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Archivio per la categoria 'SinchËstèile'


martedì 6 Aprile 2010, 16:13

Wikitestedure

Lo so, non ci crederete. Ma, ecco… in fondo questa è una storia che voi fedeli lettori avete seguito in diretta, e allora non potevo mancare di segnalare la nuova puntata.

Perché dopo che alle elezioni il Movimento 5 Stelle è diventato il caso politico dell’anno, naturalmente a qualcuno è venuto in mente di andare su Wikipedia e di creare la relativa voce, “inspiegabilmente” mancante.

E ovviamente, tempo due giorni, ne è stata chiesta la cancellazione. Per la terza volta.

screenshot_wikipedia_m5s_III.png

La motivazione è “non è chiaro perchè ora sarebbe enciclopedico”. Già, non è chiaro: in fondo ha soltanto preso mezzo milione di voti e quattro consiglieri regionali pur candidandosi in sole cinque regioni, ma mica vuoi paragonarlo a formazioni come Veneto per il Partito Popolare Europeo e Società Aperta Circoli per l’Altra Italia.

Per fortuna ora il limite del ridicolo è stato ampiamente superato, e così la votazione sulla cancellazione si sta evolvendo con una valanga di “-1” (sfavorevole alla cancellazione). Con un po’ di fortuna, i wikipediani riusciranno dunque a non finire di nuovo sui giornali per l’ennesima prova della parzialità della loro enciclopedia.

A questo punto vorrei fare a chi di dovere (che, ricordiamo, non esiste) un’altra domanda: stante che non ho denunciato nessuno e non ho nemmeno intenzione di farlo, il mio account può essere sbloccato?

[tags]wikipedia, movimento 5 stelle[/tags]

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giovedì 1 Aprile 2010, 18:53

Grillo e De Magistris, le sirene del vecchio

Avevo promesso di cambiare argomento, ma oggi pomeriggio Beppe ha dedicato un post piuttosto pesante a Luigi De Magistris (all’inizio pensavo addirittura fosse un pesce d’aprile), che ha suscitato commenti molto forti sia a favore che contro; e così ho interrotto quello che stavo scrivendo per pubblicare alcune considerazioni.

La questione di fondo è quella che ci pongono in molti: ma voi, col vostro 4%, dove pensate di andare? Avete un bel programma, ma come pensate di realizzarlo restando all’opposizione di tutto? Non sarebbe meglio fare alleanze con partiti che la pensano in maniera abbastanza simile a voi, a partire da IDV?

Io stesso mi sono posto queste domande, molte volte: non sono un antipolitico, non mi piace la critica fine a se stessa, e credo di avere il dovere di portare ai miei elettori i risultati che gli ho promesso – non solo parlarne all’infinito per prendere qualche seggio e godermelo con i miei amici. A prima vista, dunque, l’idea di mettere in piedi qualche alleanza è interessante: nella base dei partiti, sia di sinistra che di destra, ci sono senz’altro molte ottime persone, che spingono per un rinnovamento interno di cui noi possiamo essere un catalizzatore.

Ma poi, a una seconda analisi, l’idea non regge. Il dialogo ci sarà certamente, e senz’altro non ci saranno problemi a presentare e votare insieme a questo o quel partito specifiche proposte che condividiamo nel merito. Ma un’alleanza organica non è possibile: perché ad essere morta è la forma partito, e noi dobbiamo essere quelli che la seppelliranno. Perché la democrazia della delega è finita, e non è compatibile con la partecipazione. E perchè il rinnovamento dei partiti è sempre, invariabilmente, soltanto apparente, dato che l’accumulo di potere insito nelle gerarchie e nei politici di professione porta questi ultimi a diventare servi del potere stesso (spesso anche della criminalità organizzata).

La proposta di De Magistris di una grande alleanza di sinistra, comprendente grillini, IDV, SEL, popolo viola e così via, in realtà è un abbraccio della morte, almeno se non si accompagna a un cambiamento radicale della mentalità e dei modi di operare di chi sta nel sistema politico tradizionale. L’unico che l’ha capito pare Vendola; peccato che gli manchi il salto dalla politica delle ideologie a quella delle idee, che non si schiera ma propone.

A Torino ancora insistono con la favoletta per cui noi siamo estremisti di sinistra; o lo fanno in cattiva fede, cercando di ridurci al partitino rifondarolo che non siamo e non saremo mai, o continuano a non capire. Giudicando da quel che mi scrivete e mi dite voi per strada, l’80% di chi ci vota non voterebbe più né la destra né la sinistra; sono voti sottratti all’astensione.

Del resto, dopo l’elezione, il comportamento di De Magistris e, in parte minore, di Sonia Alfano è stato oggettivamente deludente, e ancora di più lo è stato quello del loro partito.

