Webdays
Oggi pomeriggio (al mattino ero impegnato) mi sono sparato la prima dose di happening internettaro, seguendo metà dei Webdays; che poi era un giorno solo, quindi avrebbero dovuto chiamarlo Webday e basta. All’inizio mi sono spaventato, visto che sono arrivato alle 14,10 e la sala era sostanzialmente deserta; del resto il posto non invoglia.
Il luogo infatti è il Circolo dei Lettori, a prima vista una delle cose più snob e pretenziose mai concepite da mente umana, situato in pieno centro, in un palazzo nobiliare con stucchi e marmi, presidiato da vari livelli di porte e uscieri; come a sottolineare il fatto che la lettura è soltanto per un’élite e che tutti gli altri sono dei porelli.
Comunque, verso le 14,45 si è raccolto un buon pubblico e inizia la prima sessione, moderata da Vittorio Pasteris e dedicata al rapporto tra Internet e giornalismo; la star è Anna Masera, responsabile della parte Internet della Stampa, che dimostra non solo di capire perfettamente i meccanismi, ma di aver ben presente di doverli pilotare. Forse avete sempre pensato che l’edizione web del quotidiano cittadino fosse un banale copia e incolla di una selezione di articoli, e invece no: ci sono sotto vari ragionamenti e studi, nonché l’osservazione, deprimente per gli stessi giornalisti, che qualsiasi articolo contenente la stringa “Franzoni” o l’immagine di mezzo culo – o entrambi contemporaneamente – raccoglie un diluvio di accessi che qualsiasi articolo vagamente serio si sogna.
La discussione poi si è concentrata sul ruolo dei giornali nell’era del web (sempre meno scrivere, sempre più validare, organizzare, commentare e approfondire) e su come cambi il ruolo del giornalista. Naturalmente, da commentatore fisso dei forum della Stampa, non mi sono risparmiato un intervento, suggerendo che forse dovrebbero cominciare a utilizzare anche le comunità e i forum cittadini come fonti di notizie, e a integrare nel giornale contenuti provenienti dai blog, che spesso sono di qualità uguale o maggiore di quella di molti articoli, e in più sono gratis. Ho capito che nel mondo del giornalismo ci sono ancora forti resistenze all’idea che un “dilettante” possa contribuire sullo stesso piano di un “professionista” (ah, i mondi degli ordini professionali…); eppure ormai la maggior parte del contenuto di un giornale arriva dalle agenzie o dai freelance… Comunque, l’atteggiamento della Masera era positivo; io spero che, per cominciare, rivedano presto quel macchinoso motore di forum e commenti e lo trasformino in qualcosa di più usabile.
La seconda sessione era invece dedicata al ruolo degli editori e al futuro del libro di fronte a Internet, e lì mi son sentito fuor d’acqua; tranne la moderatrice (tal Mafe De Baggis che credo sia una blogstar ma che non avevo mai conosciuto, e che è una donna davvero molto simpatica) gli altri, sia al tavolo che tra il pubblico, sembravano tirarsela tantissimo, con un tono da “io mi occupo di cultura, sai”; a un certo punto uno ha fatto un intervento ripetendo per tre volte una parola che suonava come “eritropoiesi” ma non era quella, visibilmente compiaciuto nell’usare un termine che nessuno potesse capire.
Ovviamente l’idea che il libro possa non dico essere superato, ma doversi adeguare ai tempi, era respinta con orrore. A un certo punto io non ho retto più, e ho puntualizzato un paio di cosette, cioè che il fatto che l’industria della musica stia andando a ramengo non è dovuto al non essersi difesi abbastanza dalle innovazioni tecnologiche, ma all’essersi difesi troppo; e che il fatto che ci siano dei fan che scrivono le proprie fanfiction con i personaggi di libri famosi senza pagare diritti d’autore è uno stimolo per il mercato, non certo un pericolo per le vendite, come dimostra il boom dei fumetti giapponesi. Lì l’editore mi ha risposto che le graphic novel sono un mercato trascurabile e che Gaiman è anche un autore di romanzi… evidentemente, vista la confusione che ha fatto, non ha mai visto un manga in vita sua.
Vabbe’, comunque è stato molto interessante; preludio al Barcamp di domani, in cui sto pensando di parlare anche di ICANN, anzi è il caso che mi prepari qualcosetta, anche se non si dovrebbe arrivar lì coi discorsi pronti (ma lo fanno tutti). Ci vediamo domani.
[tags]webdays, torinobarcamp2008, torino, circolo dei lettori, la stampa, giornalismo, editoria, libri, ebook[/tags]
23 Febbraio 2008, 07:49
Si sa che il blog dà la possibilità a chiunque di esprimersi, e questo è molto bello (ma molto bello), tuttavia ha anche un fortissimo limite, almeno in Italia: quello dell’eccessiva autoreferenzialità . Insomma i blogger se la cantano e se la suonano, infatti sono una continua citazione l’uno all’altro. Quando poi si chiamano per nome….
E’ questa convinzione di “far cultura” che li rende addirittura un po’ ridicoli: usare parole difficilissime per far vedere che si, loro hanno studiato, è la palese dimostrazione.
Quando i bloggers diventeranno vero strumento di critica e motore di trasparenza, allora saremo tutti più contenti: e non citatemi Grillo, perchè non è un esempio pertinente. Grillo era famoso già da prima e già da prima faceva il fustigatore dei costumi un po’ populista e anche qualunquista. Forse non tutti hanno l’età per ricordare, ma io si.
Il bello è partire dal basso per muovere le cose. I blog sono un’ottima occasione che non va sprecata in noiosi personalismi.
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23 Febbraio 2008, 12:10
Saluti dalla sala rossa!
23 Febbraio 2008, 12:46
Io sono a fianco della telecamera…
23 Febbraio 2008, 13:23
Ciao mamma!