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venerdì 12 Giugno 2009, 19:23

L’uovo oggi

Ebbene sì, ci sono cascato anch’io: ieri pomeriggio, partendo per la montagna (perché un weekend lungo di sonno dopo la campagna elettorale era assolutamente necessario…), ho ricaricato lo storico telefonino TIM che uso solo per la connessione in remoto via cellulare, pensando “poi attivo l’offerta con l’SMS al 4916 subito prima di cominciare a usarlo”. E invece, mentre io dormivo Elena si è collegata pensando che l’offerta fosse già attiva: morale, oltre 12 euro di spesa per mandare due mail, e credito insufficiente per attivare l’offerta.

Stamattina quindi siamo scesi in paese, abbiamo ricaricato ulteriormente il cellulare e attivato l’offerta, e ora è tutto a posto e posso anche bloggare. Però quanto sopra non è successo solo a me; so di tanti altri a cui, pur scafati, è successo di dimenticarsi che l’offerta di turno era scaduta o non era ancora cominciata e di venire quindi prontamente ripuliti di tutto il credito disponibile o quasi, anche solo per scaricare due pagine. Sicuramente è calcolato: gli operatori sanno che prima o poi tutti si dimenticano o sbagliano, e lì fanno festa. Ma certo c’è da chiedersi quanto questo contribuisca alla mancata crescita di Internet in Italia: ricordiamo che siamo l’unico Paese europeo dove la penetrazione della rete ha smesso di aumentare.

Purtroppo questa è l’attitudine di tutte le grandi imprese italiane: invece di badare ad offrire sempre un prodotto concorrenziale al prezzo migliore possibile, la strategia è quella di cercare di gabbare il cliente ad ogni occasione, cercando nel contempo di garantirsi posizioni di monopolio o oligopolio (spesso grazie ad agganci politici ben oliati da propri contributi e sponsorizzazioni) in modo che tanto il cliente abbia poco da scegliere. Peccato che questa attitudine possa funzionare solo fino a che si vive in un mercato chiuso, controllato e maneggiabile: e infatti, appena vanno all’estero, le nostre aziende o cambiano strategia (arrivando a casi incredibili di prodotti italiani offerti agli stranieri a condizioni molto più vantaggiose di quelle riservate agli italiani, nonostante i costi di esportazione) o affondano senza ritegno. Sono pochi gli imprenditori italiani che riescono ancora a competere sul mercato globale, e in genere lo fanno nonostante il loro essere italiani, e pagando il pegno di venire marginalizzati sul mercato nazionale a favore di loro concorrenti meno bravi ma più ammanicati.

A penalizzarci, a spingerci senza ritorno nella crisi, è anche e soprattutto l’idea italiana che, in un modo o nell’altro, ci si possa sempre “arrangiare”; che l’organizzazione, la formazione, la competenza, la strategia, l’investimento a lungo termine, la cura per il cliente siano aspetti secondari del fare affari. Forse hanno ragione, visto che in un modo o nell’altro io continuo ad essere cliente di tante di queste aziende, anzi non sono nemmeno andato a lamentarmi (ho sbagliato io). Eppure, siamo ridotti a sperare che ci comprino gli stranieri: ci colonizzeranno, ma poi almeno sapranno come si tratta un cliente per costruire con lui un rapporto di lungo termine, invece che per pelarlo nell’immediato e poi si vedrà.

[tags]tim, cellulare, internet, telefonia, aziende, concorrenza[/tags]

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13 commenti a “L’uovo oggi”

  1. ff:

    Il primo vubbì “classic” non in grillo mode da tempo e torna ad essere un piacere.
    Sì, queste aziende campano perché siamo coglioni e non reagiamo. Il mio “conto” con TIM nella storia è di circa 100€ persi per modalità poco chiare di rinnovo. Ad esempio TIM non ti ricorda che un’offerta non viene rinnovata per mancanza di credito e con questo espediente, per un paio di volte, mi ha svuotato di una cinquantina di euro…
    Come fesso però ho sempre rinnovato, fino a quando non ho notato che TIM ti disabilita automaticamente la possibilità di parlare con operatore quando vai sottozero (ovvero quando c’è un problema serio). A quel punto, per la mancanza assoluta di rispetto con il cliente (non mi vuole parlare se non ci sono i soldi) ho giurato “mai più TIM” e, sino ad ora, l’ho rispettato.

