Spostamenti cinesi
Qui è l’una di notte passata e siamo appena rientrati in albergo, a Shanghai, dopo un lungo viaggio di ritorno che comprendeva: Airport Bus No. 1 dal centro di Xi’an all’aeroporto; volo Shanghai Airlines FM9602 per Shanghai Pudong; taxi notturno per circa 45 chilometri dall’aeroporto di Pudong all’albergo dell’università.
Il primo tratto in bus è stato epico; c’è voluta circa un’ora e dieci, ma la prima mezz’ora, necessaria per percorrere i due chilometri dalla Torre della Campana alla Porta Ovest delle mura di Xi’an, è stata spettacolare. Prima o poi spero di avere il tempo di montare i filmati e farvi vedere i cinque minuti di sportellate creative che servono al bus per immettersi nella rotonda che attraversa le mura, negoziando il passaggio con il traffico che attraversa nell’altra direzione, con i pedoni, con i risciò, con i motorini e con altri veicoli non meglio definibili.
Il volo purtroppo era in ritardo di un’ora; ma bisogna dire che per il resto i dubbi sui voli interni cinesi sono stati abbastanza dissipati. Atterrando a Xi’an abbiamo scoperto una dozzina di linee aeree nazionali cinesi a noi totalmente sconosciute (in realtà, a occhio, ogni provincia della Cina ha la sua, e immagino che siano possedute dagli enti locali o almeno lo fossero all’inizio). Shanghai Airlines, di cui voi probabilmente non sospettavate nemmeno l’esistenza, è stata recentemente ceduta al gruppo China Eastern, ma per ora resta un partner Star Alliance (dunque posso persino accumulare miglia Lufthansa). I prezzi sono alti per i locali ma comunque abbordabili, il volo sola andata (due ore di aereo) costava sui 150 euro ma sono riuscito a trovarlo in offerta alla metà. E siccome queste linee aeree hanno tutte avuto un boom negli ultimi dieci anni, gli aerei sono nuovi e ben attrezzati, magari non ultimo modello (il nostro era un Boeing 737) ma comunque varati da pochi anni.
Certamente, se l’aeroporto di Pudong è nuovissimo e sfoggia nei corridoi gli orologi marchiati Rolex, quello di Xi’an era un po’ meno nuovo e un po’ più caotico – anche se ovviamente di fronte ad esso stanno già costruendo un nuovo modernissimo terminal, con la solita joint venture cinese-tedesca. Così ci siamo sorpresi di notare che il nostro gate era lo stesso gate di un altro paio di voli in partenza alla stessa ora o quasi; arrivando lì, abbiamo scoperto che quello è il gate finto per i voli in ritardo, dove c’è un omino che su una lavagnetta scrive e aggiorna continuamente le informazioni, in cinese e in inglese.
Alla fine ci hanno assegnato un gate vero e ci hanno imbarcato prima ancora che sui terminali comparisse la scritta “Boarding”, il che ha confuso gli altri occidentali che aspettavano il volo con noi, che erano italiani pure loro. Insomma, siete al gate, vedete una folla che si alza e comincia a infilarsi nel tunnel verso gli aerei, il dubbio vi verrà no? Però lo stesso gruppo si è distinto per un’altra cosa: all’arrivo a Shanghai, a mezzanotte meno dieci, l’aereo si è fermato sulla pista in attesa di ricevere l’indicazione del gate di attracco e di recarvisi. In un aereo occupato da 150 cinesi, indovinate chi sono gli unici che si sono slacciati le cinture e si sono alzati?
Il viaggio in taxi infine è stato piacevole. Eravamo un po’ preoccupati che il tassista non capisse dove dovevamo andare, pur disponendo del canonico bigliettino dell’albergo con le istruzioni in cinese. Invece si è infilato sulle tangenziali giuste (e qui ce n’è un reticolo mica male) e in mezz’oretta, sfrecciando a 120 all’ora con i finestrini aperti e un’arietta finalmente della temperatura giusta, ci ha portato a destinazione (anche se l’ultimo paio di svolte gliel’ho dette io a gesti). Costo circa 25 euro; di giorno sarebbero stati 18 ma la notte dopo le 23, che qui sono notte fonda, costa di più.
Questo giro a Xi’an in due giorni è stata una faticaccia, ma ne valeva la pena, sia per vedere l’esercito di terracotta che per sfrecciare sui bus della città. Ora però vado a dormire, il resto del racconto nei prossimi giorni.
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