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domenica 19 Agosto 2007, 20:29

Energia

Oggi ho comprato l’ennesimo biglietto aereo di questa estate, da Easyjet. Dopo aver compilato tutti i dati, in mezzo ai vari extra che le compagnie low cost cercano regolarmente di venderti (tra cui uno sgradevole: 7.50 euro per poter pagare con la carta di credito…), ne ho trovato uno che ho subito aggiunto: la possibilità di compensare le 201 tonnellate di CO2 che rappresentano la mia quota parte di ciò che verrà prodotto dai miei voli.

In pratica, ho versato tre euro e ottantasette centesimi per supportare progetti di produzione di energia rinnovabile, come una centrale idroelettrica in Ecuador, per dire. Non so se la costruiranno mai, ma il problema è reale e noi siamo tra i paesi dove è meno sentito, se è vero che il primo filmato che Lufthansa ti mostra sugli intercontinentali, raggiunta la quota di crociera e prima di iniziare il programma di intrattenimento, è una lunga intervista con il suo amministratore delegato che giura e spergiura che loro fanno tutto il possibile per migliorare, che la quota di CO2 prodotta dai viaggi aerei è comunque ridotta – attorno al tre per cento del totale -, e che i viaggi aerei hanno dei vantaggi irrinunciabili (segue spot strappalacrime di mamme e bambini che si abbracciano in aeroporto).

Già qualche tempo fa, dopo il polpettone del Live Earth – che in sè era una esibizione di miliardari viziati che volavano attorno al mondo su jet privati per invitare noi a spegnere la luce in cucina, ma che almeno ha sollevato il problema -, mi ero messo a pacioccare con le configurazioni del mio server casalingo: con un’oretta avevo realizzato che bastavano un paio di cambiamenti nel BIOS perchè le ventole rallentassero automaticamente quando non ce n’era bisogno, e che esistevano i cpufreq tools perché la velocità della CPU si abbassasse quando il computer non faceva niente.

Altri suggerimenti sono banali ma da mettere in pratica: ad esempio abituarsi a staccare i caricatori dalle prese quando non sono in uso, o bollire solo l’acqua che serve, per la pasta o per il tè, e non tinozze intere.

Insomma, molto si può fare, e cominciare a impegnarsi per risparmiare un po’ – oltretutto, meno energia sprecata vuole anche dire bolletta più leggera – è qualcosa che dovremmo fare tutti.

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38 commenti a “Energia”

  1. sciasbat:

    Mah, per me la tua azione ha contribuito a due cose:
    – mandare avanti una politica energetica che forse solleva problemi giusti, ma di sicuro dà risposte che non faranno altro che peggiorarli o ritardarli, fino al punto in cui quando ce ne accorgeremo e dovremo prendere provvedimenti sarà troppo tardi;
    – in modo diretto (se la società che vende i buoni co2 è la sua) o in modo indiretto (cmq butti soldi in quella borsa) arricchisci uno dei peggiori ruffiani che ci sono in circolazione: Gore

    Infine pensaci, hai fatto la stessa cosa che direbbe di fare Grillo :P

  2. simonecaldana:

    Il punto non e’ l’energia, ma il riassorbimento del carbonio. Io do’ il mio contributo ingrassando.

  3. dariofox:

    Riguardo al tema ambientale sono piuttosto scettico, quasi caustico, dopo aver letto “Stato di paura” di Michael Crichton che seppellisce buona parte del buonismo ambientalista sotto una montagna di guano, il tutto condito con una meticolosa documentazione – che devo però verificare.

    Il romanzo non è il migliore dell’autore ma il tema ambientale è presentato in maniera efficace e sicuramente originale.

    Comunque dopo la lettura ne sono uscito distrutto nelle mie più antiche ed intime convizioni ambientaliste.

  4. Marco:

    A proposito dei caricatori, mi piacerebbe avere le prese nel muro come in Inghilterra, quelle che puoi spegnere.

  5. BlindWolf:

    sciasbat, non è detto che tutto quello che esce dalla bocca di Grillo sia sbagliato… inoltre Al Gore sarà un ruffiano (oltre al fatto di possedere una villa che consuma come un quartiere) ma personalmente ritengo peggiore un petroliere che non ratifica il protocollo di Kyoto.

    Staccare i caricatori non utilizzati? Certamente meglio che niente, ma il risparmio energetico risultante penso che sia ridicolo (si veda anche questo interessante documento: http://attivissimo.blogspot.com/2007/07/nerooogle-e-soci-promettono-risparmio.html ). Si risparmierebbe già di più sostituendo tutte le lampade ad incandescenza con quelle a fluorescenza. E comunque il grosso dei consumi è al di fuori delle mura domestiche. Nell’estate di 2 anni fa il primo ministro giapponese ha invitato gli uffici della sua nazione a spegnere i condizionatori ed a far lavorare gli impiegati senza la giacca addosso, dando lui per primo l’esempio.

