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Archivio per la categoria 'NetGov’It'


mercoledì 10 Ottobre 2007, 13:41

Nomi strani

Se vi siete mai posti dei dubbi in merito, qui c’è un video in cui ICANN spiega i concetti fondamentali sui nomi a dominio internazionalizzati (IDN), con l’apparizione di Tina Dam (che se non è stata Miss Danimarca avrebbe dovuto esserlo) e le barchette di Marina del Rey sullo sfondo.

La cosa interessante è che usano dotSub, e quindi ho potuto dedicare mezz’oretta a sottotitolarvi il video in italiano.

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venerdì 28 Settembre 2007, 22:55

Dal Campidoglio all’Hackmeeting

Pensavo di avere tempo di inviare oggi un resoconto della conferenza di Roma, e invece no; non sono riuscito ad alzarmi prima delle dieci e mezza, poi sono stato preso da incombenze e lavori di vario genere, e domani mattina ho di nuovo la sveglia alle cinque e un quarto, per andare a prendere il primo treno per Pisa, dove quest’anno si tiene l’Hackmeeting e dove, domani pomeriggio alle 16, terrò il mio tradizionale seminario su teoria e pratica della governance di Internet.

E’ sicuramente interessante passare in due giorni da una conferenza diplomatica internazionale nella sala aulica in cima al Campidoglio, con Veltroni, Nicolais, Gentiloni, Casini e Folena, a una riunione in un centro sociale occupato, con Armin Medosh, Andy Mueller-Maguhn ed Emmanuel Goldstein, più la crema dell’acarità italiana. Questo genere di mescolanze è ciò che, da buon hacker, apprezzo di più nella mia attività di perturbatore istituzionale a lungo raggio; e mi arricchisce enormemente.

Peraltro la conferenza di ieri – pur ben riuscita, importante, interessante – mi ha confermato una situazione che già conoscevo, presentando una contraddizione stridente tra gli interventi degli ospiti internazionali, sia governativi che non, sempre preparati, sul punto, consapevoli, e quelli degli italiani.

A parte quelli di uno sparuto manipolo di esperti del settore (e ormai tra noi ci conosciamo tutti, e saremmo anche un po’ stufi di discettare nel deserto), gli interventi degli italiani in occasioni come quelle di Roma si possono raggruppare in tre grandi categorie.

La prima è quella di quasi tutti i politici, che arrivano in sala, leggono un discorso pieno di grandi principi in cui magari credono sinceramente ma che non hanno idea di come far avverare, e un secondo dopo scappano via senza ascoltare nessuno, per “improrogabili impegni istituzionali”.

La seconda è quella di chi, in una conferenza dedicata alla questione di lungo termine dei diritti umani su Internet, prende la parola per criticare davanti ai politici questo o quel fatto di attualità, questa o quella proposta di legge, che certo può essere ricondotta al tema dei diritti umani, ma è comunque ben marginale rispetto al tema della conferenza; e questa è ancora la migliore, perché deriva da una frustrazione e da una persistente difficoltà a comunicare con le istituzioni su questioni concrete, anche se si dovrebbe capire che est modus in rebus.

La terza è di quelli che arraffano il microfono solo per parlare, esponendo una loro teoria completamente avulsa dalla realtà, un loro progetto mirabolante che in realtà non sta in piedi, o una loro meravigliosa scoperta concettuale che, per chi si occupa seriamente di queste cose, è scontata da anni, con tanto di tomi universitari. Perché purtroppo, in Italia, la selezione in base al merito e alla sensatezza dei propri discorsi non esiste; e così, non si nega un podio a nessuno.

E quindi, sono convinto che, parlando dei temi caldi di Internet, troverò a Pisa almeno altrettanto merito e altrettanta sensatezza che a Roma, e forse anche di più.

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venerdì 14 Settembre 2007, 15:00

Etica online

La conferenza di questi due giorni è stata molto interessante; il tema era “Etica e diritti umani nella società dell’informazione”, una cosina leggera insomma. Il clou è stato probabilmente raggiunto all’apparizione del Global Privacy Counsel di Google, che ha ribadito come loro siano assolutamente a favore della privacy e ci vogliano, in generale, molto bene. Gli avrei chiesto volentieri se non poteva far aggiungere il tastino “dimenticami”, come per suggerimento di .mau., ma è andato via a metà della sessione di discussione aperta e non ho fatto in tempo.

In compenso, il mio intervento (ieri) è andato bene: ho elaborato sulla mancanza di regole chiare per gli utenti della rete, persi tra grandi dichiarazioni di principio e la legge della giungla che di fatto vige su Internet. E poi ho chiesto a chi risponde Google, chi è che controlla le politiche dei motori di ricerca e degli Internet provider, chi offre garanzie di processo contro le minacce legali per far rimuovere contenuti scomodi. E infine, ho sposato la teoria di Stallman secondo cui la proprietà intellettuale innanzi tutto non è proprietà, e non si possono applicare ai prodotti intellettuali gli stessi principi che si applicano agli oggetti fisici; e vi sorprenderete, ma se cinque anni fa a dire queste cose si passava per pazzi o comunisti, oggi è una teoria ampiamente rispettabile; e forse tra un po’ diventerà pure assodata.

Ci sono poi state presentazioni interessanti – ad esempio uno studio su come i diritti umani siano un concetto essenzialmente occidentale, mentre in Asia si parli soprattutto di doveri verso la società, e anzi i diritti individuali vengano percepiti come un indesiderabile ostacolo alla realizzazione di una società ordinata e ben organizzata. Una signora ci ha fatto riflettere sulle discriminazioni invisibili, chiedendo come mai, nei Sims o in Second Life, un giocatore disabile non abbia la possibilità di realizzare un avatar che gli rassomigli. Un ragazzo di EDRI ha sottolineato come due terzi degli atti terroristici in Europa siano concentrati in Corsica e nei Paesi Baschi, e come questo difficilmente giustifichi lo spionaggio organizzato dell’intera Europa. E tanto altro.

Certo, vorrei dirvi che adesso il mondo sarà migliore; in realtà, questo era soprattutto uno spottone per il codice etico (l’ennesimo) che l’UNESCO sta preparando per la rete, senza realizzare che una organizzazione internazionale non è più nella posizione di dettare direttive etiche ad alcuno. Però sono contento di essere venuto.

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giovedì 13 Settembre 2007, 17:09

Scatto

In questo momento sono in una delle sale del Consiglio d’Europa, dove sta per iniziare il mio panel. Mi aspettavo una grande sala da conferenze, e invece è una stanza modello Nazioni Unite, con vari cerchi concentrici di banchi e sedie; come relatore, oggi sono nell’anello più centrale e stamattina guardavo negli occhi i dignitari, tra cui due vicesegretari (del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO) e una europarlamentare, che naturalmente se ne sono in gran parte andati subito dopo aver parlato.

La sensazione che si ha prima di fare un intervento – perdipiù a braccio, in inglese, davanti a una platea di francesi con le cuffie – è sempre particolare: è come il momento in cui ci si concentra prima dello scatto (per proseguire il paragone con Pantani). Si accumula energia e si anticipa l’attimo, e poi, quando arriva, ci si butta, senza freni e senza reti di protezione: o si vince, o si cade.

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lunedì 20 Agosto 2007, 12:27

Skyappe

Di come Skype sia stato giù per un paio di giorni ha parlato il mondo intero, compresi i quotidiani; io lo faccio solo perché altrimenti, per un blogger che si suppone tecnologico, finisco per non essere abbastanza sulla notizia; e ho il sospetto che ogni tanto dovrei parlare anche delle notizie, almeno quelle internettare, e non solo dei fatti miei.