Di Pietro ha fatto un giochino non proprio pulito: alle europee, elezioni che notoriamente nella politica italiana contano come il due di picche, ha “aperto alla società civile” portando a casa i voti grillini e quelli di tanta altra gente a cui i partiti non piacciono, e aprendo una vaga ipotesi di rinnovamento; dopodiché, alle regionali, ha rimesso il partito in mano ai boiardi ex democristiani, ha appoggiato De Luca, e praticamente tutti i candidati dell’area De Magistris-Alfano – da Serenetta Monti a Roma a Benny Calasanzio, nipote di Borsellino, in Veneto – sono stati sonoramente trombati dall’apparato di partito.

Da parte loro, De Magistris e Alfano si sono allontanati dalla loro base (c’è chi dice che il primo screzio risalga a quel 4 ottobre 2009, alla presentazione del Movimento a Milano, in cui Grillo li ha presentati al pubblico ma non li ha fatti parlare dal palco). A Sonia, che è rimasta indipendente, si può appuntare poco altro che l’aver portato e sostenuto candidati nelle liste IDV, in concorrenza con quelli delle cinque stelle; che però è già una bella scelta di campo (io, onestamente, spero che ci ripensi e lasci l’IDV del tutto). A De Magistris, invece, si può obiettare molto di più; l’aver accettato la candidatura De Luca in Campania, e nonostante questo aver preso la tessera di IDV, due giorni prima del voto; e i risultati concreti del suo lavoro, che se esistono sono francamente invisibili ai più. L’abbiamo eletto per fare l’eurodeputato, non certo per girare per le televisioni e lottare per diventare il numero 2 di IDV a livello nazionale.

Certo anche a me spiace veder litigare Beppe e De Magistris; io non avrei usato quei toni, e magari avrei tentato di far riflettere De Magistris sui propri errori. Ma l’unità dell’opposizione è un falso mito; per eliminare Berlusconi bisogna eliminare il berlusconismo, di cui i partiti attuali sono tutti figli e sostenitori. Dunque, avanti per la nostra strada, senza ascoltare le sirene – quelle il cui unico obiettivo è riportare i nostri voti all’indietro, nel vecchio teatrino dei partiti.

[tags]politica, beppe grillo, de magistris, movimento 5 stelle, idv, vendola, berlusconi[/tags]

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mercoledì 31 Marzo 2010, 16:55

Comunicato stampa del centrosinistra piemontese

Poi da domani, prometto, si parla di nuovo di problemi veri.

Cari elettori piemontesi,

dopo lunghe e approfondite analisi abbiamo potuto concludere che la ragione della nostra sconfitta è da attribuirsi all’incredibile e inqualificabile scelta, da parte della maggior parte degli elettori, di non votare per noi.

Questa scelta ci addolora profondamente, e anzi vorremmo denunciare che non può essere vera. I nostri esperti – che paghiamo coi vostri soldi –  ritengono che nessuno potrebbe mai votare Berlusconi o Bossi, dunque ci sono senz’altro stati dei brogli. Se però davvero esistessero degli elettori che non hanno votato per noi, vorremmo invitarli al dialogo dicendogli: coglione, pezzo di merda! Sei veramente una testa di cazzo. Siamo certi che in questo modo la prossima volta voteranno per noi.

Se ciò non fosse sufficiente, i preti, che ospitiamo abbondanti nella nostra coalizione, ci hanno consigliato di giocare sui sensi di colpa: suuuu, daaaai, Gesù Bersani è tanto triste, un votarello, disgiunto disgiunto, che ti costava? Una moneta dottò, una moneta per una povera nonnina, che non riesce più a camminare da tutte le botte che per mesi le ha dato Chiamparino.

Vorremmo denunciare anche l’incredibile qualunquismo di sedicenti liste civiche che si sono presentate alle urne senza sistemarsi in alcuna delle due curve da stadio della politica italiana. E’ indispensabile che gli elettori siano sempre accecati dal tifo, altrimenti potrebbero anche accorgersi che sotto sotto il risultato lo decidiamo noi negli spogliatoi insieme agli altri. Certo ci chiediamo perché tutte le volte noi decidiamo di perdere, ma ci sembra che gli elettori sottovalutino ingiustamente il valore dell’esperienza e della professionalità in politica: i professionisti della sconfitta siamo noi.

Non riusciamo a capire come mai i torinesi non abbiano reagito di fronte alle brillanti linee strategiche della nostra campagna, esposte con scioltezza dal segretario Morgando: riproporre sempre le stesse facce di prima, imbarcare chiunque in coalizione e dire che Milano ci sta sulle scatole. Il fatto che l’UDC faccia o meno parte della nostra coalizione è al giorno d’oggi uno dei problemi primari dell’Italia; infatti non si parla d’altro tra le persone che frequentiamo, tutte quadri del nostro partito – che paghiamo coi vostri soldi.