  6. sciasbat:

    Simone: sai che alla fine lo restituirai tutto, a meno che tu ti
    BlindWolf: allora io sono peggiore :P Intanto, per incominciare, chiediti una cosa: che senso ha prendere dei provvedimenti strutturali per limitare l’immissione di carbonio da qui a cento anni quando il petrolio finirà tra meno di 50? Qualcuno, sta facendo un grosso buco nell’acqua ed io penso pure sapere chi: quelli che spacciano per verità scientifiche delle mere supposizioni parziali. Tutti prima di discutere dell’argomento dovrebbero mandare a memoria questo articolo di Dyson: http://www.edge.org/3rd_culture/dysonf07/dysonf07_index.html

  7. BlindWolf:

    1) il petrolio non finirà tra meno di 50 anni. Ne sono convinte molte persone più esperte di me su tale argomento.
    2) la CO2 non è emessa solo dal petrolio ed i suoi derivati, ma anche dal gas naturale, dal carbone e da qualunque altra cosa venga bruciata per produrre energia

    Sul riscaldamento globale certezze assolute non ce ne sono, ma ci sono ipotesi più probabili ed ipotesi meno probabili. Per un semplice calcolo delle probabilità preferisco le prime.

    Per quanto riguarda “Stato di paura”, ovviamente sono piovute su tale romanzo parecchie critiche dal mondo scientifico (rileggere comunque il paragrafo precedente)

    P.S.: comunque anche l’integralismo ecologista è dannoso e porta a conseguenze nefaste per la propria stessa causa. Un po’ di equilibrio, signori, e non iniziamo l’ennesima guerra santa tra fazioni di fanatici e/o corrotti.

  8. dariofox:

    Blindwolf: condivido l’evitare l’integralismo ma bisogna avere un atteggiamento chiaro e critico su problematiche che vengono impugnati spesso come certezze o dogmi (e le tematiche del riscalfdamento globale lo sono)

    Troppo spesso il tema ambientale è usato come leva sulle masse (occidentali e ricche ovviamente) per giustificare scelte che vanno a discapito dei paesi in via di sviluppo.

    Lancio una provocazione: che diritto abbiamo di imporre regole sulle emissioni a paesi dopo che noi per anni l’abbiamo violato godendone i benefici (favorendo ad esempio il nostrro sviluppo industriale)? E insinuo il dubbio sulla prima risposta facile “che lo si fa per il bene di TUTTA l’umanità”: cos’è il bene dell’umanità? Solo quello dei paesi già sviluppati?

    Sciasbat: ho letto l’articolo e ne condivido soprattutto l’approccio moderato e riflessivo

  9. vb:

    Le discussioni ad alto livello – scientifiche, economiche, politiche – sono per loro natura controverse, è logico che non ci siano conclusioni uniche e accettate da tutti. Ciò non toglie che, qualsiasi sia il livello di effettivo pericolo causato dagli sprechi energetici e dall’uso intensivo delle risorse, staccare il caricatore dopo l’uso sia certamente meglio che non staccarlo, sia per il pianeta che per le mie tasche. Per cui, mentre si va avanti a discutere, io nel frattempo lo stacco…

  10. BlindWolf:

    Ho provato a documentarmi un po’ di più.

    C’è un ente denominato “Intergovernmental Panel on Climate Change” che studia il fenomeno; l’ultimo report, del 2007, riporta che la probabilità che il riscaldamento sia provocato dai combustibili fossili sia di circa il 90% (comunque leggere: “c’è una probabilità del 10% che non lo sia”).

    Praticamente tutte le istituzioni scientifiche competenti concordano (con l’esclusione della American Association of Petroleum Geologists).

    Fino (almeno) al 2004, tutti (allora circa un migliaio) gli articoli scientifici sui cambiamenti del clima pubblicati nelle riviste di settore (quindi sottoposti a peer review) concordavano con questi temi.

    Ci sono ovviamente scienziati scettici: dato che l’esperimento non è facilmente riproducibile le prove non sono inconfutabili. Tuttavia il partito degli scettici è diviso in posizioni inconciliabili: c’è chi sostiene che il riscaldamento sia dovuto a fattori naturali e chi sostiene che il “riscaldamento globale” non esista proprio.

    Ovviamente l’IPCC può avere torto, ma ritorno al discorso delle probabilità.

    Politicamente come vanno le cose?

    Stando alle tue considerazioni, dariofox, mi aspetterei che la bandiera verde dell’ambientalismo fosse in mano agli USA per bloccare la rivoluzione industriale (basata sul carbone) indiana e cinese. Invece no. Praticamente tutto il terzo mondo ha ratificato Kyoto, a differenza di USA ed Australia.
    La tua provocazione comunque è interessante.

