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Archivio per la categoria 'TorinoInBocca'


lunedì 21 Dicembre 2009, 19:41

Una visita a Radio Flash

Questa non ve l’ho ancora raccontata, ma, in mezzo al caos professional-politic-personal-natalizio della scorsa settimana, ho trovato pure il tempo per una chicca: la prima visita della mia vita negli studi di Radio Flash.

Chi segue questo blog sa che io sono un fedelissimo ascoltatore di Flash, anche se il mio ascolto della radio è limitato ai trasferimenti in auto; cominciai ad ascoltarla con l’inizio delle mie pendolate autolavorative, nel 1999, e da allora non ho più smesso. Il motivo è che, nel panorama torinese e almeno per quanto io ho potuto ascoltare zappando ogni tanto, Flash è sia quella con i programmi più interessanti che quella con la musica migliore (da dove credete che vengano molti degli artisti poco conosciuti di cui parlo ogni tanto sul blog? anche se ultimamente mettono un po’ troppo spesso musica elettronica pesante…)

Ho interagito varie volte, anche se poi non così spesso, con i programmi di Flash via SMS e mail; il punto più alto fu forse raggiunto con la lettura in diretta della mia fenomenologia di Monia Lacisaglia. Tuttavia, non mi era mai successo di andare nei loro studi, anzi i loro studi avevano un che di misterioso, perché ogni volta che capitavo a Hiroshima Mon Amour mi chiedevo sempre dove diavolo fossero, visto che nei dintorni del locale non si vedeva alcun ingresso della radio.

La risposta è facile: si entra sul retro, da via Pio VII – e sottolineo che via Pio VII non va confusa con via San Pio V, cari confusori di papi! Comunque, l’ingresso in codesta antica scuola media che il Comune generosamente concesse alla Hiroshima holding non è niente di impressionante, se non per un oggetto a noi tutti caro, ovvero la Vespa nera di Dario Castelletti parcheggiata fuori. Entrando con una lacrimuccia di commozione ecco la seconda sorpresa: pensavo di essere lì per una riunione e vengo invece (peraltro con grande piacere) proiettato direttamente nello studio, dove Fabio Malagnino con Gianluca Gobbi, tutti i giovedì dalle 13,30 alle 14, si occupano di Internet: e così una coppia di blogger torinesi, VB e VP, si sono messi a commentare in diretta e senza preavviso le nefandezze maroniane contro la rete… e di questo storico evento non è rimasta traccia!

La radio è una grande famiglia orale, tanto che l’associazione di facce alle voci radiofoniche sa un po’ di peccato grave. In questo caso, oltre ai due succitati, l’effetto più particolare è stato vedere un tizio semisconosciuto (semi perché il nostro comunque è apparso in varie trasmissioni locali, insomma la faccia non era del tutto ignota) farsi i fatti suoi avanti e indietro tra lo studio e l’ufficio e ogni tanto dire qualcosa con la voce di Castelletti. E’ andato anche a mangiare, dunque posso senz’altro pubblicare uno scoop esclusivo per voi: anche Castelletti mangia!

Non so se mi capiterà ancora di visitarli; trovo la radio locale un mezzo affascinante, libero e interattivo, in un certo senso l’unico antesignano dei blog e della loro capacità di informare e insieme promuovere una discussione e una comunità. Dunque, lunga vita alla radio; tutto il resto è ombra e polvere.

[tags]radio, radio flash, torino, castelletti, malagnino, gobbi, blogger torinesi, hiroshima mon amour[/tags]

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sabato 19 Dicembre 2009, 23:57

Natale de panza

Oggi, dopo un paio d’ore di raccolta firme all’aperto in mattinata giusto per congelarsi un po’, mi sono cimentato in: ore 13, pranzo prenatalizio; ore 15,30, festa prenatalizia; ore 19, apericena prenatalizio; ore 21, cena prenatalizia. Il tutto condito da continui spostamenti nel traffico cittadino impazzito per la neve e per il corteo dei centri sociali (che li possino… a noi sotto Natale fanno storie anche solo per mettere un banchetto in via Garibaldi, ma evidentemente a Torino se sei di un centro sociale ti lasciano fare quello che vuoi).

Stavo per dire “ma si può vivere così?”, però è stata l’occasione per rivedere varia gente con cui non ci si incrocia spesso, per cui è stato bello così… tranne che per il mio stomaco!

