Calci nel sedere
È di oggi la notizia che Berlusconi e Fini, trovato l’accordo per una lista unica, hanno dato un calcio nel sedere a Casini. Dopo avergli chiesto pro forma se volesse entrare a rimorchio nella lista unica del centrodestra, pare che abbiano tutti concluso che non hanno alcuna voglia di continuare a convivere.
Questa mossa fa il paio con (e anzi è la conseguenza di) quella di Veltroni, che vuole portare il Partito Democratico alle elezioni in solitaria, senza più ricostituire l’Unione con la sinistra radical-conservatrice e con il vario sottobosco di centro di scuola mastelliana. Anche qui, nelle scorse settimane si sono sprecati i lamenti e le classiche accuse di “spaccare l’unità della sinistra”, a nascondere il fatto che tutti questi nanetti irritanti, infantili e sempre pronti ad anteporre il proprio interesse politico personale a quello dello Stato possono esistere solo se le formazioni più grandi li degnano di attenzione e se li tengono a bordo; altrimenti, sono destinati alla marginalità o alla sparizione.
E’ vero che i voti non fanno schifo a nessuno, per cui temo marce indietro, vista anche la pessima legge elettorale che ci siamo tenuti e che dà comunque alla “cosa bianca” e alla “cosa rossa” discrete possibilità di entrare in Parlamento da sole. Ma mi piacerebbe se questo fosse il risultato di un tacito e definitivo accordo tra Veltroni e Berlusconi, resisi conto che il Paese è sull’orlo della rivolta popolare, e che se non saranno loro a dare un calcio nel sedere ai vari Casini Mastella Pecoraro e Diliberto e a costruire delle coalizioni che abbiano quel minimo di coerenza e disciplina tale da permettere di governare, sarà il Paese a dare un calcio nel sedere a loro due (come ha fatto con Prodi, che, pur avendo passato la legislatura a fare il pompiere e la persona di buon senso, ne esce politicamente cadavere).
La scelta di Veltroni può avere un grosso impatto sul disilluso ma numeroso popolo di centrosinistra di buon senso; del resto io – concordando con i ragionamenti di una groupie del PD come Suzukimaruti – probabilmente lo voterò se si presenta da solo, mentre se si fosse ripresentato con Dini e Bertinotti avrei con decisione cagato sulla scheda. Non sarà abbastanza per vincere ed evitarci cinque anni di Berlusconi quater, ma, se fosse la volta in cui si riesce a tenere fuori dal Parlamento un po’ di nanetti di entrambi gli schieramenti o perlomeno a ridurli a macchiette folcloristiche senza alcun peso politico, sarebbe già una svolta storica.
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