Opinioni curiose
Anche la giornata di oggi del meeting di San Rossore è stata molto interessante.
All’inizio ho ascoltato la presentazione di Edward De Bono, l’inventore del pensiero laterale, che ha spiegato come l’umanità non rifletta abbastanza sul problema di “come pensare”. La nostra educazione si concentra sull’insegnarci la logica, ma la quasi totalità degli errori di pensiero riguardano non la logica, ma la percezione, ossia i meccanismi di acquisizione dei dati di partenza su cui si applicano i procedimenti logici; inoltre, anche a livello di chi dirige l’umanità , spesso non si è educati a mettersi nei panni degli altri e nemmeno ad essere costruttivi e propositivi. A un certo punto De Bono ha fatto notare come nei nostri Parlamenti prevalgano di gran lunga professioni come avvocati, professori e intellettuali, cioè professioni basate sul parlare e sul cercare di convincere gli altri delle proprie idee, mentre siano tradizionalmente molto poco rappresentati gli architetti, i medici, gli ingegneri, ossia le professioni basate sul risolvere problemi concreti; naturalmente non so che genere di studi abbia fatto lui…
Altrettanto interessante è stata la presentazione finale della mattinata, in cui Stefano Bartolini dell’Università di Siena ha esposto alcuni studi scientifici sulla correlazione tra crescita del PIL, clima sociale e felicità delle persone. Le conclusioni di questo studio potrebbero essere considerate ovvie o persino “da bar”: in pratica si dice che i paesi anglosassoni hanno presentato negli ultimi 20-25 anni la maggiore crescita del PIL, ma che sono anche quelli in cui la “felicità ” percepita delle persone è diminuita drasticamente. Ciò sarebbe attribuibile al fatto che la crescita del PIL crea felicità , ma in parallelo si è verificata una drastica riduzione dei rapporti interpersonali, collegata all’aumento degli orari di lavoro in un circolo vizioso. In pratica, secondo questo studio la crisi dei rapporti interpersonali determinerebbe nelle persone un maggiore investimento emotivo e temporale sul lavoro, che provocherebbe l’aumento del PIL e contemporaneamente acuirebbe la crisi stessa dei rapporti, in quanto le persone dispongono di meno tempo per stare insieme. Inoltre l’aumento del PIL sarebbe legato anche ad una “bulimia di consumi” dovuta al tentativo delle persone di gratificarsi mediante l’acquisto di oggetti e servizi sostitutivi dello stare insieme o necessari per fare fronte al deterioramento sociale e ambientale derivante dalla crescita del PIL (dalla Playstation alle vacanze esotiche fino al condizionatore) creando anche in questo caso un circolo vizioso. Infine la “bulimia di consumi” ha provocato l’indebitamento esagerato degli americani che a sua volta è causa della crisi globale, dimostrando che una crescita del PIL associata ad una decrescita della felicità non è nemmeno sostenibile tanto a lungo. Dire tutto questo può essere abbastanza ovvio, ma dimostrarlo scientificamente lo è di meno, per cui vedrò di approfondire la questione.
Ma c’è anche una nota stonata e sta nell’intervento di un megaeuroburocrate, tal Samuele Furfari, della Direzione Generale Energia della Commissione Europea. Già uno che essendo in un panel delle 11 si prenota un aereo per cui deve andarsene alle 12, pretendendo di parlare per primo e andandosene subito dopo senza ascoltare nessun altro, non fa bella impressione. Ma la presentazione, che riguardava le future strategie energetiche della Commissione Europea, mi ha abbastanza terrorizzato. Non iniziava male, parlando ovviamente di risparmio energetico e anche del fatto che l’approvvigionamento di energia è storicamente una delle maggiori cause di guerre, ma si è evoluta secondo i seguenti concetti:
1) la grande idea della Commissione è finanziare progetti per estrarre petrolio in maniera innovativa là dove prima non si riusciva ad arrivare (con tanto di spot all’Eni);
2) la strategia europea contro l’effetto serra è costruire discariche di CO2 per catturarla e interrarla;
3) l’Europa non finanzierà più di tanto lo sviluppo della produzione di energie rinnovabili perché sono troppo care, mentre vuole investire nel “ciclo del caldo e del freddo”;
4) la grande novità in questo senso è generare il riscaldamento bruciando i rifiuti urbani negli inceneritori, e non si capisce perché ci sia tutta questa opposizione perché gli inceneritori sono il futuro e l’Europa è vent’anni indietro agli altri e gli inceneritori di oggi sono compatibili in quanto vengono inseriti nelle città (mostra foto di un inceneritore di Vienna dipinto di colori vivaci e con grandi disegni, come prova del fatto che non disturba il pianeta);
5) poi si pensa di investire in nuove centrali nucleari in modo da aumentare la produzione globale di energia evitando che i paesi poveri, che detengono il 90% delle riserve mondiali di petrolio ancora esistenti, ci taglino le gambe o costringano l’Occidente a “vecchi metodi non più praticabili” (eufemismo per invaderli, colonizzarli, taglieggiarli ecc.);
6) e comunque tutti questi esperti (praticamente tutti quelli che hanno parlato nel resto del meeting) che vogliono invece ridurre i consumi energetici dell’Occidente ad un quarto dell’attuale in modo da renderli sostenibili su scala globale (il che, faceva notare ieri Odifreddi, equivarrebbe al livello degli anni ’70, non certo all’età delle candele) sono degli oscurantisti che vogliono negare il progresso agli europei e riportarci indietro nella competizione globale per la crescita economica.
Ora io spero veramente che questo tizio, come spesso si dice degli euroburocrati, sia stato nominato direttamente dall’industria di settore, perché se pensa veramente queste cose senza essere pagato per farlo c’è da preoccuparsi davvero sul ruolo della Commissione Europea nel nostro futuro: forse tutti questi che si oppongono a un maggior peso delle istituzioni europee non hanno tutti i torti…
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