Vergogne
L’altra sera ho visto in replica una puntata di Ballarò sulle pensioni.
Ora, l’argomento è complesso e meritevole di approfondimenti e distinzioni, ma c’è una cosa di tutte queste trasmissioni che non sopporto e insieme trovo insensata: che a discutere del tema si trovino regolarmente un gruppo di politici sessantenni, un sindacalista sessantenne e un industriale cinquantenne, ad analizzare le interviste agli operai cinquantenni di quello zoo per animali in via di estinzione (con tutto il rispetto per una vita di lavoro duro) che sono oggi le officine a Mirafiori. E’ logico che la conclusione è che non bisogna toccare niente, che gli attuali cinquantenni italiani si sono meritati baci abbracci e complimenti, e che anzi chi parla di allungare la vita lavorativa (da 57 a 60 anni di età ; in Germania l’hanno appena portata da 65 a 67 anni) e ridurre le pensioni è un porco sfruttatore.
Forse, se in queste trasmissioni ogni tanto ci fosse anche qualche trentenne, potrebbe dirgli la verità : che il fatto che una generazione che ha indebitato figli e nipoti per avere tutto gratis o quasi dallo Stato, che ha malgestito l’Italia fino allo sfascio che vediamo, e che condanna i giovani al precariato eterno pur di mantenere le proprie posizioni di potere, ora abbia ancora la faccia tosta di pretendere di andare in pensione dieci anni prima del resto dell’Europa e con una pensione ben superiore ai contributi versati, è una vergogna nazionale.
Pari soltanto alla vergogna che provo per il fatto che i giovani di oggi accettino tutto questo senza fiatare.