portato in reparto.

In valle la tensione è altissima; una colonna di camionette viene bloccata sulla statale, a Bussoleno poco dopo mezzanotte ci sono altre cariche e altri lacrimogeni. Credo che queste immagini arrivino da lì:

A Torino, un gruppo di persone cerca di bloccare simbolicamente la distribuzione della prima edizione de La Stampa; il blocco dura un’oretta e poi si scioglie. Stamattina alle 11 ci sarà un presidio di protesta sotto la Rai in via Verdi.

Ciò che veramente bisogna fare però è astrarsi un attimo dal racconto degli scontri e pensare: perché? Da settimane, ci sono circa 2000 agenti che soggiornano negli alberghi della periferia ovest di Torino; ognuno di essi costa al contribuente circa 300 euro al giorno; il costo totale per le nostre tasche di questa buffonata dei sondaggi, solo in spese di polizia, è probabilmente tra i 10 e i 20 milioni di euro. Lo svantaggio è visibile: al di là di tutte le ragioni contro la Tav, questo progetto comporta una valle militarizzata – per vent’anni, se si volesse veramente fare l’opera -, feriti, tensioni. Che cosa può mai esserci di così importante nel progetto di questa ferrovia tanto da rendere tutto questo accettabile, a parte l’arricchimento di chi comanda?
[tags]torino, susa, valsusa, no tav, scontri, incidenti, polizia, giornali[/tags]

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mercoledì 17 Febbraio 2010, 13:15

Moncalieri a 5 Stelle

Un po’ in extremis, è partito in questi giorni il tentativo di presentare una lista civica a cinque stelle anche alle elezioni comunali di Moncalieri, una città che va alle urne in quanto la precedente amministrazione di centrosinistra si è sciolta come neve al sole dopo meno di due anni dal voto. Moncalieri è un’altra delle città calabre della cintura torinese, non molto dissimile in questo da Rivoli; e gran parte della campagna elettorale si è giocata sulle due coalizioni che si accusavano a vicenda di voler fare accordi con Francesco Fiumara, ex sindaco e potentato locale, ovviamente calabrese, che finora con i Moderati sosteneva il centrosinistra; che ha causato la crisi per divergenze programmatiche, ovviamente sul piano regolatore; e che ora potrebbe passare al centrodestra.

Noi, comunque, ci proviamo, sperando di portare un po’ di aria fresca in un clima politico così asfittico; a scanso di equivoci preciso subito che il candidato sindaco si chiama Giorgio Bertola ma non è mio parente, anche se sul Corriere di Moncalieri hanno pubblicato la mia foto al posto della sua. Sarà difficile raccogliere le duecento firme necessarie, visto che c’è soltanto più una settimana a disposizione, ma sarà possibile firmare in piazza nel fine settimana (qui il calendario, in evoluzione) oppure andando entro mercoledì prossimo all’ufficio elettorale del comune, che in questi giorni è aperto in settimana dalle 8,30 alle 18,30 e sabato e domenica dalle 9 alle 17. Mobilitate tutti i moncalieresi che conoscete!

Infine, segnalo che domenica Beppe Grillo sarà ancora in Piemonte, al mattino a Trino Vercellese per incontrare i lavoratori in lotta dello scandalo Omega-Phonemedia-Agile-Eutelia, poi alle 17 a Vercelli e alle 21 a Biella: qui tutti i dettagli. La provincia di Vercelli è l’unica dove non abbiamo ancora raccolto un numero sufficiente di firme, e abbiamo bisogno di grande affluenza per sperare di farcela anche lì. Sulla scheda ci saremo comunque nelle altre sette, ma sarebbe bello completare l’impresa ed esserci anche a Vercelli. Mobilitate; oppure venite anche solo a godervi un carnevale diverso.

[tags]politica, beppe grillo, movimento 5 stelle, elezioni regionali, elezioni comunali, moncalieri, rivoli, fiumara, meo, chiamparino, bertola, vercelli, trino, biella[/tags]

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mercoledì 17 Febbraio 2010, 12:17

Guardie e ladri (da capire chi è chi)

L’aggiornamento di stanotte dalla Valsusa:

