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sabato 12 Novembre 2011, 15:34

Ride for life, per la sicurezza ciclabile

Tutti i giornali hanno riportato la storia del povero bambino di Milano ucciso da una ragazza che, scendendo da un’auto appena parcheggiata in mezzo alla strada in doppia fila, ha aperto la portiera senza guardare facendolo cadere sotto le ruote del tram che sopraggiungeva. La mentalità autocentrica della nostra società si vede dal fatto che quasi tutti i titoli parlavano di “ucciso dal tram” e non di “ucciso da un’auto in sosta vietata”, anche se i rapporti di causa ed effetto sono chiari; eppure, perlomeno c’è stata un po’ di tardiva attenzione al problema delle auto ormai abbandonate selvaggiamente in qualsiasi angolo delle città.

Io non voglio fare il moralista, anzi pure a me è successo di fermarmi in doppia fila per scaricare o aspettare qualcuno; perlomeno però bisogna usare accortezza e responsabilità verso gli altri, ad esempio facendolo in larghe vie secondarie dove non crea pericolo e disturbo, e non nel mezzo di un viale ad alto scorrimento o di una stradina dove blocca il passaggio. Trovo invece ipocrita il fatto che d’incanto il sindaco Pisapia dopo l’incidente abbia mandato i vigili a multare le auto in quella via, e penso che andrebbe fatta prevenzione in anticipo nei potenziali punti neri.

Proprio per questo, negli ultimi tempi ho presentato alcune mozioni affinché la Città si impegni nella repressione di violazioni attualmente piuttosto tollerate, come ad esempio la svolta a sinistra dal viale centrale dove è vietata, oppure la doppia fila o l’abuso delle corsie preferenziali, e anche l’ingresso e il transito non autorizzato in zone pedonali come via Garibaldi. Al giorno d’oggi è possibile pensare a sistemi automatici di rilevamento delle infrazioni; in parte i vigili li avevano sperimentati, ma ho chiesto di sapere quante multe sono state fatte perché l’impressione è che non abbiano avuto grande applicazione.

Nel frattempo, giovedì sera un gruppo di ciclisti ha inscenato una toccante manifestazione in via Cibrario, una delle strade dove la sosta in doppia fila crea lo stesso pericolo di Milano. Una bicicletta bianca è stata depositata per ricordare l’accaduto e chiedere che si ponga più attenzione a questi rischi. L’unica vera soluzione è che chi guida un qualsiasi veicolo (ma anche chi si sposta a piedi) pensi meno a se stesso e più alla sicurezza anche degli altri; ma fin che questo non accadrà, le amministrazioni hanno il dovere di sorvegliare.

[tags]sicurezza stradale, bici, milano, torino, ride for life, incidente[/tags]

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11 commenti a “Ride for life, per la sicurezza ciclabile”

  1. Mike:

    Il filmato e` interessante, se non altro perche` fa vedere quante infrazioni compiono quei ciclisti senza neanche accorgersene.

    Una di queste infrazioni e` di non dare la precedenza al tram, che povwerino non puo` mettere la freccia a sinistra e sorpassare. Dal punto di vista delle PR e` un clamoroso autogol, visto che chi viene colpito e` chi usa i mezzi pubblici e che appunto per questo non sta usando la macchina e non sta quindi parcheggiando in doppia fila.

    La seconda, molto piu` grave perche` di per se` potenzialmente mortale e` che molte dei quelle bici non avevano le luci e nemmeno i catarifrangenti.

    A me e` capitato di viaggiare su una strada provinciale buia e senza illuminazione e di vedere all’improvviso sul ciglio destro una massa scura: pensavo si trattasse di un cinghiale ed invece era un ciclista vestito di nero con una MTB Specialized marrone senza un catarifrangente. Spero di averlo spaventato con la mia frenata anti-cinghiale e che il giorno dopo si sia andato a comprare delle luci per la sua Speccy.

    Il problema e` che anche se c’e` illuminazione stradale non e` detto che un ciclista senza luci sia visibile in tutte la condizioni, e per un ciclista questo puo` non essere subito evidente, dato che non ha un vetro inclinato davanti a se`.

  2. Daisuke Ido:

    Da ciclista convinto ma imparziale mi sento in dovere di farti notare una falla, piccola ma significativa, nel tuo ragionamento.
    Acclarato che effettivamente nelle città, come tutti sanno, le auto fanno un po’ il bello e il cattivo tempo, e gli scooter sono buoni secondi; ritengo doveroso far notare che spesso e volentieri i ciclisti stessi fanno di tutto per, beh, “andare in rogne”.
    La mia esperienza è quella di Bologna, città moderatamente “ciclizzata” e, giusto per nominare i casi più frequenti, ritengo giusto citare i ciclisti che pedalano in strada (spesso anche contromano) nonostante a due metri da loro sia presente una ciclabile a doppio senso la quale, sebbene talvolta ingombra di pedoni, offre sicuramente più sicurezza rispetto ad una strada trafficata; il rispetto dei semafori rossi per la svolta a destra è spesso un’utopia, così come i sensi unici; i già citati catarifrangenti o un lampeggiante a led posteriore da 10€ sembrano una spesa eccessiva ed evidentemente inutile… E potrei continuare a lungo.

    Finché i ciclisti non si renderanno conto che non possono fare quel che vogliono per strada non potranno mai avere il rispetto, e quindi l’attenzione, da parte degli altri utenti della strada.

  3. rccs:

    Tra catarinfrangenti e luci, la mia auto di notte sembra un’astronave.