[tags]natale, cene, feste, traffico, torino, cortei, stomaco[/tags]

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lunedì 7 Dicembre 2009, 08:59

Tutto il peggio di una manifestazione

Col senno di poi, sono anche un po’ arrabbiato! Avete visto nel post dell’altra notte le mie immagini della contestazione a Berlusconi alla stazione di Porta Nuova a Torino. Bene, la cosa è stata regolarmente riportata dalla redazione locale di Repubblica, che dedica alla notizia un articolo che è stato linkato per un po’ anche nella home page nazionale. La Stampa ne ha parlato in un riquadro nella cronaca locale che non è nemmeno finito sul sito, ma ha invece scritto, nell’articolo di punta che è stato messo ben in vista sul nazionale e in cima alla pagina della cronaca di Torino, la frase seguente:

“Tra la gente oltre le transenne, sia alla partenza che all’arrivo – indifferente alla camminata del Presidente e al teatrino delle interviste non indiscrete – c’era la curiosità vera. Soprattutto all’arrivo, dove anziché indicare l’uno all’altro La Russa o Formigoni allegri e scherzosi, chiedevano ai giornalisti: «Veramente avrà questi tempi? Davvero si viaggia comodi?» Parlavano di una prospettiva.”

Bene, avete visto le immagini; per quanto riguarda “la partenza”, mi sfugge davvero come il giornalista possa dire che “la gente oltre le transenne” si disinteressasse di Berlusconi per dibattere incuriosita su quanti minuti ci metta ad andare fino a Milano un treno che quasi tutti loro non prenderanno mai. Qui non siamo nemmeno alla censura, ma alla falsità bella e buona; mi sembra che La Stampa volesse soprattutto fare uno spot al “supertreno”, di questi tempi in cui la Fiat e i suoi compari vogliono costruirne un altro verso Lione, quando allo stesso tempo sempre più persone realizzano che la TAV “all’italiana” porta scarsissimi benefici ai cittadini, se non li danneggia, a fronte di costi mostruosi. Ogni tanto anche per i “poteri forti” sarebbe bene fare i conti con la realtà, che tanto prima o poi viene al pettine.

Poi ho scoperto un’altra cosa; mentre io lasciavo piazza Castello e andavo a Porta Nuova a riprendere e contestare, il palco della piazza è stato aperto a interventi vari, tra i quali, nonostante la manifestazione fosse apartitica, si è tranquillamente infilata una persona dell’IDV a fare propaganda al suo partito. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso; anzi, io sono pure rimasto un po’ male nel vedere anche persone del nostro movimento girare con simboli e spillette bene in vista. Penso che non fosse quello il momento, e, forse ingenuamente, speravo veramente in una manifestazione senza simboli di partito, perché i partiti sono importanti e – se si vuole andare oltre la testimonianza del poco per cento – necessari interlocutori di qualsiasi battaglia, ma questa era davvero un’occasione per lasciare da parte i marchietti.

In questo anno e mezzo di esperienza politica, mi è già capitato più volte di vedere persone che la pensavano allo stesso modo accapigliarsi per fare a gara a chi ce l’ha più grosso (il marchietto). E’ una sindrome tipica della sinistra (anche perché a destra si limitano quasi tutti a prendere ordini e stare in coda aspettando il loro turno) ed è anche umana, inevitabile e comprensibile, però è triste lo stesso. Grillo, poi, ha un nome che divide; i suoi toni accesi e la sua visibilità non piacciono a tanti.

D’altra parte, se il No Berlusconi Day ha dimostrato una cosa, è che il ruolo di intermediario degli stessi partiti non è più strettamente necessario. Ancora per molto sarà dura farne completamente a meno, ma la strada sarà quella: aggregazioni “di scopo” tra cittadini prima ancora che strutture organizzative con un brand da promuovere.

[tags]politica, manifestazione, berlusconi, no berlusconi day, contestazione, torino, giornalismo, repubblica, la stampa, idv, grillo, partiti, democrazia[/tags]

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domenica 6 Dicembre 2009, 01:05

No Berlusconi Day: Berlusconi contestato duramente a Torino

La giornata è stata intensa, molto faticosa e molto interessante. Il corteo di Roma è stato un grande successo, a Torino sono passate molte persone, ma l’evento più importante per quanto mi riguarda è stata la puntata alla stazione di Porta Nuova, dove Berlusconi era atteso per l’inaugurazione dell’alta velocità.

