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Archivio per la categoria 'VitaDaToro'


domenica 20 Giugno 2010, 16:58

All world is country

La pagina della wikipedia inglese relativa a Koman Coulibaly, misconosciuto arbitro maliano, dopo circa tre anni di tranquilla vita elettronica è stata presa d’assalto negli ultimi due giorni: alcune decine di revisori hanno cercato di inserire in varie declinazioni il concetto che l’arbitro, avendo misteriosamente annullato all’ultimo minuto il gol valido che avrebbe dato agli USA la vittoria sulla Slovenia, è indubbiamente un cornuto.

[tags]calcio, mondiali, usa, slovenia, wikipedia, tifosi[/tags]

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venerdì 11 Giugno 2010, 17:35

Come creare un disastro

So che molti di voi non capiscono cosa sia che porta persone del tutto normali, dotate di una certa cultura e di una certa intelligenza, a venire coinvolte così dal calcio. E se non lo capite, non c’è modo di spiegarvelo: siate comprensivi con noi che, da mercoledì pomeriggio, non riusciamo più a fare altro che a pensare a questa partita (il forum di Forzatoro.net ha toccato picchi di oltre 500 persone collegate contemporaneamente).

Oggi è stata infine la giornata dei biglietti: dopo una settimana di rinvii, i punti vendita abilitati hanno cominciato a vendere i biglietti del settore ospiti di Brescia-Toro, come da disposizioni della Questura bresciana “uno a testa solo ai residenti in provincia di Torino”. I punti vendita sono gestiti dalla Index, un circuito di vendita il cui business consiste nel trovare negozianti disperati e farsi pagare da loro migliaia di euro per diventare “Index point”, illudendoli così di fare fortuna con la vendita di biglietti e ammennicoli di altro genere. Vi dico solo che per sapere l’indirizzo dei punti vendita è necessario andare sul loro sito e lasciargli l’email, confermandola pure mediante un link personalizzato; è facile capire che fine faranno quegli indirizzi (nel dubbio, io mi sono registrato con l’indirizzo in-indexspammerdim…@bertola.eu).

Comunque, i punti vendita comprendono negozi di DVD, colorifici, persino una panetteria: gente che avrebbe tutt’altro da fare che gestire un assalto di tifosi alla caccia del biglietto. Il Brescia infatti ne ha concessi solo 2100, nonostante il loro stadio in semifinale fosse mezzo vuoto (anche a Torino loro sono venuti solo in 500, erano l’unico settore semivuoto dello stadio) e nonostante a Modena i tifosi del Toro fossero oltre 5000. La partita è importante, ed era facile prevedere l’assalto con ogni mezzo.

Del resto, l’assalto era già cominciato ieri: poco prima di mezzogiorno era comparsa sul sito del Brescia una pagina che annunciava l’apertura delle vendite. Io mi ero subito precipitato a un punto vendita, per scoprire che loro avevano già cominciato a prendere “prenotazioni”, con pagamento anticipato, e che c’erano oltre 100 persone prima di me soltanto da loro. Poi l’apertura di ieri è stata bloccata dopo un quarto d’ora, con pochissimi biglietti già stampati (ci vanno un paio di minuti a biglietto), e rimandata a oggi alle 10.

Come potrete capire, chi si è presentato stamattina in vista delle 10, convinto di essere il primo, ha scoperto che i biglietti erano già quasi esauriti: e potete immaginare i litigi, perché questa idea delle prenotazioni è di dubbia validità. Ma non gli è andata poi così male, perché a forza di girare hanno trovato venditori con disponibilità, mentre i biglietti sono andati esauriti così in fretta che i punti vendita che hanno preso centinaia di prenotazioni non sono riusciti a fare in tempo tutti i biglietti già venduti e pagati (e sono altre liti).

Ma c’è di più: all’inizio il sistema era male configurato, per cui stamattina i biglietti del settore ospiti erano in vendita libera ovunque: c’è chi li ha comprati a Novara, chi a Bra, chi addirittura a Milano o a Rimini… ma solo fino a mezzogiorno, poi qualcuno se n’è accorto e hanno chiuso le vendite fuori Torino. Così ci sono gruppi divisi, un paio col biglietto e gli altri senza perché al terzo il sistema s’è bloccato, e interi club che chiedono come mai da Alessandria o da Cuneo non si possa andare alla partita.

Inoltre, come ovvio, molti punti vendita, presi d’assalto, non hanno richiesto i documenti e hanno fatto anche dieci biglietti a botta, scrivendoci sopra qualsiasi nome venisse dato a voce senza alcun controllo.

