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Archivio per il giorno 29 Agosto 2011


lunedì 29 Agosto 2011, 15:52

Guidare negli Stati Uniti (2) – La disciplina

Il secondo elemento fondamentale della guida americana è in realtà tipico della società americana nel suo complesso: la disciplina. Gli Stati Uniti funzionano per procedure: qualcuno ha già pianificato in anticipo tutto ciò che può succedere e definito esattamente come ci si deve comportare nei vari casi. Questo è vero sul lavoro, nella burocrazia, persino nei rapporti interpersonali (non dimenticate che al saluto si risponde “hello, how are you today?” a cui si risponde “fine, thank you”; il protocollo non prevede risposte diverse da “fine”). Ed è vero sulle strade.

Il traffico americano è dunque “microgestito”. Tutte le strade sono chiaramente divise in corsie, ognuna delle quali ha una chiara indicazione sulle direzioni permesse all’incrocio successivo. Se per caso l’incrocio ha delle caratteristiche strane che potrebbero creare pericolo, sui pali del semaforo saranno affissi cartelli con lunghe e dettagliate prescrizioni scritte di procedure aggiuntive, per esempio “DO NOT BLOCK INTERSECTION” (non occupare l’incrocio in caso di coda), “LEFT TURN YIELD ON GREEN” (se girate a sinistra col verde date la precedenza al traffico che arriva nel senso opposto) oppure “NO U TURN” (vietata inversione di marcia).

Qualsiasi situazione è prevista e pianificata: per esempio, da quando esiste Lance Armstrong, gli americani hanno cominciato ad andare in bicicletta anche fuori città. Tuttavia, un ciclista in uno dei (rari) tunnel su una statale extraurbana è un pericolo; e allora hanno cominciato a installare all’ingresso dei tunnel una luce accompagnata da un cartello giallo con scritto “WARNING – CYCLISTS IN TUNNEL WHILE FLASHING”. Quando un ciclista arriva all’ingresso della galleria, schiaccia un bottone (c’è anche un cartello più piccolo con scritto “CYCLISTS PRESS BUTTON”) e la luce comincia a lampeggiare, così gli automobilisti sanno che incontreranno il ciclista nel tunnel.

Analogamente in California, nei lunghi tratti di statale stretta e tortuosa dove non si può superare, vengono predisposte ogni tanto delle piazzole (“turnout”) dove i veicoli lenti devono fermarsi per farsi passare da quelli più veloci che sono bloccati dietro. Per ogni piazzola, di solito c’è un cartello di preavviso più lontano, un cartello che ricorda a cosa serve la piazzola, un cartello che ricorda che non fermarsi alle piazzole è reato, un cartello che ricorda che reimmettendosi dalla piazzola bisogna dare la precedenza a chi arriva, un cartello di preavviso più vicino e infine, accanto al turnout, un cartello con scritto “TURNOUT”. Più chiaro di così…

L’americano medio è abituato a seguire le procedure, perché tutto questo – oltre a rendere effettivamente più tranquilla la navigazione – gli dà un caldo senso di certezza. Lo svantaggio di tutto questo, sulle strade come nella vita, è che se per caso si verifica una situazione non prevista dalla procedura l’americano sbarella completamente. Le possibili reazioni sono due: la negazione – non è possibile che questa situazione si sia verificata, dato che non è prevista dalla procedura, dunque non è possibile risolverla in alcun modo – e il panico.

Per esempio, supponete che a un incrocio cittadino scatti per voi il verde, ma che dal lato dell’incrocio sporga di un metro il retro di un’auto che è rimasta lì in mezzo, ferma dietro a una coda nell’altra direzione. Da noi questa è una situazione normale e si risolve partendo e aggirando l’auto ferma con un piccolo spostamento di lato nella direzione opposta. Per il guidatore americano, tuttavia, questo è un caso impossibile, perché nell’incrocio c’era sicuramente un cartello “DO NOT BLOCK INTERSECTION”: e dunque, non sa cosa fare.

