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mercoledì 6 Febbraio 2019, 15:22

Una piccola cronistoria delle operazioni di pulizia del M5S di Torino

Non volendo troppo commentare i fatti di questi giorni nell’amministrazione comunale torinese, mi sono limitato a mettere insieme un riassunto dei fatti.

Novembre 2015: Appendino, appena scelta candidata sindaca, nomina Giordana (fino ad allora sconosciuto al M5S) come suo braccio destro e capo del programma. Basta chiedere in giro per scoprire che è un ex staffista di assessori PD, ex Fare, ex AN, ex FUAN, certo non una persona da Movimento. Gli attivisti del M5S torinese, con poche eccezioni, tutti zitti e concentrati sulla lista per le comunali.

Giugno 2016: Appendino, appena eletta sindaca, nomina Giordana suo capo di gabinetto (praticamente “sindaco ombra”) e come suo capo ufficio stampa Pasquaretta (fino ad allora sconosciuto al M5S). Basta chiedere in giro per scoprire che è un giornalista sportivo del giro Juve, nonché PR di discoteche e di “Torino Erotica”, noto per il carattere aggressivo, che sbarra le porte anche ai colleghi che hanno sostenuto il M5S da tempi non sospetti. Gli attivisti del M5S torinese, ora diventati in massa consiglieri comunali, ancora tutti zitti.

Giugno 2017: Appendino e Giordana sono coinvolti nelle indagini sui fatti di piazza San Carlo. Una volta il M5S li avrebbe fatti dimettere, ora tutti zitti e concentrati a difendere il potere. Giordana resta lì; l’unico cambiamento è che viene cacciata l’assessora tecnica all’ambiente, Giannuzzi, per dare un posto in giunta al capogruppo Unia.

Ottobre 2017: Appendino e Giordana sono coinvolti in una seconda indagine, per un falso nel bilancio del Comune. Gli attivisti ancora tutti zitti.

Novembre 2017: Pasquaretta diventa capo di gabinetto, quando si scopre (tramite una soffiata ai giornali fatta da chissà chi) che Giordana ha fatto togliere una multa a un amico dal presidente di GTT, e a quel punto si dimette. Di Battista dichiara che il M5S torinese è pulitissimo, anzi se facessero così anche gli altri “resterebbero in tre”, anche se non si capisce chi siano gli altri, visto che nessun capo di gabinetto precedente è mai stato intercettato mentre faceva togliere multe.

Agosto 2018: Dopo la scoperta di una sua consulenza al Salone del Libro di dubbia consistenza e regolarità, che gli avrebbe permesso di intascare 5000 euro extra e che diventa oggetto di una ennesima indagine, Pasquaretta si dimette da capo di gabinetto. Il M5S torinese è talmente impegnato a fare pulizia che Appendino gli cerca un nuovo posto e che Laura Castelli lo ingaggia nel proprio staff a Roma.

Gennaio 2019: Parte una ennesima indagine su Appendino e il suo staff (la quinta, sesta, boh, si è perso il conto), quando si scopre che Pasquaretta avrebbe ricattato Appendino per farsi sistemare dopo le dimissioni, minacciando altrimenti di rivelare alla magistratura fatti sulla giunta Appendino che “avrebbero fatto venire giù il Comune”. I giornali dicono che Pasquaretta abbia chiesto mazzette a imprenditori per fargli ottenere colloqui con assessori e portare avanti progetti di loro interesse; e che dopo le dimissioni abbia ottenuto una ennesima consulenza in Basilicata, con relativo lauto compenso, in maniera irregolare (parte una indagine anche a Potenza). Appendino non ha mai denunciato il ricatto, né ha spiegato ai torinesi quali siano queste cose che “avrebbero fatto venire giù il Comune” (forse le scopriremo nei prossimi mesi); secondo le cronache, si sarebbe invece data da fare ad accontentare Pasquaretta. Il M5S torinese, quello che non ha mai cacciato né Giordana né Pasquaretta nonostante il profilo noto sin dal principio e poi le indagini multiple, quello che ha sempre accettato passivamente qualunque decisione della sindaca (compresa la marcia indietro sul 90% del programma) pur di non mettere a rischio le cadreghe, rilascia la seguente dichiarazione:

“Il Movimento 5 Stelle è sano, qui a Torino come in Italia e nessuno può provare il contrario.”

