Ballottaggio e referendum
Mi avete chiesto in parecchi cosa voterò io al ballottaggio per le provinciali e ai referendum.
Intanto avrete saputo che Saitta, confermando la sua anima progressista, si è apparentato con l’UDC; del resto i loro programmi erano sostanzialmente uguali, grandi opere e grandi appalti ovunque. Ciò ha innanzi tutto offerto a quel poveretto di Emanuele Filiberto (trombatissimo candidato UDC alle Europee) l’ennesima occasione per rendersi ridicolo, dichiarando che i Savoia non avrebbero mai appoggiato un pericolosissimo comunista come Antonio, e che lui vota Porchietto; ci risulta che alle segreterie cittadine di PD e UDC se la siano fatta sotto.
Se mai, è chiaro che il PD, almeno in Piemonte, ha concluso la sua parabola di avvicinamento al suo padre spirituale, Ciriaco De Mita: ormai è chiaro come di sinistra lì dentro ci sia rimasto poco o nulla, anche perché la geniale decisione di piazzare tutti i candidati ex DS nei collegi di Torino nord, dove domina la Lega, ha fatto sì che la maggior parte dei consiglieri provinciali eletti nel PD siano di area Ratzinger (e qui ci stanno i complimenti al neo eletto Davide Fazzone, candidato PD nel collegio di casa mia nonché animatore della locale parrocchia e regista del Grease in cui ho suonato per anni: sappi però che se voti a favore dell’inceneritore… so dove abiti).
Ai meno esperti di politica può sorprendere che in una parabola del genere caschi anche la trionfante IDV di Di Pietro: questo perché probabilmente non avete ancora capito che una cosa è Di Pietro, una cosa il suo partito, che normalmente esprime a livello locale delle dirigenze francamente imbarazzanti, spesso colluse con affaristi di ogni genere, e comunque sempre pronte a vendere un rene per una qualsiasi poltrona di sottogoverno. Tutta la sceneggiata della grande e unica opposizione è riuscita a spostare voti dal PD all’IDV, con l’unico scopo di permettere all’IDV di chiedere più poltrone a tutti i livelli; certo non quello di rompere e sostenere idee realmente alternative al veltrusconismo dominante.
E il futuro non promette nulla di buono: un accordo del genere, probabilmente legato ad accordi economici sulla torta della TAV e su altre del genere, ha l’aria di essere un programma operativo anche per le prossime regionali e comunali. Del resto il Chiampa, sempre in anticipo sui tempi, ha già buttato fuori Rifondazione (anche a loro avrà detto “non mi servite più”?) e si appresta a viettizzare anche il Comune, con tanti auguri a chi non arriva a fine mese. Capite quindi che entrambe le alleanze, centrodestra o centrosinistra che sia, presentano lo stesso inguardabile programma e la stessa attitudine al maneggio del potere; francamente mi sembra impossibile votare per alcuna delle due, e nessuna delle due mi sembra qualificabile nemmeno come “meno peggio” dell’altra.
In questo quadretto si collocano i referendum, che sono un’altra squallida manovra; in pratica ne hanno messo uno sacrosanto ma irrilevante (il terzo, quello per impedire la candidatura in collegi multipli) come specchietto per noi allodole, per convincerci ad andare a votare anche gli altri due. L’effetto della vittoria del sì agli altri due referendum sarebbe che il partito più votato, fosse anche col 25%, otterrebbe il 55% dei seggi, naturalmente assegnati tramite liste bloccate decise dal partito, e senza poter esprimere preferenze. Pensate a un Parlamento fatto per il 55% dall’avvocato Ghedini: ecco, questo è ciò che ci attende se vinceranno i sì.
Naturalmente il PDL, che non può dire ufficialmente di essere a favore del sì perché se no arriva Bossi col fucile, spera in una vittoria del sì; in pratica, una vera propaganda per il sì la fa solo il PD, perché gli piace farsela mettere nel culo da Berlusconi. Ovviamente tutti i partiti minori invitano a non votare.
E così farò anch’io: me ne starò ben lontano dalle urne. Oppure, proprio volendo essere ligi, andrò alle urne, annullerò la scheda del ballottaggio (mi raccomando annullatela, se la lasciate bianca è possibile che qualche scrutatore ci faccia su una croce per errore), rifiuterò le schede dei primi due referendum, e ritirerò solo quella del terzo per votare sì… sperando che non trovino il modo di farmi risultare votante anche sui primi due referendum. Forse è proprio meglio andare al mare.
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