Qual è il risultato? Il clima era già tesissimo prima, per via dell’importanza della posta in palio e della storica inimicizia tra Toro e Brescia (forse ricorderete la cronaca della mia prima trasferta a Brescia, con tanto di incidenti visti da vicino); e per via del fatto che dall’anno prossimo, con la tessera del tifoso, molti ultras per principio non verranno comunque più allo stadio – dunque non hanno alcuna remora a prendersi diffide in questa ultima trasferta. E’ diventato incandescente dopo l’andata, con il gol annullato tra mille proteste, l’assurda squalifica di Bianchi per bestemmia dopo che i bresciani Maifredi e Corioni hanno fatto la spia con l’aiuto di Sky, le accuse reciproche di favoritismi (vedere l’incredibile intervista del presidente di Intesa-Sanpaolo Gianni Bazoli), antisportività, violenza verbale e fisica. Tra ieri e oggi su tutti i forum sono circolati indirizzo, numero fisso e numeri di cellulare di Maifredi, che sono prontamente stati usati per minacce e insulti di ogni tipo. E basta fare un giro su Internet per trovare fotomontaggi con il centro di Brescia che brucia o foto della tragedia di Superga usate per scherno.

E ora, grazie a questa geniale gestione della biglietteria, centinaia di persone arriveranno a Brescia con un biglietto teoricamente non valido e altre migliaia – dato che Sky, pensando ai propri incassi, ha negato la possibilità di installare maxischermi nelle piazze di Torino – verranno comunque anche senza biglietto, sperando di poter comprare il biglietto là per un qualsiasi settore o magari di entrare gratis nella calca. Ed è facile prevedere che non sarà fisicamente possibile fare controlli all’ingresso e che il settore ospiti sarà occupato al doppio della capienza. Potrebbe essere una calca magnifica in cui nessuno si fa male, come quella che si verificava al vecchio Comunale negli anni ’70 e ’80; ma potrebbe succedere anche qualcosa di grave.

Complimenti al Brescia F.C., alla Questura di Brescia, alla Lega Calcio e un po’ a tutti: i tifosi esagitati non mancano mai, ma esistevano molti modi di gestire una situazione del genere (tra cui spostare la partita in uno stadio più capiente e sicuro, a Verona per esempio, ed evitare di montare teatrini sul labiale dei giocatori), per non arrivare all’ultimo giorno impreparati e senza sapere che fare. Invece, è stato fatto tutto quel che si poteva per esasperare gli animi e creare le basi per un disastro. Complimenti davvero.

[tags]serie b, calcio, toro, brescia, bianchi, sky, ultras, tifosi, polizia, questura, incidenti[/tags]

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mercoledì 2 Giugno 2010, 17:20

Faccio il ponte al bar Jolly

Si dice che oggi sia la festa della Repubblica, tranne che a Varese dove il ministro Maroni celebrava Gino Paoli; e io non ho molto da aggiungere se non il caro ricordo della festa dell’anno scorso, attaccando manifesti alla Falchera e per tutta la zona nord di Torino.

E poi, i cari ragazzi della Lega Calcio hanno piazzato per oggi alle 18,30 (un orario adattissimo) l’andata della semifinale dei playoff che valgono una stagione; dunque questa giornata non è molto adatta a fare altro. A causa di questa geniale programmazione del calendario sportivo, gli ultimi tre giorni granata sono stati deliranti: infatti domenica sera si è saputo che il Toro doveva giocare oggi (e solo lunedì mattina si è saputa l’ora), e dunque c’erano due giorni e mezzo, di cui uno festivo, per vendere 20.000 biglietti, con la doppia complicazione che – trattandosi di partita fuori abbonamento – anche tutti gli abbonati dovevano andare a fare il biglietto, e che gli abbonati stessi pretendevano giustamente il diritto di prelazione sui propri posti, per non rischiare di rimanere fuori.

La soluzione organizzativa è stata questa: i titolari di abbonamento hanno avuto la giornata di lunedì per andare in una delle tabaccherie che vendono i biglietti del circuito Listicket, presentare l’abbonamento e fare il biglietto per il proprio posto, mentre gli altri potevano comprare i posti non coperti da abbonamento mediante il sito web. Da martedì mattina ad adesso, vendita libera di tutto ciò che rimaneva.

Peccato che a Torino città il circuito Listicket conti la bellezza di 20 punti vendita, non uno di più; più un’altra decina nel resto della provincia, e un paio per provincia nel resto del Piemonte. Insomma, se fate i conti, nella giornata degli abbonati ogni punto vendita ha dovuto fare un 200-300 biglietti, anche di più nei negozi particolarmente battuti. Considerando che si tratta di bar e tabaccherie che già normalmente devono servire clienti, vendere sigarette, fare le schedine del lotto e così via, e considerando che per ogni biglietto bisogna prendere i dati dall’abbonamento, controllare che corrispondano col documento, risolvere eventuali discordanze, collegarsi al sistema Listicket, stampare il pezzetto di carta e incassare i soldi, potete immaginare facilmente il risultato.

Infatti, nei punti vendita si sono formate code di decine di persone, con una attesa media di una o due ore a seconda della zona; spesso con intoppi di vario genere (connessione bloccata, carta finita, abbonamento illeggibile, problemi tipo “sono nato in Venezuela ma il sistema non lo accetta”…).

