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giovedì 28 Dicembre 2006, 13:45

23C3 II

La serata di ieri è stata interessante; il talk del signore di Microsoft ha presentato il nuovo sistema per l’identificazione personale, integrato nel nuovo Windows Vista, chiamato CardSpace. Si tratta di un sistema sorprendentemente sensato, in cui le specifiche (promesse come pubbliche e libere da royalty) permettono l’interazione tra un applicativo di gestione dell’identità – di cui una implementazione è appunto inclusa in Vista -, un server che richiede l’identificazione, e un fornitore di identità. L’utente definisce sul proprio computer un certo numero di “card”, ognuna delle quali corrisponde a una delle proprie identità in rete; esse possono essere certificate da un determinato fornitore di identità, oppure auto-generate, come avviene normalmente per la maggior parte degli username e password che utilizzate. Il sito, mediante un certo insieme di tag HTML, può richiedere l’invio di una card, certificata da una terza parte o meno, e a quel punto l’utente decide quale inviare e controlla quali sono le informazioni che vengono effettivamente fornite. E’ necessario fidarsi del fornitore di identità, visto che l’utente non può controllare l’effettivo contenuto del token cifrato che viene generato dal fornitore, passato all’utente e da questo inviato al sito per autenticarsi, se non mediante una versione in chiaro che è comunicata separatamente dal fornitore di identità all’utente.

Ho poi saltato il talk di un paio di conoscenti per assistere alla Vendetta dei nerd femmina, una orrida conferenza femminista tenuta da una giornalista americana che deve avere grossi problemi con la propria identità. Naturalmente, l’intera conferenza era una lamentela su quanto le donne siano discriminate nella società e nell’informatica in particolare, con una accurata selezione di dati statistici fuori contesto e di singoli paper scritti apposta per “provare” la tesi. L’unico interlocutore dalla platea che si è permesso di contestare la validità assoluta di affermazioni categoriche come “nessuna donna preferirebbe mai passare la notte con dei marmocchi invece che a scrivere codice” o “quando un uomo e una donna collaborano sul lavoro non c’è mai dietro l’attrazione sessuale, al massimo si finisce a letto ogni tanto come capita tra colleghi uomini” si è beccato pure i buu dalla claque (femminile).

Stamattina, invece, era il momento del seminario di Joi su World of Warcraft: ovviamente una presentazione spettacolare, con tanto di video-promo della sua gilda (doppiamente denominata We Know / We No per alleanza e orda) e tentato recruiting sul posto. Le note erano interessanti, spiegando l’importanza della collaborazione – ci siamo anche visti due minuti di filmato sull’abbattimento di Onyxia, con tanto di spiegone su come ogni pezzo di armatura per fire resistance del tank abbia richiesto centinaia di ore di gioco a mezza gilda – e includendo racconti su come lui tenga Teamspeak acceso tutto il giorno sulle casse del salotto, in modo da sentire come sottofondo cosa sta facendo la gilda in quel momento anche se lui non sta giocando.

Ovviamente, alla fine del peana, ho abbrancato il microfono per togliermi i miei noti sassolini dalle scarpe, e ho segnalato che, con tutti i caveat del caso, esiste anche l’altra faccia della medaglia, con i miei aneddoti di gente che accorcia il viaggio di nozze per non restare indietro nel gioco e di liti in real life per questioni di gilda. Devo aver dato la stura a un malessere diffuso, perchè dietro di me si è formata una lunga coda al microfono, con racconti di ragazzi che lasciano l’università per giocare a WoW tutto il giorno, o di distinti professionisti sorpresi a giocare regolarmente sul posto di lavoro, licenziati in tronco e che ora giocano a WoW vivendo del sussidio di disoccupazione. Ovviamente è giusta l’osservazione che se una persona ha un comportamento ossessivo o problemi nella vita reale lo strumento su cui li sfoga è poco rilevante, così come quella che è meglio intossicarsi di un gioco collettivo che di alcool o eroina; alla fine però si parlava apertamente di incentivare (alcuni dicevano obbligare) la Blizzard a creare centri di disintossicazione dal gioco, e si parlava apertamente di buona parte dei giocatori di WoW come di drogati… Del resto il governo cinese ha già imposto modifiche al programma in modo che oltre un certo numero di ore al giorno si smetta progressivamente di fare punti!

Ora sto assistendo distrattamente a un discorso malato secondo cui il clock skew (disallineamento progressivo dell’orologio interno) di un PC – tipico della specifica macchina – può non solo essere misurato dall’esterno mediante invio di opportuni messaggi ICMP, il che permette di tracciare quanti host diversi ci sono dietro un firewall, o di capire se due host virtuali stanno sulla stessa macchina; ma, variando con la temperatura, rende possibile capire se la CPU del PC sta lavorando a massimo carico oppure no. Tutto questo viene collegato alla possibilità di attaccare la rete Tor, anche se mi son perso come; o di inviare messaggi nascosti modulando la temperatura del PC e quindi il suo clock skew… insomma, interessante ma un po’ troppo elucubratorio. Direi che tra poco usciremo, andremo a pranzo e poi faremo una passeggiata a vedere il residuo del Muro, anche se ovviamente mezz’ora fa ha iniziato a nevicare.

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5 commenti a “23C3 II”

  1. gp:

    Ehy benvenuto a Berlino, non so se hai idea di cosa significhi vivere quattro cinque mesi con il cielo fatto così :) Bello il 23C3, se non fossi stato incollato al PC per lavoro ci sarei venuto. Quindi i tuoi report sono lettura obbligatoria!

  2. Nya:

    Quoto:
    “quando un uomo e una donna collaborano sul lavoro non c’è mai dietro l’attrazione sessuale, al massimo si finisce a letto ogni tanto come capita tra colleghi uomini”

    Queste affermano che i colleghi uomini si fanno coinvolgere in incontri omosessuali come passatempo tra una fase e l’altra del lavoro?

    Ma ROTFL… altro che vendetta dei nerd femmina… funerale dei nerd femmina!

  3. vb:

    Sai com’è, qui esistono ancora le femministe col complesso dle porco maschio sciovinista… nel 2006… LOL (persino la mia compare donna era schifata dal contenuto)

  4. Nya:

    Sto trattenendo un commento molto molto maligno :D

  5. BlindWolf:

    oink!

    ;-)

 
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