A proposito della storia di Tokyo
Nel grande museo sulla storia cittadina situato oltre il fiume Sumida, nel quartiere in cui nacque e visse Hokusai, quest’anno c’è una mostra per celebrare il centocinquantesimo anniversario dalla fondazione di Tokyo. A questo punto dovreste stupirvi: davvero Tokyo, la più grande megalopoli del pianeta, è stata fondata solo nel 1868?
La realtà è che Tokyo è una città fondata tre volte. Nacque la prima volta nel 1457 come castello fortificato, vicino a un piccolo villaggio di pescatori, col nome di Edo e col ruolo di sede di un clan minore.
Nacque la seconda volta quando nel 1590 il castello abbandonato fu acquisito da Ieyasu Tokugawa, che ne fece la propria sede feudale e iniziò enormi lavori di fortificazione e risistemazione di tutta l’area, deviando fiumi e reclamando terra dal mare; nel frattempo, a forza di vittorie in battaglia, Tokugawa divenne il primo shogun del Giappone e Edo divenne la capitale di fatto del Paese, ma non di nome: anche se lo shogun come “taikun” era il vero regnante, formalmente l’imperatore restò in carica e continuò a risiedere a Kyoto.
Nacque per la terza volta quando nel 1868, dopo la guerra civile seguita all’apertura del Giappone all’estero dopo l’arrivo delle cannoniere americane, il restaurato imperatore Meiji decise di elevare la città anche formalmente al grado di capitale, cambiandole il nome in Tokyo, cioé “capitale orientale”. Se chiamare la capitale “capitale orientale” vi pare un po’ troppo descrittivo, ricordate comunque che anche Pechino e Nanchino vogliono dire semplicemente capitale del nord e capitale del sud.
Alla fine, la fondazione vera è probabilmente la seconda, che rappresenta un po’ quello che per Torino rappresentò il trasferimento della capitale del ducato di Savoia. Risale a quell’epoca la forma attuale del centro “storico” della città , con la sua rete di fiumi e canali concepiti originariamente come difese del castello, compreso il primo storico ponte che collegava il castello alle strade verso nord, il Nihonbashi (ponte del Giappone). Ed è proprio con la famosissima veduta del monte Fuji dal Nihonbashi, dipinta anche da Hokusai, che vi lascio andare: peccato che negli anni ’60 abbiano deciso di costruirci sopra una superstrada.