E poi non è vero che siamo lontani dagli operai, l’ultimo giorno Bresso e Bersani sono venuti a Mirafiori a regalare brioche al cioccolato – che paghiamo coi vostri soldi – in cambio del voto, dimostrando così la loro alta considerazione della gente comune, prima di salire su un’auto da 50.000 euro e andare a prepararsi per il pranzo al Cambio – che paghiamo coi vostri soldi.

Dunque è evidente, se abbiamo perso è colpa dei grillini: sono colpevoli di esistere. Basterebbe farli sparire, e poi eliminare anche Berlusconi, Bossi, Fini, Casini, Lombardo, Storace e tre quarti degli italiani, e poi governeremmo noi… per tre mesi: fino alla prima lite tra D’Alema e Veltroni!

[tags]elezioni regionali, piemonte, movimento 5 stelle, partito democratico, bresso, chiamparino, bersani, piagnisteo, strategie politiche brillantissime[/tags]

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martedì 30 Marzo 2010, 02:46

Una serata storica

Beh, che dire? Se dopo le due di notte avete visto qualcuno, vagamente alticcio, aggirarsi per i Giardini Reali cantando Meu amigo Charlie Brown, ero io.

I risultati sono lusinghieri, incredibili: a scrutinio quasi finito si parla di 3,66% come lista e 4,08% come candidato presidente, rispettivamente 68.000 e 90.000 voti. Se ci aggiungessimo lo 0,7% preso dalla Lista Grillo di Rabellino e gli oltre 20.000 voti di persone che hanno erroneamente barrato solo il simbolo destro e non quello sinistro, saremmo arrivati al 5%. Ma cambia poco; sempre due consiglieri dovrebbero essere, uno a Torino (Davide Bono) e uno a Cuneo (Fabrizio Biolé). Stando ai dati non definitivi ma quasi, a Torino e provincia abbiamo preso il 4,36%, in molti paesi della Valsusa siamo vicini al 30%, a Torino città siamo al 3,7%. Siamo sotto soglia solo a Vercelli e Alessandria, in compenso ad Asti e provincia siamo sopra il 4% (che si siano stufati di Galvagno?). Ah, e avrete sentito del 7% in Emilia

Inoltre, il mio risultato personale è francamente incredibile: siamo oltre le mille preferenze, e dovrei risultare nettamente terzo, alle spalle delle due persone che tutti pronosticavano in cima (Davide, che come candidato presidente ha goduto di una visibilità nettamente superiore a tutti, e Marco Scibona, il candidato No Tav). Nessuno si aspettava un risultato personale del genere (700 preferenze solo a Torino città): con un budget di ben 155 euro ho preso il doppio di preferenze di persone che (in altre liste) fanno politica da anni e hanno investito decine di migliaia di euro. Di questo devo ringraziarvi, non sarebbe stato possibile senza tante persone che hanno creduto in me e si sono sbattute a presentarmi e far circolare i miei volantini; sapevo che questa non era l’elezione in cui potevo essere eletto, ma questa valanga di preferenze è un buon viatico per un ruolo importante alle prossime elezioni comunali ;-)

So che chi tifa sinistra è incazzato, molti seguono il ragionamento indubbiamente strano secondo cui tutti i nostri voti sono “roba loro”. In realtà chi dei nostri elettori temeva la Lega ha fatto il voto disgiunto, sono stati a naso circa uno su cinque, gli altri hanno votato per Bono (qualcuno anche per Cota, come l’altra preferenza per me che mi son trovato nel mio seggio) perché di far vincere la Bresso non gli importava nulla. Tant’è: gente di sinistra, se non riuscite a vincere nemmeno con il vantaggio di candidare la presidente uscente e mettendo in piedi un’armata brancaleone che va da Rifondazione all’UDC, forse è ora di farvi qualche domanda da soli. In fondo, la tessera del PD a Grillo l’avete negata voi, no? Ma su questo argomento scriverò qualcosa di più domani.

Nel frattempo, grazie ancora a tutti, vedremo di ripagarvi in qualche modo, soprattutto col lavoro e la fiducia. Metto via il dolce pasquale Lidl con cui stavo festeggiando, ci sentiamo domani con più calma.

