Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Lun 29 - 10:26
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per la categoria 'Itaaaalia'


martedì 2 Maggio 2006, 14:11

Sapessi com’è strano cercare un cesso pubblico a Milano

Avevo promesso il racconto del mio primo maggio milanese; per non tediarvi troppo, comunque, lo farò a spizzichi e bocconi.

Chiacchierando a metà pomeriggio con Fiorello Cortiana (che è candidato alle comunali, e su cui vi farò una testa tanta: votatelo) gli dicevo appunto che Milano mi sembra una città in crisi di identità, visto che molti di coloro che ci vivono non si sentono milanesi, ma torinesi, bolognesi, veneti, romani prestati temporaneamente a Milano per motivi di lavoro; e che in generale i suoi stessi abitanti sono troppo persi dietro allo stress per far caso anche solo un po’ allo stato della loro città.

Credo di aver avuto una prova di tutto questo al mattino, quando, arrivato via autostrada e dopo aver atteso per mezz’oretta ulteriori istruzioni in piazzale Lotto, verso mezzogiorno mi sono dovuto confrontare con il problema urgente di trovare un bagno pubblico.

Non che a Torino sia facile trovare un bagno pubblico; non ce ne sono molti, specie in periferia, e sono quasi invisibili. Tuttavia, ci sono una serie di luoghi dove ci si aspetterebbe di trovare con una certa probabilità perlomeno un orinatoio; i giardini e i parchi di una certa dimensione, ad esempio, o le fermate della metropolitana, o i viali alberati, o i parcheggi, o i mercati.

Peraltro so perfettamente che la soluzione italiana al problema – a differenza delle città di mezzo mondo, dove i bagni pubblici sono gratuiti, abbondanti e sempre ben tenuti – è quella di andare in un bar ed ordinare un caffè; peccato che, essendo il primo maggio, la città apparisse completamente deserta: tutto completamente chiuso.

E così, il mio primo tentativo è stato in piazzale Lotto, zona con tanto di giardini e luoghi di attrazione pubblica; nulla.

Di lì, dovendo andare a Porta Ticinese, mi sono diretto verso piazza Amendola, davanti all’ingresso della Fiera (ormai “fieramilanocity”, per distinguerla da quella nuova a Rho). Mi son detto: figurati se non c’è un bagno pubblico tra la metro e la fiera, dove in certe giornate passeranno centomila persone. E invece no: c’è un gabinetto dentro la fermata della metro, ma era fuori servizio; fuori non ho trovato nulla.

Con lo stimolo crescente, ho ripreso l’auto, ho tirato diritto e mi sono fermato alla stazione della metro di Pagano, altra zona potenzialmente interessante: c’è la stazione, un grande parcheggio, e un bel giardino. Ma in nessuno di questi luoghi c’era un gabinetto, e non ho voluto fare come un signore che, nel mezzo del giardino pienissimo di mamme e bambinetti, si è messo tranquillamente a orinare su un albero (e nessuno sembrava farci caso…).

Così ho ripreso l’auto e ho avuto l’illuminazione: certamente ci sarà un bagno alla stazione FS di Porta Genova, praticamente attaccata alla mia destinazione! Così, sgommando per le deserte vie milanesi, ho tirato dritto fino a girare a destra in via Colombo e mollare l’auto davanti alla stazione.

Entro, nel deserto generale, seguo la freccia per le sale d’attesa, ma… non porta da nessuna parte. Allora sbuco sul binario, vedo l’insegna, vado là e… entrambi i bagni di una delle stazioni più frequentate di Milano sono “fuori servizio per otturazione scarichi”.

A quel punto, piegato in due dallo stimolo, mi sono rotto le scatole e ho pensato: milanesi, volete che la vostra città sia un cesso? E cesso sia. E così, ho fatto pipì a bordo dei binari, in un angolo dove già decine e decine di persone parevano averlo fatto, nell’indifferenza generale.

Ma la mia già pessima impressione del livello di civiltà di Milano è peggiorata ulteriormente.

divider
domenica 30 Aprile 2006, 14:04

Non perdetelo

Dal 5 maggio al cine, il film a cartoni animati su Padre Pio.

E pensare che c’è gente che sostiene che il cinema italiano è in crisi.

divider
venerdì 28 Aprile 2006, 21:01

Sarò Franco

Mentre scrivo questo post, sono le otto e mezza di sera ed è appena andato in onda, sugli schermi italiani, l’ennesimo spettacolo indecoroso offerto dai nostri politici (tutti, di qualsiasi colore).