Io ho provato lunedì mattina in corso Stati Uniti, ma la coda arrivava in mezzo alla strada; davanti al bar Jolly di piazza Rivoli c’erano almeno 40 persone sul marciapiede, che non erano nemmeno ancora riuscite a entrare dentro il locale. Al pomeriggio la situazione al bar Jolly non era cambiata, ma grazie a una dritta sul forum ho scoperto che in corso Brunelleschi 84 la coda si era smaltita e c’era meno gente, e così me la sono cavata in fretta. Ieri mattina, comunque, la situazione al bar Jolly era ancora uguale, per l’arrivo di tutti i non abbonati; la coda si è sciolta solo nel pomeriggio.

Poi è arrivato oggi; e, dei pochi punti vendita, la maggior parte erano chiusi per festa. E alcuni, come il bar Jolly, si sono rifiutati di fare i biglietti perché “nei festivi non li facciamo”. Del resto, si sa che sono gobbi, con tanto di inno a Nedved (anche in corso Brunelleschi sono gobbi, ma più discreti – hanno solo una maglia di Del Pippa sulla parete). Tra noi, cerchiamo di andare nei punti vendita gestiti da granata, ma vista la situazione non sempre si può… ma, essendo in Italia, funziona così: se vai a comprare i biglietti del Toro in un negozio gestito da juventini spesso ti fanno trovare lungo con una qualsiasi scusa, e viceversa. E non vi azzardate a comprare i biglietti su Internet: dovete poi andare allo stadio a ritirare il cartaceo prima di poter entrare, e lì le code sono altrettanto epiche (anche se oggi aprivano gli sportelli prima del solito).

Per completare il quadretto, chi vorrà andare a vedere il ritorno (a Modena domenica sera alle 20:30, orario calcolato in modo da tornare a un’ora impossibile per chi il giorno dopo lavora e da finire intasati nel ritorno serale dal ponte verso Milano) dovrà comprare i biglietti in posti ancora più improbabili: o le filiali della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (le banche vanno di moda, ma chissà perché i bancari non sono mai molto contenti di vedersi la filiale invasa da un centinaio di tifosi che bivaccano in coda per spendere 10 euro per un biglietto) o un’accozzaglia di negozi disparati (anni fa feci il biglietto nel colorificio di via Bardonecchia) di cui due terzi non sanno nemmeno di essere abilitati a vendere i biglietti, e comunque non te li fanno.

Insomma, non poche persone si sono prese il lunedì di permesso dal lavoro e l’hanno dovuto usare tutto, tra code e girovagare alla ricerca del punto vendita attivo, pur di fare i biglietti per le due partite… Eh, ma quando l’anno prossimo ci sarà la magica carta di credito del tifoso, tutto si sistemerà… è noto che ciò che svuota gli stadi è la violenza, mica le complicazioni, la disorganizzazione, il trattamento da bestie e gli orari insensati imposti dalle pay-tv.

[tags]calcio, toro, playoff, serie b, biglietti, tifosi, bar jolly[/tags]

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domenica 30 Maggio 2010, 21:46

Il ballo di Mantova (2)

Lo sfottò sportivo fa parte della vita; è un gioco, una volta lo subisci, un’altra volta lo fai. Tra i tifosi del Toro c’è chi non vede di buon occhio la supposta rivalità con il Mantova, per il semplice (e giusto) motivo che il Toro è squadra di grande tradizione le cui rivalità primarie sono con le grandi del campionato, più che con squadre di provincia che si affacciano alle serie superiori una volta ogni quarant’anni. Tuttavia, la vicenda del 2006 – che già vi avevo raccontato – e i successivi strascichi, tra cui i caroselli nel centro di Mantova alla nostra retrocessione lo scorso anno, non possono che far sì che qualcosetta vada fatto, per celebrare la retrocessione in serie C dei mantovani, con probabile annesso fallimento e ripartenza dai dilettanti, determinata in ultimo dal non essere riusciti a battere il Toro in casa domenica scorsa.

Nella mia gita io ho fatto ampie riprese, con l’intento di mettere insieme un piccolo documentario; chi è tifoso ci si ritroverà con piacere, chi disprezza il calcio continuerà a disprezzarlo, ma magari qualcuno che non l’ha mai vissuta può essere curioso di vedere dal di dentro una trasferta al seguito della squadra. Il montaggio di Mantova-Toro: Il film non è ancora finito e ci vorranno ancora dei giorni, ma stasera è il momento dello sfottò di cui sopra e dunque ho messo insieme Mantova-Toro: Il trailer. Prendetelo per ridere, e divertitevi.

[tags]calcio, serie b, toro, mantova, serie c, tifosi, ultras, trasferta[/tags]

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giovedì 20 Maggio 2010, 19:28

Facile come farsi il tè

Non dovrebbe essere difficile andare allo stadio, no? Nemmeno in trasferta, specialmente se l’occasione è quella di fare una bella gita fuori porta in una magnifica città d’arte come Mantova, e già che ci siamo, ecco, passare un attimo dallo stadio a dirimere due faccende, così tra vecchi amici.