Il centro era presidiato sin dalla mattinata da alcune centinaia di No Tav, che dopo le 14 si sono spostati verso la stazione. Hanno chiesto di poter arrivare fino all’ingresso lato via Sacchi, da cui era previsto entrassero le autorità, per poter manifestare davanti a Berlusconi; il permesso è stato negato dalla Digos, al che la decisione immediata è stata “stoma sì ch’a l’è bel”. “Sì” era l’esatto centro dell’incrocio tra via Sacchi e corso Vittorio, dove il corteo è stato presto accerchiato da forze dell’ordine su ogni lato (qui il video), bloccando nel contempo il traffico. Chiunque avesse una bandiera o una spilla No Tav è stato costretto a rimanere lì dentro – le forze dell’ordine bloccavano chiunque volesse allontanarsi.

Io, però, ero in incognito e dunque ho potuto tranquillamente entrare in stazione e arrivare a distanza di ripresa dallo struscio delle autorità, per le quali era stato predisposto a nostre spese un ovvio tappeto rosso. Sempre a nostre spese, le autorità hanno goduto di un bel buffet per ingannare l’attesa; e così abbiamo visto arrivare, chiacchierare, scherzare, darsi di gomito come vecchi amici coppie teoricamente improbabili come il presidente della Provincia Saitta e il viceministro PDL Crosetto, o il sindaco Chiamparino insieme al cardinale Poletto.

A difesa di Berlusconi c’erano centinaia di poliziotti e carabinieri, e comunque Silvio non è entrato dal tappeto rosso ma direttamente da un passaggio laterale. Dentro la stazione non c’era alcuna manifestazione organizzata – anzi, chiunque avesse tirato fuori fotocamere in maniera vistosa nei minuti precedenti era stato invitato ad allontanarsi dalla Digos – eppure quel centinaio abbondante di cittadini, all’apparire di Silvio, è scoppiato di botto e all’improvviso.

Questi qui sotto sono, senza filtri, i primi dieci minuti di una contestazione dura, evidente e senza appello che è durata poi fino alla partenza del treno (su Youtube ho messo anche altri video). La contestazione ha stupito anche me; perché dietro le transenne a urlare non c’erano solo ragazzi magari più politici della media, ma anche anziani suoi ex elettori e immigrate di colore. Sarà pur vero che esistono ancora milioni di persone che lo sostengono, ma la rabbia degli italiani – quelli medi, non i No Tav o i militanti dell’opposizione – sta crescendo in misura netta e palpabile; e se non ci credete vi basterà guardare le immagini, che ovviamente non vedrete mai in onda su nessuna televisione.

[tags]berlusconi, politica, contestazione, manifestazione, torino, porta nuova, tav, no tav, treni[/tags]

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sabato 5 Dicembre 2009, 11:04

No Berlusconi, no cellulari, no Torino

Questa mattina sto bestemmiando: infatti due giorni fa è morto il mio cellulare, un HTC P3600 non scelto da me ma dalla mia ex azienda, la quale oggettivamente mi voleva tantissimo male tanto che mi ha messo in mano una roba del genere. Con i bachi e gli errori di progetto di quell’oggetto potrei riempire un libro e prima o poi forse lo farò, ma nel frattempo sto passando la mattinata a migrare su un vecchio cellulare di emergenza, anche se l’unico backup della mia rubrica, sito sulla carta di memoria dell’HTC, può essere letto solo con un vecchio lettorino USB cinese che il Macbook non vede. Ciò mi ha spinto a riaccendere il vecchio Windows XP, constatando ancora una volta quanto sia terribile usare Windows: anche non avendo virus e simili, all’avvio si aprono almeno cinque o sei finestre di programmi che cercano di venderti qualcosa o di attirare la tua attenzione per farsi aggiornare o utilizzare. Tra aggiornamenti Flash, aggiornamenti antivirus, aggiornamenti Windows, televisioni digitali e simili, sembra più una televendita che un computer.