  11. sciasbat:

    Blindwolf, la scienza non funziona secondo principi democratici, altrimenti saremmo ancora lì con i principi aristotelici: erano tutti d’accordo. Inoltre quanto è autorevole l’IPCC? Se dice che è tutto a posto vanno a casa senza fondi (niente panico, niente soldi): anche se hanno scelto la maschera dei buoni, sono attaccabili per gli stessi motivi per cui attaccano gli studi finanziati dalle case petrolifere…

    Vb: finché ne fai un discorso economico ok, il primo a guadagnarci è chi spegne la luce, ma cercare di far aumentare i costi l’energia in modo dissennato come fanno i verdi a me pare tafazzico (vedi solare e eolico, che finché hanno bisogno di aiuti dello stato vuol dire che non sono pronte). Tra l’altro mi chiederei perché in italia la famiglia moratti è così vicina ai verdi… Io la risposta me la do facilmente: finché ci sarà qualcuno che osteggia l’unica alternativa spendibile nei prox 50 anni, ovvero il nucleare, la saras farà affari d’oro.

  12. dariofox:

    Ho provato a cercare sulla rete dati relativi alle temperature delle città negli anni – ad esempio di torino o altri luoghi.
    Qualcuno sa dove rivolgersi (spesso ho trovato siti con dati a pagamento o riservati)?

  13. sciasbat:

    I dati delle città tra l’altro sono i più controversi, in quanto non è ancora chiaro il peso delle isole di calore
    (prima degli ’70 sono le uniche misure dirette che abbiamo…)

  14. vb:

    Sciasbat ti può dare il link al blog in cui provano che i conteggi della NASA – che tiene i conti per le temperature in America, che mostravano un forte riscaldamento – erano sbagliati, e in realtà il riscaldamento di questi ultimi anni era dovuto al fatto che il loro algoritmo aveva un bug di tipo Y2K :-)

    Peraltro, questa serie di post e fotografie è impagabile: dimostra come moltissime delle stazioni ufficiali di misurazione delle temperature negli USA siano posizionate in modo assurdo – ad esempio, accerchiate dagli scarichi caldi degli impianti di condizionamento, o nel bel mezzo di un piazzale di asfalto rovente, o su uno svincolo dell’autostrada proprio davanti agli scarichi delle auto… Non sarà abbastanza per concludere che i dati sul riscaldamento globale sono falsi (anche perchè, se è vero che gli scarichi delle auto alterano la temperatura, è anche vero che ci sono scarichi delle auto ovunque, per cui forse la temperatura “media” degli Stati Uniti è proprio quella davanti agli scarichi delle auto…), ma certo qualche dubbio te lo fa venire.

  15. sciasbat:

    Beh riguardo il riscaldamento effettivamente c’è consenso, ma non ha molto senso parlare di consenso nei confronti di “misurazioni”. Al massimo puoi dire che sono manipolate, ma credo nessuno abbai interesse a farlo. Da qui in avanti la situazione è molto complessa, gli unici ad essere convinti di quel famoso “90%” sono i climatologi vicini agli enti governativi: ai politici non pare vero di avere un argomento in più su cui avere controllo (con conseguenti lobby, tangenti, voti…) e i climatologi sono ripagati da un fiume di soldi mai visto prima. Nel triangolo poi si aggiungono i giornalisti che amplificano il tutto, ma si tratta dei soliti fessi che non capiscono nulla e ripetono a pappagallo qualsiasi cosa sensazionalistica.
    Ma torniamo al famoso consenso: queste stazioni messe un po’ alla cazzo mettono dei dubbi sull’entità di questo riscaldamento (ed infatti i dati da satellite, lo cui storia è troppo breve però, confermano ma corregono verso il ribasso). Tra questi poi quelli che che dicono che la causa sia completamente atropica scendono di molto. Basta andare a chidere appunto a chi ha davanti una finestra storica un po’ più ampia (i geologi) e si scoprono cambiamenti più significativi e più repentini, spiegati ad esempio del ciclo dei carbonati nelle acque degli oceani. O basta chiedere a qualcuno con un orizzionte più ampio (gli astronomi) per scoprire che si è in una fase di picco millenario dell’attività solare e che pure su marte e giove fa più caldo di 50 anni fa, senza l’intervento delle nostre fabbriche, e che durante i due picchi precedenti, 1000 e 2000 anni fa, faceva ben più caldo di adesso, con la parte meridionale della Groenlandia coltivabile, le viti in tutto il nord europa e le alpi prive di ghiacci. Ma questa era gente che all’IPCC non c’era…

  16. sciasbat:

    Ah dimenticavo, il tizio della nasa responsabile dell’errore tipo Y2K è lo stesso che un anno fa strillava, andando a finire su tutti i giornali, perché l’amministrazione Bush censurava i suoi rapporti. Non che con questo avessero ragione a censurarlo, se ciò è avvenuto, ma la presunta censura non significa nemmeno che certi allarmi siano al 100% veri

  17. vb:

    A me comunque il fatto che il riscaldamento sia generato dall’uomo in parte minoritaria o maggioritaria interessa poco; i danni provocati dal riscaldamento sono enormi (partendo dai paesi sott’acqua…) e dato che sulla parte dovuta a fenomeni naturali non possiamo intervenire, a maggior ragione dobbiamo intervenire su quella di nostra competenza.