[tags]movimento 5 stelle, piemonte, elezioni regionali, beppe grillo, cota, bresso, risultati[/tags]

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venerdì 26 Marzo 2010, 23:59

Grazie

Questo è l’ultimo post prima del voto – fino a lunedì pomeriggio non scriverò più niente. Vorrei innanzi tutto ringraziare tutti quelli che si sono dati da fare per il Movimento e per me; amici di vecchia data e persone conosciute sul momento, tutti sorridenti e contenti di aiutarci in questa impresa. Come ho scritto anche sul blog collettivo della lista, a partire da stanotte non sarà più permesso fare campagna elettorale in pubblico, ma è ovviamente consentito parlare, telefonare, mandare sms e e-mail e insomma mobilitare tutti i vostri amici, parenti e conoscenti ad andare al seggio e votare per il Movimento 5 Stelle.

Per me, comunque vada, è stato un grande onore e un grande piacere essere parte di questa campagna elettorale; mi ci sono buttato al massimo e ho cercato di farla al meglio. L’anno scorso in piazza Castello, alla fine della campagna delle elezioni provinciali, avevo salutato la piccola folla dicendo “se siamo qui in 200 stasera, l’anno prossimo saremo in 2.000 e l’anno ancora dopo in 20.000”. Bene, in realtà siamo arrivati a 20.000 con un anno di anticipo e mi faccio un punto d’orgoglio di aver mantenuto la promessa.

L’inverno è stato durissimo, da soli in un lungo viaggio al gelo per riuscire ad esistere sulla scheda, ma poi è arrivata la primavera. In queste ultime due settimane – da quando i politici e i giornalisti hanno capito che facciamo sul serio – ce ne hanno dette, me ne hanno dette di tutti i colori: qualunquista, populista, dilettante, velleitario, leghista, fascista, berluscoide, lacché di un comico, lustrascarpe di Grillo (queste ultime due sono di un simpatizzante PD e dipendente della Regione, che mentre è pagato coi miei soldi passa i pomeriggi a insultarmi sui forum). Ma dopo la primavera arriverà inesorabilmente l’estate; tutto sta maturando in fretta e il clima sarà caldissimo.

La crisi sarà pesante; farà differenza avere al timone persone che pensano soltanto a salvare se stesse, o persone che pensano a salvare tutta la nave. Io spero solo di meritare la fiducia che tante persone hanno riposto in me; se ne avrò la possibilità, vedrò di giustificarla coi fatti. E spero di poter affrontare le sfide difficili che ci aspettano con gli stessi risultati che sono riuscito ad avere in passato.

Nel frattempo, vi ringrazio ancora e auguro anche qui un buon fine settimana a tutti noi.

[tags]elezioni regionali, piemonte, politica, movimento 5 stelle, beppe grillo, crisi, futuro[/tags]

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giovedì 25 Marzo 2010, 19:20

Due parole sull’Università

Nei giorni passati, alcune persone hanno cercato di organizzare al Politecnico un confronto tra i vari gruppi politici sui temi dell’università e della ricerca. La persona che avrebbe dovuto intervenire per il Movimento 5 Stelle ero io, perché ho un trascorso al Politecnico non solo da studente ma anche da rappresentante degli studenti nel Consiglio d’Amministrazione e negli altri organi, nella seconda metà degli anni ’90; e perché, dato che la mia compagna è ricercatrice, conosco direttamente i problemi del settore. Alla fine il Politecnico non ha concesso gli spazi e il confronto non si è fatto; tuttavia vorrei rendere pubbliche le mie idee in merito, trattandosi di temi importanti.

Credo che i problemi dell’Università in Italia si possano riassumere in due grosse categorie: mancanza di investimenti e mancanza di meritocrazia.

Gli investimenti nell’università e nella ricerca scientifica da noi sono storicamente bassi, contrariamente ad altre nazioni europee (ad esempio la Germania) dove, intelligentemente, si è tagliato su tutta la spesa pubblica ma non su questo settore, che è vitale per la modernità sia della nostra cultura che della nostra economia. Mancano fondi per la ricerca un po’ in tutto – laboratori, progetti, attrezzature, viaggi, biblioteche, abbonamenti alle riviste, gli stessi stipendi – e il risultato è che le nostre università non sono competitive e, se producono risultati di rilievo grazie alle numerose eccellenze individuali, lo fanno nonostante l’organizzazione delle università e non grazie ad essa; e chi vuole fare ricerca in Italia è condannato al precariato fino ad età avanzata.

Mancano fondi anche per la didattica, per esempio nel sostegno agli studenti fuori sede, e talvolta si assiste a fenomeni di “solidarietà inversa” per cui i ricchi pagano tasse universitarie ridotte grazie ai fondi presi anche dalle tasse degli operai, che però i figli al Politecnico spesso non li possono mandare proprio perché manca un sostegno a tutti gli altri costi.

