Pro e contro
A Parigi ci sono tante cose che non vanno proprio bene.
Per esempio, la pulizia: rispetto a Parigi, Torino è una città svizzera. Qui ci sono mucchi di monnezza in ogni angolo, i cestini strabordano, i prati delle aiuole sono coperti di rimasugli anche in pieno centro, e in molte costruzioni è impossibile distinguere la polvere dalla vernice. Ho effettuato qualche misurazione, e il livello di sporcizia risulta essere attorno a 0,67-0,68 Nap (il Nap è l’unità di misura internazionale della sporcizia urbana; la scala va da 0 a 1 Nap = il livello di sporcizia di Napoli). Onestamente non me lo sarei mai aspettato.
Oppure, il traffico: noi ci lamentiamo dei nostri guidatori, ma anche qui le strisce è come se non esistessero, o ti butti oppure puoi aspettare a bordo strada delle ore e le auto continueranno tranquillamente a passare; in qualche caso ci sono persino auto che sfrecciano anche se tu hai il verde al semaforo pedonale.
Anche la metro è elegante ma poco funzionale; molto francese, un po’ come dicevamo giorni fa di CDG. A Londra, la metro è totalmente razionale: c’è una linea circolare che racchiude il centro, e poi ci sono linee che lo attraversano formando delle rette. Qui è tutto l’opposto: sembra che abbiano tracciato la rete buttando a caso un piatto di spaghetti sulla mappa di Parigi, e poi cercando di annodarli il più possibile, in modo che per andare da A a B il percorso sia almeno del 50% più lungo rispetto alla linea retta e comunque preveda almeno quattro curve a gomito in cui verrai scaraventato contro le pareti del vagone.
In più, le interconnessioni sono demenziali: sembra che, costruendo la rete, non si siano minimamente preoccupati di chi deve scendere da una linea e prenderne un’altra alla stessa fermata. In media, una coincidenza richiede almeno tre minuti buoni di cammino sotterraneo; quasi sempre vi sono scale a tradimento (le scale mobili sono una rarità assoluta e comunque per la metà sono fuori servizio), o meglio una curva, quattro gradini che ti costringono a prendere in braccio valigie e passeggini, venti metri di piano, altri quattro gradini, poi una curva e una scalinata nel verso opposto, e poi un varco di venti centimetri per uscire, che se hai una valigia devi buttarla in avanti e poi passare tu prima che i tornelli metallici si richiudano. In alcuni casi, la “stessa fermata” sta geograficamente ad almeno mezzo chilometro di distanza…
C’è però una cosa ottima: vicino al mio nuovo albergo, che sta in banlieue, c’è un supermercato automatizzato. In pratica, c’è una vetrina con qualche decina di prodotti; tu selezioni il numero, infili le monete, e un velocissimo ripiano robotizzato si sposta in verticale e in orizzontale fino a raggiungere il tuo oggetto, caricandolo poi come su un vassoio e portandotelo fuori senza minimamente scuoterlo. Abbiamo persino il filmatino da caricare su Youtube!
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