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domenica 8 Maggio 2011, 11:09

Distanze culturali

Ieri mattina sono stato invitato al Teatro Colosseo, insieme agli altri candidati sindaco, a inaugurare la nuova edizione del progetto Bookrunning: un’attività collaterale al Salone del Libro (= finanziata da noi) che prevede la libera circolazione e scambio di libri tra chiunque voglia partecipare.

A me sembra una buona iniziativa, in una società che ha disperatamente bisogno di cultura; senza cultura non si può capire il mondo e senza capire si diventa schiavi. Ho dunque aderito di buon grado e ho pensato a che libro lasciare; di idee me ne sono venute molte, da In viaggio con Alex di Fabio Levi (la vita di Alexander Langer, uno dei pochi politici di cui varrebbe la pena di seguire le orme) a London: The Biography di Peter Ackroyd (ok, un saggio sull’urbanesimo di 800 pagine in inglese non era molto adatto, ma è veramente interessante). Però sin dal principio sapevo che il libro non poteva che essere questo:

guidagalattica.jpg

Alla Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams tengo talmente che non ho certo lasciato la mia copia ingiallita e consumata sin da ragazzino; ne ho comprata una nuova. Come ho scritto nella dedica, l’ho scelto “perché sotto un’apparenza leggera affronta con ironia i problemi esistenziali e sociali dell’umanità, e ci mostra prospettive inusuali con cui affrontare la diversità culturale e con cui accettare la casualità della vita.” E’ un riassunto molto crudo, e pensavo di raccontare di persona almeno l’inizio del libro, che incidentalmente parla proprio di cementificazione, burocrazia e arroganza del potere, solo… a modo suo. Pensavo di raccontare anche che la probabilità di essere raccolti entro trenta secondi da un’astronave dopo essere stati abbandonati nello spazio profondo è superiore persino a quella che ha una persona normale di diventare sindaco di Torino.

Sono arrivato lì e ho trovato già una distesa di libri pronti allo scambio: Pennac, Gramellini, Erri De Luca, Camilleri, Baricco, persino Stephen King. Come diversità culturale butta un po’ male, ho pensato; avrei proprio dovuto fare la gag che mi era venuta in mente e presentarmi con Cotto e mangiato di Benedetta Parodi. Fassino ha portato i libri di Aung San Suu Kyi per rimarcare che lui è stato in Birmania (anche se son sicuro che non avesse l’asciugamano) e Coppola non è proprio venuto, sostituito dall’altro Coppola che ha portato Cent’anni di solitudine. Bossuto ha portato un libro sul forte di Fenestrelle dove aveva scritto anche lui, Marra ha portato Rigoni Stern perché suo zio era alpino.

Il mio libro è stato accolto con un misto tra imbarazzo e derisione. Il giornalista Rai ha pensato che fosse un libro sulla mobilità sostenibile, per incentivare a usare di meno l’auto. Uno dei presenti ha supposto che fosse una guida turistica e che “galattica” fosse un modo di noi giovani per dire che era molto bella. Gli altri hanno pensato che fosse un romanzetto di fantascienza da leggere sotto l’ombrellone, non come loro che si dedicano a intellettuali come Camilleri e Baricco.

Raramente, insomma, ho potuto toccare con mano così bene la distanza culturale che separa la nostra generazione da quella che attualmente è al potere; e avere la conferma di come questa gente sia generalmente fuori dal mondo, provinciale e convinta di sapere già tutto – proprio l’atteggiamento che rende l’Italia così arretrata rispetto al resto del pianeta.

Comunque, il libro è stato debitamente registrato: e così, da qualche parte in giro per Torino potrete anche voi leggere la Guida galattica per gli autosoppisti di tal Douglas Adam

[tags]cultura, libri, salone del libro, bookrunning, douglas adams, guida galattica, torino[/tags]

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13 commenti a “Distanze culturali”

  1. Ciskje:

    Ti dico sinceramente che mi hai colpito al cuore, se c’era un modo per convincermi che sei la persona giusta, lo hai certamente trovato nel modo migliore.