Sono infatti quasi quattro anni che il Toro non gioca a Mantova, e per la precisione dalla finale di andata dei playoff di serie B del 2005-2006. Il Toro passò subito in vantaggio, subendo poi quattro-gol-quattro in modo abbastanza incredibile (due colpi di testa e due rigori) e riuscendo solo ad accorciare sul 4-2. Il Mantova era convinto di avere la serie A in tasca, tanto è vero che quella sera fecero festa grande, e che prima dell’inizio della partita di ritorno a Torino, in uno stadio Delle Alpi gremito da quasi 70.000 persone, si distinsero per sfottò e provocazioni, a partire dal loro presidente Lori – industrialotto del posto e prototipo del parvenu – che venne a fare l’aeroplanino sotto le tribune.

Alla fine, in una serata epica, fu 3-1 e promozione del Toro, nonostante il terzo rigore per il Mantova, che oltretutto in campionato era giunto a sette punti di ritardo dal Toro e aveva perso entrambi gli scontri diretti. Comunque, non sapendo perdere, i mantovani se la legarono al dito, accusando l’arbitro e parlando di complotti per favorire la promozione del Toro (si sa, una squadra notoriamente amata dai poteri forti).

E siccome quella sconfitta costituisce gli unici quindici minuti di gloria del Mantova negli ultimi quarant’anni, i mantovani hanno passato gli ultimi quattro anni a rosicare, al punto che quando il Toro l’anno scorso retrocesse in serie B il mitico presidente Lori si mise personalmente alla guida di un corteo festante per le vie della città, mentre tal concessionario Filippini Auto comprò una pagina sul giornalino del posto per sfottere Cairo.

Dopo tanta sportività, si torna a Mantova in un momento delicato per entrambe le squadre: il Toro con una vittoria conquisterebbe matematicamente i playoff per la promozione (ma anche con un pareggio, purché il Crotone non vinca in casa del Cittadella) mentre il Mantova è in zona playout e ha bisogno di punti per non finire in serie C – ammesso che non fallisca, perché nel frattempo il mitico Lori è sull’orlo della bancarotta e non paga gli stipendi da mesi (come peraltro tre quarti delle squadre di serie B; tuttavia Lori non paga nemmeno i suoi operai, e questo è decisamente più grave).

Entrambe le squadre, calcisticamente parlando, fanno schifo al cazzo (perdonate il termine tecnico); non sarà una bella partita, ma non è questo che conta. Conta che sugli spalti ci sarà tanta amichevole rivalità e voglia di scambiarsi gesti di simpatia: per esempio, vari tifosi granata hanno espresso l’intenzione di utilizzare la trasferta anche per provare qualche nuova auto dal concessionario Filippini Auto. In realtà, non dovrebbe succedere nulla di serio, come non successe nulla di serio all’andata (anche se raccontano di incroci tra un pullman di mantovani e il pullman dei tifosi granata di Pesaro, visto che l’autostrada è la stessa). Ma è chiaro che la situazione è speciale.

Per questo motivo, le autorità avevano preso la decisione di limitare la vendita dei biglietti a uno per persona vietando inoltre il cambio di nominativo dopo l’acquisto; significa in sostanza che ognuno deve presentarsi di persona a comprare il proprio, garantendo dunque la schedatura completa e infallibile degli acquirenti (si sa che i tifosi vanno criminalizzati a prescindere).

Lunedì mattina allora sono andato a comprare il mio; i biglietti sono in vendita soltanto “offline” e soltanto nei negozi convenzionati TicketOne (una decina a Torino, ma per chi abita fuori può voler dire molti chilometri di strada). Il primo punto vendita non teneva più il servizio, ma mi ha girato a un secondo… che mi ha detto che la vendita era stata appena sospesa. Sono andato per conferma fino al CTS di via Montebello, che non solo per vendermi il biglietto voleva che facessi la loro tessera da 5 euro (si sa che i tifosi vanno spremuti a prescindere), ma mi ha poi confermato che la vendita era stata bloccata e la trasferta vietata.

Infatti, con 700 biglietti ospiti già venduti, lunedì mattina il questore di Mantova si è svegliato e ha detto: ma ci sarà casino, chiudiamo il settore ospiti! In queste situazioni, chi ha già il biglietto viene (previo sbattimento) rimborsato; peccato che molte persone avessero già anche comprato i biglietti del treno o prenotato i pullman, e chi viene da molto lontano anche l’albergo… in questo caso, peggio per loro: soldi buttati senza preavviso.

Ovviamente è partita un’ondata di proteste, e nel frattempo, a settore ospiti chiuso, i tifosi del Toro hanno cominciato a comprare biglietti per gli altri settori dello stadio, quelli dei mantovani. A quel punto, resosi conto che il problema non era evitabile, martedì mattina la questura di Mantova ha cambiato di nuovo idea: trasferta permessa, ma i biglietti del settore ospiti devono essere venduti solo in Piemonte (come se i tifosi del Toro fossero tutti a Torino), mentre tutti gli altri settori solo in Lombardia.

