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Archivio per la categoria 'StillLife'


sabato 30 Giugno 2007, 05:21

ICANN, day 6

Se leggete queste righe è soltanto perchè sono fortunato: difatti l’ultimo meeting della settimana è terminato di corsa oggi alle 13:00, dopo che ci avevano già tolto da sotto il sedere le prese di corrente e parte dei tavoli. Per questo motivo mi ero attaccato al muro con il caricatore del portatile, poi ho preso per un attimo il solo portatile, e poi… sono andato via lasciando lì il caricatore. Non ho più toccato il computer fino a stasera dopo cena, quando ho aperto la borsa, ho notato la mancanza, e sono tornato alle sale riunioni: c’erano ancora operai al lavoro e avevano smontato praticamente tutto, ma per fortuna il mio caricatore era lì in un angolo, per terra dietro una pila di sedie.

Il meeting del Board è stato un successone, nel senso che ho violato uno dei tabù di ICANN – non si discutono i termini delle risoluzioni il venerdì mattina, quando sono già sullo schermone solo lì da approvare – e persino una delle regole – i membri non votanti non hanno diritto di proporre emendamenti. Ok, l’emendamento era minimo ma comunque significativo, e così ora i registrar saranno obbligati a considerare integralmente i punti sollevati dalla comunità Internet “to the extent feasible” e non, invece, a considerarne solo “many of”, grazie ad un membro del Board che, previa opportuno coordinamento via chatroom privata, ha proposto l’emendamento che ho scritto io; approvato all’unanimità.

A fine riunione, il carismatico signor Tucows, uno dei leader dei registrar, era apparentemente piuttosto alterato ed è andato a sbracciarsi col mio predecessore, ora passato nel Board a pieno titolo; quando sono arrivato io, mi ha detto che con me non voleva parlare. In compenso, ho raccolto un po’ di complimenti dai miei costituenti; eppure, dopo una serie di incontri e discorsi elettorali che neanche la Segolene Royal e Sarkozy, ancora non so se mi rieleggeranno anche per l’anno prossimo. Pare che il piano sia di fare un altro po’ di incontri e discorsi elettorali per telefono.

Si è comunque parlato anche di tante altre cose, da IPv6 ai nomi in caratteri non latini. Mi riprometto di scrivere qualcosa, ma prima vorrei anche raccontare qualcosa di questo posto…

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venerdì 29 Giugno 2007, 04:37

ICANN, day 5

Sono stanco oltre ogni possibile livello, anche se le cose stanno andando piuttosto bene. Però domani mattina ho ancora un meeting cruciale alle 7:30 ora locale, e poi la riunione del Board, da cui potrò farvi ciao con la manina nel webcast. Oggi abbiamo deciso che cosa approveremo domani, e anche se non c’è nulla di veramente clamoroso, le questioni che ci interessano si stanno risolvendo abbastanza bene, compresa la mia battaglia personale per far notare che ha poco senso che le condizioni contrattuali dei registrar vengano decise dai registrar stessi, in collaborazione con lo staff, senza alcuna discussione con i rappresentanti dei consumatori: ma qui pare che la “autoregolamentazione del settore privato” alle volte significhi che le aziende si fanno i cavolacci propri in piena libertà.

Del resto stasera ho avuto una interessante discussione con un membro del Board, che sosteneva che ICANN è estremamente internazionale e multiculturale, perchè nelle posizioni importanti non ci sono solo americani, ma anche qualche australiano… “Eh ma l’Australia e l’America sono diversissime!” Immagino che boliviani, burundiani, pachistani e cambogiani vivano su un altro pianeta.

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mercoledì 27 Giugno 2007, 04:13

ICANN, day 3

Vi giuro, volevo raccontare nel dettaglio la storia dei nuovi lcTLD (domini linguistico-culturali), e dei cTLD (domini cittadini), ma invece di andare all’evento sociale con tanto di cena ed esibizione nel castello della città vecchia mi son dovuto subire il meeting dei chapter di ISOC con oggetto “accordiamoci per consolidare il nostro ruolo dentro ICANN”; dalle 19:00 alle 21:30. Alla fine molti degli intervenuti si stavano addormentando sul tavolo. E poi, mi son pure dovuto gestire l’incidente diplomatico del gruppo di rappresentanti di alcune organizzazioni At Large latinoamericane, che per guadagnare sulla diaria andava regolarmente da qualche giorno a mangiare a sbafo dal buffet dello staff…

Nel frattempo, sto cercando di valutare se il fatto che mi venga continuamente da fare pipì possa essere collegato all’umidità incredibile che c’è nell’aria. Qualcuno capisce di fisiologia?