  2. Pippo:

    Stamattina a Omnibus su LA7 c’era Favia ed un signore un po’ avanti nell’età con dei bei capelli bianchi, non ricordo il nome.
    Favia è stato interrotto due volte da questo signore che diceva che il movimento non ha un’ideologia, non ha riferimenti, a cosa vi ispirate.
    Favia ha parlato di internet, di democrazia partecipata dal basso, di non professionisti della politica ecc.

    Ho visto solo una decina di minuti poi ho pensato di dedicare la mattina a qualcosa di più proficuo che non stare a sentire quel tipo a blaterare. Mi riferisco al signore dai bianchi capelli.

    Ecco le differenze culturali.

    Ma se l’80% degli italiani si informa guardando la televisione e la metà di questi vedendo solo il TG1 come farà l’Italia a cambiare?
    Io per non sbagliare tutte le mattine mi canto:
    “Una mattina, mi son svegliato, o bella ciao, bella ciao…”
    Resistere, resistere, resistere.

    A proposito di libri consiglio l’ultimo di Don Gallo, il prete degli ultimi di Genova. Parla della Costituzione ma a modo suo. Il titolo “di sana e robusta costituzione”.

  3. Daisuke Ido:

    How many roads must a man walk down? 42.
    Fossi torinese ti voterei ad occhi chiusi, e non solo perche’ ci si conosce (bene o male…) da 13 anni :D

  4. Aldo:

    Non ho mai letto “Guida galattica per gli autostoppisti” quindi non posso criticarlo ma quello che si può capire è che Lei ha un profondo disprezzo verso chi non ha i suoi gusti letterari e, questo, per un candidato alla poltrona di sindaco non è certamente un buon inizio. Se dovesse occupare quel posto come tratterà chi la pensa come Lei? Mi auguro che non lo faccia con la stessa supponenza che ha usato in questo articolo e, se mi permette, vorrei farle una domanda, se non dovesse vincere al primo turno e se non fosse tra i partecipanti al ballottaggio darebbe, e verso chi, un indicazione di voto?

  5. Massimo:

    CARO ALDO FORSE LEI NON HA CAPITO IL SUCCO DEL DISCORSO DEL SIG. BERTOLA. RILEGGA BENE L’ARTICOLO E VEDA IN FONDO CHI QUEL GIORNO E’ STATO DERISO. PER QUANTO RIGUARDA LE INDICAZIONI DI VOTO MI VIENE DA PENSARE CHE LEI GUARDA SOLAMENTE I TG NAZIONALI PERCHE’ RAGIONA ALLO STESSO MODO. PREMESSO CHE NON SONO DI TORINO (ABITO A ROMA) MI PERMETTO DI RISPONDERLE SULL’INDICAZIONE DI VOTO. NON C’E’ INDICAZIONE DI VOTO PER IL SEMPLICE FATTO CHE IL MOVIMENTO NON E’ UN PARTITO CON DIRETTIVE DALL’ALTO MA BENSI’ UN MOVIMENTO DOVE 1 CONTA 1 E, QUINDI, OGNI CITTADINO E’ LIBERO DI SCEGLIERE.
    CORDIALI SALUTI
    MASSIMO

