Televisione e Movimento
La mia seconda apparizione televisiva nazionale in un giorno e mezzo è andata in onda ieri mattina, sempre su La7 (anche se gli inviti erano indipendenti e separati). A Omnibus, trasmissione di approfondimento del mattino condotta da Andrea Pancani, il trattamento è stato molto diverso dalla serata a Piazzapulita: invece di cinquanta secondi, ho potuto parlare per venticinque minuti, su un totale di due ore di trasmissione.
Ero l’unico “politico” partecipante (niente commistioni con i partiti) e mi sono trovato di fronte a un gruppetto di esperti e giornalisti; un paio chiaramente ostili, che hanno provato a mettermi in difficoltà accusandoci di antipolitica, inconsistenza e così via, e un paio piuttosto amichevoli, che invece hanno apprezzato e difeso le cose che dicevo.
Mi è sembrata tutto sommato una trattazione onesta, con il giusto grado di aggressività (non si può certo pretendere di sentirsi dare sempre ragione) ma anche con ampio spazio per intervenire. E credo di aver fatto fare bella figura al Movimento, a giudicare dai commenti ricevuti da voi e anche dal conduttore.
(A Piazzapulita, dopo il post di venerdì, non penso invece che avrò altre chance, anche se in proposito vorrei chiarire che non li ho tacciati né di censura né di scarsa professionalità , se mai del contrario: di avere in mente un format talmente spettacolarizzato che tutto deve essere pianificato in anticipo.)
All’ora di pranzo, poi, è uscito Beppe: da una parte ha messo in home page il mio post e il mio video di Piazzapulita, dall’altra ha fatto un post principale in cui attacca le televisioni e chi ci si va a sedere. L’analisi di Beppe è nota ed assolutamente corretta, riprende quello che io avevo già descritto nel post. Tuttavia, io non sono così radicale nella conclusione, e penso che sia sbagliato rifiutare la televisione sempre e comunque; la domanda che ci si deve porre è se la partecipazione televisiva possa avvantaggiare o danneggiare il Movimento.
Nel mio caso, da Piazzapulita saremmo usciti meglio o peggio se la trasmissione fosse stata identica ma senza i tre minuti miei e di Federica Salsi? Secondo me ne saremmo usciti peggio; e fa bene al Movimento far vedere che c’è altro insieme a Grillo, e che il voto serve a mettere nelle istituzioni persone capaci e convincenti e non dei bambini che dipendono dagli slogan del guru.
Il problema nasce tuttavia se singoli consiglieri finiscono per diventare ospiti fissi, due volte al mese in mezzo ai politici, o peggio ancora se cominciano a darsi da fare per apparire; o se in televisione ci vanno persone che magari si sentono dei grandi comunicatori, ma che poi, di fronte al marchingegno, fanno oggettivamente delle figuracce. Le eventuali apparizioni di movimentisti devono essere poche e incisive, lasciando il segno e la voglia di saperne di più, in modo da invogliare il passaggio a Internet o al contatto diretto.
Finora non c’è stata alcuna strategia mediatica “del Movimento”; sia Grillo che ogni singolo consigliere fanno le proprie uscite e pianificano le proprie apparizioni senza parlarsi. Questo è sbagliato, ed è necessario concordare un piano d’azione intelligente, che preveda da una parte un briciolo di fiducia in più nei nostri “ragazzi”, e dall’altra un freno consapevole alle vanità e alle ingenuità dei singoli. L’importante è che venga fatto in maniera coordinata e condivisa tra tutti e che non succeda, come adesso, che ognuno decida per sé se accettare e cosa dire, e che alcune persone rischino di finire troppo spesso sui video nazionali a farsi omologare.
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