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mercoledì 5 Ottobre 2016, 15:42

M5S e il paravento dal basso

Non ho ancora preso posizione sulle proposte di modifica allo statuto del M5S attualmente in votazione, perché non ho ancora avuto tempo e voglia di studiarmele nel dettaglio.

Oggi, però, Beppe Grillo spiega quali sono le vere ragioni di questo voto, con un post alquanto singolare in cui ammette che non si tratta affatto di condividere la gestione del movimento con gli attivisti, di sperimentare la democrazia online o di favorire la partecipazione dal basso. Il vero motivo per questa votazione è (parole sue) che “nessuno possa fare appello e io non riceva migliaia di denunce”, inserendo il regolamento dentro il “non-Statuto” e istituendo “tre probiviri che faranno da paravento anche a me, perché io ricevo una querela al giorno!”. In pratica, lo scopo di tutta l’operazione è “proteggere un po’ me” (sempre parole sue) dalle querele che sta ricevendo per le espulsioni illegittime che ha firmato negli scorsi anni.

Già, perché, per chi non lo sapesse, negli scorsi mesi alcune delle persone espulse dal M5S con una mail firmata “in nome e per conto di Beppe Grillo” si sono rivolte a un tribunale, che ha sancito che quelle espulsioni sono illegittime, in quanto il non-Statuto non prevedeva alcuna possibilità per lo staff o per il “capo politico” di espellere degli iscritti. Anche il cosiddetto “regolamento del M5S” promulgato sul blog un paio di anni fa, quello che istituiva il direttorio e la procedura di espulsione, è illegittimo e nullo, perché non è stato mai discusso, votato e approvato dagli iscritti del Movimento 5 Stelle.

Infatti, la legge italiana stabilisce che gli iscritti ad una associazione, persino una associazione non formalizzata, hanno dei diritti inalienabili. Gli iscritti possono essere cacciati da una associazione solo secondo quanto previsto dal suo Statuto, e lo Statuto può essere modificato solo da una votazione di tutti i soci in una assemblea fisica regolarmente convocata. Tutto questo fino ad oggi non è avvenuto, per cui tutte le espulsioni avvenute fino ad oggi possono essere riconosciute illegittime, come già sancito in un caso specifico dal suddetto provvedimento del Tribunale di Napoli.

Non solo: tutte le persone che sono state espulse hanno diritto a chiedere il risarcimento dei danni, da quelli di immagine a quelli esistenziali per le sofferenze patite e le ingiurie ricevute, e a questo punto hanno ottime possibilità di ottenerlo. E chi lo dovrà pagare? Chi ha firmato le espulsioni: Beppe Grillo di tasca sua. E siccome le quantificazioni variano da 10 a 150 mila euro a testa, e si dice che gli espulsi siano centinaia, stiamo parlando di milioni e milioni di euro.

Per questo ora Grillo corre ai ripari, cercando di modificare lo statuto della “non-associazione” M5S in modo che le future espulsioni siano regolari; e invita tutti a “votare votare votare”, perchè, secondo la legge (art. 21 codice civile), una delibera di modifica dello statuto associativo richiede il voto favorevole della maggioranza dei presenti in una assemblea a cui partecipino almeno tre quarti degli iscritti; e quindi, se non avranno votato almeno tre quarti degli iscritti al M5S, la votazione sarà senz’altro legalmente nulla (ma questo lui non lo dice). Questo probabilmente spiega anche perché, dopo anni di votazioni online annunciate a mezzogiorno con chiusura del voto a mezzogiorno e un quarto, stavolta ci abbiano dato per votare addirittura un mese (ma anche questo lui non lo dice).

Purtroppo per lui, la procedura che sta seguendo non è comunque valida, perché il codice civile non prevede la possibilità di tenere una assemblea in forma virtuale, né di tenere la votazione aperta per un mese; i tre quarti suddetti devono essere presenti tutti nello stesso luogo e nello stesso momento. Inoltre, anche se la deliberazione fosse valida, non si potrebbe comunque applicare alle espulsioni già fatte in passato. E poi ci sarebbero anche altre questioni: per esempio, sarebbe necessario rendere pubblico almeno ai soci l’elenco e il numero degli iscritti, per poter verificare il raggiungimento dei quorum. E sarebbe necessario far scegliere all’assemblea alcuni segretari per la votazione, che possano testimoniare il corretto conteggio dei voti. E così via.