  18. Attila:

    A me quello che dà più fastidio sul protocollo di Kyoto è che rimane lettera morta anche tra chi lo ha sottoscritto, che sembra bearsene e per qualsiasi cosa succeda ha sempre buona la frase “io ho sottoscritto Kyoto”.

    Bene: Negli Stati Uniti (“cattivi e bastardi che non sottoscrivono Kyoto e continuano allegramente ad inquinare”) tutte le navi da trasporto (leggi soprattutto petroliere) e passeggeri devono per legge essere “a doppio scafo” (cioè avere una tecnologia e una resistenza che anche in condizioni difficili e quasi estreme non le faccia colare a picco o avere fuoriscite) e inoltre devono avere tutta una serie di strumenti di monitorazione delle “pulizie” dei serbatoi (cioè non possono farlo in mare, ma solo nei bacini di carenaggio attrezzati e devono dimostrarlo) sennò non possono avvicinarsi alle loro acque territoriali; in Europa non richiediamo niente di tutto questo… cosicchè riusciamo a stampare delle bellissime foto di cormorani imbrattati di liquami e diamo un sacco di lavoro ai volontari che vanno a pulire le spiagge e le rocce…

    Un altra cosa avete mai sentito l’espressione: un caldo record come non lo si registrava da 30-40-50-60 anni… per cui (se l’italiano non è lettera morta), vuol dire che 30-40-50-60 anni fa aveva fatto così caldo o di più… e c’era l’allarme clima anche in quel momento?

  19. sciasbat:

    vb, almeno due possibili errori:
    – se la parte umana è marginale non ha senso intervenire, se non addirittura dannoso: secondo molti malattie e fame fanno molti più danni di tutti quelli che qualche possono occorrere in qualche paese sott’acqua e i soldi buttati da una parte non vengono spesi dove magari servono di più
    – per ora l’innalzamento dei mari previsto non c’è stato e, proprio grazie al lieve riscaldamento dell’oceano, la massa di ghiacchio totale dell’antartide è in continuo aumento per via dell’aumento delle precipitazioni (i ghiacciai montani sono trascurabili, l’artide non conta perché è già in acqua e sulla Groenladia la questione della massa totale è aperta)

  20. sciasbat:

    Attila: infatti se vai a vedere la famosa serie della nasa con il baco y2k, una volta aggiustata, metà dei dieci anni più caldi sono negli anni ’30, ma allora era tutto normale :P

    Tra l’altro, sempre sul fattore umano e co2: non c’è neppure consenso che la co2 abbia degli effetti significativi come gas serra. Nell’altro famoso grafico che correla temperature e livelli di co2, nessuno sa spiegare perché in realtà la co2 sembra seguire e non precedere le temperature (altro piccolo fatto trascurato in sede ipcc): pare che qualcuno abbia fatto il classico errore dello scienziato dilettante che scambia una correlazione statistica con un rapporto di causa effetto, roba che in un qualsiasi peer review ieee basta per farti cassare l’articolo, ma i climatologi sono po’ più alla buona ;)

  21. dariofox:

    vb: nell’articolo (citato da sciasbat) di Dyson: http://www.edge.org/3rd_culture/dysonf07/dysonf07_index.html l’autore fa un commento divertente quando afferma che in fondo il riscaldamento globale potrebbe rinverdire il Sahara – alla fine del prossimo secolo saremo su delle zattere a cercare asilo in africa…

  22. MCP:

    I discorsi sul clima impazzito sono probabilmente gli stessi oggi come 100, come 200 o come 500 anni fa. Senza andare troppo indietro, c’e’ un bell’episodio di Blake&Mortimer, “SOS meteore”, che e’ di fine anni ’50 e descrive nei dettagli “eccezionali” ondate di maltempo (poi prende una piega fantascientifica, ma le prime pagine sembrano cronaca di oggi).

  23. BlindWolf:

    Un bel po’ di cose… (sia pro che contro)

    1) dubito che i governi siano felici che “ci sia un riscaldamento globale a causa dei gas serra”: essi dovranno sostenere notevoli spese per il cambiamento e l’eventuale incentivazione delle nuove tecnologie energetiche. In Italia il principale negazionista (nonostante non sia il suo campo) è lo scienziato più amato dai governi: Zichichi.

    2) la scienza non funziona “a maggioranza”. Vero. Ma in mancanza di verità assolute una maggioranza ha maggiore probabilità di essere dalla parte giusta (particolarmente in ambito scientifico, dove si spera che le persone siano più ragionevoli della media).

    3) Lo stesso Dyson ritiene che le cause antropiche siano significative, anche se meno di quanto stimato.