Coldimosso, 17/02/2010
Questa volta è mancato poco. Molto poco, e il cantiere della trivella veniva occupato. Pensavano di nascondersi come sempre tra il buio della notte,il luogo improbabile dell’ennesimo sondaggio truffa e il blitz a sorpresa. Invece l’allarme parte in anticipo e già alle 23.30 il popolo valsusino è mobilitato. Alle 24.00 si individua la trivella appena posizionata ma ancora da montare. Il luogo è Coldimosso, tra Bussoleno e Susa, il sondaggio è l’S72. Dai presidi di S.Antonino e Susa partono decine di macchine che convergono sul luogo. Le forze dell’ordine sono prese alla sprovvista, sono ancora poche e mal posizionate, il primo posto di blocco sulla statale viene aggirato facilmente passando per i prati ghiacciati. Un attimo e un centinaio di persone si ritrovano con la trivella a meno di 10 metri e un unico cordone di poliziotti. A quel punto ecco che entra di scena il sanguinario vicequestore Spartaco Mortola (per sapere bene chi è, cosa ha fatto e che faccia ha, digitare su google il suo nome e cognome) che “a freddo” ordina ai suoi uomini di caricare. Per fortuna solo qualche contuso e tanta rabbia. Ma serve a poco, la gente non si sposta, rimane a far pressione e a vagare intorno al cantiere, mettendo in continua apprensione le forze dell’ordine.
Intanto, vista la situazione difficile in cui si trovano, chiudono completamente la SS24 e l’autostrada con più blocchi sia per le auto sia per chi arriva a piedi, impedendo così a molte persone di raggiungere il luogo della trivella. Partono presidi volanti davanti ai posti di blocco. I loro rinforzi invece arrivano e sono come sempre in numero spropositato. Ma, nonostante questo, per potersi garantire una via di fuga a loro e alla trivella, non possono far altro che tagliare con il cannello il guard-rail dell’autostrada e con la ruspa costruire sul momento uno svincolo “volante” contiguo al cantiere appena installato.
Bloccano le strade di mezza Valle di Susa, impediscono alle persone di muoversi liberamente, distruggono un guard-rail dell’autostrada e si fanno uno svincolo tutto per loro.
Il tutto per fare un sondaggio farsa di 30 metri.
E questi vogliono fare un opera con cantieri che durerebbero 20 anni…
…a sarà dura…ma sempre per loro!

[tags]valsusa, tav, no tav, trivelle, sondaggi, spartaco mortola[/tags]

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martedì 16 Febbraio 2010, 19:11

Ancora sulla giustizia

Oggi, nei commenti di Specchio dei Tempi, si discettava amabilmente dei bestemmioni di Buffon; e a questo proposito mi sento di dire che chiunque sarebbe un po’ nervoso, avendo il dubbio che la propria moglie Alena detta Sederova ceda alle lusinghe di Amauri, gobbo ex attaccante brasiliano ora attaccante italiano che però, essendo ormai improbabile la sua convocazione in maglia azzurra per i mondiali, potrebbe avere appunto individuato nella Repubblica Ceca la propria prossima nazionale d’elezione.

In mezzo a questo tran tran, è arrivato un messaggio scandalizzato a proposito della sentenza di soli 18 mesi (dunque niente carcere) per il bullo appena maggiorenne che lo scorso autunno sul bus della linea 75 picchiò senza apparente motivo un anziano, che morì poche ore dopo. Sulla Stampa non c’è traccia della notizia (sulla Stampa peraltro non c’è mai traccia di moltissime cose) ma c’è su CronacaQui, giornale notoriamente destrorso.

In realtà, la sentenza è solo l’inevitabile conseguenza della perizia medica svolta sull’anziano, che già aveva suscitato scalpore all’epoca. Secondo la perizia, la morte non sarebbe stata una conseguenza dei pugni, ma di una emorragia sviluppatasi “spontaneamente” qualche ora dopo. Dunque il ragazzo, che soffriva di crisi di rabbia ma non era in generale un violento o uno sbandato, avrebbe semplicemente picchiato un po’ l’anziano, provocandogli lesioni lievi; la morte sarebbe stata un accidente scorrelato.

Tecnicamente, la sentenza è ineccepibile; eppure è prevedibile una ondata di indignazione generale. Pare infatti difficile sostenere che l’emorragia, il malore e la morte siano indipendenti dall’essere stati violentemente aggrediti solo qualche ora prima; il corpo umano non è una macchina e l’agitazione, la tensione, lo spavento possono senz’altro mettere sotto stress l’intero organismo. In un momento in cui non passa giorno senza che si legga di aggressioni agli anziani (e quando non se ne legge è solo perché non va di moda parlarne) c’è una forte richiesta sociale di repressione verso queste situazioni; poco importano i tecnicismi, la società vuole un colpevole e vuole che paghi duramente.

Infatti, la concezione della giustizia come mezzo di prevenzione o di rieducazione interessa ormai poco; nella testa della maggior parte degli italiani, la giustizia è soltanto uno strumento di punizione e anche di vendetta. E dato che in Italia, sia numericamente che economicamente, gli anziani sono molto più “pesanti” dei giovani, è facile prevedere una grande attenzione, anche se di facciata, a questa richiesta di vendetta.