L’avviso compare sul sito del Toro, molti vanno subito a fare il biglietto; fanno la coda, pagano, escono dal negozio (in questo caso la Fnac di via Roma), leggono bene il biglietto e… gli hanno dato il biglietto non per la curva Cisa, quella degli ospiti, ma per la curva Te, quella degli ultrà mantovani. Infatti TicketOne si è sbagliata e, pare, ha implementato le disposizioni al contrario: settore ospiti in vendita in Lombardia e altri settori in vendita in Piemonte. E il bello è che, essendo i biglietti per disposizioni dell’autorità uno a testa e non trasferibili, chi ha avuto questo biglietto non può nè rivenderlo nè cambiarlo con un altro…

Dopo qualche ora l’errore nel sistema di vendita viene corretto e centinaia di tifosi in attesa (tra cui io, che sono andato al Sassofono di corso Francia, gentilissimi) possono comprarsi il biglietto giusto; ma la frittata è fatta. Inoltre restano tutti i tifosi granata di fuori Piemonte; alcuni hanno mandato per fax copie dei documenti ad amici a Torino, dato che alcuni punti vendita alla fine accettano anche le fotocopie per interposta persona; altri continuano a comprare posti in mezzo ai mantovani. Ma anche in Piemonte non si capisce bene che fare; ad Asti fanno i biglietti del settore ospiti, invece a Novara non vendono niente; c’è gente che sta girando per le autostrade del nordovest pur di trovare un biglietto.

Insomma i tifosi del Toro, dopo aver perso giorni per fare il biglietto, andranno a Mantova sparpagliati per lo stadio, a rischio di scaramucce, a causa dell’approssimazione e delle scelte discutibili di chi gestisce l’ordine pubblico. Ma se ci dovessero essere incidenti, sicuramente si dirà che la colpa è degli esagitati tifosi di Torino… Converrete che per seguire il calcio ci va una certa perseveranza; e che non c’è da stupirsi se, a fronte di tutte queste difficoltà, negli stadi si trovano sempre più ultrà e sempre meno famiglie.

[tags]calcio, serie b, toro, mantova, trasferta, ordine pubblico, ultras[/tags]

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martedì 4 Maggio 2010, 19:03

Non poteva che piovere

So che molti non capiscono e si chiedono perché, da tre giorni, Torino sia in balia di piogge torrenziali, di un diluvio infinito che non ha dato quasi mai tregua.

E’ perché non guardate il calendario: oggi è il quattro maggio, ovvero il 61° anniversario della tragedia di Superga. Il ricordo è iniziato domenica sul campo dei grandi, lo Stadio Filadelfia, tuttora ridotto a qualche moncherino e a una giungla che come sempre i tifosi, volontariamente, in settimane di lavoro hanno riportato alla decenza e alla fruibilità della città, per occuparlo con un torneo tra tifosi, una grigliata tra amici, un dibattito sull’ennesimo progetto-sogno e un concerto finale. E si è concluso oggi pomeriggio, con la tradizionale messa e celebrazione alla Basilica di Superga.

Sarebbe stato bello riprendere il tutto, ma in fondo l’essenziale è poca cosa; l’essenziale del quattro maggio è l’immancabile pioggia che quasi ogni anno si presenta puntuale, e quella l’ho ripresa senza problemi.

Va bene, quest’anno la pioggia ha un po’ esagerato (l’anno scorso si era limitato a un breve e intenso momento, invece il 2007 era stato in piena regola), ma senza pioggia non è un quattro maggio che si rispetti. In una Torino che come ragion d’essere del prossimo anno si vuol dare la celebrazione di una guerra di 150 anni fa, tre giorni di pioggia per ricordare il Grande Torino mi paiono il minimo.

[tags]toro, grande torino, superga, stadio filadelfia[/tags]

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sabato 10 Aprile 2010, 12:05

Le ipoteche del Fila

Per parlare nel dettaglio della storia dello Stadio Filadelfia e delle manovre attorno alla sua ricostruzione ci vorrebbe un libro (comunque, in rete potete trovare un buon riassunto).

In breve, però, la situazione si può riassumere spiegando che quell’area fa gola a parole ai politici per via del consenso che porterebbe la ricostruzione, ma soprattutto fa gola in sostanza a speculatori di vario genere, tutti più o meno ammanicati politicamente, per il valore edilizio che avrebbero un centro commerciale o una serie di palazzine costruiti su di un’area relativamente centrale come quella. In termini economici, nessuno ha interesse a ricostruire il Fila come dovrebbe essere, cioè un centro sportivo al servizio del Torino e del quartiere; le altre ipotesi – compreso il “centro sportivo” costituito da un campo di subbuteo circondato da negozi – sono molto più redditizie.

Le manovre sono state tante, e l’ultima scusa per bloccare la ricostruzione era data dalle ipoteche derivanti dal fallimento della Ergom di Cimminelli. Il terreno, infatti, era di Cimminelli, che aveva anche messo dei soldi (3,5 milioni di euro) a garanzia della ricostruzione, insieme ad un altro milione di euro messo dalla Bennet come oneri di urbanizzazione, in cambio della possibilità di costruire il supermercato (già fatto e attivo da anni) nella vicina area “ex Chinino”. Già tre anni fa il Comune si era “dimenticato” di riscuotere i 3,5 milioni di euro: ricordiamo infatti che dopo il fallimento il terreno del Fila è tornato al Comune, ma il patrimonio della Ergom, con annessi e connessi, è finito, indovinate un po’, alla Fiat. La questione del credito pareva però risolta, e insomma, il terreno c’è, i soldi (privati!) ci sono, perché non si costruisce?

Era poi venuto fuori – solo dopo indagini e insistenze da parte dei tifosi – che il problema era il seguente: l’area del Filadelfia era stata ipotecata dall’Agenzia delle Entrate, a garanzia di tasse non pagate dalla Ergom in seguito al fallimento. Anche questo però non doveva essere un problema: i soldi c’erano, bastava che il Comune ne usasse un po’ per riscattare il terreno dall’ipoteca. E però, per anni, questo non è successo… mentre hanno cominciato a spuntare come i funghi nuove ipotesi di campi di subbuteo circondate da negozi, promosse da questa o quella cordata.

Ieri, invece, è stata una giornata storica: finalmente il Comune di Torino, sotto la pressione rumorosa dei tifosi, ha accettato di pagare 535.000 euro (non pubblici: presi dai crediti di cui sopra) e annullare l’ipoteca. Come mai?

Beh, certo non stupirà che la cosa sia avvenuta dieci giorni dopo l’elezione regionale inaspettatamente persa dal centrosinistra – in cui, tra l’altro, il neo consigliere regionale leghista Carossa ha fatto ampie promesse in merito. Se prima la filosofia di Chiamparino era “non ho più bisogno di loro” (cioé dei voti dei tifosi), come dichiarò durante una travagliata seduta di consiglio comunale in cui si discuteva della faccenda, ora il centrosinistra se la fa sotto all’idea di perdere anche il Comune: e dunque, magicamente, le ipoteche sul Fila si sono sbloccate.

Penso male? Giudicate voi…

[tags]stadio filadelfia, toro, calcio, chiamparino, carossa, ergom, cimminelli, fiat, speculazioni edilizie[/tags]

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mercoledì 3 Marzo 2010, 11:08

Aridatece i mutandoni

Uno spererebbe che un articolo come questo fosse scritto in tono ironico, e invece no: è tutto assolutamente vero. Dalla scorsa domenica ci sono veramente delle persone che vanno a rivedersi con attenzione tutti i filmati di tutte le partite del calcio professionistico e cercano di leggere i labiali dei calciatori per capire se hanno bestemmiato o no.

Premetto che io, pur non essendo credente, non bestemmio mai, perché mi sembra una forma di doveroso rispetto per chi è religioso. Tuttavia, la bestemmia è ormai depenalizzata da tempo; dunque come si spiega la cosa? Sui campi di gioco la bestemmia è comune, trattandosi di una situazione ad alta adrenalina; ultimamente ricorderete le bestemmie in mondovisione di Buffon, gobbo e portiere, dopo un brutto errore in campo. Si è deciso così che bisognava porre un freno alla cosa, e dunque giù il pugno duro: squalifica immediata per una partita a chi bestemmia.

E va bene, però trovo già piuttosto ridicolo leggere un verbale di squalifica all’allenatore del Chievo “per avere, al 3° del secondo tempo, proferito un’espressione blasfema; infrazione rilevata da un collaboratore della Procura federale”. Come alle elementari: “maestra, il bimbo Gigi ha detto una parolaccia”. Ma è oltre i confini del ridicolo l’intera pagina dedicata al caso del giocatore Marcolini, e dunque la riporto integralmente:

Il Giudice Sportivo,

letta la rituale segnalazione del Procuratore federale, pervenuta a mezzo fax, alle ore 10.19 dell’1 marzo 2010, in merito al comportamento tenuto dal calciatore Marcolini Michele (Soc. Chievo Verona) al 14° del secondo tempo;

acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky) di piena garanzia tecnica e documentale;

rilevato che, nelle circostanze indicate, il calciatore clivense, uscendo dal terreno di giuoco in conseguenza dell’espulsione inflittagli dall’Arbitro pochi attimi prima, proferiva apparentemente un’espressione gergale, in uso nel Triveneto ed in Lombardia, con becero riferimento a “Diaz†e non a Dio (il diverso movimento delle labbra nelle pronuncia della vocale aperta “A†rispetto alla vocale “O†legittima quanto meno un’incertezza interpretativa);

ritenuto pertanto che la lettura labiale, nell’episodio segnalato, non offra una prova certa, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, circa la pronuncia di un’espressione blasfema rilevante ex art. 19 n. 3bis CGS;

delibera

di non adottare alcun provvedimento sanzionatorio nei confronti del calciatore Marcolini Michele (Soc. Chievo Verona) in merito alla segnalazione del Procuratore federale.