    4) Il ciclo di attività solare è in calo negli ultimi anni (e comunque si è tenuto conto anche di esso nei calcoli)

    5) Tra i tanti studi sul riscaldamento ci sono stati ovviamente anche errori grossolani, interpretazioni sbagliate, conclusioni errate. Non per questo occorre bollare tutto il lavoro di ricerca come “fregnacce” perchè ci fa comodo così.

    6) Lo schieramento degli oppositori è diviso in due partiti incompatibili tra di loro: chi nega che ci sia un riscaldamento e chi sostiene che le cause siano quasi esclusivamente naturali. Anzi, ce n’è addirittura un terzo: chi pensa che sia un bene.

    7) è comunque facile fare del sensazionalismo (specialmente sui mezzi di comunicazione), magari quando d’estate fa particolarmente caldo (e comunque 4 anni fa ha fatto molto più caldo di quest’anno)

    8) gli effetti del riscaldamento non sono solo “più caldo per tutti”. Se si fermasse la “corrente del Golfo” l’Inghilterrra diventerebbe fredda come la Norvegia.

    9) lasciamo perdere i cosiddetti “verdi” ed altri pseudo-ambientalisti. Gente che lascia carbone e petrolio e blocca i generatori eolici la dice lunga sulla propria competenza in fatto di ecologia.

    10) il nucleare in fase di produzione è scarsamente inquinante. Ma i costi e le problematiche dello smaltimento dei rifiuti sono notevoli.

    11) Energie alternative? Rubbia sta lavorando sul solare a concentrazione che sembra molto promettente anche come costi. Si doveva costruire una centrale a Siracusa, ma il famoso fisico è stato preso a calci nel sedere ed ora ci sta lavorando in Spagna.

    12 ma primo per importanza) Anche ridimensionando molto l’effetto dell’anidride carbonica e/o del riscaldamento globale stesso, con la combustione degli idrocarburi (con l’eccezione del gas naturale) e di altri materiali organici si producono gas e polveri altamente inquinanti. Inoltre i giacimenti di tali materiali si trovano in nazioni che causano gravi problemi politici. Questi due problemi, già da soli, sarebbero sufficienti per considerare un graduale abbandono dei combustibili fossili.

  24. sciasbat:

    12) è l’unico punto su cui siamo d’accordo, a parte 3, ma non è un punto su cui essere d’accordo o meno, si tratta solo di un parere di cui prendere atto ;)
    Dico solo due brevi cose sulle energie rinnovabili: la prima è in Germania hanno investito qualcosa 18 miliardi di euro per l’eolico, per installare l’equivalente in potenza di 10 centrali nucleare e dimostrare una sola cosa: che non possono fare a meno nemmeno di una centrale nucleare. Infatti sono già passati più di una volta nel giro di 24h da potenze prodotte pari al massimo a zero e viceversa, con impatti tremendi sulla rete distributiva (costi di gestione, alti prezzi di prenotazione energia per assorbire i buchi) e sui rendimenti delle altre centrali, che hanno bisogno di cicli costanti.
    La seconda riguarda il solare: in rapporto a cosa interessante? Fino a ieri eravamo a 10 volte i costi di qualsiasi altra fonte energetica, se li abbiamo dimezzati sì sono interessanti, ma rimaniamo a 5…
    Ah dimenticavo: il termine “negazionista” usato dalla propaganda verde la dice lunga sul pregiudizio e sul carattere puramente politico di certi giudizi “scientifici”. Inoltre non sono i governi ad essere felici, ma certi politici, alcuni che vedono un nuovo business, come Gore (sempre pratici sti americani), altri cui non sembra vero di trovare un’altra strada per ottenere un controllo della società di stampo marxista (i verdi europei)

  25. dariofox:

    Concordo il punto 12 in pieno… tuttavia l’abbandono dei combustibili fossili avverrà non appena il loro costo sarà proibitivo più che per considerazioni ambientaliste, politiche o mediche.
    Se l’uomo o meglio l’umanità decidesse di fare le scelte secondo questi criteri probabilmente avrebbe smesso anche di fare guerre (scelta dei governi) o di … fumare (scelta degli individui).
    Alla fine le scelte collettive ed individuali vengono operate quasi esclusivamente su base economica.

  26. BlindWolf:

    Forse ho usato il termine “negazionista” un po’ erroneamente; semplicemente intendevo “oppositore di questa teoria”.

    Il solare a concentrazione (da non confondere con il fotovoltaico) in California ha un costo di 10-12 centesimi di dollaro a kWh ed è prevista una discesa fino a 6 entro il 2020. (In Italia addirittura il più costoso fotovoltaico ha dal 2006 dei costi minori rispetto al costo commerciale dell’energia elettrica!). Inoltre le centrali ad energia solare a concentrazione possono permettere anche l’uso del gas naturale in caso di necessità (riducendo i costi degli sbalzi di produzione). Il limite del solare a concentrazione è che poche zone hanno sufficiente irradiazione per poterle usare con efficienza, ma tra queste c’è il sud Italia.

