Ieri sera è ricominciato Annozero, con una scelta secondo me molto azzeccata: quella di parlare, nel giorno della festa della donna (categoria un tempo discriminata e ormai generalmente paritaria), dei diritti degli omosessuali. Santoro ha deciso di dedicare buona parte della puntata a far rivedere i filmati del Gay Pride romano del 2000, quello che scandalizzò i cattolici e scatenò oceanici cortei di protesta di Forza Nuova (erano quasi in duecento).
La cosa particolare, però, non è stata tanto la discussione, visto che tanto sappiamo tutti cosa pensare della contrapposizione tra il movimento degli omosessuali e la Chiesa Cattolica (“una lite tra froci”, come sarcasticamente ma a buon diritto la definiva uno degli intervistati). E’ stata invece la partecipazione dell’unico politico invitato, Clemente Mastella, che doveva rappresentare la posizione di compromesso del governo, ma che alla domanda di un giovane omosessuale, che gli chiedeva quale fosse il danno alla famiglia tradizionale causato dal riconoscimento di diritti alle coppie omosessuali, ha cominciato a dire che “non sono io o la legge a definire la famiglia come unione di un uomo e una donna, è il diritto naturale, che esiste a prescindere”. Alla terza o quarta volta che, invece di rispondere alle domande, ripeteva questa stronzata, Santoro è sbottato e gli ha detto con tono un po’ accalorato: “Ma scusi, in Germania, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, dove hanno i Pacs, non conoscono questo diritto naturale?”. Mastella si è un po’ irritato, ma la cosa è finita lì, e si è andati in pubblicità .
Tornati dopo lo spot, viene il turno di Vauro; e Santoro, dandogli la parola, fa la battuta “Ci dicono che questa è una trasmissione di comunisti, da oggi ci diranno che è una trasmissione di froci comunisti”. A quel punto, mentre le telecamere inquadrano Vauro, Mastella blatera qualcosa, fa l’indignato, si alza e se ne va.
Ecco, è proprio in quel momento, dopo due ore in cui, di fronte a problemi veri, drammatici, profondi di persone reali, la politica ha saputo soltanto lavarsene le mani, fornire risposte vaghe ed ipocrite, e generare irritazione crescente in chiunque assistesse, che la finta piazza televisiva si è fatta di colpo vera, e si è trasformata in un luogo di potere permanentemente okkupato, e insieme un po’ spaesato di fronte alla ritirata del nemico, e all’insperata liberazione del centro della scena.
Santoro, che per queste cose ha fiuto, è esploso: “Scusate, siccome sta succedendo un fatto, questa sera… quello che sta succedendo alla politica, l’arroganza della politica in questo paese, è i-nac-cet-ta-bi-le!” (Applauso) “Poi fate quello che volete, cacciateci… non ce ne frega niente! Dovete abituarvi a discutere con la gente! … E’ insopportabile questa concezione della politica, fatta tra l’altro da persone che non sanno di cosa parlano…”
E’ vero che, subito dopo, Vauro ha ripreso e ha fatto una battuta tremenda su come i vescovi siano i primi a fare outing, “vestiti così, più appariscenti delle drag queen”. E non è nemmeno la prima volta che un politico se ne va a metà trasmissione (vedi Berlusconi dall’Annunziata). Ma la sensazione è che si sia passata una soglia; che l’incomunicabilità tra potere e popolo, tra potere e giovani, stia facendo, abbia fatto un passo avanti.
E’ proprio questo genere di episodi che mi fa pensare che viviamo in un periodo di erosione carsica delle basi della convivenza sociale; poco visibile forse, ma che comincia a manifestare crepe ben apparenti. In un milione di rivoli diversi, in un milione di ambiti disparati, l’insoddisfazione tende a trasformarsi in rabbia sempre più palpabile verso chi ci (s)governa con menefreghismo, incompetenza e malafede.
Probabilmente aveva ragione Caselli, al TGR di ieri a pranzo, che parlando dei terroristi recentemente arrestati a Torino diceva che non c’è la minima possibilità che, come fu negli anni di piombo, questo torni ad essere un fenomeno di massa. Aveva ragione, ma solo perchè non è più quella la modalità della lotta, e quasi nessuno dei blandi, paurosi, viziati e introversi giovani di questa generazione avrebbe mai le palle di vivere in clandestinità o di sparare per un ideale (non che sia un male, intendiamoci).
Eppure, la disperazione e la mancanza di alternative rende aggressivo qualsiasi animale: mi riesce difficile credere che si possa ancora per molto assistere passivamente allo scempio che questa classe dirigente fa del nostro paese, senza che una quantità significativa di italiani si metta a spaccare tutto.
P.S. A Fantastico 7 (1986), Grillo disse la famosa battuta sui socialisti, con Craxi e Martelli in missione in Cina, e Martelli che chiede a Craxi “Ma se qui sono un miliardo e sono tutti socialisti, a chi rubano?”. Dopodichè, concluse il pezzo dicendo “Va bene, e con questa, ci vediamo a Fantastico 18!” Col senno di poi, aveva sbagliato per difetto, visto che saremmo a Fantastico 28 e Grillo in Rai non s’è ancora rivisto. Vediamo se Santoro resta.