Il fatto che gli Atenei debbano aprirsi al mondo dell’industria e aumentare i ricavi da commesse esterne, che pure è sacrosanto, non può diventare una foglia di fico per tagliare fondi e servizi all’infinito, né per eliminare completamente ciò che non genera ricavi a breve, un’ottica che è contraria allo spirito stesso della ricerca scientifica. E’ giusto aumentare l’efficienza eliminando sprechi e doppioni, ma senza confondere un lavoro creativo e concettuale con una catena di montaggio per produrre diplomi di scarso interesse (magari moltiplicati per aumentare le cattedre) e di scarso contenuto.

Il problema più grave, però, secondo me è la mancanza di meritocrazia; l’organizzazione per baronie, il nepotismo, il fatto che per quasi tutti i concorsi i vincitori siano già noti in anticipo, i giovani brillanti la cui carriera viene azzoppata per non mettere in pericolo il mediocre di turno. Anche se le situazioni variano da Ateneo ad Ateneo e da caso a caso, questi fenomeni sono molto diffusi ed evidenti.

L’Europa e gli Stati Uniti sono pieni di giovani cervelli italiani fuggiti all’estero non solo perché le attrezzature, i fondi e la stabilità del lavoro da noi scarseggiano, ma soprattutto per non dover subire l’umiliazione di farsi superare dai raccomandati e dai “figli di”, oppure di accettare il sistema. E’ vero che la cooptazione è da sempre il metodo di selezione adottato dall’accademia, ma in Italia questo sistema è degenerato in pratiche clientelari che vengono ormai date per scontate; e anche quando si cambiano le regole per affrontare il problema, viene subito trovato il modo di aggirarle, perché il problema è la testa di chi controlla gli Atenei, prima ancora che le regole. Alla fine chi vuole affrontare per passione la carriera universitaria si trova inevitabilmente davanti al bivio tra chinare la testa e adeguarsi al sistema, oppure emigrare; con il rischio che, emigrati i migliori, nelle nostre università spadroneggino quelli che non sono lì per merito.

Anche nell’Università, come nella politica e nell’industria, è dunque necessario un radicale rinnovamento della classe dirigente, che liberi le energie represse di chi ora è costretto a subire, di chi ha nuove idee e una visione moderna, meritocratica e internazionale.

[tags]università, ricerca, politecnico[/tags]

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martedì 23 Marzo 2010, 01:40

Alcune idee per l’aeroporto di Caselle

Ho visto che sul blog di FlyTorino – l’associazione per lo sviluppo dell’aeroporto di Caselle, di cui sono socio – sono state raccolte le posizioni di vari candidati in merito al futuro dell’aeroporto stesso, e così ho inviato la mia, che trovate qui sotto. Del resto questo blog, negli anni, ha parlato spesso delle magagne del nostro aeroporto…

Sono Vittorio Bertola, candidato del Movimento 5 Stelle Piemonte, e vorrei esporre le mie idee per il futuro dell’aeroporto di Caselle.

Premetto che sono socio FlyTorino sin dallo scorso anno e che, nella mia attività di conferenze internazionali, uso da dieci anni Caselle per spostarmi in giro per il mondo (ero Senator Lufthansa fino allo scorso mese). In questi anni, nonostante l’ampliamento olimpico, si è potuto assistere a un progressivo decadimento del servizio, tanto è vero che molte delle rotte che ho percorso negli anni (via Zurigo, via Amsterdam, via Vienna) oggi non sono più possibili. Si è anche assistito al progressivo sviluppo del traffico low cost… su Malpensa e su Bergamo.

Caselle è evidentemente rimasto vittima di giochi politici, in cui – come purtroppo accade in tanti altri servizi pubblici, vedi autostrade – l’aeroporto è stato asservito ai profitti del socio privato, mentre i soci pubblici hanno rinunciato a pretendere qualità del servizio per i cittadini e hanno pensato soltanto a incassare i dividendi necessari a puntellare i propri bilanci, e magari a piazzare qualche amico nelle posizioni di sottogoverno.

E’ scandaloso come migliaia di torinesi siano costretti ogni giorno a trascorrere ore sulle autostrade piemontesi e lombarde per poter prendere un aereo. Noi non siamo favorevoli alla crescita dei trasporti – pensiamo che nella nostra società si viaggi troppo, e che per via dei problemi ambientali, economici e di qualità della vita creati dal pendolarismo e dai viaggi di lavoro sarebbe meglio incentivare il telelavoro e la teleconferenza dovunque possibile. Tuttavia, là dove viaggiare in aereo è necessario, i torinesi hanno il diritto di farlo il più possibile dall’aeroporto di casa, e di non venire usati come merce sacrificale per nascondere il fallimento del progetto di Malpensa 2000.