    @sciasbat: il business lo può fare il politico (ma principalmente quando governa) o l’imprenditore, ma non credo che si sia iniziato a parlare di “effetto serra” dagli anni ’80 (se ricordo bene) perchè Al Gore venisse fuori nel 2007. Che poi la questione inquinamento sia un grosso problema anche politico non lo metto in dubbio.
    Inoltre: nel frattempo la Germania ha aumentato la sua richiesta energetica e/o ha aumentato le espostazioni di energia, per questo non ha ancora rinunciato al nucleare; tuttavia ha previsto lo smantellamento totale delle centrali nucleari entro il 2020.

    @dariofox: concordo con te sul fatto che la scelta di una politica energetica si basi molto sulla sua convenienza economica. Sostanzialmente è quello che ho sostenuto fino ad ora in questa discussione.
    Ma facciamo una riflessione: quanto costa produrre energia?
    C’è il costo della materia prima.
    Il costo dello smaltimento della materia prima.
    Il costo di costruzione degli impianti.
    Il costo della manutenzione degli impianti.
    Il costo dello smantellamnento degli impianti.
    Il costo della ricerca nelle nuove tecnologie.
    I costi sociali dell’impianto: inquinamento, malattie, disagi alla popolazione, effetti sul turismo.
    I benefici sociali dell’impianto o della tecnologia (creazione di posti di lavoro diretti ed indiretti).
    Varie ed eventuali: intermittenza della produzione, probabilità e conseguenze di incidenti, variazioni del costo della materia prima (magari a causa di guerre), fattori macroeconomici (inflazione, prezzo del denaro).

    Molti di questi fattori sono di difficile valutazione ed è per questo che studi diversi danno risultati (anche volutamente) molto diversi. Se la scelta è politica, sarà fatta la scelta più conveniente dal punto di vista politico (spacciandola poi per maggior convenienza economica).

    P.S.: io non ho mai fumato non solo per motivi di salute ma anche perchè non mi va di spendere più di 4 euro per un pacchetto di sigarette…

  27. sciasbat:

    Se mi dici che il fotovoltaico in italia ha costi minori del prezzo commerciale dell’energia elettrica ti dico subito che dove l’hai letto hanno scritto una cazzata. Il costo attuale del fotovoltaico è tale che con l’enel che ti compra (per legge) l’energia a 10 volte il prezzo di mercato, tu ammortizzi l’impianto in non meno di 10 anni… (basta andarsi leggere i decreti e i costi degli impianti). Sul solare a concentrazione non sono informato, ma non vedo quali breakthrough tecnologici ci siano pututi essere rispetto agli anni 80 in cui l’enel lo sperimentò tra i primi nella centrale di Adrano (il problema non era tanto il costo, cmq non basso, quanto il fatto che lo spazio necessario era troppo, rendendolo di fatto inutilizzabile per un paese sovrapopolato come l’Italia). Inoltre se la fonte è la stessa del fotovolatico il dubbio sulla veridicità sale…

    Il termine negazionista è quello comunemente usato all’intero di certi ambienti, non mi stupisco che ormai sia di uso comune.
    Sulla germania non sei aggiornato: hanno previsto di cessare il nucleare entro il 2020 appena schroeder ed i verdi sono andati al governo. Adesso la posizione della germania è questa: cazzo non si può fare (e non c’erano dubbi), dobbiamo pensarci e intanto rimandiamo al 2030, poi si vedrà

  28. BlindWolf:

    Grid parity del fotovoltaico: http://en.wikipedia.org/wiki/Photovoltaic#Grid_parity ; vedere anche il paragrafo e la tabella appena sopra. Ovviamente essendo Wikipedia la fonte possono esserci errori.

  29. BlindWolf:

    Questo invece è l’articolo di Rubbia sul solare a concentrazione: http://www.iasfbo.inaf.it/rasta/data/rasta-2007-06-20-47867.pdf

    Per quanto riguarda il nucleare tedesco: non ho ancora trovato fonti sulla proroga al 2030, comunque già il termine del 2020 era più una morte di vecchiaia per le centrali che non una chiusura precoce. Prima o poi le centrali dovranno essere chiuse, occorre vedere se ne saranno costruite delle altre e con che tecnologie.