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martedì 26 Giugno 2007, 04:45

ICANN, day 2

Oggi giornata devastante. Anche fisicamente, perchè dopo il meeting mattutino delle 7:30 (con colazione annessa) sono stato tutto il giorno impegnato in forum aperti nella sala grande, buona parte dei quali sul palco: nell’ultimo mi stavo quasi addormentando e Milton Mueller (velenosetto) mi ha pure fatto fare una figura di merda davanti a tutti, come alle elementari, quando i compagni invidiosi ti puntano appena ti distrai.

Sono quasi stato tentato di andare a dormire alle sette e mezza, e invece sono ancora andato al ricevimento, in pratica il pianterreno del parcheggio multipiano trasformato in sala da cena – ottima carne arrosto e riso in vari modi – e da ballo, teoricamente salsa, in pratica disco ’70 sparata a palla, con un sacco di signorine americane, caraibiche, latinoamericane, e persino cinesi e giapponesi, che si dimenavano seminude nel calor.

Nel frattempo, mi tocca pure fare lobbying per tentare la (non facile) rielezione per un altro anno di rappresentante del comitato At Large nel Board. Il tutto con abbondante rum nei cocktail.

In compenso, le questioni sono interessanti: in particolare, stiamo cercando di convincere i registrar che c’è bisogno di un po’ più di protezione per i consumatori finali; e si sta arrivando a definire il processo per un prossimo giro di nuovi TLD, probabilmente a inizio 2008. Ma vi interesserebbe un racconto più dettagliato di queste cose?

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lunedì 25 Giugno 2007, 04:47

Varie

Ecco: una giornata di meeting, e già sembro incinto. Colpa dei numerosi buffet; anche se mi trattengo, finisco comunque la giornata con il mal di stomaco e un senso di pesantezza. Stasera, poi, c’era la cena di socializzazione tra il Board e la GNSO, la cui nuova Chair ha deciso di sistemare le persone ai tavoli in modo randomizzato, seguendo l’algoritmo della RFC 3797 (si vede che viene dalla IETF?). Come risultato, sono finito al tavolo di Vint, e come al solito l’ho bombardato di posizioni sovversive, tipo l’idea che la privacy possa essere più importante della sicurezza della società, almeno in alcune condizioni. Lui però ha abbozzato; del resto, proprio ieri ha compiuto 1000000 anni e la cosa lo ha soddisfatto.

E poi, stasera verso le nove e mezza è arrivata la valigia… Per fortuna, perchè ho passato tutto il giorno a congelare: nelle sale riunioni ci sono quindici gradi e un vento di condizionatore che ti porta via… la nostra collega di Trinidad e Tobago ci ha detto che “a noi caraibici piace così, bello fresco”; sarà, ma la gente nelle pause esce di corsa fuori dall’albergo per cercare un po’ di caldo. Solo che fuori ci sono trenta gradi e umidità al cento per cento, con i vestiti che dopo due minuti ti si appiccicano addosso: persino in camera, dove per la notte avevo spento l’aria condizionata, al mattino i calzini lasciati sul letto erano praticamente da strizzare dall’umido. Per ora, devo dire che i Caraibi erano molto meglio in fotografia.

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domenica 17 Giugno 2007, 10:24

Celebrità

Ieri sera siamo andati a fare una pizzata di fine anno in un locale di San Salvario. Il posto non era granchè, la pizza nemmeno, ma insomma non era quello il punto; ci siamo divertiti fino a tardi e poi, quando verso le undici e mezza hanno cominciato ad abbassarci le serrande in faccia, abbiamo capito che era tempo di andare.

Dopo aver pagato, usciamo e troviamo il proprietario seduto nel dehors con un amico. Il proprietario si informa se siamo soddisfatti, aspetta la risposta, poi indica l’amico seduto con lui e ci fa: “E lui, lo conoscete?”. Lo guardo, la faccia non sembra ignota, ma più che altro mi pare un qualsiasi tarro torinese ben oltre la quarantina. Il proprietario ci guarda, sorride, e poi, con orgoglio, ci dice: “E’ il fotografo di Corona!”. Il mio vicino sbarra gli occhi, al che lui aggiunge: “Quello che ha scoperto Lapo! Ma dai, è andato anche a Striscia la Notizia!”.

Lì, io collego: qualche mese fa, quelli di Striscia avevano rotto le scatole all’infinito – persino durante il TG5 – promettendo “scottanti rivelazioni sul caso Lapo Elkann”. Essendo presumibilmente una di quelle sere in cui la puntata dei Simpson su Fox si era rivelata una replica riproposta per la decima volta, avevo anche visto il servizio (dato che su Internet non si butta via niente, eccolo qua). Rispetto al servizio, si era rasato il pizzetto e stinto i capelli, ma era lui.