Alla fine, comunque, sono contento di non dover essere il giudice; perché davvero questa è una vicenda multiforme, dove la verità dei fatti è indefinibile, dove il rapporto tra causa ed effetto è sfuggevole; dove l’imputato può facilmente essere descritto come un mostro bruto ed assassino protetto dal buonismo delle istituzioni, ma anche come un ragazzo qualsiasi, tanto sfortunato da incappare in un anziano che muore per lo spavento di uno spintone o magari, come dicono i medici, nemmeno per quello.

Ammetto che, d’istinto, faccio fatica a non considerare questa persona come direttamente colpevole della morte che ha procurato, e resto anch’io molto perplesso da quest’esito giudiziario. Tuttavia, l’unica conclusione che si può veramente trarre è sulla vanità della pretesa degli uomini di fare giustizia. In fondo, chi siamo noi per giudicare?

[tags]torino, buffon, bestemmie, amauri, giustizia, bullismo, morte, vendetta[/tags]

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lunedì 15 Febbraio 2010, 16:56

Fisco ed emigrazione

È quasi impossibile fare un viaggio a Londra e non incontrare un buon numero di italiani; una volta erano quasi tutti turisti, ma adesso sono talmente tanti che si può toccare con mano l’ondata di emigrazione che c’è stata. In certi dipartimenti universitari di Londra ormai ci sono più italiani che indiani, ed è tutto dire.

Durante la nostra settimana ne abbiamo incontrati un paio; chi in Italia faceva il precario o il fotocopista in uno studio legale e a Londra è docente, chi in Italia non sarebbe mai entrato a un concorso di specializzazione in medicina causa mancanza di raccomandazione e a Londra è un affermato professionista conteso tra gli ospedali.

Proprio questo è stato un caso interessante; una persona emigrata da dieci anni, tanto di sinistra che in passato diceva “non potrei mai essere inglese, perché non vorrei mai essere suddito anziché cittadino”. E che ora sta facendo le pratiche per la cittadinanza, con tutta l’intenzione di stracciare il passaporto italiano.

Il motivo è banale, ma interessante: qualche mese fa, si è fatto vivo Tremonti. Il fisco italiano, infatti, ha scritto a questa persona segnalando che non era concepibile che da dieci anni non pagasse tasse, dunque l’intimazione era di pagare quanto prima 200.000 euro a forfait; in pratica, “dammi dei soldi e non ne parliamo più”. La persona è rimasta sbalordita, e ha replicato che ci doveva essere un errore, dato che da dieci anni era assunta a tempo indeterminato dal servizio sanitario inglese, ricevendo lo stipendio e pagando le tasse in Inghilterra, e che poteva produrre cedolini, tabulati di orari, bollette dell’abitazione, persino i biglietti aerei da cui si poteva dedurre che ritornava in Italia solo a Natale e per le vacanze: come avrebbe fatto ad avere un reddito da lavoro in Italia?

Purtroppo, però, il fisco italiano non funziona così. Al fisco italiano non interessa essere equo, interessa farsi dare dei soldi da quella parte del popolo italiano che è disposta a pagarli, dato che farseli dare dagli altri è una gran rottura di scatole. E’ ben più facile vessare gli onesti e i miti che inseguire i disonesti e gli aggressivi, no? Dunque, il massimo che può rispondere il fisco italiano è: “non ci interessa, lei deve pagare, al massimo se proprio non ha 200.000 euro” – e chi li ha? – “può darcene 100.000, 50.000, vediamo di trattare”.

Se non ci credete, vi raccomando di spendere dieci minuti a leggere questo blog, partendo dall’ultimo post in fondo e andando a ritroso (lasciate magari perdere il fatto che sponsorizza una petizione dell’UDC e che chiede donazioni in cambio di ulteriori informazioni…). Scoprirete così che anche in Italia, anche a fronte della crisi, l’unica risorsa del fisco è prendere a caso un po’ di persone che già pagano e far loro pagare di più, ingiustamente. Con tanto di tabelle con cui i solerti impiegati decidono qual è il minimo pizzo che possono accettare per non rispondere con la violenza, ad esempio con il famoso “fermo amministrativo dell’auto” – una misura che potrebbe aver senso se tutti gli evasori fossero veramente riccastri menefreghisti, ma che fatta verso chi è veramente in difficoltà finanziarie (e in questo periodo sono tanti) ha l’unico risultato di impedire di continuare il lavoro e dunque di rendere ancora più difficile il saldo dei debiti col fisco; e fatta verso gli onesti è semplicemente un modo di estorcere denaro a forza.