  30. sciasbat:

    Non mi stupirei fosse Pecoraro ad aver scritto quella pagina su wikipedia ;) Infatti il dato della grid parity è buttato lì senza troppe giustificazioni (senza contare che una rete di distribuzione basata su microproduzioni costerebbe molto di più, ordini di grandezza, senza garantire continuità servizio adeguate prob).
    Basta fare un giro su google e cercare chi vende pannelli. Sono pigro, ho preso il primo che ho trovato con i costi, quindi le cifre possono essere corrette di verso il basso, ma non credo in modo significativo. Il pannello più grande che hanno è da 140W e costa 730€. Ovvero circa 5200€ al KWh (http://www.elettronicashop.com/solarpanel_shop.htm), tralasciando tutti gli altri costi d’impianto. Secondo la tabella nella stessa pagina di wikipedia, con una insolazione media pari a quella italiana tale cifra non si ammortizza neppure in 40-50 anni… e, ripeto, se la tecnica forse applicata su larga scala potrebbe portare gravi conseguenze alla distribuzione.
    Adesso mi leggo Rubbia, che quando promulgava il nucleare era considerato un nobel bollito, poi dieci anni dopo, passando al solare s’è messo di nuovo a trovare fondi, guarda un po’.

  31. sciasbat:

    Ah bello, dall’articulo su Rubbia viene fuori una cosa interessante. Per legge chi produce energia con il solare a concentrazione si vede riconosciuta una tariffa di acquisto dell’energia dal getsore di rete di 0.21€ al KWh, che è quello che più o meno paga il consonsumatore finale in Italia adesso. Peccato solo che questo costo sia il doppio di quello al consumatore in Francia dove utilizzano il nucleare, ed in mezzo ci sono i costi distribuzione e gestione della rete. Risultato pratico: alle tasche del consumatore italiano facciamo pagare la propaganda di Pecoraro, l’Enel, continuerà dalla Francia e la nostra bolletta energetica continuerà a peggiorare…

  32. BlindWolf:

    Ho trovato anch’io la tabella di costi poco documentata, tuttavia prendendo per buona la validità della tabella l’Italia raggiunge la grid parity per due motivi messi insieme:
    1) ha molta irradiazione dal sole
    2) ha un costo commerciale dell’energia elettrica alto (solo la Danimarca in Europa paga di più, ma la Danimarca è molto meno soleggiata)
    Sia ben chiaro: una nazione non può andare avanti solo a fotovoltaico, ma è un aiuto per ridurre i consumi localmente (vedi Spagna, Germania, Svizzera…).

    Tale tabella può benissimo non avere un’affidabilità elevata (specialmente perchè non mi pare presa da una fonte “ufficiale”), ma non so se il calcolo “sciasbat” basato prendendo un pannello venduto al dettaglio sia migliore. Ma, rifacendo i conti: tale pannello costa 5200€ al kW (NON al kWh come hai scritto…), supponendo un prezzo dell’energia di 0.20€/kWh il costo vivo del pannello è ammortizzato in circa 26000 ore. Supponendo (e qui vado molto basso) una media di 4 ore di funzionamento al giorno sono circa 18 anni. Consideriamo inoltre che una maggiore diffusione di un prodotto ne riduce i prezzi.

    Rubbia: tolto il fatto che comunque è ancora favorevole al nucleare purchè di generazione più recente mi pare che adesso lavori in Spagna perchè il progetto in Sicilia gliel’hanno tolto. Mentre nuclearisti convinti come Regge e Veronesi non mi pare che siano senza fondi.

    Per quanto riguarda le sovvenzioni statali: mi auguro che il prezzo della tecnologia diventi sufficientemente basso da non renderle necessarie. Ma ritengo giusto che lo Stato incentivi una tecnologia pulita per due motivi:
    1) una nazione non deve pensare solo a far cassa ma anche (e soprattutto) al bene dei propri cittadini
    2) tecnologie “sporche” causano inquinamento e malattie e per lo Stato sono un costo, anche se più a lungo termine.
    Sei liberissimo di non condividere politicamente il concetto di sovvenzione (dai tuoi commenti in questo ed altri post si direbbe che le tue idee politiche siano molto diverse dalle mie), comunque sappi che negli USA il governo sovvenziona di un centesimo e mezzo l’energia nucleare…

    Inoltre l’alto prezzo dell’energia in Italia è anche dovuto al monopolio dell’energia stessa.

    Posso fare un riassunto prima di tornare ad attività più produttive?

    La nostra economia ed il nostro benessere (il costo della vita dipende moltissimo da tali sostanze) si basano molto sulla produzione di energia tramite combustione di materiali fossili. Ma tali materiali causano sempre più problemi.
    Inquinamento da gas, polveri ed areosol, scarti da smaltire, anidride carbonica che in maniera più o meno significativa causa “effetto serra”.
    Aumento dei prezzi a causa della maggiore richiesta di energia da parte delle nazioni emergenti e per problemi politici.
    Esaurimento a medio termine delle scorte.
    Problemi politici a causa della posizione delle scorte stesse.

    Si deve pensare ad uscirne fuori.
    Non sarà un cammino breve, ma apposta per questo bisogna allungare il passo. Se si dice “non mi muovo, perchè tanto non ci arriveremo mai” non ci arriveremo mai per davvero.
    La cosa peggiore è che probabilmente prima o poi ci dovremo rendere conto che il nostro benessere attuale l’abbiamo pagato troppo poco perchè parte del prezzo l’hanno pagato l’ambiente o altre popolazioni.
    Proviamo a risparmiare energia ed incrementiamo la produzione di energia pulita. I governi (quello italiano in primis) spesso vivono alla giornata ma noi dobbiamo pensare di avere un futuro, che per la prima volta potrebbe essere meno roseo del presente.

