Mistero
Ma perchè uno come Enrico Ruggeri, con tutte le cose belle che ha fatto nella vita, deve finire a condurre un orrido programma fintogiovane di terza serata, brutta copia dell’insopportabile Lucignolo, su Italia Uno?
Near a tree by a river
there's a hole in the ground
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mfp | Su SPID e carta d’identità elettronica |
Ma perchè uno come Enrico Ruggeri, con tutte le cose belle che ha fatto nella vita, deve finire a condurre un orrido programma fintogiovane di terza serata, brutta copia dell’insopportabile Lucignolo, su Italia Uno?
Un paio di settimane fa, l’azienda per cui ho lavorato nel 2006 mi ha pagato otto mesi di stipendi arretrati, più il venti per cento di IVA; come potete immaginare, è una bella sommetta. Io li ho tenuti un po’ lì, poi ci ho aggiunto la liquidità che mi restava dall’aver finalmente venduto un po’ di vecchie azioni, e venerdì, dall’Internet banking, ho trasferito il tutto sul mio Conto Arancio in attesa di decidere investimenti più seri.
Oggi comincio a ricevere mail e telefonate dalla mia banca, in cui mi avvisano che devono parlarmi urgentemente. Già penso che vogliano vendermi qualche fondo di liquidità , visto il bonifico di venerdì. Invece, li richiamo e la gentile signorina comincia con circospezione a farmi qualche domanda… a chiedere quali sono le mie fonti di reddito… e in particolare, “potrebbe spiegarci il motivo di quel consistente bonifico che arriva da un’azienda?”.
Gli spiego che è il mio stipendio, e allora di colpo la signorina si rasserena, e mi spiega che dalla centrale hanno dei meccanismi che individuano automaticamente movimenti sospetti di denaro tra più conti, specie quelli intestati a singoli individui come me. In più, c’è quel bonifico di importo elevato disposto via Internet… e naturalmente, arrivando da Internet, come ci si può fidare?
Per quest’ultima cosa, insomma, la signorina mi dice che dato l’importo hanno bisogno di una riprova, per sicurezza, in modo che io non possa contestare. E la riprova consiste nel far partire una conversazione a tre: io, lei e un risponditore che registra la conversazione. Una gentile voce sintetica mi recita un numero di ticket, e poi io recito il mio nome, cognome, data di nascita, numeri di conto, ABI, CAB e importo. Finito: finalmente il mio bonifico può partire.
Resto però stupito dall’efficienza antimafia (antinero?) della mia banca; e ho il sospetto che alla prossima fattura di importo elevato che transiterà sul mio conto, non potrò più presentarmi in filiale…
Ho passato dieci minuti di panico, non riuscendo più a montare le mie condivisioni remote (da Ernesto via Samba) sul mio portatile con Mac OS X. Ogni volta che provavo, ricevevo il seguente messaggio d’errore: “Non posso connettermi al server perchè il nome o la password non sono corretti.”
E così, mettendoci dentro il fatto che il server è appena stato installato e anche la quantomeno confusa gestione degli utenti di Samba, ho cominciato a bestemmiare: difatti, ho resettato (almeno credevo) la password delle condivisioni sul server, ma, dopo quel messaggio, Mac OS X non mi permetteva di inserire un nuovo username e una nuova password!
E’ solo dopo i suddetti dieci minuti di panico che mi sono accorto del problema fondamentale, ovvero che il server Samba era spento…
Insomma, quando ci si prova a connettere con un server che non risponde, il Finder di Mac OS X ti dice che hai sbagliato username e password… ma poi, a differenza di quel che accade quando li sbagli davvero, non ti chiede di inserirne di nuovi. Immagino che sia per qualche deviata elucubrazione di sicurezza di qualcuno, “così non puoi sapere se c’è un server acceso o no provando a montare una condivisione”… peccato che così sia io a non sapere cosa sta succedendo!