  6. Aldo:

    Caro Massimo, forse è proprio perchè ho letto bene l’articolo che ho scritto il mio commento, mi permetto di riportarLe una parte del articolo :”Sono arrivato lì e ho trovato già una distesa di libri pronti allo scambio: Pennac, Gramellini, Erri De Luca, Camilleri, Baricco, persino Stephen King. Come diversità culturale butta un po’ male, ho pensato; avrei proprio dovuto fare la gag che mi era venuta in mente e presentarmi con Cotto e mangiato di Benedetta Parodi. Fassino ha portato i libri di Aung San Suu Kyi per rimarcare che lui è stato in Birmania (anche se son sicuro che non avesse l’asciugamano) e Coppola non è proprio venuto, sostituito dall’altro Coppola che ha portato Cent’anni di solitudine. Bossuto ha portato un libro sul forte di Fenestrelle dove aveva scritto anche lui, Marra ha portato Rigoni Stern perché suo zio era alpino.” Questo veniva prima della presentazione del suo libro e della “derisione”. Forse Bertola si è presentato a quella manifestazione un po’ prevenuto verso i suoi avversari o, per essere più chiari, con un concetto di superiorità o di snobbismo dovuto, forse, al suo distacco dal mondo politico. Vorrei rassicurarLa, non guardo solo i TG nazionali, mi informo anche su internet e, tempo fa, ho avuto anche l’occasione di assistere ad uno spettacolo di Grillo e, forse proprio dopo questo spettacolo, Grillo mi è scaduto, questione di opinioni ma sentire denigrare un premio Nobel come la Montalcini non mi è piaciuto. LA mia domanda sull’indicazione di voto è un chiarimento su che posizione intende assumere Bertola a Torino, nel caso il suo voto fosse determinante appoggerebbe chi?
    P.S. Anch’io non sono di Torino, abito in provincia di Teramo.

  7. Massimo:

    Sig. Aldo, l’articolo è stato scritto a posteriori quindi, presuppongo, che vista la derisione avuta dal Sig. Bertola lo stesso, nello scrivere a posteriori l’articolo, abbia voluto, forse, mettere in evidenza l'”ignoranza” dei vari giornalisti e lacchè che orbitano attorno ai due partitini maggiori.

  8. Aldo:

    Caro Massimo, l’articolo è stato scritto successivamente ma l’approccio che ha da la netta sensazione che il prevenuto fosse lui, se poi è stato deriso questo non gli da il diritto di mettere in ridicolo i libri scelti dai suoi avversari, noti bene, i libri e non gli avversari, la cultura si fa anche leggendo Pennac, Camilleri o anche Stephen King e non solo Douglas Adam. Quell’intolleranza che Bertola vede negli altri è presente anche in lui, non riesce a tollerare chi non la pensa come lui.
    P.S. Non avendo letto il libro sono andato su internet, come le ho già detto ho questa abitudine, e ho letto le recensioni, come per tutti i libri ci sono commenti entusiasti e stroncamenti.

  9. .mau.:

    Però non capisco che ci sia di male a portare Rigoni Stern dato che uno ha lo zio alpino. Mi sembra la stessa logica di formazione del portare la Guida.

  10. scrofalo:

    Sinceramente non capisco l’ironia sugli autori citati: non sono abbastanza alternativi? Sono troppo commerciali? Mi sembra il discorso che fanno i ragazzini alternativi che ascoltano il gruppo semisconosciuto nei centri sociali e che schifano chi ascolta musicisti e gruppi che hanno la pecca di vendere qualche copia. Fra l’altro fra i libri e gli autori che vb “denigra” non riesco proprio a capire cosa ci sia che non va. A me personalmente Baricco ed Erri de Luca fanno un po’ scendere gli zebedei, però non penso che chi li apprezzi denoti una qualche lacuna culturale.

  11. vb:

    Infatti il post non parla di disprezzo, ma di diversità: di come spesso anche chi ha responsabilità sociali non vada oltre il “mainstream”, o se preferite di come una subcultura che è comunque diffusa e importante da trent’anni a livello mondiale non sia conosciuta da noi. Gli autori citati non hanno niente di male, ma sono una scelta consueta, mentre la cultura ha un disperato bisogno di contaminazione.

  12. mosk:

    beh, ma allora, la guida galattica per gli autostoppisti è più mainstream che non si può fra chi legge fantascienza.

  13. aldo:

    L’intento era quello di parlare di diversità ma leggendo il suo post si percepisce un insofferenza verso chi ha gusti più “semplici” dei suoi, Lei confonde la diversità con l’innovazione, non c’è bisogno di leggere Adams per essere innovativi e , soprattutto, da un politico mi aspetto ben altro che una disquisizione, e derisione, sui gusti letterari dei suoi avversari e vantandosi di leggere un autore poco conosciuto, oltretutto il suo movimento fa capo a Beppe Grillo e quando l’ho sentito parlare non mi ha dato l’impressione di un lettore di testi “innovativi, anzi.

 
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