Come saprete, oggi si è votato due volte per il presidente del Senato; per due volte, i 162 senatori (compresi italianiesteri, ex presidenti, vecchi bacucchi e disallineati vari) che si riconoscono nel centrosinistra – esattamente quanti ne servono per l’elezione – sono stati chiamati a scrivere sulla scheda “Franco Marini”: nome e cognome, visto che esiste anche un senator Giulio Marini di Forza Italia, oltretutto la sintesi perfetta dei due candidati.

La prima volta, ci sono state un po’ di schede bianche, uno ha scritto “Mariti”, e uno “Marino”; però, si sa, la prima votazione è quella in cui ci si diverte, la Lega vota Calderoli (no, dico seriamente: l’hanno fatto e non si sono nemmeno messi troppo a ridere), e poi si serrano le fila per la seconda.

La seconda pareva essere andata bene: 162 voti, applauso finale, festeggiamenti, Marini che stringe la mano ad Andreotti… sennonchè, si arriva al grottesco: il centrodestra fa notare che tre persone, invece di “Franco Marini”, hanno scritto “Francesco Marini”; si rifiuta di riconoscere quei voti; a norma di regolamento, che prevede l’unanimità dei sei senatori chiamati a giudicare la cosa o altrimenti l’annullamento, i voti vengono cancellati; tutto da rifare.

Ora, le cose indecorose sono parecchie. Per quanto riguarda il centrodestra, ci si chiede quand’è che supereranno la maturità mentale di un seienne; si sa, per l’interpretazione delle schede elettorali conta che sia chiara la volontà dell’elettore, e mi sembra evidente chi quei tre votanti volessero sostenere. Attaccarsi a quello pur di non ammettere una sconfitta sa di una pochezza di spirito istituzionale veramente deludente.

Ma per quanto riguarda il centrosinistra… ora, Franco Marini non sarà il più noto politico d’Italia, ma è del mestiere da una vita, ed è stato segretario generale della CISL, e segretario del Partito Popolare; non esattamente uno che chi fa politica possa non conoscere. Ma anche non l’avessi mai sentito nominare, se ti fanno senatore (mica bidello), e poi ti chiamano a votare un candidato, in una elezione importante, tesissima, sul filo di lana… e porca miseria, ma imparati sto nome, no? Ma dove li ha trovati i senatori il centrosinistra, al CEPU?

Poi, naturalmente, ci sono le cattiverie, di cui l’altro candidato, l’uomo a L rovesciata, è peraltro un maestro. Quei tre voti potrebbero essere senatori del centrosinistra prezzolati dal centrodestra per mandare a monte l’elezione un’altra volta, senza scoprirsi troppo, così tanto per fare saltare i nervi a Prodi. Oppure, potrebbero essere senatori del centrodestra prezzolati dal centrosinistra, a cui hanno detto di scrivere Francesco in modo da controllare che votassero davvero, non pensando che qualcuno si sarebbe appigliato alla cosa. Quest’ultima è la teoria di Buttiglione, quindi non è molto credibile; ma non si sa mai.

Resta il fatto che, se anche stanotte finalmente dovessero farcela a eleggere questo grande statista alla presidenza del Senato, pare non esserci limite al degrado delle nostre istituzioni. Così facendo, quando tra un annetto si andrà a rivotare, vincerà certamente il terzo partito: quello che vorrebbe mandarli tutti affanculo.

divider
giovedì 27 Aprile 2006, 22:06

Urbani chi?

Come sottofondo alla serata di smazzamento mail e varie, ho il televisore acceso su AXN (Sky canale 134), rete della Sony Entertainment che alle 21 di ogni sera trasmette nientepopodimenochè Andromeda, la serie-di-Roddenberry-per-finta (protagonista il mitico Kevin Sorbo, aka Hercules televisivo).

Ebbene, finita la puntata, il televisore va avanti da solo finchè non compare una cosa molto strana: uno spot antipirateria audiovisiva, che però ha la qualità audio e video inconfondibile degli anni ’80, tanto che come esempio di film da “guardare solo su videocassette di qualità con il marchio SIAE” passano immagini del mitico Grosso Guaio a Chinatown di Carpenter (1986), un mito dei miei quattordici anni.

Subito dopo, parte un’altra musichina sintetica di tastierone fine anni ’80, e, nel bel mezzo di un canale Sky, compare la classica sovrimpressione: “Questa videocassetta è destinata solo all’uso privato. E’ vietato il noleggio, la diffusione, la riproduzione in luoghi pubblici in qualsiasi forma…”. Vabbe’, è il salotto di casa mia, però…

Infine parte il film (Hamburger Hill). Occhèi, magari avevano i diritti lo stesso, magari la VHS di vent’anni fa era davvero l’unico supporto disponibile, però non potevano almeno, per ritegno, tagliare il messaggio iniziale?

