Non votiamo Gramellini
Stamattina ero alla registrazione dell’ultima tribuna elettorale (vi prometto prossimamente un altro “dietro le quinte“) e alcuni candidati si dicevano l’un l’altro: hai visto Gramellini? Già , perché stamattina il Buongiorno è sceso in campo in modo piuttosto pesante: proponendo sulla prima pagina della Stampa l’astensionismo generalizzato alle elezioni provinciali.
E allora è forse il caso di dire alcune cose: la prima è che la Provincia si occupa di questioni vitali come la tutela dell’ambiente, la raccolta dei rifiuti, la pianificazione dei trasporti pubblici, le strade intercomunali, la formazione dei giovani, l’edilizia scolastica e altre ancora. Allora, sono onestamente stufo di andare a dibattiti di vario genere, cercando di parlare di energie rinnovabili, di progetti di sviluppo, di mobilità alternativa, di crisi e lavoro, e trovarmi invece continuamente di fronte alle domande sull’abolizione delle province, dovendo parlare sempre e solo di quello.
Certamente sono state create ultimamente molte province ridicole, da quelle sarde alla Batprovincia (Barletta-Andria-Trani), nate solo per creare “occupazione” di tipo clientelare e per sollecitare a fini elettorali gli orgogli di campanile. Eppure le competenze della Provincia sono quanto di più importante c’è per la nostra qualità della vita quotidiana, almeno al livello del Comune e sicuramente più della Regione.
E’ probabile che nel medio-lungo termine le province si possano abolire e questi compiti possano essere redistribuiti ad altri enti, anche se i Comuni sono chiaramente troppo piccoli per occuparsi da soli di viabilità extraurbana o di raccolta rifiuti, e qualche forma di aggregazione finirà per volerci comunque. Ma è altrettanto vero che queste attività non spariranno, che qualcuno se ne dovrà pur occupare; e che fino a che l’istituzione esiste, è importante che sia governata bene, nell’interesse dei cittadini, senza sprechi e senza mafie.
E’ ridicolo poi l’argomento secondo cui “se tanta gente si asterrà allora le aboliranno”. Ma veramente? I politici italiani? I vari partiti sarebbero solo contenti se nessuno andasse più a votare, perché avrebbero campo libero; perché basterebbero relativamente pochi voti manipolati per clientele o per organizzazione sul territorio a decidere le elezioni.
Anzi, credo che alcuni dei nostri poteri forti abbiano proprio questo in mente: rendere la gente talmente schifata dalla politica da spingerla a non votare più, anzi a criticare le stesse istituzioni democratiche e a chiederne a gran voce l’abolizione, magari per acclamare l’“uomo forte” del momento, che elimini tutti i maledetti politici… e la democrazia insieme a loro.
Fa specie che caschi in questa logica distorta e autolesionista pure Gramellini; e davvero rincuora vedere come nei commenti moltissimi lettori, forse la maggioranza, gli diano apertamente torto. Perché se le istituzioni sono gestite male la soluzione non è eliminarle, ma cambiare chi le gestisce; attivarsi dal basso e riportarle al loro stato originario, nelle mani e al servizio dei cittadini.
P.S. L’ultimo dibattito televisivo, con la mia presenza e quella di Claudia Porchietto, è invece stasera alle 21 su Telecity 7 Gold.
[tags]elezioni, politica, province, abolizione, enti inutili, gramellini, buongiorno, la stampa[/tags]