Io ho bisogno della rubrica perché tra poco si esce e si va a organizzare il No Berlusconi Day Torino, che poi consisterà in un paio di gazebo in piazza Castello nei quali dalle 14 si esibiranno artisti e saranno mostrati i video di Tony Troja, su un maxischermo costituito dal televisore di casa dell’organizer di Qui Torino Libera; poi dalle 17 sarà proiettata su un telo la diretta della manifestazione romana. Nel frattempo, alle 16:20 dovrebbe partire da Porta Nuova il treno con Berlusconi sopra, per inaugurare la linea alta velocità, per cui sin dall’ora di pranzo la stazione sarà presidiata da No Tav e pendolari – anche se all’interno dei pendolari c’è già stata una spaccatura con quelli che si sono subito arresi in cambio di quindici minuti di celebrità e un incontro-contentino con Moretti.

Venire in piazza oggi è una testimonianza, non aspettatevi altro che molta gente che passa e solidarizza. Comunque, pensate che se non venite potreste darla vinta all’altra Italia: quella che magari non vota nemmeno Berlusconi ma sguazza nel berlusconismo con piacere. Come ad esempio questi quattro ragazzi chiamati Mon-key’s (ma chiamatevi Pippo, dai) che il TGR presenta al mondo dicendo che “il loro video spopola su Youtube” (a oggi ha circa ventimila visualizzazioni; uno dei miei video di Livorno-Toro ne ha oltre quarantamila…). Il loro video è… è… tamarro, ecco. Ma tamarro parecchio; anche se il genere musicale è diverso, il video è concettualmente una versione sfigata dei Club Dogo senza la grafica elaborata, con vestiti firmati un po’ meno firmati e con fighe un po’ meno fighe, ma con più zoom sul culo. E solo un trust di cervelli poteva partorire lo slogan “a Torino si salta sulla Mole”, se non altro perché la Mole è molto appuntita e la cosa potrebbe finire davvero male.

Non vorrei essere troppo severo parlando di persone che non conosco, ma ecco, a me questo video ha dato molto fastidio: io sono ancora abituato all’idea romantica di una città austera e intellettuale, e probabilmente questo prova che essa non esiste più.

[tags]cellulari, computer, windows, berlusconi, no berlusconi day, torino, video, mon-key’s, musica, tamarri, no tav, treni, ferrovie, manifestazioni[/tags]

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venerdì 4 Dicembre 2009, 09:11

Treni pieni, però che fermano nel nulla

Oggi vi racconto un’altra piccola gemma di Trenitalia, dopo le molte già segnalate in queste settimane (potete leggere questo post e il mio articolo nel periodico di Torino a 5 Stelle).

Avevamo già detto della scomodità del fatto che la maggior parte dei ben sette treni alta velocità da Torino a Milano fermassero a Milano Porta Garibaldi anziché a Milano Centrale, rendendo così impossibile qualsiasi coincidenza verso altre direzioni, nonché l’accesso diretto al centro cittadino con una sola linea di metro.

Tuttavia, a causa dei lavori per completare il “manico d’ombrello” – il nuovo raccordo che permette ai treni in uscita da Milano Centrale di reinfilarsi nell’orrido tunnel da 30 km/h che arriva da nord a Porta Garibaldi, e che sarà utilizzato dai nuovi Malpensa Express in partenza finalmente da Centrale e non più da Milano Cadorna – per le due settimane dal 28/12 all’11/1, e poi definitivamente fino all’estate per il solo treno delle 8:40, i treni alta velocità Torino-Milano fermeranno non più a Porta Garibaldi ma nella ridente stazione di… Milano Certosa.

Avete letto bene: non la fermata precedente, Rho Fiera Milano, recentemente costruita a suon di miliardi con due binari su sei dedicati soltanto all’alta velocità, dove si sarebbe almeno potuto prendere la metropolitana diretta in centro o un treno regionale per Centrale, ma Milano Certosa, una stazione di periferia nel mezzo del niente dove non passano neanche i bus.

E di fronte a siffatti colpi di genio, cosa possiamo concludere noi? Che qualcuno deve davvero avercela con il Piemonte… oppure essere molto molto stupido.