Sembra un po’ un tizio in fuga che grida “non mi prenderete maiiiii!”, ma questa è solo una impressione personale.

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4 commenti a “Una piccola cronistoria delle operazioni di pulizia del M5S di Torino”

  1. andrea:

    Grazie Vittorio per la tua sintesi

  2. mfp:

    Ringrazio anche io. Dalla stampa non si capisce piu’ una sega, oramai da decenni…

    E’ chiaro che questi personaggi che vediamo sui media non centrano niente con l’evoluzione che desideravamo noi fan di Grillo ai suoi spettacoli del 2005; e poi quelli che son diventati attivisti di un movimento politico. Quelli rimasti sono arrivati li’ per vie traverse; non dai MeetUp. O meglio, ce n’e’ qualcuno a dare verosimiglianza, ma le figure chiave, cosi’ come le procedure impiegate per selezionarli … sono tarocche. Purtroppo il M5S, come Forzitalia al turno precedente, e’ una creatura artificiale del marketing. Fatta da un comico e un manager del reparto marketing di telecom. E come tale e’ facile svuotarla delle persone serie, venderla/comprarla, scalarla con una Offerta Pubblica D’Acquisto (ie: elezioni). Esattamente come qualunque altro brand. E in questo senso il fallimento e’ di Beppe Grillo, dato che si era posto a garante del marchio. E’ un marchio perso, come Algida, Pernigotti, Ducati … “conquistato dagli stranieri”.

    Piu’ nello specifico della vicenda, bisogna pero’ spezzare una lancia: tra le tue righe non leggo condanna alcuna. Il “nessuno puo’ provare il contrario” suona come una minaccia, alla luce delle comprovate capacita’ di impedire condanne del sistema giudiziario in essere, in particolar modo condanne dei colletti bianchi. Il caso Cucchi e’ esemplare in tal senso, vista l’enorme quantita’ di errori di documentazione che sono saltati fuori e continuano a saltare fuori da quando e’ caduta la cortina di omerta’ all’interno dell’Arma. I pubblici ufficiali non documentano niente, e quando documentano lo fanno a cazzo (“tanto chi vuoi che lo legga mai”, che il piu’ delle volte e’ vero, ma e’ fondamentale in quelle poche volte in cui qualcosa va storto). In tutto quel bordello i magistrati che ci capiscono? In teoria dovrebbero identificare individui precisi e attribuirgli fatti percisi; cosa praticamente impossibile in quelle condizioni. E senza responsabilita’ precise, non c’e’ condanna. Senza contare che per 15 anni il sistema e’ stato esplicitamente rivoltato come un calzino per garantire la non responsabilita’ di amministratori pubblici e privati, per legge. E questo a seguito di altri 15 che da ManiPulite a Berlusconi perseguivano lo stesso fine implicitamente. Quindi in via definitiva: GrazieArCazzo che nessuno puo’ provare il contrario. Pero’, esattamente come facevano notare i fan di Berlusconi nelle elezioni del 2001: nessuna condanna, per ora.

    C’e’ da dire anche che dopo il crollo del Sistema Berlusca … non credo qualcun altro avrebbe potuto fare di meglio. Ci sono decenni di polvere spazzata sotto i tappeti; siamo arrivati ai desaparecidos (che ancora non arrivano sui giornali, ma ci sono). Chiunque ha provato a mettere mani a compromessi gia’ fatti, e agende gia’ scritte per tenere fede ai compromessi fatti, e’ stato fatto saltare per aria. O meglio: non ci hanno messo mano per non saltare per aria; al momento solo vicende giudiziarie (che pero’ gia’ bastano a rovinarti la vita). Se non fanno saltare le teste che avevano le mani in pasta nei passati 20 anni, e anche i 2-3 turn-over successivi… non cambia assolutamente nulla. Lo scrivevo nel 2009, e non e’ mai avvenuto.

  3. SALVATORE FERLITO:

    Penso che i 5 stelle non siamo ancora proti per il mondo della politica. Spesso si comportanto come gli altri politici

  4. Alfonso:

    Domanda: se è chiaro il motivo per cui certi loschi dimissionari vengono riciclati altrove (ricatto), perché tali dubbi figuri, inizialmente estranei al M5S, furono coinvolti da Appendino a così alti livelli nell’Amministrazione?

 
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