Il nuovo sicuro
Mi ha fatto molto ridere sentire ieri al telegiornale le dichiarazioni di Massimo Calearo, industriale veneto nominato in Parlamento da Veltroni in una delle sue peggiori crisi di invidia del pene capitalista e poi ovviamente scappato subito fuori dal PD e attualmente finito nel gruppo misto, quando gli hanno chiesto se avrebbe completato il salto del fosso votando tra una settimana la fiducia al governo Berlusconi, conscio del fatto che il nostro signore e padrone offre a questo giro una cifra tra i 300.000 e i 500.000 euro a chi, dopo tormentate riflessioni politiche, si schiererà dalla sua parte: ha risposto “non so, sto valutando, sono un imprenditore”. Da vero imprenditore, si è messo nella posizione migliore per approfittare della situazione di mercato; e da vero imprenditore italiano, non dubitiamo che le sue valutazioni porteranno alla ricerca del massimo profitto immediato.
Ma è un po’ tutta la sfilata della campagna acquisti di quest’anno ad aver assunto dimensioni leggendarie. Sembra quasi una campagna acquisti del Toro, con la differenza però che il Toro, dopo che per settimane i giornali danno per certi gli arrivi di Ronaldinho e Messi, si ritrova all’ultimo giorno a prendere un Di Cesare in prestito con diritto di riscatto. Finirà così anche la campagna di Berlusconi?
Per ora è tutto uno sfilare. Ci sono parlamentari mai visti né sentiti prima, che assurgono a dignità (?) di cronaca solo in queste occasioni, lasciando il destino del Paese nelle mani di un repubblicano o di un postdemocristiano di qualche genere. Si rivedono gruppi politici la cui memoria si era persa nel tempo: qualcuno si ricordava che esistessero ancora i radicali? Anche loro, da veri liberisti, son lì che trattano – pardon, “dialogano” – con Bersani e con Berlusconi per capire chi offre di più.
Ma il massimo di questi giorni – anzi il Massimo, con una mossa degna di un novello D’Alema – è stato il presunto “rottamatore” Renzi, sindaco di Firenze. Lui che vorrebbe tanto rappresentare il nuovo che avanza non ha trovato di meglio che andare a visitare Berlusconi ad Arcore proprio adesso. Si sa che – sempre, ma in particolare in questi giorni – Berlusconi non pensa ad altro che al bene del Paese e specialmente a quello delle regioni più rosse, per cui cosa c’è di strano se il sindaco di Firenze lo va a trovare? In fondo è un segnale chiaro: caro Silvio, non preoccuparti se i D’Alema e i Veltroni che ti hanno tenuto su per vent’anni ora sembrano un po’ in difficoltà , col loro partito che perde pezzi da tutte le parti; rottama con gioia l’usato sicuro, perché ci siamo qui noi nuovi leader, pronti a garantirti altri vent’anni di potere in cambio delle briciole della torta.
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