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Archivio per il giorno 22 Agosto 2011


lunedì 22 Agosto 2011, 15:48

Tornare in Italia

Lo shock del rientro in Italia comincia già a Charles de Gaulle, terminal 2F, pieno zeppo di italiani. Questi sono i fortunati, quelli che si sono potuti permettere la vacanza all’estero, o che si sono indebitati per farlo (se la prenderanno poi con le banche multinazionali cattive se gli chiederanno i soldi indietro).

All’imbarco chiamano prima quelli seduti in fondo, ma anche gli altri si infilano lo stesso, per cercare di piazzare la pletora di borsoni e borsette che si portano a mano in barba a ogni regola. A bordo è un fiorire di pretese su tutto, com’è possibile che siamo in otto e non abbiamo i posti vicini, il mio bambino vuole un posto finestrino, e poi gli dà fastidio la cintura dunque non gliela metto (ma se poi succede un incidente denuncio l’Air France, ah i francesi arroganti).

Atterriamo a Linate – avrei preferito tornare via Caselle ma l’aeroporto cittadino è da anni ostaggio di Benetton, voli pochi e carissimi. Il ritiro bagagli di Linate è una bolgia semifatiscente in cui tutti sgomitano. All’uscita prendiamo l’autobus per Milano Centrale, il bus urbano più caro del mondo (cinque euro per venti minuti di città) perché c’è la concorrenza all’italiana: Starfly e ATM, il privato e il pubblico, dopo essersi messi d’accordo sul prezzo esoso, ti accolgono sul piazzale con due autisti-piazzisti che gridano come in un suq e quasi a forza ti trascinano sul loro mezzo.

A Milano Centrale ci scaricano coi bagagli in mezzo alla strada, perché la fermata è occupata da un bus privato parcheggiato abusivamente. Ci trasciniamo le valigie per centinaia di metri, nella stazione-autogrill in cui tutto è stato organizzato per farti perdere tempo davanti ai negozi.

Il biglietto del regionale Milano-Torino è di nuovo aumentato, ora costa 10 euro tondi (+25% in un anno e mezzo, grazie Regione Piemonte). Il servizio in compenso è peggiorato ancora: il treno è pieno come al solito (quasi nessuno può permettersi l’alta velocità), il vagone ha grossi mucchi di sporco su tutto il pavimento, l’aria condizionata è rotta e solo alcuni finestrini sono stati aperti; facciamo due ore di treno con 40 gradi.

A Torino prendiamo la metro, ci cerchiamo da soli (non ci sono indicazioni) il vagone senza i sedili, perché altrimenti con due valigie la intasiamo, tanto è piccola. Mentre cerchiamo di salire, un tizio quarantenne spinge e tira un calcio alla valigia per arrivare primo a sedersi nel posto libero. Alla fine sale un anziano, resta in piedi (negli Stati Uniti si sarebbero subito alzati tutti a cedere il posto).

Basta descrivere le prime ore in patria per capire perché, con buona pace di Bossi, è l’Italia (Nord compreso) a essere ormai la “terronia” del mondo sviluppato. Sarebbe bello se ci fosse un’Italia buona soggiogata da una casta di politici cattivi, ma la verità è che il problema dell’Italia è la gran parte degli italiani.

[tags]viaggi, italia, organizzazione, educazione[/tags]

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