  33. sciasbat:

    mea culpa per KWh, per i conti che hai fatto sono sballati ;)
    1) non tieni conto della della rivalutazione del capitale (che è quello che frega), la tabella di wikipedia ne tiene conto e con quetsi costi vai oltre i 40-50 anni con costi al consumatore più bassi di quelli italiani.
    2) i 5200 sono solo per i pannalli, poi occorre inverter, installazione etc… che li fanno
    3) il termine di confronto non è il costo al consumatore (che è una grossa illusione), ma neppure quello di produzione, perché ci sono altri due fattori da considerare: il costi maggiori di distribuzione e quelli di impianto (è scorretto confrontare un impianto da 10MW solare con uno nucleare di uguale potenza, quello nucleare eroga sempre i il 90% della potenza massima, quello solare nel migliore dei casi il 20%, quindi visto che quella che conta è la potenza effettivamente disponibile per avere 10MW di solare, occorre installarne e pagarne 50 o più).

    Il punto 3, quello di cui nessuno tiene mai conto (ed in modo doloso), è quello che affossa il solare come sistema: per i piccoli impianti e le soluzioni in cui l’allacciamento alla rete di distribuzione è difficoltoso è un’ottima soluzione, adottato come sistema invece decuplica i costi, anche tenendo conto di tutte le possibili ecnomia dei prossimi anni. Tra l’altro c’è un altro fatto che forse è un mito: si dice che con la maggior diffusione si abbasseranno i costi per le solite economie di scala, ma non si tiene conto del fatto che il prezzo dipende molto dal silicio e che anche lui non è una risorsa infinita… e per avere percentuali significative di produzione solare ne occorre vermanete tanto.

  34. Alberto:

    Si possono fare discussioni infinite su ogni tema ma se facciamo il riassunto dei vari temi trattati e anche di temi qui non trattati dobbiamo dire:
    – negli anni 60 si scopre che i CFC distruggono l’ozono. Fino agli anni 80 lo si considera nulla di più di un inutile allarmismo poi si scopre il buco nell’ozono e si corre ai ripari.
    – il rischio che le emissioni di CO2 cambino il clima è noto dagli anni 30. Anche in questo caso si parla di inutile allarmismo finché non ci accorgiamo che il clima è cambiato davvero e allora corriamo ai ripari quando i ghiacciai sulle Alpi stanno già scomparendo.
    – negli anni 70 si diffonde la tecnologia nucleare. Molti cominciano a mettere in giro l’adesivo “Nucleare? No grazie” poi c’è Chernobyl e l’Italia mette al bando l’energia nuclare. Oggi nel 2007 ci stiamo ripensando quando gli altri paesi, che nel frattempo hanno avuto per anni energia nucleare a basso costo, riducono gli investimenti sul nucleare per destinarli ad altre forme di produzione energetica.
    – a partire dagli anni 90 si è diffusa la tecnologia fotovoltaica i cui costi, all’inizio considerati insostenibili, si sono ridotti a velocità così vertiginosa da trovarci oggi a discutere se i costi siano già oggi più bassi o meno dell’energia prodotta diversamente. Quando finalmente ci convinceremo che l’energia solare non è un pallino di Pecoraro Scanio, che può davvero costare di meno (magari considerando anche i costi ecologici che comunque qualcuno alla fine dovrà pagare), che non c’è la fregatura, probabilmente saremo riusciti ad essere anche lì gli ultimi arrivati.
    Non sarà che il problema più che di ambientalismo o anti-ambientalismo sia di scetticismo aprioristico e resistenza a novità e cambiamenti?
    Ciao

  35. .mau.:

    Ah, anche KLM scrive le stesse identiche cose di Lufthansa sulle emissioni di CO2: a quanto pare, si sono messi tutti d’accordo.

  36. BlindWolf:

    @sciasbat: apprezzo le tue ultime osservazioni (anche se non concordo al 100% su tutto) e noto con piacere che siamo tornati ad un tono civile. Comunque ritengo che il fotovoltaico sia più per un uso locale e distribuito che altro.

  37. lauretta:

    Hai perfettamente ragione la cura e il rispetto del consumo energetico dovrebbe essere più sentito.

  38. Non fate sapere che il fotovoltaico:

    Come tutte le cose, anche questa andrebbe sponsorizzata di più. Bella iniziativa della compagnia aerea, se succedeva 10 anni fa l’avrebbero accusata di essere una società di hippy…adesso invece..bene bene.
    Altra cosa da diffondere e che possiamo fare tutti è un impianto fotovoltaico, informatevi (google) gente, informatevi…

 
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