P.S. Comunque questo è lo stato in cui viaggia il treno AV Torino-Milano dell’ora di punta mattutina già oggi, prima del cambio di orario:

Invece di sette al giorno potrebbero metterne il doppio e ci guadagnerebbero il doppio, e nelle fasce pendolari probabilmente potrebbero riempirne due o tre di fila; se poi mettessero dei prezzi umani riuscirebbero anche a decongestionare i regionali, che viaggiano nelle stesse condizioni, e a riempirli sempre. Così la ferrovia sarebbe utile, Trenitalia farebbe soldi e tutti saremmo contenti… eccetto forse i dirigenti incapaci, che vanno mandati via per manifesta impossibilità di pensare un servizio ragionevole, e i veri beneficiati della gestione delle ferrovie italiane: i gestori di autostrade e linee aeree e i fabbricanti di automobili. Che ne dite, tutti questi disguidi saranno casuali?

[tags]trenitalia, alta velocità, tav, torino, milano, treni, ferrovie, orari, pendolari[/tags]

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giovedì 3 Dicembre 2009, 17:53

Il prosciutto dell’ideologia

Raramente mi è capitato di trovare un caso da manuale di prosciutto ideologico sugli occhi come quello riportato oggi da La Stampa: la vicenda di un bambino di nove anni che a scuola (elementare) viene regolarmente picchiato da un compagno di classe, rom del vicino campo nomadi, fino a dover andare in ospedale a farsi medicare. Il preside, tuttavia, minimizza e dice che in fondo non è poi così grave, che è meglio lasciar stare, che sono bambinate, che “gli ha fatto solo 24 ore di prognosi”, e che tutto questo potrebbe portare cattiva pubblicità alla scuola e far calare le iscrizioni.

Il preside è un militante del PD, vicepresidente di circoscrizione, 58 anni – dunque, si presume, un sessantottino. E infatti l’articolo butta lì ripetutamente che tutti considerano il preside “troppo buono”, che in quella scuola non si punisce mai nessuno, che le maestre sono in lacrime, forse in preda agli allievi meno gestibili, giunti al punto da organizzare su Facebook l’assassinio del preside – anche questo un gesto minimizzato e non punito in alcun modo. Uno di quegli insegnanti che hanno poco da insegnare, figli di una ideologia che li porta a giustificare le violazioni delle regole e a concepire una educazione fatta soltanto di premi e di libertà.

E un preside che ha molto a cuore l’integrazione dei rom della zona, tanto da difenderli sempre e comunque: questa è l’accusa esplicita dei genitori del bambino picchiato, secondo cui a parti invertite il bimbo italiano sarebbe già stato punito duramente. Leggendo questa affermazione, immagino che il preside abbia pensato: “leghisti!” – ma non so se queste persone lo siano davvero, o siano magari un po’ accecate dall’emozione. Perché magari questi genitori pronti all’accusa hanno sorvolato sul fatto che, come dice il preside, il loro figlioletto continuava a prendere in giro lo zingaro e a insultarlo in modo razzista; del resto, si sa, la famiglia italiana media concepisce una educazione fatta solo di premi e libertà per chi fa parte della famiglia stessa, e di punizioni e vendette per chi dall’esterno osi mettersi in mezzo, sia una famiglia concorrente o un insegnante che pretende il rispetto delle regole da parte del bambino; peggio ancora se la famiglia è di rom.

E la famiglia rom, in tutto questo? Naturalmente minaccia di portare via i figli dalla scuola e denuncia il razzismo che ha subito. Per molti rom, come per molti stranieri furbi e disonesti, qualsiasi cosa dica loro un italiano è razzismo, o può essere strumentalizzato come tale. Vuoi evitare che mandino i bambini ad elemosinare? Sei razzista. Dici una banale verità, cioè che basta girare un campo nomadi per notare molte auto di lusso che nessun italiano normale può permettersi se non rubando? Sei razzista. Anzi, non te lo dicono nemmeno più loro, te lo fanno dire dai presidi buonisti del PD; e non so se questa sia ideologia, una ideologia di una cultura nomade in cui gli stanziali sono per definizione alieni e ostili, o se sia più banalmente furbizia.

Dunque, chi ha ragione? Non è possibile saperlo; non esiste una versione accertata dei fatti, e anche esistesse difficilmente sarebbe riportata su un giornale senza venire stravolta. Anche per quanto riguarda questo blog, le persone in questione potrebbero essere, anzi probabilmente sono, molto diverse da come le abbiamo raccontate, affidandoci a stereotipi e non alla conoscenza diretta. Probabilmente anche questa è una ideologia: l’ideologia per cui una persona, stando seduta in poltrona a digitare su un blog, possa trarre conclusioni sul mondo reale.