Penso dunque che ci sia spazio per una crescita del numero di passeggeri di Caselle e conseguentemente dell’occupazione, non aumentando i viaggi dei torinesi, ma riportando a Caselle tutti quei voli pieni di torinesi che oggi partono da Malpensa e da Bergamo; e a questo scopo è necessaria la base low cost, promessa e mai ottenuta per via di quelle che sembrano resistenze più o meno evidenti della classe dirigente torinese, un po’ per non intaccare il business aeroportuale e un po’ per non dispiacere agli amici a cui è stata regalata Alitalia. Certo trovo un po’ ridicolo che gli stessi amministratori che hanno remato contro Ryanair per anni ora ci dicano che si spenderanno prontamente per farla arrivare…

L’unico caveat che vorremmo esporre in merito alla base low cost è che essa non deve rappresentare però una occasione di ulteriore sfruttamento dei lavoratori. La vicenda Aviapartner è emblematica di come ogni appiglio venga sfruttato per incrementare i margini di profitto sulla pelle della gente. Non è detto che prezzi bassi voglia dire peggiori condizioni di lavoro – spesso vuol dire semplicemente una gestione “europea” invece che “all’italiana” – ma è un appunto che va fatto.

Inoltre, è necessario intervenire per migliorare i servizi di collegamento con la città – tutti. Anche qui, la sensazione è che si pensi non a semplificare la vita agli utenti, ma a spremerli il più possibile. Almeno non si spendono più 7 euro per un’ora di attesa di un passeggero in arrivo, ma rimane il costo spropositato dei taxi (la tariffa fissa per la città, durante la sua esistenza, si è rivelata più una presa in giro che altro).

I trasporti pubblici sono la nota più dolente: ci chiediamo chi si assumerà la responsabilità dello spreco del tunnel sotto via Stradella, da buttare via dopo vent’anni per spendere un’altra carrettata di denaro e scavare sotto corso Grosseto – e noi paghiamo. In attesa di scavare e riscavare, sarebbe sufficiente un semplice bus urbano espresso ogni 15-20 minuti, che parta da Porta Nuova e non da Dora, che faccia tre fermate in tutto, che non carichi anche gli studenti dei paesi intermedi e che non costi una fortuna. Ce la fanno in città paragonabili a Torino (es. Dublino), possiamo farcela anche noi.

Da utente di Caselle, concordo dunque di cuore con tutti e sette i punti di FlyTorino, ad eccezione del mezzo punto relativo alla Tangenziale Est, opera da noi ritenuta dannosa ed inutile; sarebbe ora che anche da noi, come in tutta Europa, si arrivasse negli aeroporti principalmente col trasporto pubblico.

[tags]torino, caselle, aeroporto, flytorino, trasporti, aerei[/tags]

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domenica 21 Marzo 2010, 23:11

Massaggini

Che dire: un’altra giornata da incorniciare. Piazza piena a Bussoleno, piazza piena (anzi parco pieno) a Novara… fino a Verbania non sono andato, ammetto che ero troppo stanco.

In più, prima del comizio ero sul palco (che poi era un pezzo di scalinata) davanti alla stazione di Bussoleno, arriva Beppe, mi saluta e mi fa: “Belin, ho letto il tuo curriculum, se è vero è incredibile…”. Ovviamente gli ho risposto “Certo che è vero!”, ma lo capisco, nel senso che ci sono tantissimi trentenni italiani con capacità ed esperienze internazionali di rilievo, ma quasi tutti purtroppo sono già all’estero da un pezzo; ci han lasciato qui nella bagna, anche se con la morte nel cuore e con sincera rabbia e nostalgia. Qui, purtroppo, è più facile trovare quelli che le capacità o le esperienze di rilievo non le hanno, ma se le fabbricano ad arte nel curriculum.

A Novara seconda puntata: Beppe finisce il suo discorso e, come sempre, si prepara a passare il microfono ai candidati. Stavolta, però, vede me, mi prende sotto braccio e comincia a dire: “Vedete, per esempio qui abbiamo un ingegnere, un esperto internazionale, un curriculum così ce l’hanno solo lui e Steve Jobs…” – o meglio non sono completamente sicuro di cosa abbia detto, perché penso di essere diventato un bel po’ viola, e per fortuna che era già quasi buio. Parlo, racconto dei miei video, faccio la mia solita domanda – ho deciso che è una buona domanda, dunque la vado ripetendo in ogni piazza. Poi parlano gli altri, e a quel punto spunta fuori Beppe e si mette dietro di me, davanti a tutti, a farmi i massaggini alle spalle. Ovviamente più lui mi massaggia e più io mi irrigidisco, che diamine! non solo siamo uomini: siamo piemontesi e ci diamo del lei pure a letto.

