Torino contro i pesticidi e la moria delle api
È matematico: la prima volta in cui dici che abbiamo presentato un ordine del giorno in difesa delle api, c’è sempre qualcuno che si mette a ridere; qualche battuta scappa sempre. Eppure, quando poi spieghi l’argomento, tutti si rendono conto che la questione è estremamente seria.
Circa cinque anni fa, infatti, le api hanno cominciato a morire in massa, in certi casi fino al 90% delle colonie, senza che si capisse bene il perché. Se muoiono le api, non manca soltanto il miele; viene messo a rischio l’intero ciclo della natura. Dovremmo infatti tutti ricordare, sin dalle scuole elementari, che le api sono responsabili dell’impollinazione dei fiori e dunque della riproduzione delle specie vegetali, che a loro volta alimentano gli animali e infine l’uomo (direttamente dai Simpson, ricordiamo la catena alimentare dell’uomo). Niente api, niente natura, niente uomo.
A tutt’oggi non è chiara la ragione ultima di questa moria: i fattori sospetti sono molti, dagli OGM alle radiazioni dei cellulari. Tuttavia, le analisi hanno indicato la presenza tra le api morte di una particolare categoria di pesticidi “innovativi”, noti come neonicotinoidi, e utilizzati per “conciare” i semi del mais e di altre colture (barbabietole, patate) prima di seminarli, per renderli intrinsecamente resistenti ai parassiti. Vari studi scientifici sostengono che questi pesticidi intervengano sul sistema nervoso delle api e in sostanza le uccidano… e non è nemmeno chiaro cosa succeda al sistema nervoso degli umani che mangiano i frutti derivanti da questi semi.
Altri, comunque, sostengono che i neonicotinoidi non facciano poi così male: sono le multinazionali come Monsanto, Bayer e BASF, che li producono (ma se volete potete anche comprarli su Internet dalla Cina), e gli agricoltori che li usano. Sta di fatto però che, quando si è introdotto un divieto temporaneo e precauzionale di questi pesticidi, le api sono tornate a vivere.
Il divieto è stato via via prolungato, di anno in anno, ma è sempre a rischio di essere rimosso, grazie alle pressioni delle lobby sopra citate. Così a ottobre, dopo la manifestazione a cui abbiamo partecipato qui a Torino per chiedere l’ennesima proroga, ho pensato che anche la Città potesse prendere posizione. Ho dunque scritto e presentato un ordine del giorno, che è infine arrivato in votazione lunedì 30 gennaio, ed è stato approvato all’unanimità : la Città di Torino chiede ufficialmente al governo di rendere definitivo il divieto d’uso dei neonicotinoidi in agricoltura, senza condizioni.
Anche qui in Comune, superate le risatine, tutti si sono resi conto della gravità del problema: speriamo che altre città possano seguirci, e che – in vista della prossima scadenza del divieto provvisorio, fissata per il 30 giugno – si possa arrivare a un divieto definitivo.
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