La rete che disturba
Che la rete non piaccia ai potenti perché combina casino è evidente: basta leggere la storia dei venti utenti querelati per diffamazione per aver criticato i vigili di Rivoli nei commenti al nostro video di due anni fa su Youtube, o la vicenda dei maxischermi di Bruxelles su cui qualsiasi utente poteva twittare un commento ai lavori del Consiglio Europeo, salvo sbaraccare tutto in tutta fretta quando hanno cominciato a comparire delle semplici citazioni dal repertorio di gaffe del nostro Presidente del Consiglio (epic fail).
E allora oggi vi lascio con una petizione da firmare: perché qualche giorno fa, in una riunione alle Nazioni Unite, un certo numero di governi con un colpo di mano hanno istituito un gruppo di lavoro per ridiscutere l’IGF e la governance di Internet e lo hanno ristretto ai governi stessi, escludendo tutti gli altri – utenti, società civile, aziende, tecnici e così via. E’ la prima volta da otto anni che succede una cosa del genere; è successa per l’assenza dall’aula dei governi occidentali, e anche qui ci sarebbe da capire se è stata solo una svista o se è stata una assenza tipo quella del PD quando si è approvato lo scudo fiscale – un modo per far passare, sotto sotto, una posizione che piace ma che non si può sostenere in pubblico senza perdere la faccia.
Comunque, la petizione è organizzata dalla Internet Society ed è qui: se volete, basta un clic.
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