La dimostrazione
Le vicende parlamentari di oggi sono solo normale anormalità ; sono il segno di uno Stato che si sta sciogliendo come neve al sole. Non vale nemmeno la pena di entrare nelle vite di questi carneadi nominati da qualcun altro, scelti perché mediocri e vassallabili, che cambiano padrone in cambio del mutuo della casa; non mi interessa se la finiana Polidori, proprietaria del CEPU, è stata costretta a votare la fiducia per evitare che le segassero l’azienda, come dice Barbareschi; o se è vero quel che dice Calearo, che sotto sotto nel PD c’era gente che lo incitava a salvare il governo. Non mi sorprende la rissa nella coda per votare, come tra tamarri davanti alla discoteca, né mi scandalizza Scilipoti che dall’IDV va a votare la fiducia; al massimo mi scandalizza Di Pietro, che nel teatrino fa la parte dell’oppositore incorruttibile ma poi porta in Parlamento, da sempre, gente così in quantità industriale.
Quella di oggi è solo una mossa in una partita a scacchi; Berlusconi ha segato Fini e la possibilità di un ribaltone, ma non ha certo la forza per governare a lungo; o riesce a imbarcare Casini, o si andrà a votare a marzo, nel mezzo della crisi e col debito pubblico a rischio di collasso. Questo perché quando è toccato a lui muovere Berlusconi ha detto: meglio che muoia l’Italia piuttosto che sopravviva senza di me.
E allora non è questione di fiducia o no, è questione di cosa viene dopo, che altro Stato può esserci in questo sfascio. Il Movimento 5 Stelle è un tentativo di costruire una nuova classe dirigente, ma ci vuole molto, troppo tempo. Se ci saranno le elezioni saremo pronti, ma il problema del Movimento non sarà presentarsi e nemmeno prendere i voti necessari per entrare in Parlamento, il problema sarà come evitare di mandare in Parlamento uno Scilipoti, un Calearo.
Perché, se c’è una cosa che è dimostrata da quel che è successo oggi, è che tutta la retorica sul fatto che in politica conta il gruppo e le persone sono intercambiabili e irrilevanti è appunto retorica, perché, quando arriva uno con mezzo milione di euro in mano a offrirsi di pagarti una villa in cambio di un voto, non ci sono né accordi né programmi né gruppi che tengano: o hai un’etica e una forza personale che ti permettono di rifiutarli con un sorriso, o non ce le hai.
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