E scommettiamo che se io facessi la stessa identica cosa a una festa di paese, mi troverei la Finanza addosso dopo cinque minuti?

divider
lunedì 24 Aprile 2006, 17:44

Giramenti di frittate

La notizia elettorale di oggi è che l’Unione, seppure di poco, ha perso le elezioni al Comune di Trieste. Una notizia non impossibile e non inattesa, sebbene il margine fosse ristrettissimo, ma comunque significativa in una città fino a pochi anni fa feudo del centrosinistra e di Illy.

E invece, cosa titola Repubblica.it?Ballottaggi Friuli, Unione-Cdl 3-1!”

Già, perchè l’Unione avrà anche perso il comune di Trieste, ma ha vinto le amministrazioni provinciali di Trieste e Gorizia (ricordiamo, due delle province più piccole d’Italia – quella di Trieste ha solo sei comuni) e nientepopodimenochè il comune di Cordenons. Questa sì che è una vittoria storica.

divider
venerdì 21 Aprile 2006, 01:55

Il grande partito della grande coalizione

Era il sogno di Guzzanti, e potrebbe diventare realtà: il grande partito della grande coalizione, ossia il Partito Democratico, la “Cosa 3” che dovrebbe mettere insieme DS, Margherita e la “società civile”.

Questa sera sono andato alla grande riunione dei grandi promotori, che vedeva schierati alcuni figuri di varia estrazione, da Gad Lerner all’ex sindaco di Biella Susta, tutti a favore della nascita del grande partito, e anzi appellanti all’iscrizione alla neonata associazione “Per il Partito Democratico – Piemonte” (siori venghino, tessere a dieci euro). Certo, non s’è capito bene lo scopo di fare il piddì, se non quello di riciclare un po’ di gente che è stata trombata nei DS o nella Margherita e ora cerca di risalire sulla giostra; ma s’è fatto un gran parlare di primarie, innovazione, e forzaprodi.

Tuttavia, la scoperta per me più piccante della serata è stata quella dei partiti (tutti, di entrambe le coalizioni) che sono andati negli scorsi mesi a bussare alle banche, scontandosi non il fatturato, ma i sondaggi: difatti, post elezioni ogni partito ha diritto a millanta milioni di euro in proporzione ai voti ricevuti, e tanto vale farseli anticipare da una banca amica in modo da spenderli subito. Peccato che i partiti che hanno preso meno del previsto si ritrovino ora coi debiti da pagare, e nessuna lira per farlo; ma non temete, è pronto un decreto per creare un fondo di garanzia che ripiani i suddetti debiti, a spese nostre ovviamente (non stanno forse lavorando per noi?). Ho anche scoperto che un posto sicuro alla Camera nel centrosinistra costava 110.000 euro; un ottimo prezzo, se confrontato coi 250.000 che chiedeva Forza Italia.

Nel frattempo, mi sono trovato davanti alla telenovela del mio amico Davide, che, lasciata la Margherita per lievissimi dissensi con i seguaci di Ciriaco Rutelli, fino a oggi pomeriggio figurava tra i candidati alle comunali del listone dell’Ulivo, in quota “non allineati”, con tanto di citazione su Repubblica. Peccato che, per un gioco di veti incrociati, all’ora di cena i DS abbiano preteso la sua testa. Dopo uno scambio di SMS con il luogo segreto in cui Chiampa & friends stavano discutendo le candidature, gli è stato detto che avrebbe potuto candidarsi se fosse stato donna; al che, sventata la mia impulsiva intenzione di tagliarmi i coglioni pur di farmi candidare, abbiamo fermato un paio di donne a caso in sala e gli abbiamo offerto una candidatura alle comunali nell’Ulivo.

Ma non temete, a mezzanotte l’Ulivo ha deciso di sospendere la discussione, perchè non si riusciva ad arrivare all’accordo, e concentrarsi sulle circoscrizioni; e all’una hanno sospeso anche quella, perchè non ci si accordava nemmeno lì.

E intanto, io e Davide siamo rimasti pensierosi a considerare l’opzione nucleare, quella di una candidatura nei “Moderati… come te”. Che, detto per inciso, sono sì ex di Forza Italia, ma sosterranno Chiamparino.

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike