Chi vota Fassino vota la ganga
Non mi piace parlare degli altri; sul nostro sito ci sono dozzine di ottime ragioni per votare per noi senza stare a guardare cosa fanno i partiti. Però, in questi giorni ricevo – oltre a tantissime, entusiastiche mail di sostegno – anche messaggi che mi dicono “in effetti voi siete molto meglio di Fassino, ma ho paura che se vi voto poi faccio un favore a Berlusconi”.
E allora vorrei dire due cose a chi ancora vorrebbe votare Fassino – non perché non voglia criticare anche Coppola, ma insomma è lì per perdere, nessuno che abbia un po’ di stima di se stesso può veramente votare Coppola, l’altro giorno ero in TV con un noto leghista e mi ha detto che non lo voterà nemmeno lui; chiedetevi anche perché in tutta la campagna elettorale Coppola non abbia mai attaccato Fassino su La Ganga.
Chi vota Fassino vota la ganga. E non solo perché appunto vota La Ganga, cioè un craxiano che patteggiò una condanna per tangenti ai tempi di Mani Pulite, ora candidato nel PD; e vota Quagliotti, il responsabile della campagna e del programma di Fassino, persona già coinvolta nello scandalo del 1983 che fece cadere la giunta Novelli e poi condannata per aver incassato una tangente dalla Fiat per conto del PCI.
Chi vota Fassino vota – come ha detto Travaglio – per tornare agli anni ’80, per un sistema di potere basato sulla Fiat, sul Sanpaolo, sulle baronie, sull’uso dei fondi pubblici per appalti e per grandi e piccole facilitazioni in cambio del voto. A Torino non si fa un grande progetto se non ha una ricaduta economica nelle tasche di qualcuno, e l’eventuale bene comune è solo un effetto collaterale. A Torino l’informazione è controllata proprio come fa Berlusconi a livello nazionale (vedi la Rai e l’inceneritore).
Chi vota Fassino vota per la devastazione ambientale, per avere altro cemento, altri quartieri semivuoti al posto delle ex fabbriche e dei loro posti di lavoro, come quello approvato sottobanco mercoledì sull’Alenia: venduti come “un quartiere verde ed ecologico” ma poi di fatto una distesa di palazzine attorno a un centro commerciale e con un “parco” fatto di tre alberelli in mezzo al cemento; se non ci credete, fate un giro a Spina 3.
Chi vota Fassino vota per il precariato, per lo sfruttamento, per il modello Marchionne, per un Piemonte cinesizzato oppure abbandonato. Quanto lavoro stabile e dignitoso ha portato Chiamparino ai torinesi?
Chi vota SEL, IDV, o una delle altre liste del centrosinistra, alla fine vota Fassino. E mi fanno un po’ ridere quelli che dicono che si candidano lì “per cambiare la politica dall’interno”. Alcuni sono ben disposti ma ingenui, altri scelgono i partiti perché sotto sotto aspirano a una posizione di potere. Tutti però hanno sottoscritto un programma di coalizione che prevede inceneritore, cementificazioni, Tav, e i soliti regali; quello si sono impegnati a fare. Io capisco le differenze tra i vari partiti, ma alla fine, stringi stringi, i voti li portano a Fassino e alla conservazione, non al cambiamento.
E a chi dice che votare Movimento 5 Stelle disperde il voto, che favorisce Berlusconi, io dico una cosa chiara e semplice. Se qualcuno nel 2013 può battere Berlusconi, è uno di noi, un giovane dalla faccia pulita e dalle idee moderne, che si porti dietro la parte migliore di questo Paese, quella che da anni non va a votare o che continua a votare turandosi il naso. Ieri per Bersani in piazza Castello c’erano mille persone a dir tanto, pigiate per sembrare di più davanti alle telecamere; la grande alleanza Bersani-Fini-Vendola-Rutelli-Di Pietro-Casini non andrà mai da nessuna parte – perde, riperde, straperde. Sono loro a bloccare la possibilità di cacciare Berlusconi, non siamo noi; e lunedì sera questo sarà ancora più chiaro.
Chi ci vota non si tura il naso, chi ci vota è felice. Chi ci vota manda un segnale forte a tutti i partiti. Non c’è da aver paura, il risultato finale non è in discussione: perché c’è il doppio turno, e perché troppe persone ancora non ci conoscono, ancora credono ai giornali e alle televisioni. Questa è proprio un’occasione in cui gli elettori possono alzare la voce, possono dire basta. Chi non lo fa, scusatemi, è complice: e la smetta poi di lamentarsi per come va l’Italia.
Ditelo pure ai vostri amici incerti!
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