Una piccola cronistoria delle operazioni di pulizia del M5S di Torino
Non volendo troppo commentare i fatti di questi giorni nell’amministrazione comunale torinese, mi sono limitato a mettere insieme un riassunto dei fatti.
Novembre 2015: Appendino, appena scelta candidata sindaca, nomina Giordana (fino ad allora sconosciuto al M5S) come suo braccio destro e capo del programma. Basta chiedere in giro per scoprire che è un ex staffista di assessori PD, ex Fare, ex AN, ex FUAN, certo non una persona da Movimento. Gli attivisti del M5S torinese, con poche eccezioni, tutti zitti e concentrati sulla lista per le comunali.
Giugno 2016: Appendino, appena eletta sindaca, nomina Giordana suo capo di gabinetto (praticamente “sindaco ombra”) e come suo capo ufficio stampa Pasquaretta (fino ad allora sconosciuto al M5S). Basta chiedere in giro per scoprire che è un giornalista sportivo del giro Juve, nonché PR di discoteche e di “Torino Erotica”, noto per il carattere aggressivo, che sbarra le porte anche ai colleghi che hanno sostenuto il M5S da tempi non sospetti. Gli attivisti del M5S torinese, ora diventati in massa consiglieri comunali, ancora tutti zitti.
Giugno 2017: Appendino e Giordana sono coinvolti nelle indagini sui fatti di piazza San Carlo. Una volta il M5S li avrebbe fatti dimettere, ora tutti zitti e concentrati a difendere il potere. Giordana resta lì; l’unico cambiamento è che viene cacciata l’assessora tecnica all’ambiente, Giannuzzi, per dare un posto in giunta al capogruppo Unia.
Ottobre 2017: Appendino e Giordana sono coinvolti in una seconda indagine, per un falso nel bilancio del Comune. Gli attivisti ancora tutti zitti.
Novembre 2017: Pasquaretta diventa capo di gabinetto, quando si scopre (tramite una soffiata ai giornali fatta da chissà chi) che Giordana ha fatto togliere una multa a un amico dal presidente di GTT, e a quel punto si dimette. Di Battista dichiara che il M5S torinese è pulitissimo, anzi se facessero così anche gli altri “resterebbero in tre”, anche se non si capisce chi siano gli altri, visto che nessun capo di gabinetto precedente è mai stato intercettato mentre faceva togliere multe.
Agosto 2018: Dopo la scoperta di una sua consulenza al Salone del Libro di dubbia consistenza e regolarità , che gli avrebbe permesso di intascare 5000 euro extra e che diventa oggetto di una ennesima indagine, Pasquaretta si dimette da capo di gabinetto. Il M5S torinese è talmente impegnato a fare pulizia che Appendino gli cerca un nuovo posto e che Laura Castelli lo ingaggia nel proprio staff a Roma.
Gennaio 2019: Parte una ennesima indagine su Appendino e il suo staff (la quinta, sesta, boh, si è perso il conto), quando si scopre che Pasquaretta avrebbe ricattato Appendino per farsi sistemare dopo le dimissioni, minacciando altrimenti di rivelare alla magistratura fatti sulla giunta Appendino che “avrebbero fatto venire giù il Comune”. I giornali dicono che Pasquaretta abbia chiesto mazzette a imprenditori per fargli ottenere colloqui con assessori e portare avanti progetti di loro interesse; e che dopo le dimissioni abbia ottenuto una ennesima consulenza in Basilicata, con relativo lauto compenso, in maniera irregolare (parte una indagine anche a Potenza). Appendino non ha mai denunciato il ricatto, né ha spiegato ai torinesi quali siano queste cose che “avrebbero fatto venire giù il Comune” (forse le scopriremo nei prossimi mesi); secondo le cronache, si sarebbe invece data da fare ad accontentare Pasquaretta. Il M5S torinese, quello che non ha mai cacciato né Giordana né Pasquaretta nonostante il profilo noto sin dal principio e poi le indagini multiple, quello che ha sempre accettato passivamente qualunque decisione della sindaca (compresa la marcia indietro sul 90% del programma) pur di non mettere a rischio le cadreghe, rilascia la seguente dichiarazione:
“Il Movimento 5 Stelle è sano, qui a Torino come in Italia e nessuno può provare il contrario.”
Sembra un po’ un tizio in fuga che grida “non mi prenderete maiiiii!”, ma questa è solo una impressione personale.