Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Lun 23 - 21:00
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per il giorno 8 Gennaio 2014


mercoledì 8 Gennaio 2014, 12:38

L’Italia e l’Europa

Qualche giorno fa, Beppe Grillo ha rilanciato il manifesto del Movimento 5 Stelle verso le elezioni europee, già presentato un mese fa a Genova. Si tratta di sette grandi linee che non coprono tutto il dettaglio delle competenze dell’Unione Europea, ma che vogliono evidenziare alcune priorità: il referendum sull’euro, la lotta all’austerità imposta dalla finanza globale, l’investimento sull’innovazione e sull’autosufficienza alimentare nazionale.

Trasversalmente a queste priorità, tuttavia, resta da affrontare il discorso di fondo: quello del rapporto tra l’Italia e l’Europa. In questi vent’anni, difatti, i partiti italiani hanno abusato di questo rapporto; hanno contemporaneamente indicato l’appartenenza all’Unione Europea e all’euro come un dogma indiscutibile e scaricato sull’Europa la colpa di qualsiasi sacrificio venisse imposto agli italiani.

E’ chiaro che il risultato a medio termine di una propaganda di questo genere non può che essere la nascita di un forte sentimento antieuropeo, sempre più diffuso tra i cittadini, secondo il semplice ragionamento “se i sacrifici sono imposti dall’Europa, usciamo dall’Europa e non ci saranno più sacrifici”. E così, le elezioni europee rischiano di diventare uno scontro aperto tra chi dice che l’Unione Europea va bene così e chi vorrebbe distruggerla e basta.

Eppure, bisognerebbe ricordarsi che il processo di integrazione europea è nato per motivi più profondi di quelli economici. L’Europa unita nasce dalle rovine della seconda guerra mondiale, dai campi di concentramento e dalla distruzione di gran parte dell’intero continente, ridotto a giardinetto di due grandi potenze sostanzialmente estranee, potenze che erano a loro volta diventate tali grazie a un lungo processo di integrazione di stati o di popoli diversi. I singoli Paesi europei, se non si uniscono, rischiano di continuare a uccidersi in guerre fratricide o comunque a diventare sempre più marginali rispetto a Stati Uniti, Russia, e oggi Cina, e domani India e magari anche Brasile; nazioni che in gran parte avrebbero da guadagnare dall’esplosione dell’Unione Europea e dalla fine dell’euro.

La questione, quindi, è come unire i paesi europei in modo che nessuno, e nello specifico l’Italia, ne abbia a soffrire. Un conto, difatti, è un’Europa in cui l’unione fa la forza, e un conto è un’Europa in cui alcuni si arricchiscono e altri fanno la fame, e che invece di generare più ricchezza per tutti si limita a trasferire la ricchezza di un pezzo di continente verso un altro pezzo.

Noi italiani, innanzi tutto, dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri errori e delle nostre manchevolezze. Non è colpa dell’Europa se noi siamo uno dei Paesi più disonesti, corrotti, privi di meritocrazia, disorganizzati, ignoranti e manipolati dai media: è colpa nostra e della classe dirigente a cui abbiamo affidato questo Paese. Questa arretratezza è un elemento fondamentale del nostro impoverimento e non possiamo darne la colpa all’euro o ai tedeschi.

Allo stesso tempo, però, il modo in cui è gestita l’Europa, senza grande democrazia e senza mettere al primo posto il benessere dei cittadini, non è accettabile; serve un’Europa in cui i Paesi non siano in competizione tra loro, ma in collaborazione, e per questo serve un nuovo patto di convivenza in cui i Paesi in questo momento più forti sostengano i cittadini (non le banche) dei Paesi più deboli in cambio di riforme che, a differenza di quelle imposte in Grecia, affrontino alla radice i problemi culturali, sociali e civici del Paese per mettere le basi dello sviluppo futuro, invece di limitarsi al rientro dal debito a costo di un massacro sociale non solo metaforico.

Se però la disponibilità a questo patto non ci dovesse essere, se a conti fatti a noi dovesse convenire lo sgancio dalla moneta comune, possibilmente non da soli ma con un blocco di Paesi mediterranei tali da dare solidità a una nuova unione e una nuova valuta, non c’è alcun motivo per non farlo.

L’Italia è, difatti, uno dei Paesi meno capaci a difendere i propri interessi nazionali. In tutto il mondo ogni nazione regola i flussi di ingresso e uscita di capitali, merci, alimenti, energia e anche persone secondo l’interesse del proprio Paese; questo scontro di interessi si verifica anche nella definizione degli accordi europei che regolano la nostra vita. A forza di spedire a Bruxelles i trombati di ogni colore, gente che magari non sa nemmeno dire due parole in inglese quando incontra i colleghi e che vive l’Europa come un ripiego o come una pensione dorata, l’Italia si è spesso fatta fregare. Aggiungiamoci il fatto che da noi difendere gli interessi nazionali sembra spesso una vergogna, una roba da pezzenti o da fascisti: non possiamo stupirci se poi in sede europea abbiamo la peggio.

Per questo il Movimento 5 Stelle può offrire una prospettiva veramente nuova nel rapporto tra Italia ed Europa, come i partiti non hanno mai fatto; a patto che abbia chiaro quale Europa vuole costruire. E voi, che ne pensate?

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike