L’economia delle TLC spiegata per voi
Stefano Quintarelli ha preparato un bellissimo video che, in poco più di un quarto d’ora, spiega chiaramente e in modo comprensibile a tutti l’attuale situazione di stallo nelle telecomunicazioni italiane, quella per cui, in assenza di scelte politiche forti, siamo destinati a rimanere indietro nell’infrastruttura più cruciale per il nostro sviluppo.
Per sostenere l’economia, la cultura, l’informazione e tutti gli altri settori avanzati da Internet è necessario contemporaneamente dotarsi di una infrastruttura costosa (ma non così tanto) e necessariamente unica per tutti, una rete capillare in fibra ottica, e aprire tale infrastruttura a una vera concorrenza e dunque all’innovazione competitiva continua, anziché vivacchiare in un mercato dominato da Telecom Italia.
Sarebbe un investimento remunerativo (secondo i conti di Quintarelli, la ricaduta per ogni euro investito sarebbe venti volte superiore a quella della TAV Torino-Milano, per esempio) e a cui non vi sono alternative (il wi-max non lo è) ma che l’industria privata non ha né le possibilità né l’interesse di finanziare. Ci vorrebbe un governo lungimirante, come quelli che cinquant’anni fa costruirono le autostrade, cent’anni fa costruirono la rete telefonica e centocinquant’anni fa costruirono la rete ferroviaria – tutte infrastrutture che all’inizio sembravano quasi un lusso, ma senza le quali oggi saremmo ancora nelle capanne di fango. Il problema è che, oggi, un tale governo non si vede all’orizzonte.
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26 Giugno 2010, 16:24
le ferrovie non sono opera governativa, ma privata (in Italia e non solo). La statalizzazione è del XX secolo.
26 Giugno 2010, 17:29
Non è mica detto che l’esecutore debba essere pubblico: quel che serve dal mondo politico è una spinta adeguata, attraverso una regolamentazione ed eventualmente degli incentivi o comunque la garanzia di un ritorno economico tramite un monopolio/oligopolio controllato, cioè il regime delle concessioni (usato appunto per ferrovie ed autostrade e che lo stesso Quintarelli cita nel video).
Comunque furono molti anche i casi di ferrovie costruite direttamente dal pubblico (ad esempio la Torino-Genova e il tunnel del Frejus).
27 Giugno 2010, 14:43
Il video è interessante e anche io ritengo fondamentale e strategico per l’economia italiana un ammodernamento della Rete in fibra ottica.
Ricordo il progetto Socrate di Telecom Italia: it.wikipedia.org/wiki/Progetto_Socrate, degli anni ’90, miseramente abbandonato, ma che comunque prevedeva l’installazione di fibra ottica nelle case di tutti gli italiani.
A proposito, che fine ha fatto il progetto del Csi Piemonte di cablare con fibra ottica le valli di Lanzo stendendo la fibra lungo il tunnel che corre lungo la ferrovia Torino – Ceres? Non so più niente, ma nel 2002 se ne parlava su La Stampa. http://www.mondrone.it/articoli/page22.html
27 Giugno 2010, 19:04
Con la fibra si era partiti gia’ nel 2001, con eBiscom/Fastweb… pian piano pero’ il fiume di investimenti e’ diventato rivolo e poi rigagnolo.
Ultimamente l’andazzo mi sembra quello di dare chiavette USB con SIM a tutti, spostando sostanzialmente anche l’accesso terrestre sulla rete mobile, e “piu’ non dimandare”.
30 Giugno 2010, 09:51
il progetto Socrate fu un discreto drenaggio di denari pubblici per opere edili nei centri urbani; oltre ai corrugati blu e rossi che ancora fuoriescono dai tombini dei centri città è rimasto ben poco…. oltre all’infrastruttura pagata dai contribuenti e resa disponibile simil for free a MetroWeb… poi sciolta nell’acido e “pappata” da Fastweb di scagliana memoria…
curiosamente, campeggiano qua e là sia sulle poche cabine rimaste sia sui muri di molti condomini ad altezza “fuori occhio” le scatole antenna per i DECT Fido mai resi disponibili