Su tutto questo, le opinioni possono legittimamente variare: uno può comunque pensare che le espulsioni fossero giuste, che l’appellarsi alla legge da parte degli espulsi sia un attacco malevolo al Movimento e che Grillo vada dunque aiutato in questo tentativo di crearsi un “paravento dal basso”. L’importante è essere coscienti di tutto lo scenario.

La questione di fondo, infatti, è che non si può creare un movimento, partito, associazione o quel che sia (il nome, come stabilito dal tribunale, non fa differenza) senza rispettare i minimi principi di democrazia interna previsti dalla legge. Questo nel M5S non è mai avvenuto, e ora Beppe rischia di farne le spese.

Sinceramente mi spiace per lui, perché non era lui la mente dietro a questi meccanismi. La sua unica via d’uscita, ridicola ma sostenibile, era affermare di non aver mai davvero sottoscritto quelle espulsioni, insomma di avere cacciato la gente a sua insaputa; e in almeno qualche caso che conosco personalmente credo che sia proprio successo così. Qualcuno deve averlo mal consigliato, invece, e così ora cerca una via d’uscita molto difficile; il che è umano, se non fosse che non ha niente a che vedere con la partecipazione e con la democrazia dal basso.

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6 commenti a “M5S e il paravento dal basso”

  1. Paolo:

    Mi chiedo come faccia uno che voleva candidarsi a sindaco per il M5s a non sapere neanche che il Movimento 5 Stelle è un associazione in cui i soci non sono di certo i cittadini iscritti al blog che vengono solo consultati in questo caso per una variazione che verrà poi approvata dall’assemblea dei soci. Qui siamo alle basi della conoscenza del movimento e ci si permette pure di voler fare precisazioni in merito ad una consultazione che sarà utilissima ad impedire che il M5s abbia altri Pizzarotti ad insinuarsi tra le fila per altri scopi.

  2. lucano:

    Mi pare evidente che che un iscritto ad un non partito sia soggetto secondo un non statuto a non sansioni , pertanto un iscritto risulta automaticamente un non iscritto e quindi ..mi sono perso .Da dove eravamo partiti ?

  3. lallo:

    #paolo
    Che di Pizzarotti non ce ne saranno più è una certezza sin d’ora. Con una regolamentazione come quella postulata (ma vale pure per quella attuale) , uteriori persone capaci non si spenderanno mai per essere in balia di un organizzazione senza capo ne coda. Nella quale la responsabilità delle scelte non ricade su nessuno malgrado ci sia qulacuno che le stabilisce o prestabilisce. Già a livello locale (vedi Roma) è iniziato il fuggi fuggi dei competenti. Restano (pochi) validi militanti della prima ora e un blocco di ‘tastieristi’ del tutto inutili per lo sviluppo di politiche reali.

  4. liblor:

    Ciao Vittorio,
    1) sulla questione “Roma-Raggi-Muraro” non commento in quanto le notizie sono spesso frammentate e credo che sia arduo anche per te costruire un ragionamento sui “se”, “ma”, “si dice”, etc….Sono convinto invece che la responsabilità è della Sindaca e, oltre a quelle, a lei spettano anche certe iniziative di tipo politico. Credo sia errata l’equazione che mette sul banco degli imputati e sullo stesso piano le competenze e le questioni processuali in atto. Se Raggi ha fiducia nelle capacità della Muraro credo abbia ragione a lasciarla dov’è fino a dimostrazione del contrario o all’arrivo di una sentenza. I recenti casi di assoluzioni di Marino e Cota devono imporre grande prudenza nei giudizi. Se poi qualcuno mette in dubbio anche i giudici, meglio fermarsi e discutere di altri.

