Unire i puntini
Stamattina ci ha fatto lezione un antropologo; un professore con grande esperienza internazionale sia come accademico che come consulente culturale per le aziende occidentali che sbarcano in Cina. Ci ha raccontato le basi della storia e della cultura cinese, con attenzione speciale a spiegare come si deve comportare chi dall’Occidente voglia venire a lavorare o a fare business in Cina: l’importanza delle relazioni, il fatto che chi sei e come ti comporti è almeno altrettanto importante della qualità del tuo lavoro e della convenienza economica di ciò che vuoi proporre, e tutte le regole più o meno spicciole per non offendere l’interlocutore cinese; e naturalmente i modi di comunicazione indiretta che si usano qui (ma non di rado anche in Italia), come dire “forse†o “vediamo†al posto di “noâ€, che mandano spesso in confusione le controparti americane o tedesche.
E poi ci ha dato un bell’esempio di comunicazione indiretta quando, a fine lezione, uno degli studenti del nostro gruppo gli ha chiesto se fosse un problema il fatto che loro si fossero presentati a lezione vestiti da mare, in ciabatte, pantaloncini e t-shirt strappate (nonostante gli sia stato detto decine di volte già dai docenti italiani che qui l’università è una cosa seria e che una polo e dei pantaloni lunghi sono proprio il minimo).
Il docente cinese, che era vestito in camicia a maniche lunghe e pantaloni eleganti, ha risposto così, con una flemma inglese: “Vedete, normalmente anche io mi vesto in modo casual, e poi oggi a Shanghai fa davvero molto caldo e io starei molto più comodo se, invece di questa camicia, mi fossi messo una maglietta. Ma questa lezione è una occasione formale in uno scambio internazionale e dunque, per rispetto a voi, io mi sono messo la camicia, anche se ho dovuto venire qui col caldo e stavo veramente scomodo. Comunque†– e qui, bisogna dire, il tono ha perso un pochino della sua tranquillità – “nessuno studente universitario cinese avrebbe mai potuto neanche pensare di venire a lezione coi sandali da spiaggia. Voi però siete studenti ospiti e dunque siete liberi di fare come credete meglio.â€
Il messaggio mi sembra chiarissimo; dopo la lezione abbiamo radunato gli studenti e abbiamo fatto notare l’evidente figura di merda… e la risposta è stata “no ma prof, ha detto che si può!â€. Unendo i puntini per loro, abbiamo sottolineato che il professore cinese aveva esplicitamente detto che venire a lezione vestiti così era una mancanza di rispetto che in quell’università non si era mai vista prima; e a questo punto alcuni studenti hanno ribattuto che ciò non era giusto e che così il professore cinese “non rispetta i miei diritti di studente ventenneâ€.
Insomma, ci abbiamo rinunciato; ma ho il sospetto di aver capito perché la Volkswagen qui ha uno stabilimento enorme ed è il maggior produttore di auto in Cina, mentre la Fiat ha provato tre volte a mettere in piedi una joint venture per produrre e vendere auto qui e ha sempre fallito miseramente.
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