Comunque, ciò che voglio sottolineare è che il problema – innescato a quanto pare dal reboot contemporaneo di milioni di utenti, causato all’arrivo di un aggiornamento significativo di Windows, che ha destabilizzato la rete peer-to-peer di Skype e insieme sommerso i server di autenticazione di richieste di login – è dovuto al fatto che Skype non è veramente una applicazione peer-to-peer (e, come giustamente nota Quintarelli, non è nemmeno interoperabile e aperta alla competizione, per cui se falliscono i server di Skype non c’è alcun servizio alternativo o operatore terzo che possa metterci una pezza).

Esistono due diverse concezioni del peer-to-peer: quella dal basso, in cui più persone condividono le proprie risorse su una base di uguaglianza, e quella dall’alto, in cui una azienda mette in piedi un servizio che controlla e su cui guadagna, ma scarica sui propri utenti il costo delle risorse, distribuendole su di loro. La seconda, quella di Skype, è peer-to-peer solo per finta: nazionalizza le perdite e privatizza gli utili, come si diceva una volta. In più, è anche molto meno affidabile, e soggetta a controlli, censure e sorveglianze varie. Forse dovremmo cominciare a farci più attenzione.
[tags]skype[/tags]

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sabato 11 Agosto 2007, 22:41

Get a Mac

La buona notizia ̬ che anche Vint ̬ appena passato al Mac Рun Powerbook da quindici pollici.

Quella cattiva è che persino per lui la curva di apprendimento si è rivelata un po’ troppo appuntita… in particolare, ha vinto contro il sistema di regolazione della risoluzione dello schermo, ma è stato sconfitto – come anche io – dalle imperscrutabili profondità di Adium.

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sabato 30 Giugno 2007, 05:21

ICANN, day 6

Se leggete queste righe è soltanto perchè sono fortunato: difatti l’ultimo meeting della settimana è terminato di corsa oggi alle 13:00, dopo che ci avevano già tolto da sotto il sedere le prese di corrente e parte dei tavoli. Per questo motivo mi ero attaccato al muro con il caricatore del portatile, poi ho preso per un attimo il solo portatile, e poi… sono andato via lasciando lì il caricatore. Non ho più toccato il computer fino a stasera dopo cena, quando ho aperto la borsa, ho notato la mancanza, e sono tornato alle sale riunioni: c’erano ancora operai al lavoro e avevano smontato praticamente tutto, ma per fortuna il mio caricatore era lì in un angolo, per terra dietro una pila di sedie.

Il meeting del Board è stato un successone, nel senso che ho violato uno dei tabù di ICANN – non si discutono i termini delle risoluzioni il venerdì mattina, quando sono già sullo schermone solo lì da approvare – e persino una delle regole – i membri non votanti non hanno diritto di proporre emendamenti. Ok, l’emendamento era minimo ma comunque significativo, e così ora i registrar saranno obbligati a considerare integralmente i punti sollevati dalla comunità Internet “to the extent feasible” e non, invece, a considerarne solo “many of”, grazie ad un membro del Board che, previa opportuno coordinamento via chatroom privata, ha proposto l’emendamento che ho scritto io; approvato all’unanimità.

A fine riunione, il carismatico signor Tucows, uno dei leader dei registrar, era apparentemente piuttosto alterato ed è andato a sbracciarsi col mio predecessore, ora passato nel Board a pieno titolo; quando sono arrivato io, mi ha detto che con me non voleva parlare. In compenso, ho raccolto un po’ di complimenti dai miei costituenti; eppure, dopo una serie di incontri e discorsi elettorali che neanche la Segolene Royal e Sarkozy, ancora non so se mi rieleggeranno anche per l’anno prossimo. Pare che il piano sia di fare un altro po’ di incontri e discorsi elettorali per telefono.