  2. FRANK:

    Sfortunatamente le aziende straniere, una volta arrivate in “magic italy”, si adeguano al mercato.
    FRANK

  3. mavalà:

    Mi sembra, un po’, la sagra della banalità nel senso che non dimostri di saperne molto di come funziona Telecom Italia. O di come non funziona. Non puoi partire da una tua dimenticanza per fare teorizzazioni senza senso. Non si può parlare di qualunque cosa senza essere preparati. Il debito che si porta appresso Telecom Italia dopo la privatizzazione è un macigno che pesa sull’azienda. Oggi si discute di scorporare la rete per far cassa (come se una madre vendesse il proprio figlio perchè non può mantenerlo). Di lanciare l’IPTV al tempo di Berlusconi. Di staccarsi dal controllo degli spagnoli di Telefonica. La tua ricarica incide come un granello di sabbia in tutto questo. E comunque è una tua dimenticanza. Le strategie non si basano sulle dimenticanze.

  4. for those...:

    @mavalà: se hanno tutto ‘sto debito, magari potrebbero operare in regime di austerità ed evitare di spendere milioni di euro all’anno in spot televisivi, milioni di euro all’anno in compensi ai propri managers.
    certo che se gli spot vengono pagati all’azienda del capo del governo per ottenere in cambio favori sarà dura invertire il trend…

  5. .mau.:

    @ff: pensa che io i soldi coi telefonini li ho persi con wind e vodafone :-)

  6. vb:

    .mau.: Infatti il problema non è certo solo di TIM (altrimenti avrei semplicemente cambiato operatore… del resto per il cellulare “normale” io ho Vodafone), ma dell’oligopolio con l’accordo di tutti gli operatori, che pare essere il normale modo di porsi sul mercato in Italia nella maggior parte dei settori.

    mavalà: Eppure gli operatori telefonici mi sembrano noti per spillare soldi ai loro clienti nei modi più assurdi e scorretti (vogliamo parlare del “compra una suoneria*” dove l’asterisco corrisponde a “e ti iscrivi automaticamente a un abbonamento da 3-5-10 euro la settimana che puoi disdire solo con modalità complicatissime che peraltro non funzionano mai per ‘problemi tecnici'”? e poi gli operatori se ne lavano le mani dicendo “sì ma sono fornitori terzi”, peccato che questi fornitori terzi siano quasi tutte aziende di cui sono soci i manager degli operatori o che fanno dei bei regali ai manager degli operatori…).

    FF: Ma come fai a essere cosciente di come in Italia chiunque abbia un minimo di potere di qualsiasi genere miri a fregarti, e allo stesso tempo a sostenere che Grillo è un cretino? (non è detto che uno debba concordare sempre con Grillo, ma almeno capire che certe reazioni “antisistema” sono giustificate dalla realtà italiana…)

  7. mavalà:

    non sono un ingenuo e non devi convincermi di nulla. Sto dicendo che approcciare il problema da una ricarica mal usata senza conoscere la storia di quella società è un po’ approssimativo. E non è neanche giusto secondo me approcciare il problema dicendo “quanto è brutta l’Italia” e “come sono cattivi i manager”.

