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venerdì 30 Settembre 2016, 13:39

Una recensione su Villa Valguarnera

Come sapete mi piace viaggiare, e da qualche tempo, per passione e per ricambiare di un servizio di cui ho usufruito moltissimo, ho cominciato a recensire regolarmente le strutture su TripAdvisor. Stavolta però voglio lasciare la recensione anche qui sul blog, sperando di contribuire alla conoscenza di un luogo magnifico come Villa Valguarnera.

Come si fa a recensire con dei pallini il pernottamento in un luogo come Villa Valguarnera? Non si può, è fuori categoria: ci andate se capite e apprezzate ciò che è, nel bene e nel male, altrimenti andate altrove. Solo, non pretendete di valutare il soggiorno con i normali criteri di un qualsiasi albergo scelto a caso su Internet.

La villa, il suo giardino e le sue dipendenze (quelle in cui dormirete) sono, in sé, di una bellezza mozzafiato; un complesso settecentesco di grande armonia, incastonato nel paesaggio, che a noi torinesi ha ricordato molto la coeva reggia di Stupinigi. Sono anche rovinate dal tempo, ma non certo degradate o sporche; anzi, rispetto alle dimensioni e al fatto di essere completamente a carico della proprietà, sono ben tenute; e uno dei motivi per soggiornare qui è dare una mano coi vostri soldi al mantenimento e al restauro di un bene del genere.

Un altro motivo per soggiornare qui è sperimentare la sensazione di ripararsi in un’isola di bellezza, di cultura e di storia, assediata da un mare di degrado e di ignoranza. Non mi soffermerò troppo sull’immondizia, sugli edifici fatiscenti e/o abusivi (compresi quelli costruiti dalla mafia nel parco della villa), sulla musica tamarra sparata a tutto volume e sugli altarini al neon per Santo Padre Pio che caratterizzano il centro urbano di Bagheria, ma varcando l’imponente cancello si passa anche il confine tra il disagio e la tranquillità, tra il degrado e la speranza: può sembrare una sparata pomposa, ma provate e mi direte, e anzi questa è proprio la situazione giusta in cui percepire quanto la bellezza dell’ambiente e la bellezza dell’animo siano direttamente connesse, sia in positivo che in negativo.

Noi abbiamo soggiornato nell’appartamento più piccolo, quello da due persone, oggetto in un’altra recensione di critiche con tanto di foto. E’ vero, è un’antica dipendenza, ma proprio per questo è piena di carattere, pensata e arredata come tale. Vi troverete in un’ampia camera e un grande salone; e sì, le piastrelle dell’angolo cucina sono sbiadite dall’uso, l’arredamento affianca splendidi mobili antichi ad altri più anonimi, i muri sono un po’ scrostati; come indicato, si tratta di un appartamento privato messo in condivisione, non della stanza di un albergone. Tuttavia, tutto l’insieme è di grande fascino, di grande gusto, molto ampio, ed è anche comodo e fruibile, specialmente d’estate, dove godrete sia dell’ombra all’interno che del patio esterno; il letto è molto comodo, la doccia è stata rifatta da poco, e nel complesso ci siamo stati bene e senza la minima necessità di lamentarci (tra l’altro avendo avuto un’accoglienza gentilissima e molto disponibile).

Insomma, se venite qui con l’idea che trattandosi di una villa principesca troverete rubinetti d’oro, piscine idromassaggio e Ferrari nel cortile, avete guardato troppe fiction; ci troverete invece edifici vecchi di trecento anni con tutta la loro storia, e proprio questo è il bello. Qui non si viene per il lusso materiale, ma per quello mentale; per lo stimolo intellettuale ed estetico di stare in un luogo unico, parte della storia letteraria e culturale d’Italia, e questo è assolutamente impagabile.

Le esperienze stimolanti non mancano: per esempio la possibilità di camminare quanto volete nel meraviglioso giardino, respirare il profumo dei fiori, ammirare il panorama naturalmente splendido, devastato dal cemento degli uomini, che digrada fino al mare in due direzioni diverse. E poi la possibilità di fare due chiacchiere con la padrona di casa, che non solo risponde amabilmente al cellulare, ma vi racconterà le vicissitudini della sua lotta per difendere la villa, il suo rapporto con Tolkien (anche se, fossi in lei, mi sarei stancato da un pezzo di parlarne) e tante altre cose.

Purtroppo noi non abbiamo avuto modo di visitare l’interno della villa, ma torneremo senz’altro se ne avremo l’opportunità, perché per noi non è stato un pernottamento, ma una esperienza per i sensi e per il cervello. Se questo è ciò che vi interessa, venite a goderne anche voi.

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