I due cercano invariabilmente di trascinarci nella conversazione, sembrando ansiosi di discutere dei dettagli. Noi facciamo l’osservazione standard ISO richiesta in questa situazione – “ma pensa uno che sta con Martina Stella e va con un trans” – e poi ce ne andiamo. L’unica domanda seria – “quanto paga Striscia?” – non sarebbe stata gentile, e poi siamo pur sempre piemontesi. Però, pensate a come se la tirerà questo tizio per il resto dei suoi giorni…

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venerdì 8 Giugno 2007, 19:32

Estrazione

Oggi pomeriggio, verso le 16:30, sono uscito di casa e sono andato a prendere la metro per andare dal dentista. Giunto alla macchinetta, ho selezionato il biglietto, ho inserito un euro, mi è arrivato il biglietto, ma la macchinetta si è ingoiata il resto.

A questo punto avrei dovuto capire che non era giornata, tornare a casa, e mettermi a letto sotto le coperte. Invece ho proseguito, ed è stato un errore.

Difatti, l’appuntamento dal dentista riguardava la tanto sospirata estrazione del mio dente del giudizio superiore sinistro, che era già stata rimandata (da loro) per un paio di volte, dopo essere stata bellamente ignorata da me per un paio d’anni. Il risultato è che nel frattempo il dente, situato in posizione dimenticata da Dio e dagli uomini, si era cariato e aveva cominciato a venire via a pezzettini e schegge, oltre che a farmi male per giorni ogni volta che prendevo un aereo.

Verso le 17:10, sistemato il bavaglio, accomodata la poltrona, il chirurgo ingaggiato dalle mie dentiste per la bisogna mi si presenta, e mi chiede scherzando se voglio l’anestesia; io, ovviamente, rispondo di sì. Me ne fanno una dose, aspettano qualche minuto, e poi cominciano ad esaminare la bocca. Primi gesti di disappunto: il dente subito precedente, che sporge un po’, ha ferito nel tempo l’interno della guancia, provocando un ispessimento della pelle che azzera la già precaria visibilità.

Io, comunque, non demordo, e sono anzi curioso. Mi son chiesto, negli anni, come avrebbero fatto a togliermi questo dente, visto che io, in innumerevoli tentativi con varie combinazioni di specchi, non sono mai riuscito nemmeno a vederlo; del resto, il motivo per cui era così cariato è che era irraggiungibile anche allo spazzolino. Però, io, ho ingaggiato i professionisti, e son qui che aspetto di vedere quali meraviglie la tecnica ha escogitato per compiere una operazione che parrebbe fisicamente impossibile.

L’inizio, devo dire, è un po’ low-tech: cominciano ad infilarmi in bocca pezzi di ferro di ogni forma e dimensione, cercando di fare presa sul dente per allentarlo un po’. Il problema è che il mio dente è decisamente “marcio” (definizione del chirurgo stesso): di fatto, la corona si sbriciola sotto i loro strumenti, lasciandoli senza presa.

Dopo venti minuti, comincia ad affiorare un po’ di nervosismo: il dente è ancora saldissimo, mentre la collezione di strumenti sul tavolino è già significativa. Partono dei conciliaboli a bassa voce nell’angolino, che io tanto non sento, essendo un po’ rincoglionito dalla doppia dose di anestesia che mi fa sentire guance e palpebre come se fossero di gomma pesante.

Decidono di provare con altri metodi: e così, se ne vanno altri venti minuti, in cui, invece dei previsti raggi laser e ultrasuoni, altri pezzi di ferro vengono infilati in ogni modo nella mia bocca. Mentre rischio di soffocare per la saliva e il catarro, e al contempo mi viene continuamente da soffiarmi il naso visto che l’anestesia è arrivata fin lì, il nervosismo si intensifica: partono un paio di semiscazzi tra il chirurgo e l’assistente; il primo sembra sul punto di gettare la spugna e dire “maestra, il compito era troppo difficile, me ne dà un’altro?”. Poi però riprende, e si arriva al punto più raccapricciante; d’improvviso, mentre io in preda a un comunque ragguardevole dolore ho la faccia deformata, e già ci sono schizzi e pozzette di sangue un po’ ovunque, afferra dal tavolino un martelletto e con aria assatanata comincia ad assestarmi svariate martellate sul dente. Giuro! E’ come vedere qualcuno che sfonda una vetrata a martellate, però in soggettiva dal punto di vista della vetrata. L’ultimo colpo mi risuona fin nelle profondità del cranio, spingendomi a reagire con un feroce mugolio.

