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lunedì 17 Gennaio 2011, 18:31

Attenti alle fasce

Forse ve ne sarete accorti dagli spot, o forse dai messaggi allegati alle vostre bollette: da qualche mese è arrivata per tutti la tariffazione bioraria dell’energia elettrica. Grazie a una disposizione dell’autorità competente, da luglio 2010 anche i prezzi “calmierati” sono biorari; diminuiscono dalle 19 alle 8 e nel fine settimana, mentre aumentano nei giorni lavorativi dalle 8 alle 19.

Memore del fatto che gli aumenti dei prezzi energetici raramente sono fatti nell’interesse della collettività, mi sono un po’ insospettito: è una buona cosa che si incentivi ad usare l’energia quando costa meno produrla, ma alla fine sarà un cambiamento a costo zero? Mi sono insospettito ancora di più perché sul sito dell’autorità, così come nella pletora di blog e siti specializzati, si trovano molti avvisi e tanti comunicati trionfalistici, ma da nessuna parte si trova un confronto tra vecchi e nuovi prezzi; la tabellina sul sito dell’authority è fantastica, bella colorata ma senza uno straccio di cifra, nemmeno relativa. Le bollette non aiutano, illeggibili come sempre, anzi l’authority ha pure sanzionato Iren perché non ha nemmeno messo le informazioni illeggibili.

Alla fine, cercando ben bene, trovo questa tabella da cui desumo che, rispetto alla tariffa monoraria il cui primo scaglione (per residenti) è di 10,5 cent/kWh, la tariffa bioraria diventa 9,7 cent/kWh fuori ora di punta e 11,9 cent/kWh nelle ore di punta. Lo sconto quando l’energia costa poco è di 0,8 cent (-7,6%) ma l’aumento quando costa di più è di 1,4 cent (+13,3%): praticamente il doppio.

Se da una parte diminuisco di uno e dall’altra aumento di due, una banale proporzione insegna che perché il totale non aumenti devo mettere nella parte che diminuisce il doppio che in quella che aumenta; in altre parole, per non perderci bisogna che almeno due terzi del vostro consumo elettrico avvenga di notte o nel fine settimana. Ciò sarebbe anche matematicamente logico, dato che una settimana ha 168 ore e che quelle a tariffa maggiorata sono 55 (il 33%): in questo modo, se il consumo è costante il totale non cambia.

Più o meno lo dice anche l’autorità, “chi consuma troppa elettricità nelle ore più costose potrebbe far aumentare la spesa rispetto al passato”. Detta così è una tautologia; bisogna leggere la parentesi per capire che “troppa” è “più di un terzo”. Ora, se voi lavorate tutto il giorno fuori casa forse potreste consumare due terzi della vostra elettricità fuori ora di punta: ma chi come me lavora da casa – ma anche chi ci vive di giorno, cioè studenti, disoccupati e pensionati – è fregato: cosa faccio, lavoro al computer di notte? Non guardo la televisione o non accendo lo stereo prima delle 19? Non uso il microonde a pranzo?

L’autorità consiglia di rimediare spostando alla notte i consumi “mobili” nel tempo, come i grandi elettrodomestici. E qui avrei qualcosa da ridire: probabilmente i soloni dell’autorità vivono in villoni unifamiliari, e non hanno mai provato la gioia di sentire la lavatrice del vicino di casa accesa sulla propria testa verso mezzanotte. Ora, quando chiamerete i vigili, il vicino potrà pure dire che lui sta solo facendo quello che gli ha detto l’autorità… oppure chiamerete l’ambulanza, per soccorrerlo dopo che è uscito sul balcone a stendere la roba bagnata al gelo dell’una di notte.

Per molti utenti, questo sarà l’ennesimo aumento mascherato; e se non ve ne siete ancora accorti è perché in questa prima fase, fino al 2012, le differenze di prezzo tra le due fasce sono volutamente minime. Possiamo anche consolarci ripetendoci una grande verità, quella che il kilowatt meglio acquistato è quello non consumato, e sperare che tutto questo spinga a un po’ di risparmio energetico; resta il dubbio su una operazione che risponderà anche a criteri di mercato, cioè far pagare di più l’energia quanto costa di più, ma che va a colpire proprio le fasce più deboli – proprio quelle che le tariffe calmierate dovrebbero proteggere dagli sbalzi del mercato.

P.S. Se non siete soddisfatti, dice l’autorità, un’alternativa c’è: rinunciare ai prezzi calmierati e passare alle “tariffe di mercato”. Un cambiamento da cui non si può tornare indietro, ma chi mai vorrà farlo? E’ noto che la concorrenza fa scendere i prezzi, grazie ad offerte chiare e competitive, illustrate e fatte sottoscrivere senza sotterfugi… no? Ah no, scusate, quella dev’essere la Svizzera

[tags]elettricità, tariffe, servizi, energia, consumi[/tags]

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