  4. Oscaruzzo:

    Ti segnalo anche che in via Vanchiglia c’e` SEMPRE una quantita` enorme di macchine in doppia fila, a TUTTE le ore di TUTTI i giorni. Ed e` cosi` da ANNI.

    Peraltro venerdi` sera ero sul 15, che passa da li`, e dietro di noi c’era un’ambulanza e un camion dei pompieri, entrambi con sirene spiegate: non potevano passare proprio a causa delle auto in doppia fila.

    Peraltro questo obbliga a percorrere (in auto, oltre che in bici) la via sulla corsia del tram. In teoria questo sarebbe vietato (addirittura si era favoleggiato di telecamere sui tram e bus che avrebbero riconosciuto le targhe di chi avrebbe invaso la corsia riservata, multandoli) ma a quanto ci si e` semplicemente rassegnati al fatto che ormai le cose vanno cosi`.

    Questo e` uno schifo, per inciso, e sono sicuro che concordi. Le infrazioni reiterate perche` tollerate mandano un segnale assolutamente negativo sia a chi rispetta le regole (ovvero: sei un fesso) sia chi non le rispetta (ovvero: fa’ quello che ti pare).

    Segnalo anche un paio di altre zone in cui la situazione e` praticamente sempre quella: via Monginevro nel tratto tra piazza Sabotino e corso Ferrucci e via di Nanni, tra piazza Sabotino e piazza Adriano. Sicuramente ce ne sono molte altre. Via Vanchiglia comunque e` proprio la peggiore.

  5. Oscaruzzo:

    Scusate gli orrori grammaticaNi nel commento sopra (scritto di getto senza rileggerlo).

  6. theDRaKKaR:

    Ehm scusate, era una protesta… è chiaro che è stato violato qualche articolo del Codice della Strada o magari penale. È stato fatto per richiamare l’attenzione sulla morte di Giacomo.

    Condannabile quando volete questo tipo di protesta, ma È una protesta di tipo invasivo, dicasi critical mass…

    Almeno lo scopo s’è raggiunto, volenti o nolenti, dovete leggere le parole Giacomo e morte.

  7. Alberto:

    Un paio di episodi:
    – un po’ di tempo fa mi è capitato di assistere in una via del Centro alla scena di un ciclista che mandava a quel paese un auto che procedeva in direzione contraria e che lo aveva quasi investito. Peccato che la via fosse a senso unico e che il ciclista la stesse percorrendo in contromano e per di più senza luci nonostante fosse sera. Il che dimostra che l’arroganza e il non rispetto del codice è un vizio che non si acquisisce quando si sale in auto ma che è abbastanza diffuso nella nostra società da essere indipendente dal mezzo di locomozione usato.
    – Per quanto riguarda invece le auto parcheggiate selvaggiamente, un altro malcostume inverecondo è quello di parcheggiare le auto a cavallo della linea di mezzeria, cosa pericolosissima visto che rende difficilmente visibile chi svolti a sinistra. Qualche sera fa percorrevo Lungo Dora Firenze dove evidentemente c’è qualche locale molto trendy (scusate faccio poca vita sociale ultimamente). Fatto sta che c’erano auto parcheggiate ovunque ed, in particolare, un fila continua di auto parcheggiate in mezzo alla carreggiata, fila talmente lunga che si erano dimenticati che Lungo Dora Firenze ha anche degli incroci con vie nelle quali e dalle quali è teoricamente possibile svoltare, possibilità che gli avventori del locale trendy avevano deciso arbitrariamente di sospendere. Sono circostanze nelle quali mi sento black block anch’io…

  8. rcss:

    Ieri sera un’automobile parcheggiata in doppia fila in una via secondaria in un punto “dove non dà fastidio a nessuno” è ripartita senza preavviso ne’ disinserire le doppie frecce mentre mi accingevo a superarla. Non mi ha preso sotto per una decina di centimetri e perchè previdentemente mi ero “tenuto largo”.

  9. Pippo:

    Proposta provocatoria e forse anticostituzionale ma chissà.

    Ma se si rendessero complici di chi parcheggia in doppia fila i gestori dei locali?
    Parcheggi così per andare a comprare le sigarette o per farti l’happy hour?
    Io vigile o chi per esso entro nel locale, identifico se i proprietari sono dentro (ed è quasi certo) scatta la multa anche al gestore dell’esercizio pubblico.

  10. Marco[n]:

    Molto probabilmente non si puo’ fare, pero’ ricordiamoci che per alcune infrazioni, es. legge sul divieto di fumare, e’ piu’ o meno cosi’.
    Sarebbe bello.

  11. Enrico:

    Io alla critical mass in video ero presente. Nemmeno a me è piaciuto rallentare il tram (nonostante i passeggeri abbiano perso una decina di minuti, non di più) però consideriamo che si tratta di una protesta e quindi se non rompi le palle non ti considera nessuno.

    Per quel che riguarda le luci, boh, per sicurezza – oltre che codice della strada – la mia bici sembra un albero di natale e ha dei led che è meglio non guardarli dritti pena ciecità temporanea, ma le portierate in faccia me le aprono lo stesso e la strada me la tagliano uguale. La gente semplicemente guida a casaccio senza pensare. Poi com’è che io di ciclisti non ne ho mai investiti? Forse perché in auto guido nei limiti (sì, il famoso 50 all’ora che ci hanno insegnato a scuola guida o anche molto meno in strade pericolose), tengo pulito il parabrezza e sono consapevole di muovere una tonnellata di vetro e acciaio con tutto quello che ne consegue.

 
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