Ormai è più di un’ora che litigano col mio dente, indignandosi ogni tanto tra loro con dettagli tecnici tipo “come mai non ruota” e “non è possibile che sia ancora attaccato”, e io sto già pensando alle prossime mosse: già mi vedevo il chirurgo andare a prendere il cric dal baule della macchina, infilarmelo sotto il dente e cominciare a saltarci sopra con i piedi. Invece, a un certo punto succede il miracolo, e facendo leva dall’angolo della mia bocca, dilatata al livello di un parto, riescono a far venire giù il dente.

E lì si sprecano i commenti: in pratica, mentre io sto ancora sputando tanto sangue che basterebbe a una operazione a cuore aperto, il chirurgo mi dice che non solo ho un raro dente del giudizio a tre radici, ma le radici sono tutte e tre curve, e una è pure malformata, avendo una forma rigonfia e quasi a S che le impediva di venire fuori. Insomma, per il bene della razza odontoiatrica mi esorta a non avere figli, ed evitare di propagare nei miei geni tanta mostruosità.

Poi mi cuciono la ferita per quel che si può, mi rifilano un tampone da tenere in bocca, una borsa del ghiaccio (in effetti, tra gonfiore e macchie di sangue ovunque, sembra che mi abbiano pestato) e una prescrizione di antibiotici e antiinfiammatori vari, e tra l’esultanza della coda che si è formata nella sala d’attesa mi spediscono sulla metro, di ritorno a casa, infelice e dolorante.

Tutto è bene quel che finisce bene. Tutto sommato, però, penso che forse potevo andare a farmi togliere il dente al Fight Club: ci avrei messo di meno, avrei speso di meno, e almeno avrei potuto restituire qualche cazzotto.

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venerdì 8 Giugno 2007, 00:09

Zwooon

Tanto si dice sulle varie attività endorfiniche che si aprono all’essere umano; ma è inevitabile la constatazione che la serata più allegra degli ultimi mesi coincida con quella a più alta densità di birra! Benvenuta sia la riunione di una manciata di amici, se avviene in presenza di abbondante libagione carnivora, e viene innaffiata da una ampia scelta di liquido biondo, che peraltro converge in un secondo giro di medie di cui nessuno di noi ricorda il nome, ma solo la gradazione in doppia cifra.

Certo è che se ho concluso il viaggio questa volta – una di quelle in cui ti capita di guidare per gli incroci cittadini e solo dopo un centinaio di metri venirti in mente la domanda, “ma quella luce rossa che c’era a lato della strada, sarà mica stata un segnale stradale?” – posso concluderlo ancora ed ancora; e forse aiuta l’avere per caso a volume improponibile sullo stereo della macchina una vecchia, immortale edizione della precisa macchina roccheggiante di Strange Kind Of Woman. Da ascoltare solo ad alta velocità, e con l’amplificazione sopra i cento decibel.

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venerdì 1 Giugno 2007, 14:37

Maledetti motociclisti

Ma non tutti, eh: solo quelli che interpretano la riga bianca tratteggiata che separa le due corsie del viale come un passaggio riservato a loro, per poi intamparsi tra le macchine e fermarsi con il loro scarico puzzolente esattamente all’altezza del tuo finestrino aperto, e continuare imperterriti a sgasare mentre sono fermi al rosso, come a dirti con orgoglio “pensa, non solo ho una moto, ma funziona persino l’acceleratore!”.

Che la vita ti sia lieve, particolarmente in occasione della prossima macchia d’olio!

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sabato 26 Maggio 2007, 12:48

Lidl entertainment

Stamattina, indovinate un po’, sono andato a fare la spesa al Lidl. E’ stata più dura del solito, perchè il sabato mattina il negozio è strapieno: tanto è vero che si è sfiorato il rissone, quando una coppia di albanesi ha cercato di infilarsi davanti a tutti e una signora romena un po’ più indietro si è messa a protestare.

L’idea di una albanese e una romena che litigano in cattivo italiano è piuttosto surreale; peraltro l’italiano era padroneggiato piuttosto bene, tanto è vero che la signora romena ha concluso a mezza voce con un eloquente “Albanesi tutti appesi” (ah, l’espansione delle massime da periferia coatta) che per fortuna gli altri non hanno sentito. Però, con un po’ di fortuna, prima o poi mi troverò in mezzo a un rissone interetnico: vedi che Lidl fornisce anche l’intrattenimento gratis per chi sta in coda?

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