Dunque, vista e rivista la moviola, sul terreno di giuoco non sarebbe stata pronunciata la ferale bestemmia, ma solo un equivocabile “porco Diaz”, naturalmente riferito alla guerra del ’15-’18: dunque nessuna squalifica.

A leggerlo, sembra un testo ottocentesco; e se concordo che le persone esposte alle telecamere dovrebbero dare esempi di buona educazione e di rispetto, mi chiedo tuttavia quanto sia ipocrita questa improvvisa pruderie in un Paese in cui il Presidente del Consiglio candida una velina travestita da infermiera dentistica (mi ricorda la trama di un porno) e in cui a qualsiasi ora in televisione si vedono tette, culi e risse di vario genere.

Il dubbio, naturalmente, è che sotto elezioni tutto faccia brodo per riportare all’ovile berlusconiano il “voto cattolico”, ossessione della politica italiana di ambo le parti (non a caso quelli del PD fino a un mese fa rispondevano alla Minetti con la Binetti, peraltro rafforzando nell’elettorato più becero la loro immagine incancellabile di sfigati). Aspettiamoci, dunque, un’ondata di mutandoni.

[tags]bestemmie, educazione, religione, calcio, squalifiche, berlusconi, minetti, elezioni, binetti[/tags]

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martedì 2 Marzo 2010, 10:11

Quando il Questore è razionale

Questo comunicato è stato emesso ieri mattina dagli ultras della curva Maratona, e io lo riporto integralmente: per farvi capire da quali assurdità nascano le situazioni di tensione negli stadi.

Questo comunicato viene fatto per una semplice spiegazione di quello che è stata la ‘trasferta’ di Padova, del livello repressivo che lo Stato Italiano continua ad avere nei confronti di tifosi e ultras. Come diceva uno striscione nel passato, “LEGGI SPECIALI , OGGI AGLI ULTRAS , DOMANI ALLA CITTA’ “.

Iniziamo a raccontarvi di venerdì pomeriggio, 2 ragazzi e 2 ragazze vanno alle 19 a comperare il biglietto per la partita Padova – Torino. Come spesso capita l’incompetenza di chi vende i biglietti regna sovrana, (si può andare a comprare un biglietto in una salumeria ? o in una copisteria ? ), altre volte è capitato di dover tornare 3 volte nello stesso posto per un biglietto (come se gli ultras e i tifosi non lavorassero in settimana…), i biglietti non sono prima in vendita li, poi risultano non disponibili.

Ci vediamo alle 9 e mezza e i 4 decidono di partire lo stesso, comprare un biglietto di un altro settore e poi imbucarsi nel nostro settore, cercando di spiegare a steward e funzionari il da farsi. Ma a Padova alle 14.30 nessuno ha intenzione di farli entrare nel settore ospiti. Inizia una trattativa, ma non va a buon fine. Decidiamo di movimentare un pò la situazione, cercando di creare un piccolo disagio, con l’unico semplice fine di far entrare con noi i ragazzi, pagando anche i 27 euro chiesti. Ci spostiamo in direzione della tribuna, veniamo bloccati a 400-500 metri da Digos e Celere in Assetto Anti-sommossa, ribadiamo che non ci interessa arrivare agli ultras padovani, ma solo che questi 4 ragazzi entrino. Un funzionario tratta con noi, prima sui soldi (da 27 euro a 10) poi sui minuti (“Nel secondo tempo entrano tutti e 4, se ora voi entrate”).

Al gioco al ribasso non ci stiamo e giriamo la nostra carovana di 40 persone verso l’uscita del settore, o tutti o nessuno, specialmente quando si parla di disorganizzazione, non ci va di lasciare fuori nessuno. Arriva il Questore che dopo che un ragazzo filma la carovana partente perde le staffe, tira giù da uno dei mezzi l’autista con la forza e ripete frasi tipo ‘Ora gli diamo una bella spazzolata, così smettono di rompere i coglioni(?)’ , non si sa perchè la Celere non approfitta del momento, ma veniamo tutti filmati a carta d’identita in mano, noi e altre persone che erano rimaste fuori con noi.

Il caro Questore ribadisce che arriveranno a casa Daspo e fogli di via della città, e di uscire dalla ‘sua’ provincia (tutt’al più la provincia è di chi la vive, non di chi la serve n.d.r.). Veniamo scortati fino a Vicenza e fino in Lombardia siamo impossibilitati ad entrare negli autogrill (polizia stradale schierata davanti all’ingresso). Torniamo indietro il Toro ha vinto, ha perso lo Stato.