[tags]ideologia, torino, nomadi, rom, razzismo, scuola elementare, mirafiori, bullismo, pd, informazione, comunicazione, verità[/tags]

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mercoledì 18 Novembre 2009, 17:17

Le scale fisse

Io, di mestiere, non fabbrico scale mobili. Eppure non riesco a capacitarmi di una cosa: come è possibile che le scale mobili siano così spesso rotte?

In particolare mi riferisco a quelle della metropolitana torinese, che sembrano rompersi con una frequenza preoccupante. Forse le cose sono leggermente migliorate da qualche settimana, ma c’è stato un periodo in cui alla stazione Rivoli, dove io scendo, sia la scala mobile che porta dalla piattaforma all’atrio che quella che porta dall’atrio alla strada erano regolarmente rotte. Ma la stessa cosa mi è successa alla fermata della metro di Porta Nuova qualche settimana fa, a quella Re Umberto ieri, alla nuova Porta Susa sotterranea la settimana scorsa.

Eppure si tratta di impianti nuovissimi o comunque con due-tre anni di vita al massimo, eppure le scale mobili sono una tecnologia consolidata e vecchia di cent’anni… come è possibile? O chi gestisce i nostri soldi per queste grandi opere compra apparecchi di scarsa qualità, o forse risparmia sulla manutenzione, finendo poi per spendere il triplo in riparazioni; o magari vuole proprio spendere il triplo in riparazioni, chissà. Oppure, più facilmente, chi è responsabile della cura di questi impianti se ne frega, tanto lo stipendio a fine mese arriva comunque.

Io credo però che siano proprio queste piccole cose che danno più fastidio, e che lasciano nel cittadino il segnale più amaro: quello che ormai il bene pubblico, anche quando appena costruito con gran profluvio di denaro, sia abbandonato all’incuria nell’indifferenza generale.

[tags]torino, metro, ferrovia, porta susa, scale mobili, manutenzione, appalti, grandi opere, cura del bene pubblico[/tags]

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lunedì 16 Novembre 2009, 16:27

Treni vuoti, però velocissimi

Dal 13 dicembre, con l’orario invernale, entra in funzione per intero la nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Milano.

Essa sarà percorsa da ben sette treni al giorno, che collegheranno le due città in un’ora e permetteranno di andare da Torino a Roma in 4 ore e 10 minuti, ritardi permettendo. I treni non sono nemmeno cadenzati; da Milano i ritorni partono due ai :00 da Centrale, quattro ai :58 da Porta Garibaldi, uno dai :15 da Centrale – portatevi dietro gli orari.

Il tutto, per il modico e accessibile prezzo di 31 euro (per Milano) o 93 euro (per Roma), sola andata di seconda classe: andarci da soli con una berlina costa la metà.

Ah già, e però, per velocizzare l’attraversamento di Milano, nella maggior parte dei casi questi treni non andranno a Milano Centrale, ma a Milano Porta Garibaldi (l’unica stazione principale di Milano senza una metro che porti in Duomo) e poi a Milano Rogoredo. Se volevate scendere a Milano Centrale per prendere un treno per, che so, Venezia, Lugano, Pavia, Parma… o i bus per gli aeroporti milanesi, dovrete metterci in mezzo un tratto in metropolitana.

Infine, per risparmiare ben tre minuti sulle quattro ore e dieci tra Torino e Roma, dal 13 dicembre i treni alta velocità NON fermeranno più a Torino Porta Susa. Il fatto che ci abbiano smarronato per trent’anni con Porta Susa sotterranea nuova stazione principale progettata per l’alta velocità è, evidentemente, irrilevante. Il fatto che a Porta Susa salga normalmente l’80% dei passeggeri diretto a Milano evidentemente lo è altrettanto. Anche il fatto che per ogni passeggero che va in treno da Torino a Roma ce ne siano dieci che vanno da Torino a Milano non è degno di considerazione. L’importante è “competere con l’aereo”, mica offrire un servizio utile a prezzi decenti: quando si dice “orientarsi al cliente”.