A questo punto, se questo fosse un partito, i miei compagni di lista mi farebbero trovare una testa di cavallo davanti alla porta. Invece eravamo tutti contenti… d’altra parte, con queste folle che si palesano in tutte le tappe del giro di Beppe, non potrebbe essere diversamente; lo spazio per gli ego, che pure in politica è inevitabile, è messo in secondo piano.

Non so, non so davvero come andrà a finire, se supereremo il 3% o no, se cambieremo il mondo poco, tanto, completamente o per niente. So però che tutta la fatica che abbiamo fatto sta venendo ripagata dall’affetto che incontriamo, e soprattutto, ancora più importante, dal vedere tante altre persone che si attivano; nemmeno che ci seguono, ma che cominciano a “movimentarsi” in prima persona di propria iniziativa.

[tags]politica, movimento 5 stelle, beppe grillo, elezioni regionali, piemonte, bussoleno, novara, emigrazione, fuga dei cervelli[/tags]

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sabato 20 Marzo 2010, 22:25

Il bello della politica

Il bello di queste giornate convulse è la possibilità di conoscere tante persone nuove, e soprattutto diverse. Ognuno di noi, infatti, tende a frequentare soprattutto persone simili a sé; anche quando hanno idee diverse, di solito hanno in comune un certo livello sociale e culturale, un certo stile di vita, un certo sistema di valori. La nostra società è sempre più divisa in compartimenti stagni, in cui le persone si sfiorano senza conoscersi e senza parlarsi; avere l’opportunità di scoprire pianeti diversi è non solo un grande vantaggio (se mai uno di noi si troverà ad amministrare qualche cosa, avere la possibilità di conoscere le questioni di prima mano da chi le vive direttamente è fondamentale) ma anche un grande piacere; una occasione di arricchimento umano.

Questo, per esempio, è uno dei motivi per cui mi piace andare allo stadio, e magari (quando si può, ormai sempre più raramente) in trasferta, ossia in una occasione dove puoi condividere non solo il breve spazio della partita, ma un intero viaggio in pullman attraverso l’Italia. Lo stadio è infatti uno dei pochissimi luoghi della nostra società dove i gruppi sociali si mescolano e si uniscono trasversalmente.

Analogamente, in questi giorni tante persone mi hanno incoraggiato, mi hanno voluto parlare, mi hanno chiesto i volantini da distribuire; ed è stata una grande occasione per imparare qualcosa. Bastano dieci minuti di parole per scoprire almeno un po’ problemi, aspirazioni, desideri, e tanto meglio se vengono da ambienti che non hai mai avuto modo di frequentare; dagli autisti del GTT o dagli operai di una fabbrica in crisi, dagli anziani che chiedono un futuro per i propri figli agli imprenditori con le banche che se li mangiano.

Stamattina ero ad Alba, in un bell’incontro con Imprese che resistono in cui sul palco dei politici mi sentivo a disagio – sto meglio nei panni del piccolo imprenditore in lotta col sistema. Delle questioni economiche parlerò con più calma nei prossimi giorni, ma volevo raccontarvi di quanto mi abbia colpito scambiare due parole con una imprenditrice tessile del Varesotto, amareggiata e pronta a portare quel che rimane della sua fabbrica in Svizzera, data l’impossibilità di competere coi cinesi stando in Italia. Lei era leghista e accusava con calore il rappresentante della Lega di aver “disonorato quel fazzoletto verde che io rispetto”, dimostrando con la rabbia di non credere più ai grandi proclami leghisti a difesa dell’Italia, alla schizofrenia decennale della “Lega di lotta e di governo”. Mi sono reso conto di come per quelle zone la Lega sia stata ciò che è stato nelle periferie di Torino il PCI fino agli anni ’80: prima ancora che un partito, un simbolo in cui identificarsi, a suo modo un simbolo di lavoro e di progresso; e per noi torinesi, che pensando alla Lega abbiamo subito in mente il razzismo becero di Borghezio, è una visione diversa e davvero strana, e mi ha colpito.

Oggi pomeriggio poi – alla manifestazione No Tav No Mafia – mi ha fatto piacere conoscere di persona tante persone incrociate solo su Facebook, anzi mi spiace che non ci sia stato più tempo per parlare. Ammetto di essere veramente stanco, alcune volte mi son dovuto far ripetere le cose prima di capirle… Eppure, raramente come in questi giorni ho avuto modo di conoscere esperienze diverse dalle mie, e questo è stato davvero un bel regalo.

