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venerdì 3 Ottobre 2008, 12:29

Votare con un dito

Da qualche giorno sta girando in rete l’anteprima dell’annuale puntata dell’orrore dei Simpson, che come tutti gli anni andrà in onda subito dopo Halloween, a inizio novembre, un paio di giorni prima delle presidenziali americane. Nel trailer, Homer prova a votare per il ticket democratico Baracca & Bidé, ma…

La cosa che colpisce non è tanto che si dia per scontato che anche stavolta, come in passate occasioni, i repubblicani possano “aggiustare” dei voti. E’ invece il fatto che, in America, diventi mainstream l’idea che il voto elettronico è quanto di più imbrogliabile ci possa essere. Questo è un tema su cui molti si sono scervellati, senza trovare grandi soluzioni: come si fa infatti ad accertare che il software che conta i voti non bari?

Su piccole dimensioni – ad esempio per elezioni associative – la soluzione trovata è stata quella di pubblicare al termine delle elezioni i singoli voti in maniera anonimizzata, associati a un codice noto solo al votante. In questo modo, ciascun votante può verificare che il proprio voto sia riportato correttamente, mentre tutti possono sommare i singoli voti e verificare i totali. Il problema, però, è che pochi si prendono la briga di verificare il proprio voto; inoltre, resta la possibilità per il sistema di aggiungere voti associati a chi non si è presentato alle urne, che molto difficilmente andrà a controllare che tra i voti pubblicati non compaia il proprio. Tutto questo diventa ancora più difficile su scala nazionale, con molti milioni di voti.

E’ comunque possibile prendere delle precauzioni; sicuramente il software dei sistemi di voto dovrebbe essere di tipo libero (ma poi come si può verificare che il software che gira nel singolo seggio sia lo stesso che è stato pubblicato?); anche avere ricevute cartacee rilasciate in privato dalla macchina al singolo elettore, o messe in un’urna per un successivo conteggio cartaceo, può aiutare.

Resta però il fatto che imbrogliare alle elezioni, con qualsiasi sistema, è piuttosto semplice per chiunque gestisca la macchina elettorale; di solito questa cosa viene passata sotto silenzio per non minare la fiducia delle persone nello Stato, ma a me piacerebbe sapere quanto spesso ciò sia davvero avvenuto.

[tags]elezioni, stati uniti, simpson[/tags]

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5 commenti a “Votare con un dito”

  1. Paolo Campegiani:

    Una volta ho visto una tesi di laurea in ingegneria informatica nella mia università, in cui questa cosa della verifica dei voti veniva risolta: in qualche magico modo che non ricordo affatto, ogni votante poteva avere la certezza che il proprio voto fosse stato computato nel totale. Il problema dei voti dei non votanti vale anche nel presente sistema, infatti è una buona regola non votare mai scheda bianca ma sempre annullarla.
    Ciò detto, un vantaggio di un sistema elettronico di voto è che i risultati si saprebbero in pochi minuti, ed è sempre stato che più passa il tempo prima che si conoscano e più è possibile che vengano alterati.

  2. D# AKA BlindWolf:

    (BTW ti hanno già segato il video…)

  3. Nick:

    Qui c’è ancora (almeno per ora)
    http://www.youtube.com/watch?v=1aBaX9GPSaQ

  4. D# AKA BlindWolf:

    Mi ha ricordato questo… http://www.youtube.com/watch?v=NuNgH16t_p8

  5. mfp:

    L’anno scorso ho incontrato un collega che aveva implementato un sistema di voto elettronico in una amministrazione trentina (non ricordo quale) e sosteneva che il sistema – ibrido carta/elettronica – era sicuro. Tuttavia non mi ha convinto… tant’e’ che ad obiezioni simili alle tue doveva fare pippa. Purtroppo non ricordo i dettagli.
    Per quanto mi riguarda fino alla crittografia quantistica il voto deve rimanere cartaceo. E ti diro’ di piu’ – e questo lo sai se hai letto “la mia costituzione” – che deve essere limitato a comunita’ piccole… perche’ in 250 ci si riunisce in un’aula magna, si vota e si hanno subito i risultati.

    D#, riguardo alla gag del confessionale… della serie: “quando arrivi alla comminazione della pena hai gia’ scontato i tuoi delitti”. Non e’ poi tanto diverso da ciò che accade tutti i giorni con il nostro sistema giudiziario…

 
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