Del resto, la linea alta velocità Torino-Milano è costata agli italiani circa 11 miliardi di euro: per fare un paragone, l’intera linea 1 di metropolitana torinese con i suoi prolungamenti a Rivoli e a piazza Bengasi costa circa 1,5 miliardi di euro, mentre raggiungere il 90% delle case italiane con una dorsale in fibra ottica – una infrastruttura che davvero cambierebbe il futuro del Paese – costa 18 miliardi di euro. Gli investimenti (pur molto minori) previsti per la fibra sono stati recentemente cancellati, però abbiamo una linea ad alta velocità talmente utile che ci viaggeranno solo sette coppie di treni al giorno. Anche supponendo di ammortizzarla in trent’anni, fa circa 70.000 euro a treno al giorno.

Intendiamoci, ho il sospetto che con un servizio che fermi nelle stazioni utili e sia disponibile una volta all’ora (ogni mezz’ora nelle fasce di punta) sarebbe possibile far viaggiare questi treni sempre pieni anche vendendo i biglietti a prezzi umani, rendendo l’infrastruttura davvero utile. Ma tanto l’obiettivo del progetto alta velocità era sfilarci gli 11 miliardi di euro, con un costo per chilometro circa quattro volte superiore al resto d’Europa; dopodiché farci girare qualche treno, così per bellezza, è solo un fastidio necessario.

[tags]torino, milano, treni, trenitalia, alta velocità, tav, sprechi[/tags]

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venerdì 13 Novembre 2009, 12:48

Uniti nelle differenze, naturalmente ideologiche (2)

Scusate, non per essere monotono, ma non vorrei che vi foste persi le ultime puntate della telenovela Bresso-Chiamparino per la nomination a candidato presidente della Regione Piemonte per il centrosinistra; telenovela che sta mettendo a dura prova i nervi del PDmenoL torinese, al punto che Chiamparino l’altra sera, assediato dagli abitanti di Basse di Stura stufi delle proroghe sulla discarica, si è fatto scappare in pubblico un bestemmione – un “porca M…” che ha fatto cadere tutti i crocifissi delle aule scolastiche nel raggio di cinquecento metri.

In breve, ieri la Bresso – probabilmente preoccupata di risultare inferiore a Chiamparino per arroganza – ha rilasciato una bella dichiarazione spavalda al Corriere della Sera, chiudendo la sua intervista con una frase che taccia apertamente l’UDC di essere il partito della mafia. Vero o falso che sia – va bene Cuffaro, ma dubito molto che la vecchietta che vota Vietti a Viù lo faccia per foraggiare il traffico internazionale di droga – non è certo una cosa gentile da dire, ma è soprattutto una bella cannonata contro l’accordo tra centrosinistra e UDC, che l’avrebbe costretta al sacrificio della poltrona: la candidata deve essere lei, a costo di andare alle elezioni da sola e con la quasi certezza di perderle. Infatti, Casini ha subito risposto con una nota di agenzia che vi prego di trattare con precauzione, in quanto è talmente gelida che potrebbe congelarvi il computer.

In realtà, il senso di quella nota è anche quella di dire al PD “non faremo noi il lavoro sporco in casa vostra: riportate voi sotto controllo questa pazza e poi eventualmente ne riparliamo”. Tutto il PD si è subito cagato addosso: senza UDC si perde, e se si perde niente ciccia. Da Saitta in giù, tutti furibondi con la Bresso, non solo per l’uscita, ma perché essa sottintende la scelta “meglio perdere le elezioni che cedere il passo a Chiamparino”.

E infatti Chiamparino ha subito raccolto l’assist, e ha proposto di discutere della questione a Roma, tra le segreterie, nell’ambiente dove è più facile che la Bresso possa venire sacrificata; al che i bressiani hanno risposto che no, la discussione va fatta a Torino. Nel frattempo, dopo la contestazione sulla discarica, un altro pezzo del partito contesta Chiamparino, per la sua affermazione – probabilmente fatta per ribadire che no, il più arrogante è sempre lui – che “gli amministratori PD sono inadeguati“, naturalmente ad eccezione di lui medesimo.

Che dite, non sono carini? Non fosse che hanno in mano il destino della nostra città…

[tags]torino, elezioni, politica, pd, bresso, chiamparino, udc, correnti di partito[/tags]

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