In sintesi, per chi non avesse capito: grazie alle geniali disposizioni di sicurezza, a quattro tifosi del Toro che volevano andare a vedere la loro squadra a Padova è stato impedito di comprare i biglietti del settore ospiti, ma permesso di comprare quelli per la tribuna piena di tifosi padovani; quando loro, giunti a Padova, hanno chiesto di essere fatti entrare nel settore ospiti per stare con gli altri, la questura ha risposto che dovevano per forza andare da soli in mezzo ai padovani, separati dagli altri tifosi del Toro, e alle proteste è subito stato risposto con promesse di manganello e di allontanamento dagli stadi, fino a che, per principio, i tifosi granata se ne sono usciti e tornati a casa senza nemmeno vedere la partita. Eppure, se il problema è davvero evitare gli incidenti, secondo voi qual è la situazione preferibile – che i tifosi ospiti stiano tutti raggruppati e separati, o che si mescolino con quelli di casa?

Per completare, vi faccio vedere una foto che ho scattato io allo stadio con il cellulare il fine settimana precedente, in occasione di Toro-Salernitana. In questa partita il settore ospiti era stato chiuso del tutto, non perché ci siano mai stati incidenti tra le due tifoserie ma per punizione per le intemperanze dei salernitani in occasione della partita precedente. Peccato che, si sa, di salernitani a Torino ce ne siano parecchi, e quindi un folto gruppo di tifosi della squadra ospite si è manifestato nel bel mezzo dei distinti. E cosa ha fatto la Questura? Beh, dopo aver chiuso il settore ospiti, con tutte le sue costose doppie e triple separazioni studiate apposta, ha costituito un mini-settore ospiti all’interno dei distinti centrali, delimitato con una fila di steward (più tardi anche con del resistentissimo nastro bianco e rosso – quello sì che è un muro invalicabile).

Ecco l’immagine: vedete prima il settore ospiti deserto e dietro il gruppetto di tifosi ospiti ammucchiato lì senza alcuna vera separazione dal resto dei tifosi di casa, se non qualche steward in pettorina arancione. Ma vi sembra che tutto questo abbia un senso?

tosa-ospiti.jpg

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giovedì 7 Gennaio 2010, 07:02

Giocatori del Toro indagati per scommesse, Foschi lascia

Confermando che non c’è mai limite al peggio, la notizia che circolava insistentemente da qualche giorno stanotte è diventata ufficiale: alcuni giocatori del Toro sono sotto indagine per essersi venduti la partita col Crotone, persa in casa 1-2 in maniera incredibile con parecchi episodi oscuri (tra cui l’improvvisa mancanza di Sereni, con tanto di lite violenta negli spogliatoi prima della partita, che a questo punto si ipotizza attribuibile a una divergenza sul vendersi la partita).

Confusi dall’improvvisa crisi di scarsezza dei nostri, inizialmente si pensava a una normale figuraccia, ma sui forum da qualche giorno i nomi di Di Michele (già condannato in passato per lo stesso motivo), Diana (peggiore in campo) e Pisano (che non giocò, ma era loro compagno al Palermo) erano sulla bocca di tutti, tanto che quando Di Michele è entrato in campo martedì sera sono subito partiti i fischi (comunque prendeteli con le molle, sono nomi non confermati e potrebbero essere tutti sbagliati). La sconfitta del Toro era stata pagata fino a 20 volte la posta.

Ieri sera, poco prima che uscisse la notizia, si è dimesso il direttore sportivo Foschi per “motivi personali”. Foschi era stato di fatto sfiduciato dall’arrivo del nuovo responsabile di mercato Petrachi, ma a questo punto (considerando che anche lui è ex Palermo e ha costruito la carriera dei giocatori in questione) i dubbi vengono naturali anche su di lui. La situazione è al massimo della confusione; di partite perse in modo inspiegabile ce ne sono state molte altre, anche negli scorsi anni (resta in mente la decisiva trasferta di Bologna lo scorso anno, con il Toro in vantaggio 1-0 all’intervallo che perde poi 5-2 subendo reti incredibili). Insomma, che ci possa essere un club “scommettiamo che” tra i giocatori e magari pure i dirigenti del Toro è tutt’altro che improbabile.

Fin che sono i giocatori la squadra non rischia, ma se venisse dimostrato il coinvolgimento di qualche dirigente o anche solo la scelta consapevole di coprire il tutto sistemando le cose in silenzio – e il ricambio secco di dirigenti e giocatori che sta avvenendo in questi giorni non fa pensare bene – anche il Toro rischia una penalizzazione. Del resto, il rischio della famosa “società snella” di Cairo – senza dirigenti, che costano – è proprio quello di non avere sotto controllo la situazione interna.

Che dire: certo solo al Toro potrebbe succedere di venire penalizzato per aver truccato le partite per perderle, invece che per vincerle come facevano i gobbi…

[tags]calcio, serie a, scommesse, toro, cairo, foschi, crotone[/tags]

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