I conti che non tornano
Oggi il Comune di Torino ha annunciato sui giornali un nuovo provvedimento: le bollette del gas di tutti i torinesi saranno aumentate di circa 7 euro l’anno per costituire un fondo di 200.000 euro da dedicare all’assistenza sociale. I soldi saranno incassati dal proprio gestore del servizio del gas, che se diverso li girerà ad AES (che gestisce la rete dei tubi del gas cittadina), che a sua volta li girerà al Comune, sotto forma di aumento del canone che AES paga ogni anno al Comune per l’uso del suolo pubblico.
Peccato che a Torino ci sia un numero di appartamenti che non conosco, ma che certamente sta nell’ordine dei quattrocentomila: secondo il rapporto “Immobili in Italia 2010” dell’Agenzia del Territorio, pagina 20, in Italia ci sono 32 milioni di appartamenti residenziali per 60 milioni di persone, uno ogni 1,88 abitanti; con la stessa proporzione, a Torino ci sono almeno 450.000 alloggi. Dato che praticamente tutti hanno il gas, una banale moltiplicazione rivela che l’incasso aggiuntivo di AES sarà di oltre tre milioni di euro l’anno.
Allora, delle due l’una: o l’articolo di giornale è impreciso e la cosa non è stata spiegata bene, o viene il dubbio che in realtà la storia funzioni al contrario; AES – società privata di proprietà al 51% della famigerata Iren e al 49% dell’Eni tramite Italgas – aumenta le bollette ai torinesi di tre milioni di euro, e per “vendere” la cosa ai cittadini ci fa (con i nostri soldi) una elemosina di duecentomila euro, che il Comune provvede prontamente a magnificare a mezzo stampa, per nascondere il fatto di aver come al solito calato le brache di fronte ai grandi interessi economici e magari a una fetta della torta sotto forma di tasse aggiuntive. Chissà , secondo voi come stanno le cose?
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