Non potendo negare la situazione, il che lo porterebbe a partire e a centrare la macchina che non può essere dov’è, va in panico. L’idea di spostarsi leggermente a sinistra per aggirare l’auto ferma non viene nemmeno considerata, perché non c’è nessuna procedura che la preveda; per poterlo fare, servirebbe una procedura per invadere leggermente la corsia a fianco quando è libera, o peggio, se la strada ha una sola corsia per senso di marcia, invadere leggermente la corsia in direzione opposta quando non passa nessuno – una procedura che non può esistere perchè nessun americano potrebbe mai concepire di andare contromano, nemmeno in una città deserta dopo una esplosione nucleare. Non sapendo che fare, dunque, il guidatore americano medio sta fermo.

Ora, inserite in questo sistema un guidatore italiano, abituato ad arrangiarsi nel traffico e a considerare le indicazioni stradali come “interpretabili” (quanti di noi vanno veramente a 60 orari in mezzo ai cantieri in autostrada?) o come semplici consigli di massima, quando non delle pure e semplici rotture di scatole. E’ chiaro che questa scheggia impazzita, magari pure spaesata, un po’ persa e non perfettamente in grado di comprendere le indicazioni in inglese, può creare problemi di ogni genere. Nel caso precedente, ad esempio, un italiano che si trovasse dietro all’automobilista che nonostante il verde non parte penserebbe che egli abbia appena avuto un colpo di sonno, per cui si aggrapperà al volante ruotandolo per partire di storto e riuscire ad aggirare l’americano spostandosi di corsia… scatenando ulteriore panico in tutti gli americani presenti, per via della manovra assolutamente fuori da qualsiasi procedura.

Io ho cercato di comportarmi nel modo più americano possibile, ma qualcosa mi è sfuggito: per esempio, ho imboccato una strada in mezzo alla foresta e ho fatto inversione a metà bloccando il traffico, oppure, a Seattle, sono uscito allo svincolo sbagliato e ho dovuto capire dove girare per riprendere l’autostrada nel senso opposto. In quest’ultimo caso, avendo visto all’ultimo le indicazioni per l’autostrada mentre arrivavo al semaforo, mi sono spostato lateralmente di una corsia in un punto in cui le strisce per terra tra le corsie erano già continue… e un’auto dietro mi ha suonato, non perché abbiamo rischiato l’incidente – era parecchi metri indietro ed eravamo sostanzialmente fermi – ma perché il guidatore è andato in panico vedendo un’auto immettersi nella sua corsia in un modo non previsto dalle regole, infrangendo le sue certezze.

L’altra conseguenza di tutto questo si verifica quando, dopotutto, gli americani fanno qualche violazione. Alla fine sono esseri umani anche loro! Il problema è che, non avendo mai violato le procedure in vita loro, non hanno la minima capacità di valutare autonomamente la pericolosità o le conseguenze di ciò che stanno facendo. E’ per questo che così tanti americani vincono il Darwin Award: hanno il buon senso e la capacità di giudizio di un bambino di cinque anni, perché, a forza di seguire procedure già pronte, non li hanno mai esercitati. (E’ anche per questo che devono scrivere sui vestiti di toglierseli prima di stirarli e sulle tazze di caffé di fare attenzione perché potrebbe essere caldo.)

E così, succederà anche a voi, come è successo a me sulla discesa dal Grand Canyon verso Cameron, di imboccare a buona velocità un lungo curvone cieco in discesa, su una statale a una corsia per senso di marcia, e di trovarvi improvvisamente fermo in mezzo alla carreggiata un grosso SUV con il tettuccio aperto e un americano che spunta da sopra per fare la foto al meraviglioso panorama. Per fortuna nell’altro senso non arrivava nessuno, e dunque io ho potuto varcare la doppia striscia continua e superare il tizio nella corsia contromano – una manovra che un americano farebbe molta fatica a concepire in pochi secondi, dato che implica una violazione di regole. Se al mio posto ci fosse stato un locale, sono piuttosto sicuro che avrebbero fatto un incidente.

Oppure, succederà anche a voi, come è successo a me sulla costa della California settentrionale, di vedere un tizio davanti a voi che si ferma a bordo strada, a filo della carreggiata, e apre la porta per scendere e andare in spiaggia senza minimamente guardare se arriva qualcuno, costringendovi a scartare di botto per non investirlo; ok, fermarsi a bordo strada è una violazione, ma una volta che ci si è parcheggiati lì, perché guardare prima di aprire la porta? In una vita spesa a parcheggiare a lisca di pesce in mezzo ai piazzali, non è mai stato necessario farlo.

[tags]guida, auto, stati uniti, regole[/tags]

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