[tags]politica, movimento 5 stelle, piemonte, elezioni regionali, società, persone[/tags]

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venerdì 19 Marzo 2010, 16:51

Zucconi e fifoni

Mi scuso se dedico un altro post alle reazioni scomposte del centrosinistra contro il Movimento 5 Stelle in Piemonte, argomento già affrontato anche da quello di ieri.

E’ che ieri ne ha parlato anche Vittorio Zucconi nel suo blog su Repubblica, in uno di quegli articoli “mettiamo le mani avanti” che i partiti che temono la sconfitta pubblicano subito prima del voto. In pratica, il senso dell’articolo è “Berlusconi dice che gli basta vincere tre regioni per cantar vittoria? No, ne dovrebbe prendere almeno sette”, così se poi Berlusconi ne vincerà sei Repubblica potrà titolare “La grande sconfitta di Silvio”, mentre il Giornale titolerà “Silvio sgomina i comunisti” e così via.

In un inciso, però, Zucconi specifica che il centrodestra vincerà “anche grazie alla robusta campagna anti Bresso condotta da Grillo” – campagna che, lo ricordiamo, consiste nell’aver chiamato la Bresso “Attila in gonnella” e aver criticato la sua legge forestale, in un comizio in cui per gran parte del tempo Grillo prendeva per i fondelli Berlusconi, Schifani, Minzolini, Tremonti e altri ancora. Ma, si sa, il centrosinistra ha un senso di lesa maestà molto sviluppato: loro non sbagliano mai, e se li critichi anche solo una volta sei berlusconiano, fascista, leghista o berlusconiano fascista e leghista.

Bene, mi son permesso di lasciare il seguente commento: “Sono Vittorio Bertola, una delle persone che hanno messo in piedi la lista del Movimento 5 Stelle in Piemonte. Mi spiace vedere anche lei suonare la grancassa de “i grillini ce l’hanno con la Bresso perché li manda Cota”, che è l’unica strategia che il PD ha saputo mettere in piedi dopo che a Torino ventimila persone spuntate dal nulla hanno riempito piazza Castello per il comizio di Grillo domenica scorsa. In realtà noi ce l’abbiamo sia con Bresso che con Cota, dato che entrambi non hanno uno straccio di progetto per il futuro della nostra regione che non sia basato sul cemento e sulla precarietà. Solo che il centrosinistra (che io ho votato per vent’anni prima di stufarmi) pare essere afflitto da totale paranoia, oltre che dall’incapacità di vincere in base alle proprie idee (ammesso che ce ne siano) invece che denigrando gli altri.”

Il commento è stato pubblicato da Zucconi insieme alla sua risposta: pacata, costruttiva, moderata e conciliante, dato che loro notoriamente sono per il dialogo, siamo noi che insistiamo a fare i “settari”.

“Mai scritto nè pensato la frase che lei mi attribuisce, caro Bertola, non faccia il Berluscoide con me. Rete canta, non è vero? Se il vostro movimento delle stelline porterà via voti anche a Cota, dopo avere definito in piazza la Bresso “Attila” (chi era quello che denigrava, neh?) cioè quanto di peggio la Lega, non un partito qualsiasi, abbia partorito e gli impedirà di assumere il potere in una regione storicamente cruciale nella storia d’Italia come il Piemonte, mi compero tutti i Dvd di Grillo. Con carta di credito, naturalmente, per far contenta anche la banca. Mi riscriva il 30 marzo, con i risultati elettorali, e auguri sincerissimi di buona fortuna. Non a voi, ma a noi tutti. Ne abbiamo bisogno, a cominciare dal suo movimento e dal suo a volte divertente profeta, perchè all’ombra di questi insopportabili e polverosi vecchi partiti, che anche io trovo spesso patetici, voi potete andare in piazza Castello e noi possiamo scriverci. Non creda, neppure per un istante, che debba per forza essere sempre così. La Santa Rete c’è anche in Cina, ma non protegge nessuno dalle galere di Pechino. (v.z.)

Ok, preparerò le arance, ma a Zucconi manderò del Valium… Comunque, con la massima calma, ho preparato una risposta che potete leggere qui sotto, ed ecco cosa è successo:

screenshot-zucconi.png

La risposta è in moderazione da oltre quattro ore, e non è mai stata approvata. Faccio notare che negli altri post del blog hanno continuato ad apparire commenti, dunque Zucconi o chi per lui c’è. Solo che al primo commento, non avendo argomenti, ha risposto con l’invettiva; al secondo, non essendo riuscito a buttarla in caciara, usa il suo potere di controllo dell’informazione. Peccato che io abbia la rete; e forse, quando parlava di poter mettere i tipi come me nelle galere di Pechino, esprimeva un suo desiderio inconfessabile.

Magari con questo post riesco a farmi approvare il commento; sono aperte le scommesse…

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