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lunedì 6 Ottobre 2008, 13:32

Cani e padroni di cani

La citazione elio-mangonica del titolo è relativa allo sdegno provato questa mattina nel leggere questo articolo, pubblicizzato per un po’ di tempo addirittura nella home page della cronaca cittadina. In breve, narra di una ricca signora della collina il cui cane di tredici anni, già malato e prossimo alla fine, fu trovato una sera agonizzante. La signora, però, non fidandosi della natura decise di organizzare una operazione stile C.S.I.: portò gli organi del cane in macchina fino a Parma per fare l’autopsia, scoprendo che il cane era morto per avere ingerito dei medicinali. A questo punto, la signora salta alle conclusioni e determina che il cane è stato avvelenato per ripicca dalla cuoca, a cui appartenevano le pillole, e la licenzia su due piedi; dopodiché assume uno stuolo di avvocati e la denuncia.

Io ho vissuto con gatti per vent’anni, e non credo di essere un bieco e insensibile maltrattatore di animali. Tuttavia, questa storia mi indigna: per prima cosa, perché è giusto cacciare una cuoca che ti ammazza il cane (magari cercando solo di farlo smettere di soffrire per le sue malattie), ma prima di far perdere il posto di lavoro a qualcuno ci vorrebbe qualche prova, visto che chiunque in casa può aver dato quelle pillole al cane, o che il cane potrebbe persino averle trovate e mangiate da solo. E soprattutto, perché alla fine le conseguenze di tutto questo le pagheremo noi: abbiamo un sistema giudiziario che non riesce a processare i criminali prima che i reati si prescrivano, e dobbiamo sostenere i costi della vendetta privata della signora.

E’ giusto che i maltrattamenti sugli animali vengano puniti, ma riserverei l’attività giudiziaria ai casi seri: alle fattorie dove massacrano il bestiame per farlo crescere più in fretta o per produrre di più, per esempio. Invece, sventrare gli animali vivi tutti i giorni a Porta Palazzo va bene, ma guai a toccare il cagnolino delle signore della collina. Forse questi signori, così ricchi da avere la villa in collina e la cuoca privata e così disumani da considerare il proprio cane più importante delle persone, potrebbero pagarsi un investigatore privato con i propri soldi.

[tags]torino, cani, animali, giustizia[/tags]

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5 commenti a “Cani e padroni di cani”

  1. Fabio Forno:

    Perché non dovrebbe licenziare la cuoca? Tralasciamo la storia ridicola al contorno, ma se un datore di lavoro perde il rapporto di fiducia con un dipendente dovrebbe poterlo licenziare…

  2. simonecaldana:

    Il problema e’ il perche’ lo perde. La paranoia patologica dovrebbe comportare la perdita dei diritti civili…

  3. mfp:

    Vittorio, volendo potremmo prendercela con la cuoca che si affida alla riccona stronza… perche’ lavorare per qualcuno questo e’, affidare la propria sussistenza ad altri.
    Ovviamente non me la prendo con nessuno… al massimo con il giudice che, vista la situazione, e indipendentemente dalla sussitenza di prove a supporto della povera padrona di cane avvelenato, non trova il cavillo per terminarlo pregiudizialmente in virtu’ delle necessita’ contingenti del suo ufficio (qui a Velletri le udienze le fissano a due anni!)… e me la prendo solo perche’ ha una funzione istituzionale (di ordine pubblico, ed economicamente rilevante). Temo pero’ purtroppo che nelle cause civili non ci sia un passaggio preliminare in cui si decide se la causa e’ da portare avanti o no. E ancora temo – perche’ non ho studiato le Procedure – sarebbe pericoloso se ci fosse. Piu’ in generale le Procedure sono dei codici assurdi… da malati di mente… non so se ti sei mai messo a ragionarci su. In via teorica dovrebbero creare un ambiente sterile in cui il giudice dovrebbe formare il proprio “libero convincimento” (al riparo cioe’ da fattori esterni che potrebbero contaminare la sua vision con cose che non centrano nulla col merito della questione); e in quell’ambiente scandire rigidamente ogni passaggio per evitare tutte le pratiche truffaldine che via via vengono delineate dalla pratica giudiziale. In pratica per poter ottenere questa black box, creano un ambiente rigido da cui vengono esclusi fattori contingenti (peculiarita’ del singlo caso; contro cui la norma “astratta e generale” non puo’ nulla) che talvolta stravolgono completamente le questioni… al punto che dentro la black box si puo’ benissimo finire per parlare di una situazione che con la realta’ non centra nulla. Senza contare che chi e’ ammesso a “entrare e muoversi nella black box” (le parti, i loro avvocati, giudici, cancellieri e le altre persone funzionali al procedimento) inevitabilmente contamina comunque il procedimento. Ad esempio ho visto un giudice femmina fare un commento su un orologio di un avvocato maschio… e questo fare una battuta con grande stile… lì il viso del giudice ha rivelato in tutta la sua splendida femminilita’ l’ascendente che quell’uomo aveva su di lei. A quel punto mi sono alzato e me ne sono andato… perche’ la black box non era piu’ sterile, e quindi il processo era falsato. E ero anche incazzato… perche’ il procedimento, indirettamente, ma comunque mi riguardava. E’ assolutamente presuntuoso pensare di poter giudicare e allo stesso tempo inevitabile farlo. A dar retta ai giuristi c’e’ da uscire matti… paranoici…

