Primo dell’anno
Il primo dell’anno, di pomeriggio, siamo andati a Courmayeur, a trovare un’amica di Elena. Arrivati là , ci si è presentata una scena da incubo: già l’ultimo tratto della statale era bloccato dalle auto in attesa di riuscire a svoltare a destra ed entrare in paese. Le frecce dirigevano verso parcheggi sotterranei a pagamento completamente pieni e bloccati da auto in attesa che si liberasse un posto. Tutte le vie, nonostante l’abbondanza di segnali di divieto di sosta con rimozione forzata, erano semibloccate dalle auto parcheggiate in ogni modo, e ridotte a budelli dove continuamente ci si trovava di fronte il muso di un SUV targato Milano, Varese o giù di lì che cercava di procedere in direzione opposta. Ho impiegato mezz’ora, girando a caso, per trovare un parcheggio che fosse non dico regolare, ma tale da non intralciare il passaggio di nessuno; di meglio proprio non c’era.
La scena mi ha dato una sensazione di assurdità ; è assurdo che sia impossibile muoversi con i mezzi pubblici, per una regione ricca e fatta di una valle grande e poche valli piccole che vi afferiscono (con una ferrovia e dieci corriere la copri tutta…); ed è assurdo che un villaggio montano si trasformi in una riedizione innevata delle vie del centro di Milano, completamente bloccate in ogni direzione da una fila interminabile di automobili spuzzettanti. La compagnia comunque è stata piacevole, la via pedonale piena di sciatori e maniaci dello shopping, il banchetto delle ostriche in mezzo alla piazzetta davvero fighetto, il panorama dei monti maestoso e così via; ma quella, checché ne pensino i milanesi, non è montagna.
(Del resto, anche da noi, semi-isolati vicino al bosco a 1600 metri d’altezza, la notte di Capodanno qualche intelligentone ha pensato di andare avanti fino all’una e mezza a sparare botti; e a cinquanta metri dalle case c’è una riserva naturale popolata di stambecchi. E’ come se le persone fossero rincoglionite in se stesse, incapaci di accorgersi che esiste un mondo meraviglioso attorno a loro; nel buio della propria testa, intente ai propri giochini e a nient’altro.)
Comunque, non era questo che volevo dire; ma che, tornando indietro nella sera ormai scura, abbiamo preso la statale e ammirato la successione di paesini, castelli e vallate. A un certo punto, solo per un attimo, alto nel cielo un fascio luminoso; una stella cometa in ritardo di una settimana. E’ stato quell’attimo, lo ammetto, che mi ha reso felice.
[tags]capodanno, val d’aosta, courmayeur, montagna, traffico, botti, automobili, natura, stelle[/tags]
5 Gennaio 2011, 12:04
Potevi andarci a piedi o in bici cosi’ non avresti contribuito al traffico
5 Gennaio 2011, 12:27
Sono i milanesi come te che rovinano la Vallee, vi comprate la casa, vi credete di qua e poi vi lamentate che i SUV dei vostri amici non vi piacciono. Tornatevene ai vostri musei del 900, lasciateci le montagne!
5 Gennaio 2011, 13:04
Siete delle brutte persone, per la prima volta scrive che è stato felice invece che lamentarsi che il mondo è cattivo e lo trattate così :-(
5 Gennaio 2011, 13:30
I milanesi sono solo capaci di venire dalle nostre parti con le loro fotomodelle a vantarsi e lamentarsi
5 Gennaio 2011, 13:48
I milanesi come lei, caro VB, sono i benvenuti, soprattutto in quanto costituiscono una fetta importante del bilancio turistico della Vallée, ma predisporre dei bus pomeridiani per portarvi a Courmayeur dopo i bagordi seconde o terze case mi sembra un po’ troppo. Forse per lei, che vive la Vallée come un posto dove andare un paio di volte l’anno a mangiare la fonduta, un progetto del genere può sembrare interessante. Le assicuro però che il piccolo gettito fiscale che ci arriva dallo Stato basta appena per allestire linee per i valdostani che lavorano, e che risiedono per la maggior parte nel fondovalle.
Chi ha creduto di rilevare una casa per vacanze (magari condonata) in mezzo ai boschi deve purtroppo fare la fatica di guidare la propria macchina per raggiungere le ostriche di Courmayeur, e magari di camminare da un parcheggio lontano dal centro alle vie dello shopping.
5 Gennaio 2011, 19:24
Eh si questi milanesi juventini so’ terribbili
6 Gennaio 2011, 12:42
Riassumendo, ti sei fatto un bel po’ di coda e manovre in un traffico allucinante dei soliti noti, per poi parcheggiare in divieto di sosta.
Era intuibile. A mio parere sono posti da evitare a tutti i costi, almeno in determinati giorni facilmente individuabili. Posti dove le brutture quotidiane delle città si ripropongono amplificate dallo stridore del contrasto con la bellezza del paesaggio.
Se proprio dovevate andare a trovare l’amica, sareste dovuti tornare un altro giorno.
7 Gennaio 2011, 16:53
Non per rompere l’incanto ma probabilmente ciò che hai visto era una stella cadente più che una cometa ;)
Le comete rimangono visibili nel cielo per molti giorni, non spariscono in un attimo.
9 Gennaio 2011, 00:30
Certo che era una stella cadente: la mia era una metafora, visto il periodo…
13 Gennaio 2011, 13:12
Oggi per caso, saltellando da sito in sito sono finito prima nel tuo blog (mi permetti di darti del tu ? in fondo, in un certo senso e’ da molto che sento parlare di te, dai tempi di prometeo e di IACJap o su usenet) e poi in questo post.
Da valdostano posso solo dire che courmayeur va evitata quando arrivano i “milanesi” (termine con cui vengono chiamati tutti quei turisti che arrivano con il macchinone e la puzza sotto il naso) e quando nevica, visto che spesso e volentieri non puliscono un gran che bene le strade nel paese, per non parlare dei molti “milanesi” che non sono minimamente attrezzati con catene o ruote da neve.
Purtroppo far funzionare un trasporto pubblico efficiente economico e competitivo pare non interessare. Per anni la popolazione si e’ abituata a usare l’auto potendo pagare la benzina senza tasse e anche ora che la paghiamo a prezzo pieno (anzi piu’ che in altre regioni) pare non interessare a nessuno potenziare e migliorare il trasporto pubblico.
Men che meno a trenitalia che ci regala un servizio da terzo mondo (la prossima volta prova a venire in valle d’aosta da torino con il treno e avrai modo di capire perche’ molti turisti arrivano in macchina da noi)