  8. ff:

    @.mau.: con vodafone non ne ho persi perché non l’ho mai usata ;) wind ha una cosa che apprezzo, oltre a delle promozioni internet adatte a mail messagiing / piccola navigazione su cellulare: per ogni cosa che viene fatta o non fatta ti manda un sms, così hai sempre tutto sotto controllo. Cmq quello che mi ha fatto saltare la mosca al naso non è la fregatura, quanto il rapporto con il cliente: gli espedienti per non parlarti assieme quando c’è un problema ti fanno fuggire (una volta mi hanno causato un casino non da poco, non scendo nei dettagli)

    @vb: è un discorso molto più lungo di un commento di un blog, ma ci sono un paio di precisazioni che vale la pena di fare:
    – non reputo grillo un cretino, ma un ciarlatano, che sono due cose ben differenti: ci sono ciarlatani bravissimi e questi sono i più pericolosi [1]
    – il fatto che ci sia un malessere comune non vuole dire pensarla allo stesso modo; in alcune cose partiamo dalla comune diagnosi di cancro, ma poi da una parte vedo che qualcuno lo cura con cure omeopatiche e dall’altra si usa la radioterapia (non ci sono riferimenti diretti a nulla è solo un esempio per dimostrare che se c’è un problema ci sono soluzioni giuste e altre sbagliate che uccidono il paziente).

    [1] Per prima cosa bisogna stare molto attenti nel lanciare allarmi: la storia delle lastre radiottive al poli per me abbassa la credibilità generale di chi l’ha portata avanti. Le stesse persone sono quelle che mi lanciano allarmi sugli inceneritori. Qui ho molta meno competenza per poter giudicare, ma posso fidarmi di chi lancia tanti al lupo al lupo ingiustificati? Tu stesso in un tuo vecchio post dal titolo “grillo ci hai rotto i coglioni” dicevi che occorre innanzi tutto iniziare a capire che le cose funzionano in certo modo per una serie di ragioni e prima di demolire tutto occorre riconoscerle. Ricordatelo e romperò un po’ meno spesso le scatole ;)

  9. simonecaldana:

    ff: tu voti quelli (non gli unici, per carità) che il cancro l’han fanno venire, eh.

  10. vb:

    FF: Sì ma io non posso conoscere tutto; se non pongo un problema attirando l’attenzione, come faccio a capirne di più? Io non so se un cantiere nelle condizioni di quello della metro, con il materiale conservato alla cavolo e con la capacità di generare un incidente che ha mandato gli abitanti circostanti in ospedale con un principio di avvelenamento, sia a norma o no. In teoria uno dovrebbe confidare sulla sorveglianza delle autorità competenti, ma in uno Stato in cui le autorità competenti sono spesso negligenti, incapaci o direttamente corrotte, come faccio a fidarmi? L’unica è proporre le immagini e chiedere commenti al pubblico sperando di trovare qualcuno che ne capisce di più. Non mi sembra sbagliato pretendere spiegazioni pubbliche su come vengono effettuati lavori pubblici dal costo esagerato e con potenziale pericolosità, no?

  11. ff:

    @vb no, non è sbagliato controllare, anche se come azione è meglio rompere le scatole a chi non controlla anziché ad ogni singolo potenziale trasgressore, a meno che tu non voglia fare striscia la notizia 2 (più effetto mediatico, ma meno efficace).

    Sul “non posso sapere tutto” invece non sono d’accordo: se vuoi fare l’amministratore devi sapere e se non sai ti affidi ad esperti fidati; “denunciare” il problema per sapere crea solo rumore e abbassa la credibilità (non potendo neppure io sapere tutto, dove non ho elementi tendo a diffidare di chi ha una lunga storia di denunce a vuoto)

  12. MailMaster C.:

    A proposito di Telecom, giusto stasera ho avuto una piccola soddisfazione: “Buonasera, chiamo dall’ufficio marketing di Telecom…” “Non voglio avere niente a che fare con Telecom, addio”. Sono rimasto in attesa, ma non ha nemmeno provato a ribattere, ha chiuso la chiamata.
    Sono le piccole gioie che ripagano una giornata pensantuccia… :)))

    Mandi

  13. Andrew:

    @MailMaster C.: probabilmente hai parlato con un call-center il cui operatore stava facendo un opt-out come da contratto con $grande_cliente.
    Magra soddisfazione…

 
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