Si è comunque parlato anche di tante altre cose, da IPv6 ai nomi in caratteri non latini. Mi riprometto di scrivere qualcosa, ma prima vorrei anche raccontare qualcosa di questo posto…

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venerdì 29 Giugno 2007, 04:37

ICANN, day 5

Sono stanco oltre ogni possibile livello, anche se le cose stanno andando piuttosto bene. Però domani mattina ho ancora un meeting cruciale alle 7:30 ora locale, e poi la riunione del Board, da cui potrò farvi ciao con la manina nel webcast. Oggi abbiamo deciso che cosa approveremo domani, e anche se non c’è nulla di veramente clamoroso, le questioni che ci interessano si stanno risolvendo abbastanza bene, compresa la mia battaglia personale per far notare che ha poco senso che le condizioni contrattuali dei registrar vengano decise dai registrar stessi, in collaborazione con lo staff, senza alcuna discussione con i rappresentanti dei consumatori: ma qui pare che la “autoregolamentazione del settore privato” alle volte significhi che le aziende si fanno i cavolacci propri in piena libertà.

Del resto stasera ho avuto una interessante discussione con un membro del Board, che sosteneva che ICANN è estremamente internazionale e multiculturale, perchè nelle posizioni importanti non ci sono solo americani, ma anche qualche australiano… “Eh ma l’Australia e l’America sono diversissime!” Immagino che boliviani, burundiani, pachistani e cambogiani vivano su un altro pianeta.

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mercoledì 27 Giugno 2007, 04:13

ICANN, day 3

Vi giuro, volevo raccontare nel dettaglio la storia dei nuovi lcTLD (domini linguistico-culturali), e dei cTLD (domini cittadini), ma invece di andare all’evento sociale con tanto di cena ed esibizione nel castello della città vecchia mi son dovuto subire il meeting dei chapter di ISOC con oggetto “accordiamoci per consolidare il nostro ruolo dentro ICANN”; dalle 19:00 alle 21:30. Alla fine molti degli intervenuti si stavano addormentando sul tavolo. E poi, mi son pure dovuto gestire l’incidente diplomatico del gruppo di rappresentanti di alcune organizzazioni At Large latinoamericane, che per guadagnare sulla diaria andava regolarmente da qualche giorno a mangiare a sbafo dal buffet dello staff…

Nel frattempo, sto cercando di valutare se il fatto che mi venga continuamente da fare pipì possa essere collegato all’umidità incredibile che c’è nell’aria. Qualcuno capisce di fisiologia?

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martedì 26 Giugno 2007, 04:45

ICANN, day 2

Oggi giornata devastante. Anche fisicamente, perchè dopo il meeting mattutino delle 7:30 (con colazione annessa) sono stato tutto il giorno impegnato in forum aperti nella sala grande, buona parte dei quali sul palco: nell’ultimo mi stavo quasi addormentando e Milton Mueller (velenosetto) mi ha pure fatto fare una figura di merda davanti a tutti, come alle elementari, quando i compagni invidiosi ti puntano appena ti distrai.

Sono quasi stato tentato di andare a dormire alle sette e mezza, e invece sono ancora andato al ricevimento, in pratica il pianterreno del parcheggio multipiano trasformato in sala da cena – ottima carne arrosto e riso in vari modi – e da ballo, teoricamente salsa, in pratica disco ’70 sparata a palla, con un sacco di signorine americane, caraibiche, latinoamericane, e persino cinesi e giapponesi, che si dimenavano seminude nel calor.

Nel frattempo, mi tocca pure fare lobbying per tentare la (non facile) rielezione per un altro anno di rappresentante del comitato At Large nel Board. Il tutto con abbondante rum nei cocktail.

In compenso, le questioni sono interessanti: in particolare, stiamo cercando di convincere i registrar che c’è bisogno di un po’ più di protezione per i consumatori finali; e si sta arrivando a definire il processo per un prossimo giro di nuovi TLD, probabilmente a inizio 2008. Ma vi interesserebbe un racconto più dettagliato di queste cose?

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