    2) in merito alla votazione aperta per la nuova versione del “non Statuto”, non sono così convinto che il m5s funzioni come un’associazione e difatti non lo è (spero che nemmeno lo diventi).
    I giudici devono prendere un modello di funzionamento simile per interpretare la legge. In campo civilistico ci si muove spesso in base a modelli interpretativi. Tra il resto, proprio perché si è in ambito civilistico, non ci sono le proposte di archiviazione degli esposti e delle denunce. Pertanto gli iter legali possono durare anni e se vogliono affossare il movimento, basta continuare a promuovere processi che dureranno anni, un po’ come quelli del PD che denunciano la Raggi o Nogarin sperando che la Procura apra un fascicolo (e non può sfuggirne per l’obbligo dell’azione penale se vengono indicati elementi di rilevanza penale) così che il movimento li sbatta fuori solo perché indagati.
    Io credo che Grillo e lo Staff facciano bene a tentare di arginare il fenomeno, anche se è impossibile limitare certi comportamenti a causa dei tempi di legge attuali.
    Rimango stupito invece che tu non ti ponga altri interrogativi: perché se un iscritto o, peggio, un portavoce vengono espulsi perché non restituiscono o votano la fiducia al governo Renzi, devono fare una causa civile contro il m5s? Del programma e dell’impegno con gli elettori quando ci si candida cosa può interessare a un giudice di un tribunale in una causa? E poi pretendono di rimanere nel movimento per fare cosa? Chiedono i danni per cosa? Intendo dire se quel “cosa” fa parte dei principi del movimento che vorrebbero far credere di difendere oppure se lo fanno per motivi personali.
    Se ci lanciamo nelle interpretazioni civilistiche, allora anche noi siamo “iscritti” allo Stato con diritti soggettivi inalienabili. Eppure l’ordinamento statale e giuridico non funziona come un’associazione per una miriade di motivi fondati sul diritto e le leggi.
    Se facciamo ricorso contro lo Stato, oltre che per noi, lo facciamo creando un precedente valido per tutti.
    Allora mi chiedo se per te gli espulsi sono tutte vittime oppure stiamo parlando di vicende singole che bisogna affrontare caso per caso e dal punto di vista politico e non attraverso cause civili personali.
    Spero di aver espresso il più possibile i miei punti di vista anche se ci sarebbe da discuterne molto di più.

  5. lucano:

    Caro Libror con il tuo intervento inviti a non cadere nella trappola del PD che fidando sulla lentezza della magistratura insinua sospetti facendo partire le indagini sugli assessori che poi si concluderanno chissà quando. Il l movimento (o non movimento ) a questo punto si vede costretto in ossequio allo statuto (o non statuto) a sospendere l’assessore . Chiedi quindi di aspettare prima di far decadere gli assessori. Chiedi quindi di usare quella cautela che gli altri partiti invocano i questi casi.Mi pare giusto .

  6. mfp:

    Ah, come per Renzi e il Referendum Costituzionale: si va a votare dopo, per legittimare quello che e’ stato fatto prima, e quello che non era stato fatto ancora prima di prima! Indipendentemente sia dal quesito, che dall’esito.

    Grillo s’e’ circondato da una quantita’ incommensurabile di fenomeni da baraccone (come lui). A partire da Casaleggio. Difficile che riesca a smaltirli tutti. Salvo Mandara’ (il 5o mancato del Trio Aldo-Giovanni-Egiacomo-Conmassironi, che gioronzolava sui palchi di Grillo con una fotocamera montata su un giroscopio piu’ alto di lui) ce l’aveva con i gombloddi della massoneria… non piu’ di un mese fa perfino Rosi Bindi dell’Antimafia, su La7, si arrendeva causa massoneria…

    Hai visto mai che ora finalmente, morta la Tina Anselmi, potrebbe essere possibile abortire l’associativismo castrato (dalla definizione eccessiva di “societa’ segreta” data da Tina Anselmi) in vigore in Italia? Se ci dice bene tra 20 anni potremmo perfino rivedere la definizione di associazione per delinquere di stampo mafioso… eliminando quel blob accroccato di cagate giuridiche e scriverci invece la definizione reale: “intermediario”. E senza dover elencare tutti gli intermediari: “tra cittadino e istituzioni” (politico), “tra credente e dio” (prete), “tra popolazione e internet” (casalegg…ehm…pubblicitario)…

 
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