La conseguenza più odiosa di questi comportamenti del fisco però è un’altra: si prendono cittadini onesti e li si tormenta fino a che non potranno che odiare lo Stato, odiare l’Italia e provare il desiderio di abbandonarla al suo destino… nelle mani di quelli che non solo davvero evadono, ma che hanno abbastanza coperture da schivare qualsiasi controllo. E allora, forse sarebbe interessante studiare davvero le correlazioni statistiche tra comportamenti del fisco ed emigrazione.

[tags]italiani, emigrazione, londra, fisco, tasse, studi di settore, crisi[/tags]

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domenica 14 Febbraio 2010, 18:10

The one I love

Come i lettori più affezionati ricorderanno, sono stato un affezionato giocatore di Guitar Hero sin dal primo numero della serie; per un paio d’anni ho sviluppato le mie abilità chitarrinistiche in modo maniacale e semiprofessionistico, dopodiché mi è abbastanza passata la voglia.

Tuttavia, quando a Londra ho visto Guitar Hero IV (World Tour) – uscito ormai da un anno e mezzo – in offerta per otto sterline, mi son detto “perché no?”, soprattutto per due delle canzoni che contiene: Hotel California degli Eagles e The one I love dei REM. E così oggi – domenica pomeriggio, mezza giornata di riposo, rimasto solo in casa – l’ho aperto, l’ho messo dentro la PS3 e, esauriti i primi convenevoli, mi sono ritrovato a suonare a livello esperto questi due pezzi con grande godimento.

Se la prima canzone non ha bisogno di presentazioni, la seconda ha per me una storia tutta particolare. Intanto, è una delle canzoni più belle degli anni ’80, accompagnata da un video altrettanto bello.

E’ una canzone d’amore triste, un capolavoro di falso cinismo; l’intero testo è composto da una semplicissima lettera d’amore a una amata che è stata “lasciata indietro” e che viene ricordata come “un semplice gingillo per occupare il mio tempo” (il termine “prop” vuol dire “supporto” ma anche, in gergo cinematografico, uno dei finti elementi di cartone delle scenografie o un elemento di scena). L’ultima strofa cambia leggermente e dice all’amata perduta che adesso “un altro gingillo ha occupato il mio tempo”.

L’intera canzone è una specie di filastrocca che sottolinea la superficialità dei pensieri nel testo, eppure la musica triste dice tutto il contrario; e la situazione esplode letteralmente nel ritornello, dove Michael Stipe riesce solo a gridare “fire” e a farsi dilaniare dall’angoscia. La seconda volta, il grido finisce in un assolo perfetto – uno di quelli dove non puoi togliere o aggiungere neanche una nota – anche perché è, giustamente, rovesciato: invece di raggiungere il climax alla fine come tutti gli assoli, parte forte e poi si spegne senza speranza; la prima metà è in maggiore ed è suonata più forte mentre la seconda ritorna inevitabilmente nella sonorità minore di partenza.

Gli americani, che non capiscono, la suonano ai matrimoni (del resto gli americani sono convinti che Born in the U.S.A. di Springsteen sia una canzone patriottica; dev’essere che non sanno leggere). Io ci resto affezionato anche per via di uno strano episodio; ormai quattro anni fa, stavo passeggiando da solo e meditabondo per le vie di Te Anau, uno dei tanti posti meravigliosi della Nuova Zelanda. Percorrevo la strada sulla riva del lago, su cui si specchiavano gli alberi dalle foglie ormai gialle e rosse (era l’inizio di aprile, dunque autunno). D’improvviso a un incrocio, da una casa verso l’interno, qualcuno apre le finestre e sento uscire distintamente le note di The One I Love. Mi sono girato e ho fatto la foto, non alla casa ma a quella strada che partiva dal lago e all’immagine che la musica mi aveva spinto a vedere:

teanau.jpg

E’ forse strano che tutto questo discorso sia venuto fuori da sé il giorno di San Valentino. Ormai ho raggiunto un’età e una situazione in cui sono in pace con i sentimenti, ma la sensibilità è un bene che va conservato con cura.

[tags]musica, videogiochi, playstation, guitar hero, hotel california, the one I love, rem, nuova zelanda, te anau, san valentino, amore, sentimenti[/tags]

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sabato 13 Febbraio 2010, 19:17

Rispetto (2)

La nostra società è caratterizzata indubbiamente da una grande mancanza di rispetto per gli altri: come dicevamo già l’altro giorno, ormai dilaga l’idea che ognuno debba lottare per sé e che gli altri siano dei nemici da combattere o al massimo una risorsa da sfruttare.

