Libertà per gli ultrÃ
Probabilmente avete sentito parlare – ne avevo accennato anch’io – della storia di Sergio e Iacopo, due giovinotti degli Ultras Granata che, poco prima di Natale, si sono presentati nel negozio sociale in piazza Castello, pieno di clienti, per portarsi via un po’ di felpe e materiale vario, dopo (si dice) qualche ceffone e spintone alle commesse e a Carlo Testa, il gestore del negozio nonchè socio GG e noto conduttore di trasmissioni granata sulle reti locali. I due, ventenni o poco più, erano stati prontamente pescati dalla polizia a casa loro, si dice mentre, indossate le felpe rubate per calarsi nel ruolo, si stavano scatenando a battere i gobbi alla Playstation.
Subito dopo l’accaduto, nonostante l’abbondanza di testimoni oculari, tutti hanno cercato di minimizzare ed abbassare i toni; Carlo è sparito dal forum e si è prodotto in una petizione di clemenza, per quanto un po’ imbarazzata, nella sua trasmissione; gli ultras hanno fatto muro, fornendo una spiegazione secondo cui la consegna di materiale, destinato a regali natalizi, era stata concordata in precedenza con pagamento dilazionato, ma al negozio non lo sapevano per cui hanno fatto resistenza, al che i due giovinotti dalle maniere un po’ spicce hanno semplicemente perso la pazienza: insomma, un “malinteso”.
I due ragazzi sono stati arrestati e portati dritti in galera; nel frattempo, ad ogni partita del Toro la protesta è montata. Ad Ascoli c’era un grande striscione che ribadiva la tesi del malinteso; con l’Inter si è chiesto di entrare in ritardo in curva; a Parma gli striscioni dei gruppi erano montati a rovescio. Per la partita di oggi pomeriggio con l’Udinese, gli ultras hanno diramato un comunicato in cui annunciano lo svuotamento del secondo anello della curva Maratona e chiedono a tutti dieci minuti di sciopero del tifo.
All’epoca dei fatti, io ero stato piuttosto duro sulla cosa, nonostante le velate minacce che ogni tanto saltano fuori sul forum verso chi dissente dall’ala dura del tifo. Resto della stessa idea (e ci mancherebbe), cioè che andare a tirare due ceffoni a un signore di cinquant’anni per portargli via tre magliette è una azione indegna non solo tra persone normali ma anche nelle logiche ultrà , e che se quanto sopra è la verità , questi due ragazzi devono essere puniti come meritano.
Il problema, però, è proprio il merito: perchè non si capisce come mai questi due poveracci, oltre un mese dopo, siano ancora in galera. In Italia, la carcerazione preventiva è prevista dalla legge solo in una serie di situazioni specifiche: quando esista il pericolo di fuga, di ripetizione del reato, o di inquinamento delle prove. Mi pare onestamente molto difficile che si possa ravvisare una di queste tre situazioni nei confronti di questi due ragazzi. Mi pare invece più credibile che qualcuno, in Questura, si stia divertendo a fare il bullo con due giovanotti che a stare settimane in galera con dei criminali veri non hanno nulla da guadagnare.
Finchè stiamo a scherzare tra noi, possiamo anche tirar fuori il qualunquismo del “tutti dentro”. Quando però si passa all’amministrazione della giustizia, si ha il dovere di riconoscere a ogni cittadino i propri diritti, indipendentemente dal gruppo di appartenenza. Qui, invece, si scivola verso uno scenario in cui se sei terrorista, e poi se sei extracomunitario, e poi se sei ultras o sei notav o sei hacker o comunque fai parte di un gruppo non perfettamente allineato alle logiche della massa, lo Stato se la prende con te – mentre un Previti ci guarda sorridente dal suo superattico, e una Franzoni fa i soldi con le apparizioni in TV.
Credo insomma che, lasciando tutto il resto al futuro processo per il reato di cui sono accusati, adesso sia ora che questi due ragazzi tornino a casa. Almeno se vogliamo continuare a pretendere che siano loro gli incivili, e noi i civili.
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