    Simone, se avessimo un metodo CERTO (non certezza statistica, ma 100%) per togliere i diritti civili a qualcuno sarei d’accordo con te… ma purtroppo non lo abbiamo (e non credo che ne esista uno)… quindi tremo nel leggerti. Non lo dico per mera polemica; qualche anno fa anche io pensai che alcune persone avevano meno diritto di voto di altre… tuttavia dopo una settimana di riflessioni non ero ancora riuscito a trovare un modo che non potesse essere poi manipolato al punto di farci ritrovare ancora una volta con regimi che vengono eletti con “strane” votazioni plebiscitarie. La storia ne e’ piena… dall’annessione della sicilia al regno sabaudo… a molte delle elezioni che si tengono in questi anni in taluni paesi africani…
    In altre parole: come misureresti la paranoia? E come fisseresti la soglia oltre la quale i tuoi diritti civili sono sospesi/cancellati? Con tutto che vorrei tanto si potsse fare… non ci riesco; per lo meno io non riesco a trovare un motivo per togliermi i diritti civili. E’ piu’ forte di me. Toglierli ad altri e’ tutt’altra storia… quello e’ facile…

  4. simonecaldana:

    Mfp: sono perfettamente cosciente dell’impossibilità di trovare un metodo e ancor più dell’erroneità del principio: la libertà ultima è quella di sbagliare, il fine della democrazia è concedere a tutti di essere in disaccordo. Troppo spesso si dimentica cosa sarebbero le alternative: la democrazia non è il migliore dei governi, è il più sostenibile senza l’uso della forza. La democrazia è l’antitesi dell’utopia, perché tutto è compromesso, niente funziona al meglio e tuttavia è la forma di governo che sulla carta dà più garanzie di evitare il peggio.

  5. mfp:

    simone, sia chiaro che non ti stavo dando lezioni di democrazia… piu’ che altro mi era sembrato estremamente sagace pensare ad un discriminante come la paranoia… così speravo tu avessi trovato una soluzione a quel mio vecchio quesito sociale che personalmente non ero riuscito a risolvere. Alla fine se ci pensi un attimo e’ normale che uno che ha studiato di piu’ abbia una percezione piu’ cogente del mondo in cui vive! E non lo dico per “protesta di fazione” (Gandhi); io non sono laureato.
    Quindi magari pensare ad un sistema di voto sfumato (non piu’ 1 testa = 1 voto, ma testa+peso = 1 voto). Solo che tradurre questo in pratica e’… mi sembra di capire… anche per te impossibile. Assurdo. E non che l’umanita’ non abbia provato prima a risolvere questo problema… da Atene (in cui solo pochi effettivamente votavano)… alla Polonia (che ad un certo punto parti’ dal “liberum vetum” ma essendo tutti nobili bamboccioni paranoici, finirono presto per paralizzare il paese con il “quod omnes tangit”; e anche qui da noi c’e’ qualcosa di simile in corso… scambiato da decenni per inefficenza del sistema proporzionale).

    Insomma… il problema e’ sentito e serio… non e’ possibile che tra le derive popolari (lega, neofascisti, etc) e la paralisi per Caste (bamboccini capricciosi)… non ci sia un’altra soluzione. E che cazzo.

 
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