C’è una categoria di mancanza di rispetto che io trovo particolarmente ripugnante ed è quella verso la morte. Non è una novità: ricordo il disgusto che provai nell’agosto del 2005 quando, dopo il terribile incidente aereo del volo Bari-Djerba, La Stampa occupò la metà alta della prima pagina con una foto a colori di cadaveri galleggianti nel mare. Avrà sicuramente venduto molto, ma fu con piacere che lessi di come l’allora neodirettore Anselmi fu costretto a scusarsi il giorno dopo.

Purtroppo le cose non hanno fatto che peggiorare; per esempio, c’è una famosa videogallery di Repubblica dove appare la testa mozzata di un bimbo palestinese. Ma quello che è successo oggi mi ha davvero scandalizzato: dopo l’incidente dell’atleta georgiano di slittino morto durante le prove delle Olimpiadi, il filmato integrale è stato mandato e rimandato in televisione in ogni occasione, compresa l’apertura dei telegiornali; con tanto di primi piani, moviole e persino qualche commento “ecco qui è dove va a sbattere”; una sorta di autopsia mediatica di massa ripetuta all’infinito.

Sulla spettacolarizzazione della morte, così come sulla presunzione/ossessione di invulnerabilità dell’uomo moderno, sono stati scritti interi volumi; ma è bene cercare, almeno noi, di non farci mai l’abitudine.

[tags]rispetto, morte, defunti, olimpiadi, vancouver 2010, georgia, slittino, incidenti[/tags]

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venerdì 12 Febbraio 2010, 12:48

Arrivano i Chiampabond

La Città di Torino (cioè voi stessi, anche se non lo sapevate) è lieta di invitarvi presso la “storica dimora dei banchieri Ceriana-Racca” per presentarvi i Chiampabond: la svendita del patrimonio immobiliare della città (quello che non è già stato svenduto). Tramite un regolare bando di gara – attenzione però, non un’asta al rialzo, ma un bando in cui l’offerta economica contava solo per metà – il compito di svendere è stato assegnato a due soggetti assolutamente sconosciuti e privi di agganci politici: Equiter (Intesa-Sanpaolo) e Pirelli RE (Tronchetti Provera).

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In pratica, gli immobili vengono venduti a un fondo di investimento immobiliare di cui in cambio il Comune di Torino possiede una fetta. Ecco due conti: stando al comunicato della stessa Equiter, il Comune di Torino vende al fondo diciotto immobili al prezzo di 131 milioni di euro, incassando subito e rimpinguando un po’ le sue anemiche casse; il 36% del fondo va a Tronchetti Provera, che lo paga 12 milioni di euro; dunque, immagino, il Comune e Intesa-Sanpaolo pagano cifre simili per ottenere quote simili (35% il Comune e 29% la banca).

Dove sta l’affare? Dipende dal valore degli immobili! Supponiamo che invece di 130 milioni ne valgano in realtà 200: il privato acquista per 12 milioni un terzo abbondante di una società che ha 200 milioni di patrimonio e 130 milioni di debiti contratti per iniziare; un terzo di 70 milioni fa quasi 25 milioni; l’investimento del privato è già raddoppiato. Solo i primi quattro immobili della lista fanno circa 23.000 metri quadri commerciali in pieno centro (piazza San Carlo, via Garibaldi, piazza Arbarello, corso Vittorio davanti al Valentino…); vogliamo ipotizzare, stando prudenti, 4000 euro al metro quadro? Fanno circa 90 milioni di euro solo per quelli. In lista ce ne sono poi altri quattordici, quasi tutti di pregio: ville in collina, interi complessi industriali…

Il comunicato parla di 80.000 metri quadri commerciali complessivi, ipotizzate voi un prezzo al metro quadro medio e fate la moltiplicazione; e contate anche che il Comune si è già impegnato a “trasferire” al fondo (è un eufemismo per “svendere”) immobili per altri 300 milioni di euro, a prezzi ignoti (ma stavolta non ci sarà nemmeno più la gara al rialzo…). Vorrei investire anch’io in un fondo di investimento del genere… peccato che sia chiuso: lo possono comprare solo loro.

Tra l’altro prendersi gli immobili del Comune è un bell’affare anche perché te li danno liberi, visto che se un normale piccolo proprietario si ritrova la casa occupata da un inquilino che non paga l’affitto deve attendere anni e prendersela in saccoccia, ma il Comune può mandare direttamente i carabinieri a sgomberarli la mattina dopo!

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